L’Europa non ceda agli USA sugli OGM

Palermo, 6 luglio 2003 – Greenpeace ha consegnato oggi al Commissario al Commercio dellŽUe Pascal Lamy e al sottosegretario al Commercio Adolfo Urso 25 sacchetti di soia geneticamente manipolata, un prodotto della multinazionale americana Monsanto, chiedendo a Lamy di restituirli alla sua controparte statunitense Robert Zoellick. Il Commissario Lamy è attualmente a Palermo per incontrare i ministri del Commercio dellŽUe nel loro ultimo appuntamento ufficiale prima del vertice del Wto di Cancun di settembre.

Gli Usa potrebbero estendere il loro ricorso formale al Wto, presentato sulla moratoria europea sugli Ogm, alle nuove norme dellŽUe sullŽetichettatura e la tracciabilità, approvate mercoledì scorso. “Questi 25 sacchetti simboleggiano i membri dellŽUnione, una volta completato lŽallargamento, e lŽenorme volume di Ogm che continua ad essere importato in Europa per i mangimi. Gli Usa non possono imporre gli Ogm al resto del mondo: i ministri europei del Commercio devono riconoscere che proteggere lŽambiente e le persone dagli Ogm è una questione di biosicurezza e non commerciale” afferma Federica Ferrario, campagna Ogm di Greenpeace.

Greenpeace sottolinea come lŽindustria biotech e chi la sostiene nellŽamministrazione Usa siano minacciati dalle nuove norme europee che non solo mettono in grado il mercato di identificare ed escludere gli Ogm, ma servono come modello per gli altri Paesi che devono ancora regolamentare la materia. “A Cancun i ministri europei del Commercio devono far capire agli Usa che il Wto non dovrebbe avere nulla a che fare con gli Ogm. Bisogna, invece, rafforzare il Protocollo delle Nazioni Unite sulla biosicurezza, che entrerà in vigore proprio durante il vertice messicano” ha detto Sebastien Risso, di Greenpeace. LŽEuropa ha importato lo scorso anno 18,1 milioni di tonnellate di soia da Stati Uniti (dove lŽ80% è Ogm) e Argentina (dove la percentuale di transgenico è del 95%), principalmente per i mangimi. I consumatori mangiano la carne ed il pesce dŽallevamento senza sapere che la dieta di questi animali prevede un 20-30% di soia Ogm. Le nuove norme europee sullŽetichettatura non prevedono ancora lŽetichetta Ogm per la carne degli animali allevati con mangimi geneticamente modificati.

Greenpeace chiede ai ministri europei del Commercio di pretendere sia la separazione delle sementi Ogm e di quelle convenzionali nei paesi esportatori come Usa e Argentina, che lŽadozione delle norme sulla concorrenza, visto che lŽaccordo tra la Monsanto, maggior azienda biotech al mondo, e la Cargill, secondo distributore al mondo di sementi, renderà ancora più difficile evitare la contaminazione delle sementi.

La Guerra degli USA alla Biosicurezza

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