Problema elettrosmog

A Forlì non esiste un problema per l’elettrosmog. O quasi.
Abbiamo delle leggi nazionali che impongono dei limiti per le emissioni di onde elettromagnetiche da parte delle antenne, i controlli dicono che questi limiti sono ampiamente rispettati, ma questo non significa che la preoccupazione dei cittadini nei confronti delle nuove installazioni sia immotivato.
Prima di tutto, come riportato dall’Assessore Capacci, bisogna proteggere dalle emissioni delle onde elettromagnetiche gli asili nido e le scuole materne, ma anche i parchi gioco e tutti gli altri luoghi di accesso per l’infanzia, per proteggere i nostri bambini da eventuali rischi.
Poi bisogna riappropriarsi della capacità di programmazione delle installazioni, per discutere insieme con i cittadini, senza ipocrisie, dove sia meglio costruire nuove antenne se ne hanno la necessità. Le richieste delle circoscrizioni sono più che legittime: è necessaria una maggiore informazione sulle nuove installazioni, affinché i cittadini possano conoscere la programmazione dei gestori.
L’organizzazione mondiale della sanità ad oggi non riesce a fornire informazioni adeguate sull’impatto a lungo termine che questo tipo di onde ha sulla nostra salute, ma esperimenti sui topi hanno dimostrato un aumento dell’incidenza dei tumori con l’esposizione ravvicinata ad una antenna trasmittente.
Inoltre non tutti sanno che al diminuire del segnale, il cellulare aumenta le sue emissioni per migliorare la ricezione. E’ quindi molto peggio avere in tasca un cellulare senza campo (in questi casi è meglio spegnerlo), piuttosto che una antenna a qualche centinaio di metri.
Il limite di legge per le emissioni dei cellulari, infatti, è molto più permissivo rispetto a quello delle antenne: circa 30 V/m contro 6 V/m.
Cerchiamo di agire in maniera più prudente: un bambino di 10 anni non ha bisogno di un telefono cellulare, soprattutto se è un rischio per la sua salute.
Inoltre sarebbe opportuno scegliere telefoni che abbiano la minore emissione possibile, anche per dare un segnale al mercato: esiste un metodo per misurarla e viene indicato con l’acronimo SAR, ed ogni produttore è obbligato ad allegare i livelli di emissione al manuale del cellulare.

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