Terza linea di inceneritore a Forlì

Il 4 Agosto si chiuderà la serie di conferenze di servizio sul procedimento di via del progetto di Hera riguardante la terza linea dell’inceneritore di Forlì. Questo, in pratica, è l’ultimo passaggio del progetto prima della Giunta provinciale, ed in questa fase si dovrà dare una prima ed importante valutazione al documento presentato.

Qualche dato, per comprendere la portata del problema.

Nella provincia di Forlì-Cesena, su circa 350’000 abitanti abbiamo una produzione annua di 265’000 tonnellate di rifiuti.

L’attuale termovalorizzatore di Coriano brucia 55’000 tonnellate all’anno di rifiuti a circa 2500 kcalorie per kg.
Questo ultimo dato è importante, perché senza il valore calorico dei rifiuti non si può stimare l’energia prodotta, e non si può dare una valutazione corretta della portata dell’impianto. Facendo una selezione preventiva dei rifiuti, eliminando l’umido, si ottiene un materiale che produce circa 3500 kcalorie per kg, bruciando meno tonnellate di spazzatura a parità di energia prodotta.
Il nuovo inceneritore che si vuole costruire, invece, nel progetto presentato vedrà il passaggio di 120’000 tonnellate di rifiuti a 2500 kcalorie / kg, che possono essere ridotte a circa 90’000 se si aumenta il valore calorico fino a circa 3200 kC / kg.
Questo significa, inoltre, che una valutazione delle dimensioni dell’impianto non può contare solamente le tonnellate, ma anche la composizione media del bruciato.

A circa un mese dalle elezioni, le nuove amministrazioni sono impegnate in questo problema molto importante. Le principali forze politiche di governo locale hanno l’intenzione di approvare il progetto e far costruire questo nuovo inceneritore (che chiamato termovalorizzatore perde parte del suo impatto negativo nell’immaginazione delle persone).
Questo, rafforzato anche dall’ipotesi presentata che il livello di emissioni rimanga invariato nonostante il grosso ampliamento, forti delle nuove tecnologie.
Sappiamo, però, che il problema dei controlli è grave e che, come spesso accade, le emissioni dichiarate non sono quelle reali.
Anche se lo fossero, le normative europee e le leggi nazionali ci impongono di riconsiderare il problema: L’Italia è attualmente impegnata in ben 28 procedimenti di mora per inadempienze riguardanti direttive ambientali (molte delle quali sono proprio incentrate sul problema dei rifiuti), e Forlì è al di sotto del livello minimo di raccolta differenziata stabilita dal decreto legge Ronchi (il 35%).

In quest’ottica, quindi, occorre ripensare a tutto il processo di produzione, recupero e gestione dei rifiuti, mantenendo la termovalorizzazione all’ultimo posto, utilizzata solo per quella minima parte di rifiuti che non riusciamo a recuperare ed a riportare a materia prima.

Questo lo dobbiamo, in primis, a noi stessi, che dovremo respirare l’aria che gli inceneritori inquineranno di polveri sottili, di elementi cancerogeni, di CO2 e di residui fini.

I Verdi, quindi, si stanno muovendo in questa direzione, partendo da un comunicato stampa che allego. Ma i cittadini, per primi, devono dirci cosa vogliono fare del loro futuro: se si impegneranno nel ridurre la produzione di rifiuti (2 chili per persona al giorno sono veramente tanti), e nel differenziare la loro raccolta, potremo evitare l’introduzione di nuovi termovalorizzatori e nuove discariche.

Altrimenti il continuo aumento di entrambe le classi di questi impianti sarà inevitabile.

Comunicato Stampa: Per una nuova politica dei rifiuti

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