Month: Ottobre 2006

Piano del Traffico del Comune di Forlì: non è vero che la Provincia l’abbia bocciato

Riporto l’articolo pubblicato dall’Ufficio Stampa del Comune di Forlì, in risposta agli articoli recenti pubblicati sulla Stampa che citavano una bocciatura del Piano da parte della Provincia di Forlì-Cesena, mentre dalle osservazioni citate dello stesso ente si legge il contrario:

In relazione ad alcuni articoli di stampa, che riportavano come bocciato, o comunque non approvato, il Piano del Traffico del Comune da parte della Provincia, si precisa che:

*l’Amministrazione Provinciale ha formulato, con delibera di Giunta, una serie di osservazioni nelle quali vengono analizzate strategie, obiettivi e orientamenti del Piano del Traffico senza per questo esprimere valutazioni non positive;
*le notizie apparse sull’argomento come dati non approvati fanno più volte riferimento ad affermazioni esplicitamente contenute nel Piano del Traffico del Comune, affermazioni poi, così trascritte nella Delibera della Giunta Provinciale;
*in alcuni casi poi, considerazioni formulate dalla Provincia, oggettivamente favorevoli al Piano Comunale, vengono valutate in modo negativo.

Va sottolineato che questo importante strumento di pianificazione procederà nel suo iter per poi ritornare in Consiglio Comunale. L’iter prevede che alle osservazioni formulate (da Provincia, Circoscrizioni, etc…) sul Piano Comunale sia data risposta con specifiche controdeduzioni sull’approvazione delle quali sarà chiamata ad esprimersi poi l’Assemblea Consiliare

Salta il bollo per i SUV, ma arriva quello per i CV

Salta la sovratassa sui Suv. Al suo posto viene introdotto l’aumento del bollo sulle auto sopra i 100 cavalli fiscali. Lo ha riferito il sottosegretario all’Economia, Alfiero Grandi, lasciando la riunione di maggioranza in corso alla Camera.

Grandi ha spiegato che l’aumento del bollo sarà differenziato e colpirà maggiormente le auto inquinanti.
Il gettito che si ricava dall’aumento del bollo per tutte le auto sopra i 100 cavalli serve a compensare la soppressione della sopratassa sui fuoristrada e una quota viene anche utilizzata come parte della copertura per gli sgravi fiscali a favore degli anziani ultrasettantacinquenni.

Links:
Rai News 24: Finanziaria. Salta la tassa sui Suv e aumenta il bollo auto sopra i 100 cavalli
Salta il superbollo sui Suv ma arriva quello per i Cv

La mia Tesi: Gestione del versioning in sistemi di data warehouse

Questa pagina contiene le informazioni relative alla mia tesi di laurea, discussa il 21/7/2005 a Cesena.

Files:
testo-definitivotar
testo della tesi

ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
SEDE DI CESENA
FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’INFORMAZIONE

Tesi di Laurea in Sistemi Informativi
Relatore
Chiar.mo Prof. Matteo Golfarelli

Presentata da
Alessandro Ronchi

Sessione I
Anno Accademico 2004/05

Introduzione
“L’inizio è la parte più importante di un lavoro.”
(Platone)

I data warehouse sono database specializzati per l’uso nel campo della business intelligence, finalizzati al supporto delle decisioni in ambito aziendale.

L’uso di sistemi di data warehouse è aumentato rapidamente all’interno del mondo industriale nell’ultimo decennio, e questo successo è dovuto essenzialmente al contributo che hanno saputo apportare all’efficienza ed all’efficacia dei processi decisionali all’interno del dominio aziendale e scientifico. Questa ampia diffusione è stata sostenuta dagli importanti risultati della ricerca in questo campo, volti ad incrementare le performance delle interrogazioni e la qualità dei dati, così come dal rapido sviluppo dei tool commerciali.

A differenza di quanto accade nei database operazionali, nei data warehouse i problemi che riguardano la storicizzazione delle informazioni hanno un impatto maggiore, dato che le interrogazioni coinvolgono periodi di tempo solitamente più lunghi. Diventa comune, infatti, il caso in cui venga richiesto di lavorare su insiemi di dati che corrispondono a lunghi intervalli di tempo, corrispondenti a definizioni intensionali potenzialmente disomogenee, progettate per soddisfare esigenze diverse. Il problema emerge ovviamente all’aumentare del tempo di vita del sistema, dato che le evoluzioni necessarie che non sono state gestite determineranno inevitabilmente un distacco maggiore tra la realtà e la sua rappresentazione all’interno del database, con il rischio che questo diventi presto obsoleto ed inutilizzabile.

Fino ad ora la ricerca si è interessata principalmente ai cambiamenti del livello dei dati, prendendo in considerazione quindi le modifiche alle istanze delle gerarchie di aggregazione. Alcuni prodotti commerciali permettono effettivamente di gestire e tenere traccia dei cambiamenti dei dati e di supportare interrogazioni dei cubi basati su scenari temporali differenti.

A livello intensionale il problema è più complesso, poiché lo schema del data warehouse può cambiare per gestire l’evoluzione dei requisiti aziendali. Possono quindi rendersi necessarie nuove misure e proprietà, mentre altre possono con il tempo risultare obsolete ed inutili. Si può considerare come esempio il caso in cui si aggiunga un livello di dettaglio nella descrizione delle categorie dei prodotti, aggiungendo una sotto-categoria: lo schema di riferimento dovrà mutare per tenere in considerazione questa nuova necessità.

Le soluzioni possibili per questo problema possono essere suddivise in due categorie distinte: l’evoluzione ed il versioning degli schemi. La prima permette di modificare lo schema in base ai cambiamenti necessari, perdendo le definizioni precedenti, mentre la seconda permette di tenere traccia delle modifiche ed utilizzare le diverse definizioni in base al contesto della formulazione delle interrogazioni. Il versioning a livello degli schemi nei data warehouse fino a questo momento è stato solo parzialmente esplorato e non esistono sistemi commerciali di supporto al progettista che permettano di gestire i cambiamenti dei modelli.

Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare il problema temporale nei data warehouse, di presentare un approccio per la gestione del versioning e di realizzare un prototipo di sistema per la modellazione degli schemi e la gestione delle versioni. Questo prototipo dovrà supportare la gestione delle history degli schemi concettuali ed il backporting assistito delle nuove modifiche alla versione corrente negli schemi aumentati delle versioni precedenti. In questo modo sarà quindi possibile evitare l’obsolescenza degli schemi concettuali, garantire una minore distanza tra i modelli e la realtà modellata, ed allo stesso tempo rendere disponibili i vecchi dati per le interrogazioni inter-schema che coinvolgono versioni temporali diverse della history degli schemi.

L’organizzazione di questo lavoro di tesi prevede una introduzione dello stato dell’arte delle basi di dati temporali, analizzato all’interno del secondo capitolo, ed un successivo approfondimento delle peculiarità del problema del tempo all’interno dei data warehouse, contenuto nel terzo capitolo. Nel quarto capitolo viene introdotto un approccio per la risoluzione del problema, mentre nel quinto viene mostrato il lavoro di progettazione del prototipo di gestione del versioning.

Wikipedia ed i misteriosi 100MLN di dollari

Leggendo un articolo in rete che chiede al padre di Wikipedia di riconsiderare l’offerta di 100 milioni di dollari per uno spazio pubblicitario sulla famosa enciclopedia libera, ho iniziato a riflettere sulla opportunità o meno che questo avvenisse, ed i vantaggi che potrebbero derivarne.

Io credo che i banner su wikipedia potrebbero essere utili, a patto:
– che non modifichino in nessun modo i contenuti
– che ci sia un’asta pubblica per lo spazio, trasparente
– che i soldi vadano allo sviluppo di software libero oppure allo sviluppo di contenuti liberi finora non ottenuto con wikipedia (ad esempio libri di testo liberi)
– che mai wikipedia sia venduta ad una azienda
– che sia possibile scaricare tutto il database di wikipedia per assicurarsi che mai venga perso il prezioso materiale –> E’ già possibile, attraverso la pagina
http://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Database_download

Poi mi sono ricordato di un altro articolo letto qualche tempo fa, dove
Tra l’altro mi ero dimenticato di un articolo che avevo letto poco tempo fa, dove Jimmy Wales chiedeva alla comunità di Wikipedia cosa avrebbero voluto fare con 100 MLN di dollari, investendoli su materiale coperto da Copyright che verrebbe in questo modo liberato.

Capite che le due notizie hanno molto più senso se collegate tra loro, e questo segnale potrebbe delineare quantomeno la volontà di parlarne. Certamente potrebbe essere un passaggio fondamentale per lo sviluppo libero della cultura, nel bene o nel male. Io credo che sia una opportunità, piuttosto che un pericolo, sempre che vengano rispettate le regole che ho appena citato.

Riferimenti:
1) Un banner su wikipedia potrebbe valere 100 mln di dollari
2) Quali diritti di opere coperte da copyright da liberare comprereste con 100 mln di dollari?

Voi cosa ne pensate?

Verdi.it: Scongiurato pericolo sulla cogenerazione

Verdi.it: Scongiurato pericolo sulla cogenerazione

Il governo approva un decreto legislativo che mette ordine nel mercato delle energie pulite: niente certificati verdi alla cogenerazione

Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi un decreto legislativo sulla cogenerazione (produzione di energia e recupero e invio a teleriscaldamento del calore generato) che comincia a mettere ordine nel mercato dei certificati verdi, i titoli, scambiabili sul mercato, che attestano che l’energia è prodotta da fonti rinnovabili.

Il provvedimento, con il quale è stato scongiurato un pericolo per le energie pulite, ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, è “positivo”.

Si tratta di un atto che corregge la rotta, “sanando una grave distorsione voluta dal precedente governo” grazie alla quale si premiavano come energie rinnovabili, “alla pari del solare per intenderci”, sottolinea il ministro, “il recupero del calore e il suo invio al teleriscaldamento a prescindere dal tipo di combustibile” utilizzato nell’impianto (per esempio una centrale elettrica alimentata a carbone).

Con il vecchio sistema “paradossalmente – dice ancora Pecoraro – si poteva premiare al pari delle vere rinnovabili anche il calore prodotto dalla combustione di carbone. Se non fossimo intervenuti, quindi – ha concluso Pecoraro – in poco tempo il mercato dei certificati verdi sarebbe stato invaso da un numero così elevato di finti certificati da non rendere più vantaggioso il ricorso alle rinnovabili”.

Il Governo è orientato, dopo l’eliminazione dal mercato dei certificati verdi della cogenerazione, ad escludere da tali benefici anche l’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti dei termovalorizzatori.

Intanto Palazzo Chigi pubblica questo articolo:

PRODUZIONE DI ENERGIA CON RECUPERO DEL CALORE
Il Consiglio dei Ministri del 27 ottobre scorso ha approvato in via preliminare uno schema di decreto legislativo che attua la direttiva 2004/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 febbraio 2004 con lo scopo di incentivare la diffusione della cogenerazione ad alto rendimento, vale a dire
la produzione combinata in un unico processo di energia elettrica ed energia termica. Si tratta, in sostanza, di un sistema nel quale a partire da un combustibile (gas, olio combustibile, biomasse, ecc.) si produce energia elettrica, e il calore derivante da tale processo, invece di essere sprecato
come nella produzione tradizionale di elettricità, viene riutilizzato all’interno di processi industriali o per usi civili. Il vantaggio della cogenerazione ad alto rendimento è quello di accorpare due fasi altrimenti distinte (da un lato la produzione di energia elettrica e, dall’altro, la produzione di calore in una caldaia tradizionale) accrescendo così il rendimento complessivo e assicurando un risparmio energetico. Tutto avviene in un solo processo nel quale l’energia contenuta nel combustibile viene maggiormente sfruttata e questo comporta, rispetto alla produzione separata delle stesse quantità di energia elettrica e calore, un risparmio in termini economici, energetici (riduzione di combustibile da utilizzare per produrre energia elettrica e termica) e di emissioni in atmosfera.

Dossier sulla cogenerazione nel sito del Governo

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