Sicurezza

Manuale di Autodifesa Digitale

E’ importantissimo avere alcune nozioni di base di sicurezza informatica, sull’uso del proprio cellulare e dei propri profili social. Quest’anno ne abbiamo certamente abusato, probabilmente anche chiudendo un occhio sulla privacy. Il cellulare contiene dati importanti, le connessioni con le email che usiamo per registrarci sui siti, i profili delle carte di credito, i nostri ricordi.

Questo manuale di autodifesa digitale è uno strumento preziosissimo, che ti consiglio di scaricare ma soprattutto divulgare agli amici. E’ breve ma essenziale, ti consiglio di leggerlo anche se pensi di sapere già tutto!

What3Words: una app che potrebbe salvarti la vita

L’incidente accaduto all’escursionista francese ha scatenato un dibattito sull’assenza in Italia del sistema AML (Advanced mobile location), che permette di individuare con esattezza precisa la posizione di chi chiama un numero di emergenza con lo scarto di qualche metro.

Esiste però una app per Android ed iOs che viene consigliata dalla polizia britannica, chiamata What3words, che può comunque essere di vitale importanza se si vuole far conoscere la propria posizione a chi stiamo chiamando. Funziona generando una sequenza di 3 parole che individuano una posizione con una precisione di un quadrato di 3 metri per lato.

In sostanza prima o duranza la chiamata ai soccorsi, si apre l’app e si legge la sequenza di tre parole, che sono molto più semplici delle coordinate numeriche GPS. Con queste 3 parole l’interlocutore potrà individuarci con precisione e raggiungerci.

Se vi perdete alla fontana dei cavalli marini di Villa Borghese, ad esempio, potete dire “calzino.uscita.dritti”

Vi consiglio quindi di installarla e vedere come funziona. Potrebbe anche essere interessante per rispondere la prossima volta che qualcuno ti chiede dove sei.

 

IP ti Premia ma vuole sapere troppe cose

wp-1467380233145.jpegEro curioso, l’ammetto.

La possibilità di vincere buoni carburante era riuscita ad attirarmi.

Immaginavo però che i permessi di accesso alle mie informazioni personali potessero essere troppo interessanti, per l’Azienda, da essere ignorati.

Per curiosità ho controllato, senza installare l’applicazione.

Sinceramente mi aspettavo una cosa meno invadente. Mi ero limitato ad immaginare la richiesta della mia posizione per “mostrarmi i distributori più vicini”.

Invece no, per permettermi di partecipare al concorso a premi l’app “Stazioni IP” chiede la cronologia del mio dispositivo, la mia identità, la mia posizione, l’accesso alle mie foto ed ai miei video, l’accesso alla mia fotocamera, le informazioni sulla connessione WI-FI, i dati delle chiamate.

No, grazie.

Vi consiglio di fare attenzione, in generale. I nostri dati hanno un valore, non solo economico. Non non ci verrebbe mai in mente di scriverli su un foglio da lasciare al commerciente, e non pensiamo mai che una volta messi in rete possano essere rubati da terzi per scoprire quando non siamo in casa.

Siate riservati, con i vostri dati, e non installate applicazioni che pretendono troppo.

Window 10 viola la privacy?

Di default Windows 10 accede alla webcam, al microfono, ai contatti ed all’agenda allo scopo dichiarato di dare risultati di ricerca più personalizzati per l’utente.

Inoltre raccoglie tutte le posizioni dell’utente attuali e pregresse, usa un identificativo personale per tracciare le pubblicità e raccoglie la cronologia di navigazione.

Queste cose si possono disattivare, ma il problema è proprio questo: se l’utente non interviene a mano, ed è difficile che un non esperto lo faccia, il default rimane quello più invasivo.

La vera domanda da porsi è questa: avete mai avuto problemi nel cercare un file nel computer che fossero risolvibili con webcam e telefono o agenda?

Avete mai avuto la necessità di utilizzare lo storico dei vostri punti GPS per sapere a che ora vi trovavate in una certa data passata?

Oppure se siete andati su un e-commerce ed avete guardato una borsa che poi avete deciso di non acquistare, vi ha seccato il fatto che a distanza di giorni nessuno vi abbia ricordato che quella borsa è ancora in vendita?

Il tema è un po’ questo: nonostante le dichiarazioni di utilità per gli utenti, quello che perdiamo in termini di privacy è più di quello che acquistiamo in termini di funzionalità e comodità.

 

Perché Chrome blocca il flash?

Tra pochi giorni Google Chrome inizierà a bloccare i contenuti flash in maniera automatica. Per aprirli sarà necessario per l’utente cliccarci sopra.

La ragione è la sicurezza: Flash si è rivelato un pericoloso mezzo di trasmissione di virus ed exploit, quindi questo meccanismo di blocco automatico ne ridurrà la pericolosità.

Speriamo che porti i web designer che ancora si ostinano a sviluppare siti in flash ad abbandonare questa tecnologia, che spreca risorse, è pericolosa e soprattutto ormai è diventata inutile.

Un altro chiodo nella bara di Adobe Flash: da oggi, come preannunciato a giugno, Google Chrome comincerà a bloccare automaticamente i contenuti Web non essenziali (tipicamente pubblicità) che usano Flash: per sbloccarli sarà necessario cliccarvi sopra. Questo ridurrà fortemente i rischi comportati dall’uso di Flash, rivelatosi un vero colabrodo di sicurezza, e anche i consumi energetici e di potenza di calcolo legati a questa tecnologia.I contenuti Flash ritenuti importanti (per esempio i player video nei siti dedicati ai video) non verranno bloccati, ma ci sarà un’ecatombe di spot pubblicitari basati su Flash. Per noi utenti è un sollievo oltre che un miglioramento della sicurezza, visto che Flash viene usato spesso per veicolare infezioni, ma per i pubblicitari e per i siti che si mantengono tramite gli introiti della pubblicità potrebbe esserci qualche problema.

Fonte : Da oggi Chrome e Amazon bloccano Flash negli spot. È ora di dirgli addio | Il Disinformatico

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