Month: Ottobre 2007

La commissione d’inchiesta sul G8 di Genova non s’ha da fare

Eppure il programma dell’Unione parlava chiaro. Non era ambiguo, non lasciava spazi all’interpretazione. Il centro-sinistra ha chiesto voti facendo la proposta che ieri è stata bocciata, non c’erano altre alternative.
Eppure ieri Italia dei Valori, Udeur e Rosa nel Pugno, con responsabilità diverse, hanno deciso che non s’ha da fare.

La crescente domanda di sicurezza da parte della collettività, a fronte di vecchi e nuovi rischi e pericoli, richiede la messa in opera di un programma di riorganizzazione, coordinamento e modernizzazione che rafforzi il rispetto della legalità, il contrasto della criminalità. la prevenzione delle minacce terroristiche.
La politica del centrodestra al riguardo si è mostrata del tutto indifferente: a vuoti annunci si sono affiancate misure che contrastano con il rispetto della legalità, l’inerzia rispetto alla criminalità economica, un abbassamento della guardia nel contrasto alla criminalità organizzata, l’utilizzo delle forze di polizia per operazioni repressive del tutto ingiustificate; basti pensare ai fatti di Genova, per i quali ancora oggi non sono state chiarite le responsabilità politica e istituzionale (al di là degli aspetti giudiziari) e sui quali l’Unione propone, per la prossima legislatura, l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta.

Aggiornamento:Oggi leggo sulla stampa che Di Pietro non sarebbe contrario alla commissione d’inchiesta, ma questa doveva indagare a 360°. Bene, perché non ha fatto quella proposta? A me pare una giustificazione molto difficile da sostenere.
Le commissioni parlamentari d’inchiesta non devono sovrapporsi all’attività dell’autorità giudiziaria.
Servono a garantire approfondimento di questioni di pubblico interesse.

Cito dal portale dirittocostituzionale.mi.it:

Il pubblico interesse incontra limiti che circoscrivono gli ambiti materiali del potere d’inchiesta. Tali limiti, pur non essendo assoluti, riguardano: l’attività degli organi politici e amministrativi regionali, la funzione giurisdizionale, la sfera privata degli individui (a meno che per il pubblico interesse non sia utile indagare sull’operato di singole persone), l’organizzazione e l’attività delle formazioni sociali ( escluse associazioni segrete e militari), il Presidente della Repubblica la Corte costituzionale.

A me pare ovvio che si debba indagare a 360°. Per quanto riguarda i manifestanti, questo è già stato fatto, e sono arrivate già le prime condanne. La commissione d’inchiesta, però, era necessaria per valutare quali azioni sono state compiute dalle istituzioni, non dai singoli poliziotti.

Non è una strumentalizzazione politica, dobbiamo sapere quali furono gli ordini.

Dove è scritto che la commissione proposta e bocciata doveva valutare solo le azioni delle forze dell’ordine e non quelle dei manifestanti? Sono state fatte proposte diverse, non accolte?

La realtà è che Di Pietro ha votato ancora una volta contro il programma dell’Unione assieme al centro-destra, non ho ben capito a che fine.

Lui continua a dire che è sopra le classificazioni che dividono destra e sinistra, un po’ come i centristi che ondulano a seconda di chi può vincere. Vorrei ricordare che queste classificazioni, ovviamente molto semplicistiche, rappresentano visioni diverse della società, ed il fatto di non avere una collocazione precisa non è un vantaggio, significa semplicemente che non si riescono a conoscere le sue posizioni rispetto a temi chiave. Di Pietro ha agito di testa sua, ma in politica bisogna saper discutere con gli altri e trovare accordi. Quegli accorti, sottoscritti anche dall’Italia dei Valori, erano tutti contenuti nel programma dell’Unione.

Votare contro la commissione d’inchiesta sul G8 di Genova non è come votare contro il rifinanziamento delle missioni militari: da un lato viene meno il sostegno al programma, dall’altro la volontà di farlo rispettare anche quando la maggioranza dei partiti della coalizione ritiene che le promesse agli elettori possono essere “superate”.

Morti sospette al canile: risposta dell’Assessore Morelli

Le perplessità sollevate dal Sig. Cavalli sulla gestione del Canile Comprensoriale trovano risposta nei fatti.

“Morti sospette”, sistema di vigilanza, associazioni.

I decessi sono stati dichiarati dalla gestione del Canile e dalla stessa, coadiuvata dal Servizio Veterinario dell’Ausl di Forlì, sottoposti non solo alle normali indagini di routine che riguardano ogni caso di morte nella struttura bensì anche ad analisi estremamente approfondite e presso isitituti terzi: Istituto Zooprofilattico della Lombardia-Emilia Romagna, Università di Pisa e di Parma.

I risultati degli esami, condotti oltre che sui cani deceduti anche su acqua, mangimi e cani tuttora in vita presso il Canile, escludono cause tossicologiche e infettive.

Le associazioni animaliste – fortunatamente molto attive e attente nel nostro territorio – hanno seguito il fatto sia autonomamente, come è corretto che avvenga, sia tramite l’assessorato.

Non è mia intenzione interferire con il ruolo delle associazioni e con la loro volontà o meno di rispondere a quella che pare più una provocazione che non un segnale di attenzione al benessere animale ma ritengo doveroso intervenire su questo punto.

Alle associazioni di volontariato animaliste, il “sistema-Canile” offre e chiede molto più che la mera “vigilanza” invocata dal Sig. Cavalli e affidata, come ovvio, agli organi deputati dalla legge.

Con le associazioni si lavora e si interviene – a volte in totale accordo a volte con punti di vista diversi ma sempre più rispettosi dei diversi ruoli – sulla prevenzione degli abbandoni e del randagismo, sulla cura dei cuccioli, sulle adozioni, ecc..

Il Sistema-canile si relaziona sistematicamente con il gruppo di giovani (e non!) volontari che operano quotidianamente nella struttura comprensoriale e mantiene, promuove e organizza momenti di confronto (spesso anche molto accesi) e collaborazione con le associazioni: attraverso specifici rapporti convenzionali e/o regolamentazioni ad hoc per le svariate necessità che inevitabilmente interessano servizi così complessi come la gestione di un canile che serve i 15 comuni del comprensorio forlivese.

Va tutto bene? Sarebbe sbagliato dire semplicemente sì. La voglia e la volontà di migliorare sempre è più forte della consapevolezza di agire con diligenza e attenzione e le associazioni svolgono un ruolo insostituibile proprio nel pretendere, giustamente, che il sistema pubblico non si adagi mai sui risultati ottenuti.

Sandra Morelli

Per il Centro Storico e la città

Mercato in Piazza Saffi a ForlìIl dibattito sulla riduzione o meno della tariffa della sosta è ulteriore occasione per rilanciare una serie di proposte che – partendo proprio dalla gestione della mobilità cittadina – possono contribuire concretamente e con tempi di realizzazione molto brevi, a proseguire nelle azioni a favore del Centro Storico oltre che della città nel suo complesso.

Oggi si deve fare un passo in avanti, sfruttando i primi dati a nostra disposizione, non tornare indietro sugli obiettivi.

Le maggiori risorse derivanti dalla sosta devono essere destinate al miglioramento della qualità urbana del Centro Storico e reinvestite direttamente a tale scopo nel bilancio comunale.

Si attiva così un circolo virtuoso che va a finanziare maggiori interventi di arredo urbano – riqualificazione degli spazi stradali a tutto vantaggio di un loro uso a più funzioni (pedonale, ciclabile..) – nonché a sostegno di iniziative per la promozione/organizzazione di eventi nelle piazze del centro.

Contestualmente, l’Amministrazione Comunale può elaborare una proposta di sviluppo dei pubblici esercizi – che già ora arricchiscono gli spazi del centro con i loro dehors – con un progetto qualificato che garantisca agli aderenti la gratuità dell’occupazione del suolo pubblico.

La gratuità del trasporto pubblico il sabato, inoltre, è la migliore risposta all’esigenza di garantire libera accessibilità al centro, riducendo contemporaneamente il bisogno di spostamenti prevalentemente individuali, che può essere una formidabile occasione di contatto con i cittadini che non sono soliti utilizzare il mezzo pubblico.

Una occasione per aumentarne il bacino di utenza e pubblicizzare le svariate possibilità offerte dal servizio: abbonamenti scontati per i lavoratori, tariffa integrata che consente l’utilizzo di tutte le linee di bus sia urbane che extraurbane nella zona di Forlì e provincia, ecc…

Solo in questo modo la “gratuità” non sarebbe fine a sé stessa o a vantaggio di chi, individualmente, non paga la sosta bensì diventerebbe un volano per investimenti a beneficio dell’intera collettività oltre che dell’ambiente, della sua salubrità e, quindi, della salute di tutti.

Alessandro Ronchi, capogruppo Verdi per La Pace Consiglio Comunale di Forlì
Sandra Morelli, Assessore Mobilità Sostenibile ed Arredo Urbano Comune Forlì

Inaugurazione dei lavori su Corso Diaz

Oggi uscito dal Linux Day nella Piazza XC Pacifici ho fatto un salto alla festa di inaugurazione dei lavori di riqualificazione di Corso Diaz. La Piazza era piena e suonava la banda. Questa è la città che vorrei. Domani in Piazza c’è il mercato e la gara di fotografia.

Inaugurazione del nuovo corso Diaz

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