Year: 2003

Il mate: un’alternativa al caffè

Il mate è un infuso di erba ottimo e poco conosciuto in Italia. Si produce dalle foglie dello “Yerba Mate”, una pianta (Ilex paraguaiensis) che nasce in Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Gli indios Guarani’ furono i primi a farci conoscere il mate (quelli del bellissimo ed eloquente “Mission” di Roland Joffé, palma d’oro a Cannes), oggi è diffusissima nel Sud America; a me è stata fatta assaggiare da Carolina, mia cugina di Cordoba (Argentina), prima di allora sapevo solo che Ernesto Guevara lo beveva per alleviare il suo asma (un altro Argentino, di Rosario però).
Studi condotti da importanti Istituti come il Pasteur di Parigi dimostrano che l’infuso del mate contiene praticamente tutte le vitamine necessarie al sostentamento umano, è un disintossicante metabolico, un potente antiossidante grazie all’azione di ben 11 polifenoli, previene l’invecchiamento delle cellule, antidepressivo, energizzante e tonico naturale.
Grazie ad una sostanza simile alla caffeina: la mateina, favorisce la concentrazione e l’attività celebrale, è una bevanda alternativa al caffè ma senza i suoi effetti negativi. Ovviamente non si può eccedere come con tutte le cose, anche se naturali.
Originale il modo di berlo: si riscalda l’acqua ma non fino a farla bollire, si mettono 2-3 cucchiaini di foglie di mate nel matero (caratteristico recipiente di forme e materiali vari) si versa l’acqua calda fino a riempirlo e si beve dalla bombilla (apposita cannuccia che non lascia filtrare l’erba).
Il sapore è amarognolo ma si può mettere anche lo zucchero, consiglio di non berlo davanti alla TV, potreste pensare che sia un allucinogeno, invece è tutto vero.
Può sembrare una bevanda esotica e distante dalle nostre consuetudini ma in fondo anche il caffé non è napoletano, il cacao non è svizzero, il Té non è inglese.
Erba mate, matero e bombilla (vedi foto) si possono trovare nelle botteghe del commercio equo oramai abbastanza diffuse in ogni città.

ulteriore articolo sul mate in questo blog

Mezzo mega di auguri

Mi sono appena arrivati gli auguri di Natale dalla newsletter dell’Italia dei Valori, il partito di Antonio Di Pietro.
Mi ero iscritto alla newsletter ai tempi della raccolta di firme per il referendum abrogativo contro la legge salva-Berlusconi.

Oggi mi sono arrivati gli auguri, ed è proprio il caso di dire “Tanti Auguri”.

Mezzo megabyte di auguri, per la precisione, che per un cittadino che non sia fornito di una linea ADSL (per fortuna io non rientro in questa categoria), significa un sacco di tempo per scaricare la posta.

Apro il file, un’orrenda presentazione di PowerPoint (inizio veramente a credere che il suo utilizzo renda stupidi), di ben due pagine.

Di certo non mi resta altro che seguire il consiglio contenuto nel resto dell’email:

Per cancellarsi da questa newsletter :www.antoniodipietro.it/newsletter_delete.php

A buon rendere.

Salva Rete 4

Silvio Berlusconi ha firmato un decreto legge che salva una sua rete televisiva, che dovrebbe sospendere la chiusura almeno fino all’approvazione della legge Gasparri.

Luci senza emozioni

Quest’anno il gesso mi ha bloccato in casa, costringendomi a vedere il “fuori” un pò per volta. Non so se sono io che sono cambiato, ma quest’anno le luci di Natale sono particolarmente prive di emozioni.

Luci numerosissime, luci fittissime, luci inesistenti, luci appese per obbligo, verso familiari o clienti.

Luci poco emozionanti, d’altra parte troppo inflazionate per stupire veramente gli occhi.

Così come il finto perbenismo, di chi invia auguri spesso forzati, di chi scrive auguri di un mondo migliore, bestemmiando e smoccolando imprecazioni prima e dopo la composizione della frase senza un attimo di pausa in mezzo, anche le luci più banali finiscono per farmi provare un’emozione opposta a quella voluta.

Se le lucciole d’estate non fossero così piccole e così intermittenti, fuggenti e spesso inaspettate, sarebbero così emozionanti?

Un futuro molto roseo

Dobbiamo aspettarci un paio di ottime leggi: cambiamento delle regole sulla par condicio in campagna elettorale ed il decreto per salvare la televisione abusiva Rete 4.

In questi giorni Rete 4 è stata messa sullo stesso piano di Rai 3, senza specificare le differenze dei problemi delle due reti (una sta occupando abusivamente frequenze già vendute ad altri da anni, contro la decisione della corte di cassazione, mentre Rai 3 non potrebbe ospitare spazi pubblicitari).

Si è anche cercato di utilizzare la leva dei mille posti di lavoro che andrebbero persi. Mi dispiace per i dipendenti di Rete 4, ma gli abusivi vanno trattati con le stesse regole, sia che lavorino per strada che su una frequenza televisiva occupata illegalmente.

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