Benini Monica: Riflessioni sulla bici

Ricevo e pubblico volentieri una lettera di Monica Benini, che è appena stata investita da un’auto mentre percorreva in Biciletta la pista ciclabile di Viale Bologna.

Oggi andare in bici a Forlì è diventato un atto di coraggio e di fede.

Se non fossi stata investita in bicicletta non potrei riflettere con reale cognizione sulle osservazioni che mi girano nella mente.

I fatti :
giovedì 16 novembre, ore 18,00, pista ciclabile di sinistra di Viale Bologna; all’incrocio con Via Sapinia procedo con il verde regolare, una auto mi investe, perché venendo dalla direzione opposta, avendo a sua volta il verde e svoltando alla sua destra in via Sapinia, non ha fatto caso alla pista, non mi ha visto e io non sono riuscita ad evitarla. Volo a terra rompendo con il mio fianco lo specchietto dell’auto, picchio la testa, non perdo conoscenza; i miei primi gesti quasi inconsapevoli furono quelli di guadagnare al più presto il marciapiede per non essere oggetto di ulteriori “passaggi”. Le mie condizioni però non me lo hanno permesso, ma nemmeno giustamente le raccomandazioni della polizia stradale che era già in zona che mi diceva di rimanere stesa dov’ero per non peggiorare eventuali lesioni; arrivo dei Vigili Urbani e della ambulanza. Soccorso valido e professionale. Arrivo al Pronto Soccorso ed accertamenti . Che vado ad elencare :

gli accertamenti diagnostici al Pronto Soccorso :
monitoraggio della pressione
radiografie varie
analisi del sangue
elettrocardiogramma
TAC alla testa
Ecografia addominale
Analisi del sangue il giorno successivo

Inoltre ho usufruito del ricovero in OBI per un giorno, visita del primario, visite dei medici del pronto soccorso, uso del telefono portatile del reparto per le comunicazioni alla famiglia. Direi servizio sanitario eccellente.
Un gentile vigile urbano è venuto in serata a raccogliere la mia testimonianza sull’andamento dei fatti.

L’auto che mi ha investito :
l’auto che mi ha investito era una utilitaria, guidata da una madre di famiglia con tre figli, che riaccompagnava il più grande (circa 11 anni) a casa dopo averlo prelevato dai nonni che abitano nei pressi. Dopo l’impatto si è fermata subito, mi ha chiesto mille volte scusa, era terrorizzata più lei di me, non sapeva capacitarsi dell’accaduto. Ho dovuto rincuorarla. Mi ha dato i fazzolettini per tamponarmi la ferita e mi telefona a casa per sapere come sto. Può darsi che con la mia guarigione prenderemo un tè assieme !

probabilità che ciò accadesse :
altissima. Io mi muovo in bicicletta e percorro almeno 2 volte al giorno il percorso casa – (Romiti) – centro (lavoro e commissioni) , più in bici e a piedi le tratte casa – scuola figlio.

Statistica estemporanea:
nello stesso momento, al P.S .con me, c’era un’anziana investita in bici in Via Corelli.
Il medico che mi ha visitato dice che ogni giorno ci sono casi di investimenti di pedoni o ciclisti. La pista ciclabile peggiore è quella di Via dell’Appennino, dove sbucano le varie strade laterali, poi quella di viale Bologna.

perché uso la bici ?
Uso la bici per comodità di spostamento, per scelta consapevole, per non incrementare il traffico di autoveicoli. Uso la bici perché il territorio della città di Forlì ha una morfologia con rilievi quasi nulli e ed una estensione facilmente percorribile con la bicicletta (veicolo meccanico ad altissimo rendimento). Uso la bici perché forse anche in me gira il sangue della Romagna in bicicletta, che non desidero sia relegata ai ricordi del passato o alle manifestazioni sportive estemporanee di richiamo . Usavo la bici per mantenermi in movimento (ora non più : ad un incremento motorio il corpo ricerca ossigeno per bruciare le calorie, ed in città la sua concentrazione è sfavorevole). Usavo la bici per non inquinare, ma ora sebbene IO non inquini, tutte le auto che mi circondano sì, e respiro il loro smog. Usavo la bici come buon esempio per i miei concittadini, ora anche questo motivo è saltato : la bici che gira in città è vista solo come impiccio al traffico veicolare a motore, oggetto a volte di impazienza e prepotenza da parte delle persone che viaggiano in auto, oggetto circolante sulle strade tollerato con sufficienza anche dalle forze dell’ordine, purché non ostacoli il “vero” traffico, quello delle auto.

“genetica familiare”
Ho una madre di 72 anni in ottima salute, da molto tempo non ha più l’auto, gira in bici
Marito, gira sempre in bici, per lavoro e spostamenti vari
Figlio grande, quasi 17 anni, gira con il bus e la bici
Figlio piccolo, allevato in bici, sta cominciando ad andare a scuola da solo in bici.
Abbiamo 1 auto in 5.

Siamo realisti : la sorte mi ha mandato un “messaggio”,
l’ho ricevuto io per fortuna e non i miei figli o mia madre. Mi sta bene continuare così ? essere assolutamente insicuri viaggiando in bici a Forlì, sia per la qualità dell’aria che si respira sia per la superficiale attenzione dedicata al popolo delle bici ? una soluzione facile facile è usare l’auto anche per i piccoli spostamenti quotidiani, non metto in pericolo me stessa o i miei familiari, respiro l’aria non pessima dell’abitacolo, pretenderò che si aprano altri parcheggi in centro, pretenderò gli incentivi per comprare una auto nuova con impianti a gas (la mia, acquistata usata nel 2.000 e alla quale ho fatto subito l’impianto a metano, non è stata destinataria di nessun incentivo economico), pretenderò, se ne avessimo ancora voglia, una bici “elettrica”, che non inquina, che non fa far fatica e che gode di incentivi economici, mentre le nostre sacrosante biciclette, regolarmente comprate ed usate quotidianamente, ci serviranno per la scampagnata con gli amici una domenica ogni tanto, dopo averle ovviamente caricate sull’auto.

Non sono abituata alle soluzioni facili facili.

Facciamo un po’ di calcoli alle tasche pubbliche:
intervento dell’ambulanza del 118,
pattuglia dei vigili urbani per gli accertamenti di rito in sede e al pronto soccorso,
ricovero di 1 giorno al reparto di osservazione breve intensiva (OBI)
accertamenti diagnostici
visite e prime terapie o medicazioni.

Credo che 600 €uro siano appena realistici.

1 investimento al giorno , 300 giorni all’anno (considero che forse in estate c’è meno traffico, e la domenica la gente è più rilassata) 600 €uro per 300 = 180.000 €uro
180.000 €uro all’anno potrebbero bastare per una corretta gestione e manutenzione delle piste ciclabili e attraversamenti pedonali ? per una corretta regolamentazione del traffico veicolare urbano ?

Quanto sarebbe meglio investire una cifra simile nella PREVENZIONE INTELLIGENTE dell’infortunistica stradale cittadina, piuttosto che rimediare a danni provocati, intasare il pronto soccorso e sottrarre risorse a malattie o incidenti non prevedibili ?
Ringrazio ancora la mia buona sorte che non ho nulla di grave, ma se non fosse andata così ? me ne farei qualcosa io o i miei familiari del danaro ricevuto dall’assicurazione dell’auto investitrice ?

Alla gentile signora sindaco, chiederò fortemente che si attivi in questa direzione operando delle scelte importanti e funzionali, che salvaguardino realmente la salute dei cittadini.

Ringraziandovi della pazienza avuta, cari saluti .
Monica Benini
beninimonica@libero.it

Benini Monica: Riflessioni sulla bici

10 commenti su “Benini Monica: Riflessioni sulla bici

  1. Che dire..nella Rimini la situazione non è migliore.

    La situazione è stata aggravata negli anni dalla costruzione delle piste ciclabili che hanno ogni venti metri degli attraversamenti per immettersi nelle traverse delle strade principali.
    Gli amici che abitano a Rimini mi dicono sempre che muoversi in bicicletta è ormai troppo rischioso, considerando la differenza di velocità che esiste tra ciclista e mezzi a motore, senza considerare il fatto che chi si muove in macchina sembra non considerare gli attraversamenti ciclabili come una zona di possibile pericolo.

    La prossima settimana andrò in Olanda a trovare i parenti di mia moglie per la terza volta e come le altre volte mi stupirò di come sia possibile costruire la mobilità una città partendo dai pedoni e dai ciclisti.

    p.s. tenete duro con la lotta all’inceneritore.. :)

  2. Ho presente quell’incrocio. Che cosa intendi in pratica per “corretta gestione e manutenzione delle piste ciclabili e attraversamenti pedonali”?
    Perchè, pesandoci, non mi viene in mente un modo semplice con il quale si potrebbero mettere in sicurezza tutti gli attraversamenti pedonali e ciclistici degli incroci, o quantomeno nessun metodo così semplice da rientrare nei 180.000€.
    L’unico modo vero è una corretta educazione stradale degli automobilisti, una moderazione della velocità ecc ma questo è un obbiettivo ben piu ampio e complesso di quello descritto nell’articolo.

  3. Un modo per mettere in sicurezza tutti gli attraversamenti pedonali con 180’000€ non c’è. Però si può partire dalle statistiche degli incidenti per creare percorsi alternativi, semafori, evidenziare maggiormente le pericolosità tramite segnaletica, etc.
    Poi si potrebbe dedicare un maggiore spazio alle biciclette, riservando tratti a percorsi ciclopedonali.

    Non ultima la creazione di corsie preferenziali per gli autobus potrebbero ridurre la quantità di automobili rendendo maggiormente conveniente il mezzo pubblico.

    Si dovrebbe porre maggiore attenzione nella realizzazione delle nuove urbanizzazioni alla struttura della mobilità di quelle zone, prevedendo subito piste ciclopedonali e percorsi protetti, sfruttando magari il verde pubblico e privato.

  4. costruire una mobilità cittadina che parta dai pedoni e dai ciclisti, giusto e non viceversa. Diritto alla mobilità urbana non coincide con diritto alla automobilità.
    educare i cittadini agli spostamenti nel quartiere di residenza privilegiando piedi e bici.
    è così difficile ?
    appunti di lavoro

  5. Assolutamente d’accordo su tutta il discorso: motivi per andare in bici, uso intensivo del velocipede, pericoli ed educazione stradale in genere.
    Aggiungo che percorro (da anni) svariate volte alla settimana tutta la ciclabile di Via dell’Appennino: in media una volta al mese richio di essere investito da un’auto!
    Fin’ora mi è andata bene perchè la percorro tutta con le mani sui freni e sempre attento a scartare le auto che non rispettano la segnaletica.
    Però è veramente deprimente doversi ridurre a girare tesi come delle corde per questi motivi.
    Non parliamo poi delle paure che si prendono e delle arrabbiature che vengono.
    Non voglio mollare la bici (anche perchè alla fine si fa prima che con l’auto) ma a volte la tentazione è veramente forte.

  6. Riporto una notizia interessante pubblicata il 24 sul sito nazionale dei Verdi:


    Meglio le due ruote

    Cambia la filosofia degli incentivi a moto e motorini: aiuti a chi rottama quelli inquinanti ma anche a chi acquista bici o usa i mezzi pubblici. Positive reazioni dal mondo industriale

    Un premio anche a chi rinuncia al suo motorino inquinante e decide di andare a piedi o in bici. Questa la nuova filosofia degli ecoincentivi per i motocicli annunciata dal ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che incassa anche l’ok del presidente dell’Ancma Guidalberto Guidi.

    Gli aiuti, diversamente dal passato, non andranno solo a chi, dopo aver rottamato il vecchio, acquista un motorino nuovo, meglio se elettrico, ma anche a chi sceglie di acquistare una bicicletta, o addirittura non compra nulla e va a piedi o con i mezzi pubblici.

    “Vogliamo dare la possibilità di ricevere un incentivo anche a chi decide di eliminare il vecchio motorino senza sostituirlo con uno nuovo”, ha annunciato il ministro dell’ambiente. “Stiamo lavorando – ha spiegato Pecoraro – e c’è già un’intesa con le aziende produttrici su incentivi per chi rottama veramente il vecchio motociclo inquinante e sceglie di andare a piedi o prendere i mezzi pubblici; oppure lo sostituisce con uno nuovo – e in questo caso verranno incentivate di più le moto elettriche – oppure acquista una bicicletta”.

    “Gli incentivi non servono solo a favorire la riduzione dell’ inquinamento, ma anche a lanciare sul mercato la nuova industria degli ecoveicoli – ha sottolineato il ministro. La produzione in serie diminuisce il costo – spiega -, come è successo a suo tempo con i telefonini, che all’inizio costavano tanto e poi sono diventati accessibili a tutti”

    “Sugli incentivi è stata trovata una soluzione di reciproca soddisfazione, del resto concordata con il ministro Pecoraro Scanio in un incontro avuto qualche giorno fa e sulla linea di quanto lo stesso ministro aveva annunciato al congresso dei Verdi, nell’esigenza di tutelare l’ambiente con la crescita industriale”.

    Questo il commento di Guidalberto Guidi, presidente dell’Ancma, l’associazione nazionale ciclo, motociclo e accessori, alle parole del ministro. “Da questi incentivi non verranno che esiti positivi – continua Guidi – perché purtroppo l’80% del parco circolante a due ruote è di vecchia generazione e inquinante”.

    “Sono inoltre incentivi particolari – conclude Guidi – perché incoraggiano anche all’uso della bicicletta e come presidente dei produttori sia di ciclo che di motociclo non posso che essere d’accordo”.

    Redazione
    24 novembre 2006

  7. Visto l’atteggiamento di poco interesse dell’Amministrazione Comunale verso le esigenze di sicurezza delle migliaia di cittadini che ogni giorno usano la bici evitando di inquinare, ingorgare il traffico cittadino e di occupare parcheggi (cose di cui tanto cianciano gli Amministratori senza tener conto del prezioso e silenzioso contributo alla riduzione del disagio che diamo noi ciclisti),
    dato che i ciclisti sono speso considerati con sufficienza dei perditempo – altrimenti userebbero la macchina come tutte le persone serie –
    visto che chi va in bicicletta viene ritenuto un fastidio da gran parte degli automobilisti, o viene semplicemente ignorato (e sbadatamente investito),
    dato che tanti come me si sono stufati di questa situazione e di contare i feriti e morti sperando ogni volta che usciamo di non entrare in quel numero,
    PROPONGO di organizzare (in un periodo da definire dopo adeguata e diffusa propaganda) uno sciopero della bicicletta per una settimana.
    So che sarà dura, per una settimana dovremo impegnarci ad usare solo l’auto, anche per andare a comprare il latte, anche per andare in piazza, perderemo più tempo e spenderemo di più: per sette giorni anche noi intasati nel traffico a contendere il parcheggio ai culi di piombo che mai si sollevano dalle loro auto, che ci guardano con fastidio e malcelato disprezzo, che ci tagliano la strada e che ci investono.
    Sette giorni, perché uno è simbolico e passa inosservato.
    Sette giorni di Forlì senza bici, tutti in macchina, così che si veda che noi non siamo il problema, ma la sua soluzione.
    E sul vetro posteriore delle nostre auto appiccicheremo un adesivo: “ciclista in sciopero, anch’io in auto, anch’io voglio un parcheggio!”

    Massimo Casadei

  8. Mi permetto di dire la mia…Credo di essere utopista in questa mia pazza idea, ma coltivo il sogno della totale chiusura al traffico del centro città (allargato rispetto all’accezione attuale) ad eccezione dei mezzi pubblici e delle ambulanze.
    Questo perchè…Ho vissuto a Bologna per alcuni anni e, nonostante la quasi totale assenza di piste ciclabili, il traffico insostenibile e l’aria irrespirabile, ho sempre girato in bicicletta, per la sua praticità e velocità(paradossalmente le poche volte che prendevo l’autobus impiegavo molto più tempo negli spostamenti) e mi piacerebbe molto farlo anche a Forlì…Ma non posso…Abito a più di 10 chilometri dalla città, in un paese servito solo dal bus scolastico ( pochi mezzi ed ad orari alquanto scomodi) che, per inciso, arriva a 2 Km (di strada senza marciapiede) da casa mia, quindi sono obbligata all’uso della macchina.
    Avevo qualche anno fa salutato con grande entusiasmo l’iniziativa comunale di mettere un noleggio gratuito di biciclette in via Vittorio Veneto(l’unico di cui poter usufruire senza preventiva richiesta)…Ma….è difficile trovare parcheggio nei pressi del noleggio e se devo farmi chilometri e chilometri di strada a piedi per raggiungerlo, e giri infiniti di macchina per trovare posteggio nelle sue vicinanze…preferisco parcheggiare più vicino a dove devo andare e muovermi a piedi…..Per cui….mi piace sognare una Forlì alla cui periferia si trovino ampi parcheggi serviti da bus e dotati di noleggi di biciclette, in questo modo si diminuirebbe l’inquinamento, senza togliere praticità e comodità agli spostamenti. Poi…Non so, le opzioni al riguardo sarebbero molte…Percheggio a pagamento(poco) e bus e noleggio gratis o viceversa….Credo purtroppo che sia un progetto di difficile attuazione,…ma nemmeno così tanto, le aree per gli “ampi parcheggi” non mi sembra manchino(il Foro Boario ad esempio), inoltre, per quanto concerne la lotta all’inquinamento, in questo modo si otterrebbero benefici alquanto maggiori rispetto al blocco del traffico a giorni stabiliti (alquanto scomodi per chi non ha alternative all’uso della macchina) . In questo modo poi si potrebbero risparmiare i soldi che servirebbero alla ristrutturazione delle piste ciclabili, in quanto ne sarebbero sufficienti davvero poche….Anche perchè ne servirebbero altri per mettere in atto il titanico progetto…

  9. concordo con Lucia. L’utopia resta tale se non si fanno piccoli passi decisi quotidiani di avvicinamento . (promemoria soprattutto per me !)
    Perchè non ci incontriamo con la FIAB ed elaboriamo qualcosa ?

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