Libero non significa gratis

jimmy walesIl post oggi pubblica un bell’articolo su Jimmy Wales, cofondatore di Wikipedia, a quanto pare non così ricco. Leggendolo però si capisce come nel Mondo l’open source, o i commons, siano spesso coincidenti con il gratuito nell’immaginario collettivo.

In realtà più che un pregio, il fatto che uno degli uomini che ha più cambiato il nostro modo di fruire la cultura su internet sia meno ricco di un venditore di automobili è certamente un difetto.

Un difetto nella visione dei collaboratori che offrono il loro tempo gratuitamente, che probabilmente vedrebbero malvolentieri la ricchezza del loro numero uno. Ed un difetto nel sistema della fruizione dei contenuti immateriali, beni comuni che non per forza devono essere gratuiti. Ma c’è ovviamente differenza tra chi offre un’ora del suo tempo e chi spende la propria vita, investendo inizialmente tutto su una idea che poteva ovviamente rivelarsi sbagliata.

Se il sistema funzionasse perfettamente, Wales dovrebbe essere prima di tutto più felice di qualsiasi altro big dell’Internet odierna. Spero davvero che lo sia, perché il suo esempio si spera venga seguito da decine di altri big futuri.

Se la persona che vende i nostri dati è più ricca e più famosa di quella che ci insegna la storia, c’è un problema da sistemare.

Non mi pare che la pubblicità su Wikipedia, se messa con certi criteri, possa danneggiare il progetto. Se serve a pagare i costi almeno dell’hardware  e della connettività necessari a portare sapere in tutto il Mondo, non ci vedo nulla di male. Anzi, le donazioni potrebbero essere indirizzate alla creazione di nuovi contenuti, come ad esempio libri di testo open per le scuole, opere più corpose rilasciate con licenza d’uso di widipedia e modificabili online come l’enciclopedia, ed altro ancora.

In fondo molti dei contenuti di Wikipedia contemporanei sono più o meno spinti dall’interesse ad essere presenti sulla piattaforma, che se vogliamo è un atteggiamento ancora più rischioso del finanziamento pubblicitario al progetto.

 

Libero non significa gratis

2 commenti su “Libero non significa gratis

  1. Ma parlare ogni tanto di quello che fanno i Verdi no? Ma non è il tuo partito? Io qui vedo tante cose, soprattutto cose negative su Grillo, in passato erano anche per Monti, ora invece sembra diventato un santo, ma mai una cosa sui Verdi, eppure gira voce che abbiate fermato l’abbattimento degli alberi in corso Diaz. Non è per caso una bella cosa da raccontare? Non è una iniziativa del comune da denunciare?

  2. Il blog avrai notato non ha molti aggiornamenti, ultimamente.

    Monti è un Santo? Quando l’ho scritto? Ormai non è più Presidente del Consiglio, ed è stato annullato a livello elettorale, non ha più tanto senso parlarne.

    Ci sarebbero ovviamente tante cose da dire, anche su Letta e sull’attualità, ma il tempo è sempre troppo poco e l’ispirazione dipende anche dal sostegno e dal numero di persone che legge.

    Detto questo, i Verdi a Forlì hanno recentemente fatto una grande cose. Dico hanno e non “abbiamo” perché lavorando fuori ho solo dato il mio appoggio da lontano alla battaglia contro l’abbattimento selvaggio dei viali alberati storici di Forlì.

    Sono rimasto spiazzato dalla posizione ufficiale del WWF cittadino, favorevole agli abbattimenti.

    Purtroppo questa amministrazione è una delusione, su tutti i fronti, a mio parere.

    Comunque un sacco di cose vengono pubblicate sulla pagina Facebook dei Verdi di Forlì, della quale sono amministratore, e sul sito / blog dei Verdi (http://www.verdiforlicesena.org/)

    Scriverò qualcosa anche qui, comunque, ti ringrazio del consiglio. Non ci avevo pensato, tra le tante cose il blog ormai non è più tra i miei primi pensieri.

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