Wu Ming, scrittori senza Copyright

Wu Ming in cinese mandarino significa ‘anonimo’, ‘non famoso’, è il nome di un collettivo letterario fondato a Bologna qualche anno fa, sono 4-5 scrittori (circa), adesso che ci penso non mi ricordo il nome di nessuno di loro!
Wu Ming ha scelto di non apparire in TV per non essere inglobato nel solito circo mediatico capace di… mettere di cattivo umore chiunque, nessun atteggiamento elitario, più semplicemente promuovono i loro libri e le loro storie in qualunque altro modo (incontri organizzati in librerie, centri sociali, piazze reali e virtuali ecc.).
Wu Ming, senza una coerenza forzata e senza il timore di sporcarsi le mani pur di ottenere risultati concreti, crede che un mondo diverso sia possibile, utilizza il mezzo scrittura principalmente per arrivare a questo fine, (il far soldi e il divertirsi non sono fini secondari ma impliciti)
“Il linguaggio è produzione, è potere, è rete di relazioni, è stare-nel-mondo!”, di conseguenza i libri sono pubblicati con una variante della licenza copyleft, tutti (anche quelli tradotti) integralmente scaricabili da internet, riproducibili su qualunque supporto, purché non a scopo commerciale.
L’unico vincolo è posto alla grande industria cine-televisiva-editoriale che potrebbe, senza autorizzazione, sfruttare la creazione-libro per produrre un film o rivendere l’opera modificandola a proprio piacimento; il loro obiettivo è una libera diffusione del sapere in barba alla legislazione sul diritto d’autore e a chiunque se ne serva per una indebita appropriazione del libero pensiero!
Così come le righe di codice del software, anche i concetti espressi da uno scrittore o da uno studioso sono il frutto dell’intelligenza collettiva sviluppata nel corso degli anni tramite lo scambio e la contaminazione delle esperienze, delle storie, delle favole di una marea di proprietari.
Ottenere contratti da Einaudi o Mondadori sulla base di simili condizioni, presuppone una lotta ostinata e soprattutto… classe da vendere!

Il romanzo più famoso intitolato ‘Q’ è stato pubblicato con il loro nome precedente: ‘Luther Blissett’.
Questo era un nome collettivo che non apparteneva a nessuno, chiunque poteva creare musica, arte, ‘situazioni’ e firmarsi come il famoso attaccante milanista anni 80. Giallo on the road, hard-boiled eretico-religioso, difficile catalogare ‘Q’ (e poi perché farlo). L’importante è attraversare l’Europa del 1500 insieme ai suoi movimenti religiosi, alle guerre mercenarie, ai misteri e intrighi di potere, la verità storica e il verosimile si intrecciano fino a giungere alla vera forza che anima i protagonisti.
Ricerche storiche, delineamento congiunto di tutti i singoli personaggi, lettura, rilettura di ogni capitolo, continuo passaggio di mano in mano tra gli scrittori di ogni singola parte del romanzo per eventuali correzioni, fino all’equilibrio desiderato da tutti. Così scrive i libri Wu Ming.
‘Asce di guerra’ è un altro bel libro che fa scoprire un personaggio che non può lasciare certo indifferenti: Vitaliano Ravagli, il cosiddetto Viet-cong romagnolo. Non certo soddisfatto dell’Italia post-guerra, tra i pochissimi italiani, è andato a dar man forte ai ‘compagni’ in Indocina nella guerra contro l’invasore straniero.
Fregandosene della riconciliazione nazionale, gli autori insieme a Vitaliano non concedono amnistia a niente e nessuno, dissotterrano asce di guerra (le storie dimenticate e lasciate all’oblio della memoria) con la cruda veemenza di un manipolo di indiani alle prese con gli odiati visi pallidi!
Un altro libro importante è 54, che sta per 1954, anche qui le storie vengono riesumate, rispolverate minuziosamente in un viaggio a ritroso indispensabile per meglio capire i tempi attuali. 54 è a tratti spassoso, caricaturale e al cinema, in molte sue parti, sarebbe una bella commedia. Elenco solo alcuni dei personaggi: Cary Grant, le balere bolognesi, mafiosi americani e non, agenti segreti del kgb, l’imperatore del Vietnam, un televisore McGuffin Electric modello Deluxe e avanti così.

Scaricabili sul sito www.wumingfoundation.com ci sono, oltre a tutti i libri, anche diversi racconti più o meno ‘forti’ che sicuramente non lasciano indifferenti. Consiglio l’autobiografico “Benvenuti a sti frocioni 3”, dove “qualunque riferimento a persone, avvenimenti e dialoghi reali è del tutto voluto”. Oppure ‘Canard a l’orange mecanique’ un Matrix Disneyano con un Paperino più disobbediente del solito.

Attraverso il sito ci si può iscrivere anche alla newsletter periodica GIAP
a tutt’oggi ci sono + di 4000 iscritti, le discussioni non sono a senso unico, l’interazione con i giapsters è però mediata dagli autori, una più democratica mailing-list diventerebbe una babele ingestibile.
La miglior descrizione di GIAP la lascio a Wu Ming: “Il bello di Giap e’ proprio l’alternarsi imprevedibile dei toni, dei registri e dei contenuti: a volte sembra la posta dei lettori di “Linus” degli anni Settanta, altre sembra una lista di filosofia, altre ancora sembra… la newsletter di Wu Ming. Per fortuna, al contrario di altri spazi e mezzi d’espressione, non sembra mai il muro di un cesso d’autogrill.
La costante e’ il tono “pop”, e’ il taglio divulgativo, e il sapersi fermare un secondo prima di avere spaccato i maroni…”.

Il loro ultimo libro è proprio una raccolta di questa newsletter; nonostante sia interamente scaricabile da internet il libro ha raggiunto le vette delle classifiche. Wu Ming ha dimostrato che la logica libertaria di internet favorisce anche le vendite, chi si scarica il libro e lo legge senza spendere un soldo non lo avrebbe comprato ugualmente, però se gli piace lo descrive ai suoi amici e tra loro ci sarà qualcuno che lo compra, la vera mano invisibile del mercato!
‘Q’ sta vendendo copie in mezzo mondo, spesso arriva ai vertici anche delle classifiche di vendita, recentemente è entrato nella rosa dei candidati al Guardian First Book Award, tra l’altro unico rappresentante dell’Europa continentale, ha ricevuto anche offerte (rifiutate dagli autori) per una trasposizione cinematografica. I diritti di traduzione di 54 in Gran Bretagna sono stati comprati (editore Heinemann/Random House) ad un prezzo altissimo per un libro italiano.
Spero che qualcuno non si meravigli dello scarto tra questi dati e la ‘popolarità mediatica’ di Wu Ming, rappresenta il prezzo della loro libertà.

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