Stanca: la direttiva UE non deve fermare il software libero

Il ministro Stanca ha scritto una relazione in merito alla direttiva Europea sulla brevettabilità del software. L’intervento è sensato e lucido, e merita una completa lettura.
Sono da evidenziare, a mio parere, questi passi:

Contestualmente, è necessario proporre il processo di armonizzazione dichiarato dalla direttiva europea, in mancanza del quale la posizione di cosa si può brevettare e cosa no rimane troppo difforme nei paesi dell’unione per garantire i principi di piena competitività del mercato.
Infine, è necessario che la direttiva in questione non freni il processo di utilizzo di open source in cui tutti concorrono all’evoluzione dei programmi proprio in virtù della possibilità di impiegare parti di software sviluppate da altri.

Ritengo inoltre necessario aprire un tavolo di lavoro sull’argomento, cosa di cui mi sono già fatto promotore. Il tavolo deve riunire gli attori più significativi e deve valutare, soprattutto, l’impatto di una disciplina in materia di brevettabilità del software nell’ambito del sistema Italia, dove preponderante è il tessuto economico delle piccole e medie imprese.
Il tavolo di lavoro ha lo scopo di produrre entro pochi mesi una fotografia tecnica, economica e giuridica della situazione italiana sul problema della brevettabilità del software e una proposta concreta da porre all’attenzione dell’unione europea. Solo in questo modo è possibile definire un quadro di intervento, anche normativo, che consenta di evitare pericolose discrasie o radicalizzazioni nel settore dell’Information Technology.

Vivi complimenti ad un ministro che sta dimostrando di essere ragionevole, pregio raro di questi tempi.

Stanca: la direttiva UE non deve fermare il software libero
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