Catena umana di “no” all’inceneritore

Riporto l’articolo del Corriere di Forlì sulla manifestazione di ieri contro gli inceneritori:

A vederli dall’alto, sono un fiume di colori, di sincronia, sono cerchi concentrici e catene solidali. L’immagine che se ne ha è quella di un’autentica coesione, al grido unito, ed unico, di “no agli inceneritori”. “No” al progetto di ampliamento del termovalorizzatore di Hera, “no” al raddoppio di quello di “Mengozzi”. “No” alle “Amministrazioni sordomute”. “No” alla “morte della democrazia partecipata”: un lutto omaggiato addirittura con un minuto di silenzio e un applauso di commiato. Polemica e sarcasmo hanno collegato, ieri mattina, in una catena umana da piazza Morgagni, sede della Provincia, a piazza Saffi, sede del Comune, i manifestanti organizzati e incitati dal “Clan-Destino”, a tre giorni, martedì prossimo, dalla Conferenza dei servizi che ribadirà il primo sostanziale “sì” ai progetti di ampliamento degli inceneritori di Coriano. Con loro anche il Comitato forlivese contro i rischi del traffico aereo e i Verdi di Forlì. “Il successo della manifestazione, oltre un migliaio le persone in piazza, a detta del ‘Clan-Destino’, appena duecento, secondo le forze dell’ordine, è il segnale forte che le Amministrazioni devono cogliere per riconsiderare la materia rifiuti e le soluzioni fin qui prospettate – commenta Fausto Pardolesi, presidente comunale del partito del Sole che ride – il serpentone di cittadini, striscioni e bandiere che si è articolato tra le due piazze per chiedere una nuova stagione nella gestione delle politiche ambientali, ha dato la misura del livello di coinvolgimento dei cittadini che, preoccupati per la salute, per l’ambiente, per le scelte gestionali, si sono mossi numerosi di sabato mattina, e di agosto, per dimostrare alle istituzioni, deserte, la loro ferma volontà. Forlì non ha mai visto tante persone a una manifestazione a difendere i diritti dell’ambiente e della salute, e questo è motivo di soddisfazione e di ottimismo”. Manifestanti dai bavagli calati, a dire che non saranno i palazzi di potere a farli tacere, e nascosti dietro mascherine anti smog, ripetevano in coro il “Vergogna” sotto il balcone del salone comunale in piazza Saffi, ieri, quando i portiere del palazzo municipale hanno slacciato e tolto lo striscione appeso al terrazzo che riportava la promessa più volte ribadita in campagna elettorale dal primo cittadino, Nadia Masini: “Non farò nessuna scelta senza prima consultare i cittadini”. Ed erano arrabbiati quando pregavano il sindaco di affacciarsi dalla dimora del potere, urlandole “Sei una cittadina come noi”. E non erano meno teneri quando, di fronte a palazzo Morgagni innalzavano il coro “Chiamiamo Bulbi, il presidente, che non ascolta la sua gente”, riferendosi al più alto vertice della Provincia, Massimo Bulbi. Il serpentone era forse più festoso quando reggeva i mille striscioni dai più disparati messaggi e dalle più improbabili rime. Come “Bulbi e Masini, create solo camini”. O “Bulbi e Masini, tenetela corta: vogliamo il porta a porta”, facendo riferimento alla proposta della raccolta differenziata a domicilio, alternativa all’incenerimento dei rifiuti tra le più gettonate. E non è mancato un pizzico di mestizia di fronte al manifesto funebre della democrazia partecipata. “Gli inceneritori possono uccidere e gli amministratori lo sanno”, gridano dal “Clan-Destino” facendo riferimento al documento sottoscritto nel 2003 da Comune, Provincia, Usl e Arpa attraverso il quale si riconoscevano gli impatti dannosi per la salute degli elementi inquinanti emessi dai fumi del camino di un inceneritore. “E’ un momento gravissimo – ha gridato alla folla la presidente del ‘Clan-Destino’, Raffaela Pirini – dopo lo scandalo dei fanghi, ci siamo trovati di fronte a un’altra melma. Sappiamo che l’alternativa esiste. Solo con il riuso del rifiuto abbiamo il vero recupero dell’energia: anche la Comunità europea ha sancito che l’incenerimento ne recupera appena il 16 per cento”. E a chi non ci credeva, nella protesta di ieri, va detto che erano in tanti a firmare, al banchetto apposito, la petizione contro i termovalorizzatori, tanti che la meta delle 15mila firme sembra vicina. Tanti che sono stati riempiti gli elenchi di chi, già da ora, con l’appoggio del “Clan-Destino”, che dà appuntamento a chi vorrà dissentire col le scelte di palazzo martedì mattina alle 8.30 in corso Diaz, 3, negli uffici che ospiteranno la Conferenza dei servizi, chiede il risarcimento danni nel caso in cui il progetto dell’allargamento degli inceneritori vada in porto. Tanti che una giornata così, colori e cori così, coesione così non potranno essere trascurate nemmeno da chi dovrà redigere l’autorizzazione integrata ambientale: ultimo gradino al via ai lavori a Coriano.

Patrizia Cupo

Patrizia Cupo

Catena umana di “no” all’inceneritore
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