La faccia dei defacers

Ieri doveva svolgersi, secondo molti quotidiani ed altrettanti telegiornali, una gara mondiale per defacers. Questo “sport” consiste nell’entrare in un server web e cambiare la pagina iniziale di un sito, per segnalare l’atto e schernire l’amministratore del server che non è riuscito ad impedire l’attacco.
Così tutti i nostri media si sono concentrati su questa notizia, che non aveva avuto fino a quel momento grande rilievo.
Mi chiedevo, e forse non ero il solo, perché fosse data così tanta importanza all’iniziativa di un sito web, che prometteva di raccogliere 6000 siti modificati, mentre solitamente questo tipo di news arrivano giorni dopo l’evento.

Probabilmente è stato un bene.
Milioni di amministratori, nel mondo, sono corsi ai ripari preventivamente aggiornando il software a corredo dei propri server, per minimizzare il rischio di maliziose intrusioni. Come se questa operazione dovesse essere compiuta solo quando si preannuncia un finto pericolo in televisione.

E così la giornata di ieri è trascorsa senza l’armageddon annunciato a gran voce.
D’altra parte chi svaligia le banche non chiama la televisione una settimana prima, preannunciando l’evento.

Quello che mi preme sottolineare, e che mi dona ogni volta una gran tristezza, è che Linux, solitamente completamente ingnorato dai media, viene utilizzato nei servizi televisivi in queste occasioni per rendere l’immagine del pirata informatico, per accrescere il mistero legato a questa finta immagine creata dalla televisione.

Basta! Perché il Linux Day, evento che raccoglie in tutt’Italia un notevole numero di appassionati, viene sempre ignorato, e le immagini di questi incontri vengono utilizzati in queste occasioni?

Poi si lamentano del calo di lettori dei quotidiani, che i giovani si rifiutano di leggere: se si cercano informazioni, si rivolgono altrove, se cercano battute spiritose, leggono RATMAN.

La faccia dei defacers
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