I servizi su internet, oltre al web

Internet è un modello di trasmissione, anche se ormai nell’immaginario collettivo è associata ai motori di ricerca, all’email ed alle pagine web.

Pertanto, data per scontata una larghezza di banda sufficiente, l’idea di trasmettere audio, video, e quant’altro non è assurda.
Poco spesso, però, dimentichiamo che cosa ha decretato il successo di un mezzo nuovo di comunicazione. La Stampa, la Radio, la Televisione, si sono diffuse così tanto perché erano stati creati degli standard che permettevano a tutti di fruire del servizio, in maniera indipendente da un singolo fornitore. Non è una cosa banale: i caratteri, la dimensione di un libro, l’idea che un libro sia fatto in una certa maniera, la sua grande fruibilità una volta imparato a leggere, hanno decretato il suo successo come portatore di conoscenza.
E così per la Radio: nessuno obbligava ad ascoltare una radio in particolare, o ad acquistare un modello di radio specifico.
Così ora si vuole portare il video in streaming nelle case. L’idea è eccezionale, io attendo con ansia il momento in cui potrò decidere quello che voglio vedere, senza la limitazione dei 6 canali o delle fasce di orario.
Però bisogna fare in modo che ci siano i presupposti per un suo utilizzo di massa. Serve, innanzitutto, un modo standard che mi permetta di vedere nella televisione quello che ricevo, ed al contempo non mi vincoli all’acquisto di un apparecchio di un solo produttore, che tra un anno dovrò certamente cambiare.
Datemi un apparecchio che apra i divx o gli xvid, gli mp3 e gli ogg, le jpg e le png, e trasmettetemi le informazioni in maniera standard, con link e ricerche tramite browser adattati per la televisione.
Datemi la possibilità di scegliere da chi ricevere questo materiale, gratis o a pagamento, qui o là, indipendentemente dal produttore.
Allora, e solo allora, la gente si muoverà all’acquisto, come si è mossa per scaricare gli mp3.

Non è banale pensare che si voglia accedere ad una risorsa solamente quando è semplice e vantaggiosa? I film in streaming a 6 euro non muoveranno nessuno: faccio prima a scendere in strada, noleggiare il dvd, e riportarlo indietro, risparmiando un sacco di fatica ed una sporta di denaro. Il satellite si è diffuso con le schede pirata, non con il costo proibitivo dei suoi inizi. Ed ora gli abbonati sono tanti, e cresceranno ancora, anche a pagamento.

Internet si è evoluta grazie alla presenza di standard, che permettono tuttora una buona fruibilità dei contenuti. Se vogliamo espandere il range di contenuti, inserendo audiovideo, telefonate, allargando la possibilità di scelta tramite l’on-demand, allora dobbiamo attenerci a degli standard che permettano una grande diffusione ed un ampliamento del bacino degli utenti, per poi guadagnare sulle loro richieste.

Per questo l’esperimento di Telecom sarà un fallimento, come dice anche Mantellini, ma non dobbiamo arrenderci: prima o poi qualcuno farà le cose nel verso giusto, e guadagnerà un sacco di soldi.

E basta con l’idea stupida della televisione digitale terrestre. Il satellite c’è già ed offre ancora più caratteristiche, perché investire su una cosuccia così insensata? Ah, dite che i canali del satellite diano troppa scelta e rivoluzionerebbero troppo il settore, mentre il terrestre con le sue limitazioni lasci ancora abbastanza spazio al controllo?
Ops!

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