Interrogazione parlamentare sul Carcere di Forlì del 28.09.05

Il 28 settembre 2005 è stata depositata la seguente interrogazione al Ministro della Giustizia riguardante il carcere di Forlì, depositata da Sauro Turroni.

Segue il testo dell’atto:

Per sapere, premesso che
nel corso delle visite periodicamente condotte alla casa circondariale di Forlì per valutarne lo stato di efficienza l’interrogante aveva già constato di persona le condizioni critiche in cui versano i detenuti, ma mai come in quella più recente di agosto si era trovato di fronte una situazione di così forte affollamento con la presenza di 199 detenuti in una casa circondariale che ne potrebbe contenere 135 ed eccezionalmente tollerarne 165 ;

dei 199 detenuti, ben 101 sono stranieri, 47 dei quali sono in attesa di giudizio , ed è la prima volta che il numero degli stranieri ospitati nel carcere di Forlì supera quello degli italiani;

per i problemi di sovraffollamento 12 detenuti comuni sono stai inseriti nello stesso reparto dei 25 giovani sottoposti a custodia attenuata e a programmi di recupero col risultato che le celle devono essere aperte alternativamente per le due diverse categorie di reclusi per ovvi motivi di compatibilità, ostacolando e rendondo estremamente difficili le attività di reinserimento;

l’estate è il periodo più critico per la portata della struttura e i disagi maggiori si registrano nella sezione femminile;

le donne detenute sono 31 ammassate in locali che potrebbero ospitarne 18 e sistemate in 6 per ogni cella con letti a castello che comportano la riduzione degli spazi vitali, di quelli dei servizi igienici e della possibilità di rimanere in piedi contemporaneamente costringendole così anche durante le ore giornaliere a lunghe ore di immobilità stese sulle brande;

la sezione femminile dell’edificio la Rocca è l’unica sezione esistente in tutta la Romagna ed è destinata ad accogliere detenute di tre province;

la maggior parte delle detenute, 21 su 31, sono straniere molto giovani e recluse per problemi di droga;

sono ormai esauriti i fondi a disposizione della direzione del carcere per le spese di manutenzione, da tempo del tutto assente, nonostante lo stabile e le strutture interne, usurate anche a causa del costante sovraffollamento, ne avrebbero un urgente bisogno;

inoltre le risorse attualmente a disposizione della casa circondariale non permettono di provvedere al pagamento delle utenze, acqua, gas e elettricità né la messa in atto di progetti, anche modesti, per ridurre i consumi;

alcune categorie di farmaci, indispensabili per alcuni detenuti, non sono più disponibili gratuitamente recando gravi disagi per i più indigenti a cui cercano di sopperire i medici fornendo medicine prelevate direttemante dai loro ambulatori;

il personale di polizia penitenziaria del carcere di Forlì è notevolmente sottodimensionato, e ciò nonostante, è chiamato a fronteggiare quotidianamente situazioni straordinarie in condizioni minime di sicurezza;

i problemi cronici di carenza di personale sono ulteriormente aggravati dai numerosi distacchi e dal fatto che, a personale invariato, spetta alla polizia penitenziaria accompagnare, sottraendola così alle normali attività di custodia, i detenuti alle visite mediche di pronto soccorso, nei luoghi delle indagini e nei diversi tribunali ;

quali iniziative e quali provvedimenti, il ministro interrogato, intenda adottare per risolvere i gravi problemi che affliggono il carcere di Forlì , e quindi garantire agli operatori del settore penitenziario in servizio presso l’Istituto nonché agli stessi detenuti, una condizione di lavoro e di vita quantomeno dignitose;

quali iniziative intenda assumere al fine di provvedere all’insostenibile condizione di invivibilità in cui versa la popolazione detenuta femminile in seguito alla forte trascuratezza della sezione femminile del carcere di Forlì diretta conseguenza del sovraffollamento determinato in massima parte dalle presenze maschili e tuttavia subìto anche dalle donne medesime a causa della gestione amministrativa unitaria di prigioni e sezioni maschili e femminili;

se non intenda intervenire per porre fine immediatamente a nuovi ingressi nel carcere in questione e procedere allo sfollamento dei detenuti al fine di garantire allo stesso di poter svolgere il compito rieducativo a cui l’istituzione carceraria è stata preposta evitando di ridurlo ad un semplice contenitore;

se non ritenga, inoltre, necessario valutare l’opportunità di incrementare adeguatamente il personale di Polizia Penitenziaria, almeno coprendo i posti mancanti per distacco, inviando a Forlì il personale uscito dai recentissimi corsi di polizia penitenziaria femminile;

quali siano i motivi dell’inceppamento di quella valvola di sfogo costituita dalle misure alternative, architrave della riforma penitenziaria, da sempre negate ai detenuti immigrati e sempre più dispensate con il contagocce anche nei confronti dei detenuti italiani;

se non ritenga urgente assumere posizioni e prendere impegni precisi al fine di riportare dignità e diritti nelle carceri rafforzando il reinserimento sociale e le opportunità lavorative e ponendo fine ad una consolidata prassi che vede la pena reclusiva come scorciatoia prilvilegiata per ogni problema sociale .

Interrogazione parlamentare sul Carcere di Forlì del 28.09.05
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