Month: Giugno 2003

Linux Day 2003

ILS (Italian Linux Society, http://www.linux.it/) ha indetto per il prossimo 29 novembre il Linux Day 2003, terza giornata nazionale di Linux e del software libero. Visto il crescente successo delle due precedenti edizioni, anche quest’anno ILS invita i LUG (Linux Users Group) e tutte le altre associazioni e gruppi di persone che in Italia promuovono Linux e il software libero a organizzare una giornata incentrata su questi temi nella propria città. Le linee guida per l’organizzazione di un evento locale nell’ambito della manifestazione sono disponibili sul sito ufficiale del Linux Day all’indirizzo http://linuxday.linux.it/, dove si potranno poi trovare anche tutte le informazioni sulla manifestazione. Per informazioni è inoltre possibile scrivere all’indirizzo linuxday@linux.it.

Che cos’è il Linux Day

Il Linux Day è una manifestazione nazionale articolata in eventi locali che ha lo scopo di promuovere Linux e il software libero. Il Linux Day è promosso e coordinato da ILS (Italian Linux Society) e organizzato localmente dai LUG italiani e dagli altri gruppi che condividono le finalità della manifestazione. La responsabilità dei singoli eventi locali è lasciata ai rispettivi gruppi organizzatori, che hanno libertà di scelta per quanto riguarda i dettagli delle iniziative locali, nel rispetto delle linee guida generali della manifestazione. La prima edizione del Linux Day si è tenuta il 1 dicembre 2001 in circa quaranta città sparse su tutto il territorio nazionale; il successo è stato ancora maggiore con la seconda edizione, svoltasi il 23 novembre 2002 in oltre sessanta città.

La Italian Linux Society (ILS) è un’associazione senza scopo di lucro che dal 1994 promuove e sostiene iniziative e progetti in favore della diffusione di GNU/Linux e del software libero in Italia.

Riferimenti e contatti

http://www.linux.it/
http://linuxday.linux.it/
press@linux.it

Lettera Aperta per dire No alle Scorie in Sardegna

La Sardegna corre un grave pericolo: una società governativa ha diramato l?identikit del sito ideale per lo stoccaggio delle scorie radioattive, 55 mila tonnellate di residui provenienti – tra l’altro – dalle centrali nucleari italiane. In pratica, la descrizione corrisponde in tutto e per tutto alla Sardegna.

Un simile progetto – se realizzato – rischia di affossare definitivamente l’isola e di colpire non solo i sardi ma tutti gli italiani e gli europei. Anni di mancato sviluppo hanno portato un solo grande vantaggio: la natura dell’isola è unica, insostituibile, meravigliosa e rappresenta un patrimonio comune che non deve essere distrutto.

Vogliamo oggi dar fiato alla voce di quanti dicono no alle scorie attraverso una serie di iniziative lanciate anche sul nostro portale www.tiscali.it.

L’appello è stato già raccolto da donne e uomini di cultura, ambientalisti, imprenditori, gente comune di tutti i partiti e senza alcuna intenzione nascosta che travalichi il nostro impegno: dire no alle scorie in Sardegna.

La speranza comune è che da oggi in poi ci si impegni di più nella ricerca di fonti energia pulite e nella tutela del patrimonio ambientale della Sardegna, dell’Italia e del Mondo.

Aderite anche voi, dite no alle scorie radioattive in Sardegna.

Non posso che aderire all’iniziativa, e chiedere di fare lo stesso anche ai visitatori di questo blog:
Firma la petizione

Rimandato a Settembre il voto sui brevetti sul software

Leggo ora su punto-informatico che il voto sui brevetti del software è stato rimandato a Settembre. L’illogicità del tentativo di velocizzare la procedura, per cogliere impreparate le migliaia di persone che hanno espresso pareri contrari, è evidentemente apparsa anche agli occhi di chi doveva decidere l’ordine del giorno del parlamento europeo.

Riprendendo punto-informatico:

Il Parlamento europeo all’ultimo minuto respinge l’accelerazione impressa alla contestata direttiva sui brevetti del software e rinvia il voto alla data originale. I grandi vogliono i brevetti, tutti e subito

30/06/03 – News – Bruxelles – All’ultimo minuto non ce l’hanno fatta. Le lobby dei grandi potentati economici avevano tentato di accelerare il voto del Parlamento Europeo su una direttiva centrale per l’informatica e le libertà digitali nel Vecchio Continente. Un’accelerazione che avrebbe significato vittoria delle più criticate tesi sui brevetti ma che, invece, non è stata accettata dall’Europarlamento.

E ancora:

In ballo come noto c’è davvero tanto. Da un lato le tesi della “libera brevettabilità”, quelle della McCarthy e delle grandi lobby industriali, che sperano così di accaparrarsi non solo i brevetti sui software ma anche, come già avviene negli USA, su porzioni del software stesso, su soluzioni ampiamente utilizzate finora liberamente da eserciti di sviluppatori, oppure su singole procedure applicative o ancora sulle idee. Dall’altro lato le innumerevoli critiche di chi teme che questa direttiva, se si concretizza così com’è, significherà anche in Europa vita dura o durissima per il libero sviluppo e le case indipendenti mentre darà nuovo potere e predominio di mercato ai colossi del settore.

La Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII), associazione non profit di Monaco, è probabilmente l’organizzazione più attiva nel sostenere l’importanza degli standard aperti e della libera competizione anche nell’ambito della EuroLinux Alliance. Schierata contro questa direttiva, la FFII sostiene che “quasi tutti quelli che si occupano di software in Europa sono contro i brevetti, con l’eccezione di alcune grandi corporation e studi legali che si arricchiscono con le complessità legali e i procedimenti giudiziari”.

In fondo:

Secondo la FFII il copyright è lo strumento per proteggere il software, non il brevetto. Una visione condivisa in rete. A settembre si vedrà se anche il Parlamento Europeo la condividerà o se, invece, verrà fatta passare una direttiva che, associata alla già approvata EUCD, getta luci inquietanti sul futuro delle libertà digitali in Europa.

Speriamo che il problema, per ora rimandato, venga risolto con l’accantonamento della proposta di legge. Siamo stufi di vedere ogni anno gli stessi tentativi di chiudere l’accesso allo sviluppo del software ai soliti grossi colossi del settore.

Brevettabilità del software: il voto del Parlamento europeo anticipato al 30 giugno

Il voto del Parlamento europeo sulla direttiva europea sulla brevettabilità del software, inizialmente previsto per il mese di settembre, è stato anticipato al 30 giugno. Gli oppositori alla direttiva protestano e denunciano questa procedura “a tappe forzate”

Il 20 giugno scorso, il programma della seduta del Parlamento europeo fissata per il 30 giugno 2003 è stato modificato. Una nuova voce è stata aggiunta all’ordine del giorno: “Diritto di brevetto: brevettabilità delle invenzioni attuate mediante computer”.

Riuniti in seduta plenaria, lunedì prossimo gli euro parlamentari dovranno pronunciarsi sulla proposta di direttiva intesa a stabilire la brevettabilità dei software in Europa, secondo il modello già in vigore negli Stati Uniti. La votazione avverrà soltanto 13 giorni dopo il completamento della relazione della Commissione giuridica e del mercato interno del Parlamento europeo, incaricata di esaminare il progetto di direttiva.

Come al solito, si cerca di approvare in un periodo di poca attenzione rivolta alla politica, una legge che potrebbe influire pesantemente sull’industria dell’informatica e sulle libertà degli utenti. Nonostante 153’543 persone abbiano firmato la petizione contro questa legge, l’iter procede.

Un’altro bell’esempio di democrazia europea.

La notizia completa si trova qui:
link alla notizia su apogeo online

Le auto ibride

Nel 1997 la Toyota ha immesso sul mercato un’auto ibrida con motore a benzina ed elettrico. Mentre in occidente ci chiediamo ancora se questo sia possibile, in giappone questo è ormai realtà:

Toyota Prius

L’auto include diverse innovazioni, che potrebbero essere incluse senza problemi nella gran parte dei nostri veicoli, se solo ci fosse un pò di rispetto per l’ambiente e per il consumo di petrolio.
Il motore, a macchina ferma, si spegne da solo, per ripartire alla pressione dell’acceleratore. Nelle code e nei semafori, punto critico per lo smog di tutte le grandi metropoli, emissione di inquinanti zero.
In frenata, poi, l’auto utilizza la riduzione di energia cinetica per ricaricare le batterie. In discesa, per fare un esempio, i freni non si surriscaldano e si fa il pieno.
L’idea non è poi così strana: quando si accelera si trasforma combustibile in energia cinetica, mentre quando si frena si trasforma la velocità in combustibile.

Toyota Prius

I consumi, inoltre, sono bassi anche quando si utilizza il motore termico: 5,6 litri per cento chilometri sono un record per la sua classe. Nemmeno a dirlo, l’auto risponde già dei parametri Euro 4 per il controllo dell’inquinamento, requisito che diverrà obbligatorio con gli anni e che poche altre auto in vendita soddisfano al momento.
E poi diciamocelo, è bella! Poche auto possiedono economicità di consumi, buone prestazioni, alta tecnlogia e buon design.

Nel mondo ne sono in circolazione circa 50000, abbastanza se consideriamo il carattere innovativo di quest’auto ed il costo di acquisizione iniziale ancora abbastanza elevato. Parlo di costo di acquisizione iniziale, perché un’auto del genere fa risparmiare un sacco di soldi, nel tempo, e quindi riesce ad ammortizzare i 25000 euro richiesti.
Considerando il numero di auto con prezzo superiore che circolano oggi, molte delle quali con meno accessori in dotazione, viene da chiedersi perché quest’auto, assieme alle altre ibride in circolazione, non possa vendere ancora di più.

La soluzione al quesito, come quasi spesso accade, credo si possa trovare nella politica. In giappone esistono incentivi per l’acquisto di questo tipo di auto, perché permettono allo stato di risparmiare soldi per il problema dell’inquinamento e del costo sempre maggiore dell’energia.
In europa, non esistono finanziamenti di questo tipo, o quando esistono sono esigui o impossibili da ottenere.

Perché?
Se è uno scopo che ci rende uomini, è solo scopo che muove i politici?

Siccome non esistono auto ibride prodotte dalle case automobilistiche europee e statunitensi, nessun politico si sognerebbe mai di proporre un’agevolazione per l’acquisto di macchine straniere, rischiando di agevolare la concorrenza. Questo probabilmente cambierà quando case automobilistiche nostrane inizieranno la produzione di auto ibride, e sembra che questo avverrà a breve termine in Francia.

Poi ci si chiede come sarebbe possibile aiutare la Fiat in crisi: diciamo al CDA di nascosto di produrre auto ibride (che come diceva Grillo, probabilmente ci sono già ma sono nascoste nei magazzini), e poi facciamo una legge ad-hoc, per incentivare l’acquisto di queste auto, dopo che la casa abbia messo in produzione un suo modello.

Si, sarebbe una cosa sporca, ma avrebbe come risultato di pulire la nostra aria.

E fare un pò meno guerre per il petrolio.

Probabilmente, se non diamo uno scopo ai nostri politici (Italiani/Europei), nessuno produrrà leggi di questo tipo.

Intanto la Toyota va avanti, e nel 2004 uscirà la seconda versione di quest’auto, sperando che superi il successo della prima:
Toyota Prius 2004

PS: avete mai visto pubblicità che riguardino questo modello di auto? Io no.
Quindi, parlatene in giro, diffondete questa notizia, anche come semplice curiosità: siamo qui ad aspettare l’auto ad idrogeno, l’auto elettrica, l’auto che consumi poco, mentre in vendita ce ne sono già.

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