televisione

Fargo non è una storia vera

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Nonostante in apertura di tutte le puntate della serie gli autori abbiano scritto

“Quella che vedrete è una storia vera.
I fatti narrati sono accaduti in Minnesota nel 2006.
Su richiesta dei superstiti, sono stati usati nomi fittizi.
Al di fuori del rispetto per i morti, tutto il resto è stato riportato fedelmente.”

Non c’è nulla di vero nella storia raccontata.
Io sinceramente trovo che ci sia qualcosa di sbagliato.

Joel Coen, uno dei due fratelli autori, spiega il motivo:
Se il pubblico crede che qualcosa sia basato su un evento reale, questo ti consente di fare cose che altrimenti non sarebbero accettate”.

Bene, se è un trucco per lasciare gli spettatori incollati alla serie, potevano almeno scriverlo alla fine dell’ultima puntata.

Green Italia – Verdi Europei

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I Green / Verdi sono il 4° gruppo nel Parlamento Europeo, con 59 deputati. Alle prossime elezioni europee concorreranno come in tutti gli altri paesi d’Europa. Eppure per farlo, e lasciare ai cittadini la libertà di sceglierli, è stato necessario un ricorso. E, manco a dirlo, in televisione non viene mostrato nemmeno il simbolo.

Figuriamoci invitare qualche candidato o leggere un punto del programma.

Se vi interessa, lo potete consultare qui:
http://campaign.europeangreens.eu/caro-cittadino-europeo-ita

Nel corso di questa crisi l’Unione Europea ha tradito le promesse fatte a molti dei suoi cittadini. L’Ue si è mostrata gravemente disunita nelle sue risposte alla crisi e per questo motivo i Verdi propongono una nuova strategia.
Noi europei dovremmo unire le nostre forze per plasmare insieme il nostro futuro. Questo è quello che significa sovranità. Al posto di un’austerità sorda ai bisogni della gente e dell’ambiente, proponiamo tre coerenti alternative volte alla sostenibilità: combattere la disoccupazione, la povertà e tutte le forme di ingiustizia sociale; trasformare le nostre economie per mezzo di soluzioni innovative ed eco-efficienti che pongano fine al cambiamento climatico e al degrado ambientale; ri-regolamentare la finanza affinché torni a servire l’economia reale. Questo è il nostro Green New Deal

I conti della serva in RAI

Io trovo assolutamente normale che i protagonisti di uno show che fa guadagnare alla televisione pubblica ricevano compensi adeguati. Del resto è così in tutto il Mondo, e lo è stato anche quando Grillo passava dalle parti della RAI.

Trovo che sia molto peggio quando nella tv pubblica ci finiscono gli amici degli amici, o quando vengono pagati sceneggiati che non hanno nessun valore culturale e nessun ritorno economico per l’azienda pubblica.

Brunetta ha fatto la sua scenetta per non rispondere ad una domanda scomoda sull’Alitalia.

Se l’era preparata, e s’è fatto il suo minuto di propaganda populista.

Il mondo reale di Bellini

Alberto Bellini

L’Assessore Bellini di Forlì ha abbandonato Facebook, a causa delle critiche che ha ricevuto in merito alle sue scelte di amministratore.

“Buona navigazione a tutti. Ci vediamo nel mondo reale”.

Ora, anche io non uso Facebook per tutt’altro motivo, ma questa cosa merita un minimo di riflessione. Quando si ricopre un ruolo pubblico, come quello di un Assessore all’Ambiente o un Sindaco, la comunicazione con i cittadini ricopre un ruolo molto importante, fondamentale. Confrontarsi con loro sulle scelte che si decidono di attuare è un dovere istituzionale.

In passato questo ruolo era intermediato dalle commissioni, dalle riunioni pubbliche, dalle circoscrizioni, dai quotidiani.
Oggi parte di questo confronto si è spostato su internet, con due principali vantaggi. Il primo, è che la comunicazione è più veloce, diretta. Il secondo, è che la storia rimane (*) sempre disponibile, volendola cercare.

Non ci sarebbe nulla di male a ritirarsi da un luogo di dibattito su internet, a patto che se ne creino altri. La storia del mondo reale è veramente buffa. Internet è fatta di persone reali, il web è un mezzo di comunicazione tra persone reali.

Il mezzo di comunicazione cambia, la realtà che rappresenta no. E’ come il fax, il telefono, il microfono dell’intervistatore, la carta del giornale.

Possono piacere o non piacere le modalità di comunicazione, ma non si può liquidare il tutto come se fosse qualcosa di virtuale, irreale.
Quello che non piace forse all’Assessore è la mancanza di intermediazione, non la a-fisicità del contatto.

Perché altrimenti tutti i giorni dedicherebbe un’oretta del suo tempo di assessore a rispondere pubblicamente a domande e critiche dei cittadini. In televisione? Va benissimo, solo più scomodo.

Se non lo fa, allora il problema non sta nel mezzo, ma nella comunicazione stessa.
Le buone idee si difendono bene, attraverso qualsiasi mezzo.

Fonti:
Resto del Carlino: Attacchi su Facebook Bellini: “Mi cancello”
ForlìToday – L’assessore Bellini lascia Facebook: “Minori strumentalizzati. Perso il contatto con la realtà
4Live – L’Assessore che sega gli alberi e pure Facebook

E’ sempre facile, per gli altri.

In diverse occasioni, ad X-Factor, alcuni aspiranti hanno risposto molto male alle critiche sulle loro doti canore.

Capita, ovviamente, quando si ripone in un sogno una aspettativa che, scontrandosi con la realtà, è inizialmente difficile da accettare.
Così alla notizia di non avere talento, la cosa più immediata da pensare è che nemmeno i giudici ne hanno, e questo non gli ha impedito di essere ricchi e famosi. Ovviamente in questo ordine di importanza.

Io non so se sia sempre stato così. Raramente i provini per la televisione facevano parte dello spettacolo. Chissà quante volte un aspirante partecipante di San Remo avrà risposto male a chi lo giudicava inadatto. Forse le accuse erano diverse, ed un tempo non li accusavano di avere le tette rifatte, o di essere famosi per raccomandazione.

Però è troppo facile, così.

Al top del mondo dello spettacolo, così come in tanti altri vertici, ci sono persone che hanno dedicato una vita alla propria passione, spesso senza immaginare di diventare famosi col tempo. Mi immagino Elio, o Morgan, mentre studiavano musica. Sarei pronto a scommettere che il loro primo pensiero fosse la musica, non i soldi. Anche perché non sono stupidi: arricchirsi con la musica era difficile già tempo fa, nonostante il talento.

L’ingrediente necessario, tranne quale rarissimo caso, è la passione per quello che si fa. Chi emerge grazie al proprio talento lo deve a sforzi che non sono nemmeno paragonabili al presentarsi ad un provino. Immagino le porte chiuse trovate nel loro cammino, e quanto sia stato difficile resistere alle insistenze di chi non credeva in loro, che gli consigliava di trovare una occupazione più sicura.

Simona Ventura, pur non appartenendo al mondo della Musica, ha fatto la sua gavetta e la sua esperienza. Non è diventata famosa grazie ad un gratta e vinci. Non basta essere di bella presenza o rifarsi il seno per sfondare. Lo dimostra il numero di tette rifatte che rimangono rifatte in casa e non diventano star televisive. Certamente un pizzico di fortuna sarà stata una componente essenziale: incontri fortunati, occasioni acchiappate al volo. Ma anche occasioni cercate con insistenza, provini su provini, qualche studio, qualche rinuncia.

Ed Arisa? Lei si è costruita prima un personaggio quasi da cartone animato per vincere San Remo. Ma prima ha fatto tanti lavori (Wikipedia cita:
cantante di piano bar, baby sitter, parrucchiera, donna delle pulizie ed estetista) e studiato musica. Perché non tutti lo sanno, ma la musica si studia. A 16 anni ha vinto il primo concorso canoro, a 17 un secondo, poi ha vinto una borsa di studio come interprete, poi ha fatto il Sanremolab, poi ha vinto il concorso per partecipare, e poi ha vinto SanRemo. E vincere San Remo, si sa, non significa arrivare in cima e mantenere la fama.

Ho scritto questo lungo sproloquio per dire che è veramente brutto che un ragazzo o una ragazza si presenti davanti ad un pubblico come quello di X-Factor per offendere ridendo su quanto si facile la vita dei giudici o di chi ha avuto successo nella vita. Certo, oggi per loro sarà semplice, però perché non vi chiedete prima se avete fatto il loro stesso sforzo per arrivare lì? Siete sicuri di avere lo stesso talento?

E’ l’esternalizzazione delle colpe che ci accompagna ormai da bambini. Gli studenti, persino alle elementari, non sono più somari. La colpa, senza dubbio, è degli insegnanti. All’università è colpa dei figli di papà. Al lavoro è colpa dei raccomandati. Da vecchi sarà colpa della luna piena o delle maree.

E troppo facile, così.

Sappiate che mi fate schifo, perché non siete quei fenomeni di mezza età che si trovano nelle metropolitane ed hanno 1000 volte il vostro talento. Gente alla quale la vita ha veramente spesso girato le spalle, o che per la propria passione non si è piegata a compromessi, ottenendo solo rifiuti. Gente che ha studiato anche molto ma non ha avuto la vostra occasione, o l’ha persa per l’emozione del momento. Loro sì che potrebbero lamentarsi, e sono sicuro che saprebbero farlo con dignità, senza tirare in ballo chi ce l’ha fatta.

La vita è difficile più o meno per tutti. I raccomandati ci sono, per carità. Ma voi siete solo bambinetti troppo viziati. Non solo farete fatica a cantare, ma le avrete perse anche negli altri ambiti, perché incapaci di lavorare.

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