Intervento su “La Voce” in risposta all’articolo di Nicholas Farrell

La Voce di Romagna ha pubblicato un mio intervento in risposta ad un articolo indegno di essere pubblicato, scritto da Nicholas Farrell.

Gli avvoltoi hanno patito la fame

Che strano, mi è sembrato di vedere tanti avvoltoi in ritirata, tutti con la coda fra le gambe, mesti e dispiaciuti.
Il teatro, la città di Roma, l’occasione: la visita di Bush. Ebbene, sul cielo della Capitale, tanti accipitridi in attesa della carogna del nemico, in attesa del “morto di turno”, in attesa dell’evento da strumentalizzare, dell’evento che sarebbe dovuto diventare l’icona del finale di questa campagna elettorale.

Una manifestazione che l’avvoltoio più triste – quello con lifting, ha definito un “flop”, ma che in realtà è stata composta nella sua
fermezza: “NO ALLA GUERRA, NO A BUSH!”. Una risposta convinta, solo marginalmente lordata da uno slogan che dimostra che la mamma dei cretini è proprio poco seria. Sarebbe stato giusto gridare un “MAI PIU’, MAI PIU’, UN’ALTRA NASSIRIYA”.
Dicevo, molta delusione fra gli avvoltoi in quel di Roma, ma anche a Forlì dove erano già in agguato molti uccellacci, uno dei quali – un capovaccaio (avvoltoio di stazza più piccola) di origine inglese di nome Nicholas e senza lifting, probabilmente aveva da tempo pronto il suo articolo per il quotidiano LA VOCE; l’ha dovuto cambiare con quello solito, quello pieno di insulti, di stupidaggini, ma soprattutto di “se” di “ma” con cui è abituato farcire i suoi fastidiosi giudizi, provocatori e di pura propaganda, sulla Resistenza.
Quello del capovaccaio inglese, tuttavia, è un assist per sottolineare come la manifestazione del 4 giugno fosse formata da gente che non ha perso la memoria; 60 anni fa veniva liberata Roma e non l’Italia intera, che festeggia questa ricorrenza il 25 aprile, una data che manca al calendario del Presidente del Consiglio, se è vero che sono tre anni che se la dimentica, non partecipando a qualsivoglia celebrazione ufficiale.
E chi ha buona memoria non dimentica che Roma veniva liberata dal nazifascismo, cioè quel riferimento ideologico per tanta parte di coloro che il 4 giugno, all’arrivo di Bush, si sono manifestati così eccitati, tutti in erezione.
La visita – regalo a Berlusconi, mi è sembrata l’angolo del buonumore di questo periodo preelettorale. Che peccato, esaurite le promesse, qualcuno si accorge che anche le trappole non “pagano” più.

Alessandro Ronchi (Canditato VERDI al Consiglio Comunale di Forlì)

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