26 aprile 1986 – 26 aprile 2006: Ventesimo anniversario del tragico disastro nucleare di Chernobyl

Cesena – mercoledì 26 aprile 2006: Piazza del Popolo angolo via Zefferino Re
dalle ore 10 alle ore 12
Tavolo di informazione dei Verdi sui rischi nucleari e sulle conseguenze disastrose dell’uso di energia nucleare – Proposte dei Verdi: politiche di risparmio energetico e incentivi per le energie rinnovabili e sostenibili.

Un nuovo rapporto di Greenpeace (versione integrale in inglese -sintesi in italiano), con il contributo di 52 scienziati di tutto il mondo, rivela che le valutazioni ufficiali dell’impatto sulla salute della catastrofe di Chernobyl sono state largamente sottostimate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea).

Sebbene permangano grandi incertezze sulle conseguenze globali di Chernobyl, l’Accademia delle Scienze russa stima che i tumori attribuibili a Chernobyl in Bielorussia (sul territorio della quale all’epoca dell’incidente si riversò la maggior parte del fall out radioattivo proveniente dalla centrale ucraina) siano circa 270 mila, di cui 93 mila fatali.

Anche i Verdi al Parlamento europeo contestano i dati dell’Aiea e chiedono alla Commissione un’indagine su tutta Europa. “I dati diffusi dall’Aiea sottostimano le reali conseguenze del fall out nucleare e la Commissione europea deve presentare un bilancio preciso dei danni provocati in tutta Europa dall’esplosione nel reattore 4 della centrale nucleare ucraina. A vent’anni di distanza non possiamo voltare pagina”, ha detto l’europarlamentare verde tedesca Rebecca Harms, che con altri 12 parlamentari del suo gruppo, fra i quali Monica Frassoni, ha rivolto una serie di domande alla Commissione Ue.

Gli eurodeputati Verdi, presentando gli studi dei professori Ian Fairlie e David Sumner, che sostanzialmente giungono alle stesse conclusioni di quello di Greenpeace, chiedono alla Commissione un’indagine ”esaustiva e realistica” da opporre a quelle di Aiea e dell’industria nucleare che “non smettono di minimizzare sistematicamente le conseguenze dell’incidente del 1986”.

Tornando al rapporto degli ambientalisti, le conclusioni sono che sulla base dei dati demografici negli ultimi 15 anni circa 60 mila casi di morte in più si sono registrati in Russia e che le stime della mortalità totale in Bielorussia e Ucraina possono raggiungere altri 140 mila casi. Nel complesso quindi si tratta di un aumento di tumori mortali fino a 200 mila casi, registrati tra il 1990 e il 2004. Queste valutazioni contrastano con quelle del Forum Chernobyl dell’Aiea che prevede appena quattromila morti attribuibili all’incidente.

Il rapporto di Greenpeace illustra anche nel dettaglio il forte aumento delle malattie non tumorali, di cui le statistiche dell’Aiea non parlano mai. Per l’Agenzia sono stati quattromila i morti, senza specificare che questi si riferiscono al solo gruppo di 600 mila persone (i cosiddetti “liquidatori” e le persone rilocate dopo l’incidente), mentre l’impatto dell’incidente ha coinvolto con il suo fall-out circa 2 miliardi di persone.

“E’ sconfortante che l’Aiea stia sminuendo l’impatto del più grave incidente nucleare della storia” afferma Pippo Onufrio, direttore campagne di Greenpeace. “Negare le implicazioni reali non è solo un insulto per le vittime ma porta anche a raccomandazioni pericolose, a rilocare le persone nelle aree contaminate; l’Aiea non può rimanere il controllore globale del nucleare se non ammette almeno che l’energia nucleare è responsabile di quelle vite segnate per sempre”.

26 aprile 1986 – 26 aprile 2006: Ventesimo anniversario del tragico disastro nucleare di Chernobyl
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