Appello sulla pista nera in Campigna

Ricevo ed inoltro un messaggio del WWF di Forlì per l’adesione ad un appello contro la pista nera in Campigna, che costerà alla collettività un miliardo di vecchie lire, oltre ai palesi danni per un territorio protetto da ben 5 diversi livelli di tutela ambientale.

Aggiornamento:Risposta WWF al manifesto

Negli ultimi giorni nel Forlivese è in atto una dura polemica tra le associazioni ambientaliste e l’amministrazione locale di S.Sofia (FC). Allego di seguito i dettagli.
Chiunque volesse dare la propria adesione telematicamente, potrà farlo contattando il WWF di Forlì: forli@wwf.it.

LA PISTA “NERA” – Un progetto dannoso, non solo per l’ambiente

FIRMA L’APPELLO PER DIFENDERE LA RISERVA NATURALE BIOGENETICA DI CAMPIGNA
Il Corpo Forestale ha già bocciato il progetto

Come è noto, l’amministrazione comunale di S.Sofia si sta battendo per la risistemazione della “pista nera”, situata su una pendice del Monte Falco; lo scopo è quello di rendere più lievi le pendenze, per consentire l’utilizzo delle piste ad un maggior numero di persone, in particolare anche agli appassionati dello “Snowboard”.

Per far ciò si dovranno eseguire lavori molto impattanti, quali lo sbancamento della porzione di montagna con utilizzo di esplosivi e la successiva ri-profilatura del pendio con escavatori e altri mezzi pesanti. In definitiva, uno degli angoli più incontaminati del Parco
Nazionale sarà deturpato per fare ulteriore spazio agli utenti degli sport invernali.

Su tale progetto il Corpo Forestale dello Stato ha già espresso il proprio parere negativo, evidenziando in particolare la sua incompatibilità con il Diploma Europeo, rinnovato alle Riserve Naturali Biogenetiche di Campigna in data 15/06/05.

Inoltre, il Corpo Forestale ha rilevato che l’intervento in esame produrrà una pressione turistica aggiuntiva insostenibile per le specie faunistiche tutelate (in primis il Lupo).

Si sottolinea infine come l’area in questione sia tutelata da ben 5 vincoli: Parco Nazionale (Stato Italiano), Riserva Naturale Biogenetica (Stato Italiano), Sito di Importanza Comunitaria – SIC – e Zona di Protezione Speciale per gli uccelli – ZPS – (Unione Europea), vincolo della Soprintendenza ai Beni Ambientali (Stato Italiano), vincolo Paesistico (Regione Emilia Romagna); si precisa
che la Soprintendenza si è anch’essa espressa negativamente, per l’eccessivo impatto ambientale-paesaggistico.

A pagare per un progetto inutile e dannoso saranno tutti i cittadini

Il progetto della pista nera, inutile in quanto il territorio in esame non è minimamente vocato allo sci, viene portato avanti in un momento di ristrettezze economiche.

A pagare il costo preventivo di circa un miliardo delle vecchie lire (475000 Euro) sarà la collettività, mentre il beneficiario diretto è la sola ditta privata che gestisce gli impianti, la quale tra l’altro non è forse nemmeno titolata a ciò, visto che il CFS (proprietario dei terreni) assegna la gestione dell’impianto, senza
possibilità di sub-concessione, al solo Comune di S.Sofia.

Va sottolineato, come spunto di riflessione, che fino a questo momento nessuna opera, anche molto più costosa di questa, realizzata nella nostra zona e che avrebbe dovuto “valorizzare” il territorio, ha mai in realtà avvantaggiato l’economia locale, come spesso si è creduto (si veda il caso della diga di Ridracoli).

In un periodo in cui le precipitazioni (e soprattutto le nevicate) scarseggiano e il livello dell’acqua della diga raggiunge i minimi storici, viene quindi spontaneo giungere alla conclusione che un simile progetto è l’ultima cosa di cui il nostro territorio ha bisogno.

I proponenti hanno cercato di raggirare il parere negativo del Corpo Forestale

Gli Enti locali hanno cercato di estromettere il Corpo Forestale dalla Conferenza di Servizi (l’organo tecnico-istituzionale incaricato per la valutazione del progetto) con un cavilloso e immotivato pretesto, secondo il quale il CFS, essendo direttamente interessato ed “avvantaggiato” (!?!) dall’intervento, non poteva partecipare alla fase conclusiva, e decisiva, dei lavori. Il vantaggio consisterebbe, secondo i proponenti, nel trovarsi sul proprio terreno un nuovo manufatto. Non si capisce però come mai il CFS dovrebbe esprimere parere negativo verso un progetto che lo “avvantaggia”. Il dato reale è, al contrario, il danno ambientale!

Si dimentica inoltre che il Corpo Forestale dello Stato è Demanio, cioè Stato, cioè il cittadino. Escludendo il CFS dalla fase decisionale si escluderebbe quindi la comunità nazionale da una scelta che la coinvolge direttamente.

Inoltre i proponenti, allo scopo di “superare” il parere negativo del CFS, hanno chiesto tempo per elaborare una Valutazione di Incidenza Ecologica “ad hoc”, “più completa” di quella già presentata, in modo da ottenere, con un atto puramente burocratico, l’approvazione del progetto nella Conferenza di Servizi conclusiva
prevista in data 15/12/06.

Va sottolineato che una Valutazione di Incidenza credibile non può essere elaborata, sulla carta, in pochissimi giorni, ma richiede indagini ben più consistenti.

Indagini che sarebbero state da svolgere negli anni precedenti, ma non sono mai state effettuate, evidentemente perché non è possibile dimostrare la sostenibilità dell’intervento. Va ribadito comunque che la Valutazione d’Incidenza non può sostituire, la valutazione più generale di compatibilità dell’opera con le norme più specifiche dei Parchi Nazionali (DM 14/12/90).

Per questa serie di ragioni chiedo, a tutti coloro che intendono opporsi a quest’inutile e dannoso progetto, di sottoscrivere questo appello in difesa del territorio del Parco Nazionale e di impegnarsi a ricevere e fornire una corretta e capillare informazione verso i propri familiari, amici e conoscenti. In tal modo potremo accrescere il livello di consapevolezza nella nostra comunità e contrastare concretamente il degrado ambientale.

L’impegno ci gratifica, l’indifferenza ci rende complici!

Appello sulla pista nera in Campigna

149 commenti su “Appello sulla pista nera in Campigna

  1. Soo d’accordo, la sistemazione della pista nera è veramente l’ultima cosa di cui il ns.territorio ha bisogno…

  2. aderisco all’appello contro un’ intervento ed una spesa dannosa e inutile

  3. Francamente non ne sono convinto. Penso che soprattutto sulle nostre vallate sia necessaria una politica che tenga conto sia dell’ambiente che delle persone che ci abitano (sempre più risicate).
    Alcuni comuni, a causa di un mancato sviluppo soprattutto turistico, praticamente si sono dimezzati.
    In Italia abbiamo vari esempi di come l’ambiente possa convivere con le attività dell’uomo, una su tutti il lago Trasimeno (provare per credere).
    La pista da sci è un grave danno? No, se vista in un contesto più ampio di “turismo sostenibile”. Se invece non è accompagnata da una politica di sviluppo (economico ed ambientale) più grande, allora si… non ha senso.

  4. X Federico:

    Ti invito a leggere i miei commenti nell’articolo “Lettera alla stampa sulla pista nera della campigna”, nella sezione dicembre 2006.

    Equilibrio! Buon Senso! Civilta!

  5. Equilibrio, buon senso e civiltà come si misurano?

    Creare piste da sci dove se va bene hai neve naturale 20-30 giorni l’anno non mi sembra buon senso.

    Allora neve artificiale, così quanto sale particolare serve per tenere il punto di fusione alto? Anche questo non mi sembra buon senso.

    Senza contare che ridracoli dovra sobbarcarsi anche dell’innevamento artificiale, costringendo molti comuni a riattivare i pozzi artesiani, conseguenza della subsidenza. Non mi sembra perniente sensato….

    Passiamo all civiltà; come si misura?

    Secondo me la civiltà la si misura con il grado di istruzione, informazione, intelligenza delle persone che la compongono e che la guidano.
    Solo che il denaro si stà sostituendo sempre più spesso sia all’istruzione che all’ intelligenza (l’informazione è spacciata (sparita) da tempo) :-(

    Non resta che l’equilibrio!!!!!!!
    Quando due corpi o nel nostro caso pensieri hanno pari forza e dignità si parla di equilibrio!
    Ma se la controparte, il CFS dice che non c’è equilibrio, perchè lasciarlo decidere, meglio estrometterlo, così l’equilibrio si sposta dalla parte meno “equilibrata”……

    Facciamo di Santa Sofia la meta del turismo intelligente (bird-watching, gare ciclistiche, sagre, prodotti locali), non un posto dove sperperare i soldi dei cittadini a danno dei cittadini, a favore di una “azienda” e dei suoi tirapiedi.

  6. 1) Riguardo ai 20-30 giorni all’anno di neve:

    Cosulta prima di parlare le statistiche meteorologiche degli ultimi anni.
    (l’anno scorso si è sciato il primo Maggio con oltre 3 metri di precipitazioni nevose), anche se è vero che le stagioni si sono spostate in avanti i giorni di neve restano tantissimi.

    2)Innevamento artificiale:

    Nessuno ha parlato di innevamento artificiale.
    Se un giorno lo si farà in ogni caso non si utilizzerà l’acqua di Ridracoli, visto che neanche uno stupido penserebbe di “tirare” l’acqua attingendo da un bacino a quasi 1000m di dislivello. Se un giorno lo si farà sarà fatto in maniera intelligente e anteponendo il rispetto dell’ambiente, cercando magari di risolvere nello stesso tempo il problema del rischio incendi. (alla prima foglia a fuoco il parco brucia tutto visto che non esistono punti vicini di approvvigionamento dei canaders).

    3) La controparte CFS:

    Esistono altre controparti (es. L’ente Parco) più competenti e d’accordo con l’iniziativa, perché non parla di loro?

    Il CFS non è competente. chi ha deciso non è né una guardia forestale quotdianamente a contatto con le zone in questione ne uno scienziato.
    E’ UN BUROCRATE.
    Un burocrate pelandrone bien ancorato alla sua Poltrona bien retribuita, che si guarda bene dall’infastidire qualcuno o sollevare polveroni.
    E se vuoi mantenere la poltrona di dirigente del CFS ti guardi bene dal metteri contro le forze integraliste-ambientaliste.

    Perché non parli con i veri forestali, quelli in scarponi da montagna e divisa e non in giacca e cravatta? Ti assicuro che il loro avviso sarà differente.

    Il vero politico intelligente non è colui che sceglie uno slogan e lo applica in maniera ottusa senza distinzioni.
    Sanno fare tutti a salvagualdare la natura dagli eccessi dell’antropizzazione, facendo scomparire intere comunità, tradizioni, popolazioni, arti e mestieri. Lasciando la foresta incurata, alla deriva di se stessa e preda dell’indiscriminatio aumento della massa legnosa, dicendo che quello è rispetto dell’ambiente!

    Il vero politico intelligente è colui che trova compromessi, punti d’incontro, soluzioni che concilino con l’equilibrio esigenze apparentemente in controtendenza, senza schierarsi in maniera calcistica per l’una o per l’altra.
    NON SIAMO ALLO STADIO!

    Come pensate di rispettare la natura se non rispettate gli altri.
    Siete solo degli integralisti alla caccia di un nuovo nemico per dare un senso epico e cavalleresco alla vostra battaglia.
    Noi abitanti delle vallate in declino siamo stufi di battaglie inutili.
    Ripudiamo gli interlocutori ottusi, gli integralisti, coloro che saranno sempre contro, coloro che non cambieranno mai idea.
    Come te Simone.

  7. 1) Riguardo ai 20-30 giorni all’anno di neve:

    Cosulta prima di parlare le statistiche meteorologiche degli ultimi anni.
    (l’anno scorso si è sciato il primo Maggio con oltre 3 metri di precipitazioni nevose), anche se è vero che le stagioni si sono spostate in avanti i giorni di neve restano tantissimi.

    2)Innevamento artificiale:

    Nessuno ha parlato di innevamento artificiale.
    Se un giorno lo si farà in ogni caso non si utilizzerà l’acqua di Ridracoli, visto che neanche uno stupido penserebbe di “tirare” l’acqua attingendo da un bacino a quasi 1000m di dislivello. Se un giorno lo si farà sarà fatto in maniera intelligente e anteponendo il rispetto dell’ambiente, cercando magari di risolvere nello stesso tempo il problema del rischio incendi. (alla prima foglia a fuoco il parco brucia tutto visto che non esistono punti vicini di approvvigionamento dei canaders).

    3) La controparte CFS:

    Esistono altre controparti (es. L’ente Parco) più competenti e d’accordo con l’iniziativa, perché non parla di loro?

    Il CFS non è competente. chi ha deciso non è né una guardia forestale quotdianamente a contatto con le zone in questione ne uno scienziato.
    E’ UN BUROCRATE.
    Un burocrate pelandrone bien ancorato alla sua Poltrona bien retribuita, che si guarda bene dall’infastidire qualcuno o sollevare polveroni.
    E se vuoi mantenere la poltrona di dirigente del CFS ti guardi bene dal metteri contro le forze integraliste-ambientaliste.

    Perché non parli con i veri forestali, quelli in scarponi da montagna e divisa e non in giacca e cravatta? Ti assicuro che il loro avviso sarà differente.

    Il vero politico intelligente non è colui che sceglie uno slogan e lo applica in maniera ottusa senza distinzioni.
    Sanno fare tutti a salvagualdare la natura dagli eccessi dell’antropizzazione, facendo scomparire intere comunità, tradizioni, popolazioni, arti e mestieri. Lasciando la foresta incurata, alla deriva di se stessa e preda dell’indiscriminatio aumento della massa legnosa, dicendo che quello è rispetto dell’ambiente!

    Il vero politico intelligente è colui che trova compromessi, punti d’incontro, soluzioni che concilino con l’equilibrio esigenze apparentemente in controtendenza, senza schierarsi in maniera calcistica per l’una o per l’altra.
    NON SIAMO ALLO STADIO!

    Come pensate di rispettare la natura se non rispettate gli altri.
    Siete solo degli integralisti alla caccia di un nuovo nemico per dare un senso epico e cavalleresco alla vostra battaglia.
    Noi abitanti delle vallate in declino siamo stufi di battaglie inutili.
    Ripudiamo gli interlocutori ottusi, gli integralisti, coloro che saranno sempre contro, coloro che non cambieranno mai idea.
    Come te Simone.

  8. Faccio presente che i miei commenti sono tutti automaticamente cancellati.

    Questo è veramente ignobile. Ricorda una certa censura di un certo ventennio.

    Vi liverate delle opinioni di chi non la pensa come voi.

    Mi dispiace solo che ancora una volta (questo giovedì) gli ambientalisti siano stati invitati al tavolo di trattative.

  9. Faccio presente che i miei commenti sono tutti automaticamente cancellati.

    Questo è veramente ignobile. Ricorda una certa censura di un certo ventennio.

    Vi liverate delle opinioni di chi non la pensa come voi.

    Mi dispiace solo che ancora una volta (questo giovedì) gli ambientalisti siano stati invitati al tavolo di trattative.

    Davide Gabrielli

  10. No Simone (posso darti del tu? Su internet non uso mai il lei, spero mi scuserai), è una pista da sci e non un mostro tentacolare.
    Non voglio fare polemica con nessuno, anche perchè condivido un buona parte le idee dei verdi (e soprattutto sono contento che Alessandro sia in consiglio, svecchia la platea e dà futuro ai ragazzi giovani come me :-) ).
    Ma ti ripeto che andandò in giro per l’Italia è possibile vedere esempi di turismo sostenibile, in cui è possibile costruire in una foresta una pista da sci e permettere di rispettare l’ambiente con protocolli fatti per bene tra i vari enti ed una difesa costante del luogo.
    Non mi preoccupo degli sciatori consumisti (?!?), loro preferiscono andare in trentino per sciare un’ora e tornare a Forlì. Mi preoccupo per una montagna che stà perdendo tutto: eccellenze alimentari, storia, servizi essenziali, fabbriche storiche (per la mancanza di rinnovamento tecnologico). Toscana ed Umbria, con cui condividiamo l’appennino sono 5 anni avanti a noi. E non mi dire che l’Umbria abbia perso in ambiente, dato che è più curato del nostro (e parecchio). Ma bisogna vederli questi esempi, e rendersi conto di TUTTI i problemi della montagna.
    Altrimenti è finita, già qualche comune pensa di disfarsi del parco (se non sbaglio, ho parlato con qualcuno proprio in questi giorni).
    Spero di aver chiarito la mia posizione (personale).

  11. Caro Davide, se leggi bene l’articolo capirai che si tratta di un copia-incolla dell’appello del WWF. Non ho scritto io sugli esplosivi, e non ho i documenti per confermare o meno questa informazione.

    A tutte le altre obiezioni risponderò appena avrò un momento libero.

    Ti consiglio caldamente di portare rispetto (bricconcello è una parola che puoi utilizzare a casa tua, non in un luogo di dibattito politico pubblico), non vorrei doverlo ripetere o dover essere costretto ad altri mezzi per garantire che qui si continui a parlare in modo chiaro, pacato, a volte deciso ma mai scurrile o inopportuno.

  12. Inanzitutto ringrazio Alessandro per aver risolto il problema che mi impediva di espreimere la mia opinione e mi ha fatto pensare cose sbagliate…

    Vorrei porgere una questione a Simone:

    Dici che le opere in questione sono fatte per il mero tornaconto economico della ditta gestrice e dei loro tirapiedi.
    Poi dici che non ha senso fare dello sci dove c’é neve 20 giorni all’anno.

    Questa è la prova di quanto sei fazioso e sclerotico (nella sua accezione più dotta ovviamente) :

    Se ci sono 20 giorni all’anno di neve, come fa la ditta gestrice a realizzare il suo lucro causa di ogni male?

    Scegli o non c’é la neve o è tutto fatto per il lucro, perché chi gestisce impianti da sci non può neanche giungere al pareggio con soli 20 giorni di neve…

    Questa è la prova che per qualcuno questa è una guerra, ed ogni arma anche la più strampalata è lecita.

    C.V.D.

  13. X Alessandro:

    Puoi per favore spiegare da quale attenta valutazione del progetto inerente i lavori in questione hai trovato tracce dell’USO DI ESPLOSIVI?

    Io il progetto l’ho visto ma di esplosivi non vi era traccia…
    Non è che per caso hai pensato che con un pizzico di fantasia il processo di trasformazione da pista da sci (composta quindi ricordo di sola terra erba e fiori) a ecomostro procedesse più veloce nell’opinione pubblica???

    Bricconcello…

  14. Perché io non posso utilizzare bricconcello mentre voi sui giornali (non su un blog che è strumento principe della comunicazione informale) potete travisare i fatti, usare parole come: “imprenditori senza scrupoli”, “tirapiedi” e slogan più adatti ad un comizio che ad una discussione tra competenti.

    I signori del wwf che ho sentito parlare all’ultimo tavolo di trattative a Corniolo, loro si che erano ARROGANTI!.
    Gente mai vista sulle nostre montagne se non una volta quando mi ricordo che arrivati in massa sulle loro jeeps ( tragitto svolto a piedi 15m), carichi di spillette e distintivi, dopo aver etichettato il tiglio davanti a casa mia prima con svariati nomi fino ad accordarsi su un “Ficus Montanus”, hanno intrapreso una battaglia contro la signora Lidia (93 anni) colpevole di aver raccolto dei fiori (dal giardino condominiale, proprietà privata, che però con senso civico e di comunità nessuno ha mai chiuso) per abbellire la nostra chiesa.

    Ed poi questi semi-sconosciuti arrivano e volgliono decidere tutto loro etichettando tutti ad estirpatori e senza ascoltare.
    Io non sono arrogante, perlomeno non più dei vari componenti di wwf e verdi (non quelli che salvano gli orsi polari dall’estinzione: EROI) ma coloro che scagliano la loro crociate contro gli ultimi tentativi di dare un futuro ad una montagna che altrimenti rimarrà con i lupi, i cinghiali, i vostri “Ficus Montanus” MA SENZA UOMINI, UNICA SPECIE GIA ESTINTA!

    Lo stesso WWF che si è scagliato contro il taglio degli alberi nella Bidentina, quello sì che è un crimine!
    Loro non amano gli esseri umani, amano le loro spillette ed il senso di aggregazione che ne deriva .
    Quante persone sono morte su quegli alberi! Io ho perso degli amici, altri hanno perso dei figli! E loro solo ha pensare al destino di qualche albero (non era certo il disposcamento della foresta amazzonica, erano gli alberi sul ciglio della strada).

    Perché non prendono i 4 faggi spezzati che si taglieranno per mettere in sicurezza le piste e gli alberi della bidentina e se li piantano davanti a casa o sul ciglio della strada che i loro figli fanno per tornare dalla discoteca, magari “sballati” dalla mariuana che tanto vi battete per liberalizzare.

    Non sono arrogante, non più di voi.
    Ma sono incazzato, quello sì più di Voi!

    X Alessandro: se raccogli cecamente battaglie avvelenate e create da altri senza porti domande, allora mi spieghi a cosa servono i giovani in politica?
    Non abbiamo bisogno di un altro politico ceco e sordo. Di uno che si chiuda nei suoi ranghi, per non gaurdare dall’altra parte della trincea.

  15. x Dadive Gabrielli:
    Non era Lei che inneggiavi al “Buon Senso”, alla “Civiltà”???? Dove l’ha lasciata?
    La mia “sclerosi” (che magari neanche sa cosa significa) me la curo a modo mio, non si preoccupi!

    Non è la prima volta che la gente di montagna si lascia “imbambolare” dalle parole dei politici e poi paga il conto, a volte salato!

    Io mi auguro che diversamente dal solito questa “pista” per tutti non diventi una pista ad innevamento artificiale (causa di subsidenza in pianura, di disfacimento del sottosuolo e moria di alberi e piante, graie all’uso di sali di metalli vari per innalzare il punto di fusione del ghiaccio), che per realiarla non si debba usare l’esplosivo, che non interagisca troppo con la migrazione locale della selvaggina, dei cinghiali, del lupo, e di tutte quelle creature che prima di Lei e dei suoi concittadini vi hanno abitato in santa pace.

    Se poi le sua lungimiranza è migliore della mia, e le mie opinioni risultano poco credibili, usi almeno un poco di civiltà che le resta, senza offendere nessuno.
    Il fatto che io abbia detto “Facciamo di Santa Sofia la meta del turismo intelligente (bird-watching, gare ciclistiche, sagre, prodotti locali), non un posto dove sperperare i soldi dei cittadini a danno dei cittadini, a favore di una “azienda” e dei suoi tirapiedi.” la offende me ne scuso, ma non vi trovo (almeno in Italiano…. parliamo la stessa lingua, vero?) parole offensive.

    Le ricordo che http://www.demauroparavia.it/120592 tirapiede al massimo può essere dispregiativo, ma sempre legandolo al contesto del “SE”.

    Poi magari Voi avete ragione, ma perlomeno quando scrivete sui forum usate civiltà e buon senso, che tanto professate.

    P.S. Io non sono un verde, ne un ambientalista.
    Sono solo un cittadino, magari “sclerotico” che esprime la sua opinione, constatando il fatto che oggi più che mai “pecunia non olet”…….

    P.P.S. E cmq resta il fatto che impianti come quello che si vuole realiazzare costano parecchi euri e di solito chi ci guadagna è l’appaltante (che incassa i finanziamenti e magari poco dopo fallisce), su un terreno che è di tutti, in gestione al comune di Santa Sofia, se non sbaglio!

  16. Per sclerosi si intende la perdita delle capacità elastiche e delle flessibilità.
    E’ un fenomeno riscontrabile nella mente di molti politici cresciuti a pane slogan e finanziamenti pubblici.

    1) Gli animali non migrano, quelli sono gli uccelli.
    ma che strana idea avete degli animali???
    Forse invece che oscurare Santoro era meglio oscurare Licia Colò…
    Gli animali della foresta non sono organismi soffiati nel più sottile cristallo di boemia pronti a disintegrarsi al primo calpestio di un essere umano.
    Il nostro parco è florido di animali, (si pensi solo che la sovrappopolazione di alcuni costringe a catturarli in gabbie e poi mandarli all’inceneritore lo sapeva questo?).
    Persino il lupo, unico a richio estinzione (per la caccia, non per le piste) è tornato numeroso, per la felicità di noi tutti (siamo noi residenti i primi amanti delle nostre montagne) di cappuccetto rosso, della nonna e di Licia Colò.

    Il nostro parco copre una superficie di oltre 36.000 ettari.
    E con il suo 85% di foreste é il più “boscato d’italia”.
    I lavori sulle piste riguardano un fazzoletto, che dopo i piccoli interventi sarà ancora ricoperto di erba, prati e fiori.

    La natura é in pericolo per la caccia sfrenata, il bracconaggio, l’abusivismo edilizio, gli ecomostri anni’70, il disboscamento senza regole etc etc.

    Non per due piste da sci dove d’estate la gente fa i pic-nic.
    Non per gli sciatori da discesa che fanno sport in mezzo al verde.
    Non per gli sciatori di fondo e d’alpinismo.

    Ma non mi meraviglio delle vostre opinioni, visto che l’ultimo intervento che ricordi del WWF è stato per impedire la tradizionale camminata nel bosco organizzata nel parco dagli enti locali perché la gente camminando calpestava le “erbette rare”.

    QUESTA E’ PURA FOLLIA.
    La risposta agli orrori che hanno messo in pericolo la natura non è il nazi-ambientalismo, ma il cammino della sostenibilità ambientale.
    Quanti esempi in Italia e nel mondo di turismo sostenibile e valorizzazione del territorio rispettose dell’ambiente.

    E perché a Campigna no?
    Perché gli abitanti non portano voti?
    Perché non siamo iscritti al wwf ?(anche se poi i nostri genitori come gioco da piccoli istituivano la gara a chi raccoglieva più cartacce nei boschi intorno a casa e il WWF cosa mai ha fatto di concreto?)
    O forse perché ci siamo sempre fatti mettere i piedi in testa facendoci derubare della competenza territoriale che inevitabilmente ci spetta???!!!

  17. Visto le sue capacità “elastiche” e “flessibili”, mi spieghi dove esistono “cammini della sostenibilità ambientale”….

    Ne trovi un esempio e lo illustri a Noi per una corretta iterazione.

    Credo comunque che i miei dubbi e le mie perplessità non siano primari alle esigenze degli abitanti del “loco” in questione, anzi.
    Se Voi abitanti di Santa Sofia e della Campigna decideste di “ristrutturare” ugualmente la vostra “mostruosa” pista da sci per trarne un beneficio econico, tanto di rispetto. Però se il danno ecoligico risulterà superiore alle previsioni, non lamentatevi se un coro si alzerà e vi manderà a cag… Consci di ciò, siete sempre e cmq sovrani nelle decisioni del vostro territorio, rispettando le leggi e le convenioni stipulate. E se mi permette, anche un briciolo di “buon senso”, così tanto da lei citato, ma poco applicato, almeno per quanto riguarda la discussione sul forum.
    Poi se le interessa posso darle lezioni per l’utilizzo dei forum e di tutto quello che riguarda Internet ed il mondo delle telecomunicazioni, visto l’abuso nefasto che ne fa degli stessi, ripostando il suo “libero” pensiero urlando allo scandalo per qualche click di troppo del suo mouse!!!! :-)

  18. Mi complimento con Davide che pur essendo giovanissimo dimostra molto equilibrio e buon senso , da vero montanaro autoctono.
    Non posso dire altrettanto di Alessandro e C. che portano avanti tesi errate e ingannevoli tendenti solo a distorcere la verita’ ed influenzare l’opinione pubblica in senso negativo facendo apparire come un disastro apocalittico un piccolo intervento di adeguamento alla sicurezza di una pista da sci , che badate bene non e’ una speculazione privata con denaro pubblico , ma un servizio sociale a vantaggio delle vallate del Bidente e del Casentino .
    Chi scrive non ha purtroppo piu’ l’eta’ di Davide e non e’ un montanaro ma frequenta Campigna da decenni essendo un vero e sincero appassionato della natura. Conosce bene il territorio perche’ a differenza di molti teorici, lo percorre a piedi in lungo e in largo non utilizzando molto spesso neanche la gia’ scarsa ed inadeguata sentieristica, proprio per verificare lo stato di salute del bosco e della natura in genere. Il vero disastro e’ il bosco e non la “pista nera”. Nessuno degli intervenuti del WWF ne ha fatto menzione , forse per non danneggiare l’immagine del tanto osannato parco delle “Foreste Casentinesi ” e del corpo Forestale ?
    Da quando Campigna e dintorni e’ stata abbandonata dai montanari autoctoni , che per secoli hanno saputo correttamente convivere in simbiosi con la natura , tutta la foresta sta lentamente ed inesorabilmente morendo. Non sono certamente i burocrati del “parco Nazionale” del corpo Forestale o del WWf a salvarla; questi pensano soltanto a salvaguardare i loro stipendi od i loro piccoli centri di potere erigendosi falsamente a protettori dell’ambiente. Invito i diffidenti a percorrere i fondovalle ed i crinali delle Cullacce, del Satanasso, dell’OIA ecc. e dappertutto vedrete solo un grande abbandono, una foresta che va inesorabilmente verso la morte e solo l’intervento intelligente ed oculato dell’uomo di montagna puo’ essere la salvezza.
    I falsi naturalisti ignorano tutto questo; il loro interesse e’ solo politico e accusano spudoratamente gli ultimi montanari di Corniolo Campigna ecc di volere distruggere l’ambiente. QUANTA IPOCRISIA !!!!!!!!!!!!!!!

  19. Lei recita: “La natura é in pericolo per la caccia sfrenata, il bracconaggio, l’abusivismo edilizio, gli ecomostri anni’70, il disboscamento senza regole etc etc.”

    Bene, punto punto le dico:
    – caccia sfrenata e bracconaggio sono imputabili quasi sempre agli abitanti del luogo (magari chieda a Bulbi, lui ne sa qualche cosa)
    – abusivismo edilizio….. pure!
    – ecomostri anni ’70…… come sopra!
    – il disboscamento senza regole, quasi sempre è autoctono!

    Giusto per informarLa, la migrazione giornaliera e stagionale degli ungulati (cervi ecc.) copre nella provincia di Forlì (ovviamente del parco) circa 16500 ha, con minimo di 4000 ha durante l’accoppiamento (ogni maschio crea un territorio). Il picco tra novembre e gennaio, spostamento autunno-invernale, discesa a valle, tanto quanto quello primaverile-estivo, risalita sopra gli 800 metri!

    L’unica specie stanziale all’interno del bosco e del parco è ………. l’uomo!

    Quello che riporto sono gli studi condotti sino al 1998 sulla fauna e la flora delle foreste umbro-casentinesi.
    Ad oggi la popolaione dei cervi, daini, mufloni è aumentata, così come dimostra la rapida crescita della popolaione dei lupi e delle volpi, che se ne cibano.

    Se aspettiamo qualche decennio (in quiescenza) forse ritorna anche l’orso… :-)

  20. Piccolo ripasso di matematica:
    Come fa a misurare la distanza di migrazione (misura lineare) in ettari (misura di superficie)?
    Forse Lei si riferisce all’home-range (che non è fatto dal maschio come lei dice ma da entrambi i sessi), che in ogni caso varia in maniera condizionata da infiniti fattori non racchiudibili in regole e non generalizzabile. Si può solo procedere al suo studio puntuale su un’area ristretta coln l’ausilio di radiocollari.
    In ogni caso l’osservazione è scarsamente pertinente, perché come può un piccolo lavoro di sistemazione di una pista da sci interferire con un processo istintivo ancestrale che porta gli animali alla naturale ricerca di cibo (infatti si avvicinano spesso alle zone abitate durante l’inverno) non credo che lei riesca a spiegarlo.

    Veniamo alle colpe dei residenti:
    Forse lei si riferisce ai mostri ecologici creati dai residenti nella riviera romagnola.

    Come può scrivere certe banalità.

    Gli eco-mostri sono figli del loro tempo, dove si è verificata una nefanda coincidenza di deregolamentazione, scarsa sensibilità ecologica da parte della politica (troppo impegnata ad arraffare)e corruzione.
    Ma non è certo colpa universalmente dei residenti, anzi spesso dietro vi erano grossi gruppi industriali estranei al territorio (es: Sestriere).
    Nella foresta di Campigna l’unico “mostro” ovvero il rifugio CAI, (un casermone di acciaio e cemento nel bel mezzo del crinale) non è stato voluto dai residenti che anzi lo giudicano un inutile orrore.
    Ma perché nessuno protesta in proposito?
    Ve lo dico io: perché senza battaglia non ci sono eroi, e lì ovviamente uniti dal buon senso saremmo tutti d’accordo.

    Le oasi felici invece dove si è proficuamente declinato il concetto di “Sviluppo Sostenibile” esistono eccome e sono spesso le piccole comunità unite da grande senso civico e coesione attorno a valori civili e ambientali comuni a decretarne il successo.
    Gli esempi si sprecano: Il bellissimo abruzzo (che sta ove aimeh colpito dai disastri firmati anni’70 ponendo rimedio) e non trovando pretesti per la quarantena ed il lassismo, le splendide vallate del trentino (val di fassa, val senales, val di zoldo) etc.. dove i residenti in piena armonia con le amministrazioni tutelano gelosamente il loro patrimonio naturalistico ed umano, creando allo stesso tempo una maniera fruibile agli altri per entrarne a contatto rispettosamente, amarla e imparare a rispettarla.
    Non si costruisce perché non è necessario ma si mantiene e migliora ciò che c’é già, utilizzando canoni estetici e materiali coerenti con la tradizione ed il rispetto dell’ambiente.
    Non si può amare veramente la natura cosiccome l’arte se non si hanno occasioni di contatto con essa, e su scala allargata questo significa anche Turismo.

    Scrivo dalla Francia, dove svolgo i miei studi universitari.
    Abito nella Linguadoca, splendida zona dove tutto è Natura. La Camargue, Provenza, Cevennes, Pirenei etc…

    Vi assicuro che qua è tutta un’oasi felice, la natura è rispettata (anche perché il flusso turistico crea focus da parte della comunità internazionale e scientifica, cosiccome succede per i grandi patrimoni artistici che provi qualcuno a buttare giù il colosseo per fare un parcheggio!).
    In questi luoghi l’uomo convive magnificamente con essa, conservando le sue tradizioni che anzi sono state valorizzate (cibi, pastorizia, artigianato etc..) grazie al turismo (ovviamente equilibrato e regolamentato).
    Risultato: in zone anche ostili e impervie l’uomo è rimasto.
    E con esso tradizioni esperienza e competenze che andranno perse.
    Verrà lei fra qualche decennio ad insegnare a fare i boscaioli o i vivaisti quando ci si accorgerà dei disastri causati dall’abbandono a se stessa (in nome dell’ambientalismo) di una foresta nata sotto il segno dell’antropizzazione. I boscaioli di cui parlo non erano dipendenti di multinazionali ma del DEMANIO.

    Il fatto che sia il parco naturale europea più boscoso (85%)non la fa riflettere? Crede che sia nato così?
    Assolutamente NO! E’ il risultato dell’abbandono a se stesse delle zone cedue destinate a taglio.
    E con i boscaioli se n’é andato anche chi pulisce i fossi, i sentieri, chi ripara i muretti a secco etc…
    La strada che collegava campigna con la valle del mugello è crollata e nessuno l’ha riparata… tanto a chi frega?
    Pastori non ce ne sono, boscaioli neanche, abitanti tanto meno, turisti non ne parliamo (meglio spedirli tutti in Alto Adige per le vacanze così magari inquinano un pò di più nel tragitto intasando le autostrade e imparano il tedesco…)
    O forse perché finché esisteranno gli ambientalisti della domenica (spesso a casa davanti alla TV: discoveru channel con zapping sulla partita) venire a Campigna sarà un rischio mortale vista la pericolosità della Statale Bidentina di cui bisogna salvare gli alberi.
    Tanto a chi frega se muore un giovane che magari andava al lavoro (in città perché da noi non c’é più) non era sicuaramente iscritto al WWF.

    Vedendo il caso Francese, mi sono chiesto che cosa non ha funzionato in Italia e l’unica risposta che ho trovato è questa:

    La Francia Gaullista o Mitterandiana ha sempre avuto governi (centrali e locali) stabili e operosi, produttivi e lungimiranti, non in ostaggio di estremisti di qualsivoglia colore e bandiera.
    L’amministrazione pubblica funziona, non è il ricettacolo degli scansafatiche ma soprattutto sono ancora una nazione con un’economia trainata dall’agricoltura.
    La gente lavora la terra interagisce con la natura, la vive.
    E’ interessata ad essa attivamente e non lascia delicate decisioni su di essa in mano ad una frangia di estremisti ringalluzziti da un documentario sull’orso polare o la caccia alle balene seduti comodi sulla loro poltrona nel loro bel condominio di calcestruzzo dove di quella natura con cui si deve fare i conti e scendere a compromessi non vi è traccia.

    Tornate ai fatti. Questo non è un ecomostro. Non è la liberalizzazione delle costruzioni in aree protette, non è la mercificazione del patrimonio Naturale.

    E’ la CONSERVAZIONE di una Pista da sci fatta nel rispetto della legge, del buon senso, e soprattutto della Natura. Che è lì da prima del parco e prima del WWF (anzi è l’unica rimasta delle 3 Stazioni da sci che c’erano fino a qualche anno fa sulle nostre montagne).
    Anzi perchè non provate nelle fredde domeniche d’inverno a portare i vostri figli.
    Potranno imparare a sciare immersi nel verde a due passi da casa, nell’unica scuola sci riconosciuta della Romagna (da 40 anni).
    E se proprio non volete, pazienza, venite a passeggiare, o a fare un Pic-Nic (basta non lasciate in giro le cartacce) ma rispettate chi la pensa differentemente da voi e ama questo sport invece del Calcio (per cui si spendono soldi per campi spesso deserti) il Tennis (non ne parliamo), il nuoto, il pattinaggio o altri…

  21. Vista la confusione che regna nella stampa, nelle varie e-mail ecc… sull’argomento, abbiamo organizzato (Provincia, Comunità Montana, Comune di S.Sofia) due incontri pubblici: giovedì 11 gennaio alle 20,30 a S.Sofia e lunedì 15 gennaio alle 20,30 a Stia per illustrare il progetto.
    E’ previsto anche un dibattito.
    Così tutti potranno dire la loro sulla base di dati certi. Siete tutti invitati.
    Cordialmente.
    ing. Flavio Foietta – Sindaco di Santa Sofia

  22. in questi giorni la temperatura max giornaliera è intorno a 10 gradi su quei monti.
    di che piste, di che sci, su quale neve si stà parlando?
    o continuiamo a fare finta che nulla?
    e che i problemi globali di ambiente e clima riguardano gli altri e non noi, non ora, non quì?
    un po come per i rifiuti e l’inceneritore, le auto e le mille strade che si vogliono realizzare, le case e le misure di risparmio energetico che non si applicano alle migliaia di appartamenti in costruzione?
    fausto pardolesi

  23. E’ un errore anche come investimento: se dovessero farlo i privati con i propri soldi, l’entusiasmo sarebbe lo stesso?

    Probabilmente no.

    Sono contento che abbia inserito un commento persino il Sindaco Foietta. Mi stupisce però che tra i tanti servizi che paiono mancare agli abitanti delle nostre montagne al primo posto sia la pista da sci.
    Evidentemente non ci sono poi tutti questi problemi. Con quel denaro potrebbero essere fatti altri investimenti, anche per il turismo.

    Sulla competenza territoriale è assurda l’ipotesi di chi afferma che sono gli abitanti i proprietari degli spazi che verrebbero utilizzati. Quello è demanio pubblico e tutti i cittadini, anche quelli della Sicilia, ne sono comproprietari.
    E’ territorio di proprietà nazionale, non comunale, ed è assurdo che i cittadini chiedano di discutere da soli sul come gestirlo, oltretutto con soldi pubblici che non sono solo loro.

    E’ chiaro che le decisioni devono essere prese con il consenso di chi abita un territorio, ma non dimentichiamoci che ognuno a casa sua non può fare quello che vuole, sarebbe il via per lo sfruttamento senza controllo di ogni bene pubblico esistente!

    Qui si vuole chiudere un dibattito scartando le opinioni di tutte le persone contrarie, con argomentazioni spesso ridicole. Un esempio su tutti i continui riferimenti agli abitanti della zona, tutti residenti fuori dal parco, che sarebbero gli unici sostenitori della tutela dell’ambiente, forse perché qualcuno di loro ha raccolto qualche carta gettata dai peggiori turisti.

    La pista da sci dovrebbe essere, secondo queste persone, la sola cosa da fare per sostenere il territorio. Allo stesso tempo si dice che l’impatto è minimo e che le ricadute positive sono massime. Delle due l’una: se ci saranno molti turisti, avranno bisogno di un ampliamento degli impianti, delle strutture, degli alberghi, dei ristoranti, e via dicendo. Se invece sarà poco visitata, avrà minime ricadute economiche (gli unici rischi saranno quelli degli investimenti pubblici buttati al vento).

    Chiaramente chi propone il progetto ipotizza la prima delle due possibilità, utilizzando la seconda per far ingerire la pillola.
    Si attribuisce ai Verdi ed al WWF il merito-demerito di aver chiuso le piste esistenti. Un partito con zero consiglieri comunali in zona ed una associazione avrebbero tutto questo potere? Sarebbe una cosa certamente interessante, ma è più probabile che gli impianti esistenti non avessero attrattive economiche, che fossero insostenibili. Quando ci sono grandi interessi è più difficile fermare i progetti.

    Un’altra considerazione: si dice che spostando i turisti dello sci in Campigna si riduce l’impatto ambientale, perché ci sono meno spostamenti.
    Questa idea è alquanto opinabile: dovremmo quindi concludere che ogni montagna dovrebbe replicare le strutture di Madonna di Campiglio? Così gli spostamenti sarebbero ancora di meno!
    Secondo questo ragionamento ogni spiaggia dovrebbe avere le discoteche di Milano Marittima, ogni provincia un parco giochi acquatico ed uno stile Gardaland.

    Ogni territorio ha caratteristiche diverse che sarebbe meglio tutelare invece di sfruttarle per duplicare quello che esiste già a non molta distanza (e non parlo di Madonna di Campiglio).

    Si portano come esempi la contrarietà di Verdi e WWF su alcune opere pubbliche, considerate inutili o non prioritarie, che probabilmente permettono slogan di grande successo (chi ad un primo acchito è contrario ad una società veloce, moderna, ipersviluppata, dove si può comprare tutto?).

    Così si chiede di triplicare la via Emilia, senza prima pensare a sistemare le strade che già ci sono, si chiede di fare un ponte sullo stretto di Messina, senza prima portare a livelli decenti la ferrovia, si pensa all’alta velocità, quando Trenitalia va a rotoli per mancanza di investimenti sulle tratte esistenti.

    Rivendico questa mia contrarietà e le altre che ho espresso perchè so che esistono alternative, quando mi oppongo all’inceneritore lo faccio perchè so che esiste un modo per evitarlo che crea più lavoro e distribuisce più equamente costi e guadagni del servizio.

    Sono io che utilizzo slogan oppure voi? Serve davvero una tavola da snow per far capire alla gente che la montagna e l’ambiente sono importanti?

    Se fosse davvero così, allora saremmo veramente in una situazione pessima, che non farebbe che aumentare la mia preoccupazione su ogni grande intervento di promozione del turismo.

    Ho allegato all’articolo anche la risposta del WWF al manifesto pubblicato, un contributo in più ad un dibattito che è stato viziato da un quasi monologo.

  24. Questo inizio di inverno è anomalo.
    E allora?
    Capita.
    Anche qualcuna delle ultime stagioni estive è stata anomala non per questo si chiudono gli stabilimenti balneari.

    I problemi globali come l’effetto serra, vanno giustamente affrontati nelle sedi e dagli organi competenti prevedendo riforme ad ampio raggio su questioni come la produzione ed il consumo di energia (con un pò meno di ipocrisia sul ruolo reale delle energie rinnovabili magari).

    Cosa centra con la pista di Campigna.
    Costringendo gli appassionati a fare più chilometri per andare a sciare, l’effetto serra sarà solo maggiore.

    Sulla scarsa attenzione al risparmio energetico soprattutto nelle costruzioni degli appartamenti non posso che essere pienamente d’accordo con lei (forse anche di più visto che vivo in una casa super-isolata dove con una stufa a legna scaldiamo le stanze, l’acqua sanitaria, il forno, le piastre di cottura e solo il problema delle precipitazioni nevose mi impedisce di installare pannelli solari ).

    Ma questo cosa centra con la messa in sicurezza dell’unica struttura pubblica riservata allo sci nella Romagna-Toscana?

  25. E lo sai invece qual’é la cosa buffa?

    Che la legna siamo costretta a comprarla a volte anche a centinaia di Km di distanza. Inquinando quindi per trasportarla…
    Questo mentre i boschi delle nostra foresta straripano di legname e di alberi caduti (bosco troppo fitto e vecchio)i che intralciano i sentieri e gli alvei dei torrenti.

    Capisci di cosa parlo quando dico Buon Senso?
    Sarebbe come dire che gli abitanti della piana del Fucino (sono sicuro che in quanto amante della natura sai di cosa parlo) fossero costretti a comprare le patate per il loro consumo da noi in Romagna.

  26. Tutti gli investimenti pubblici (escluso forse le industrie che producono armi) non sono guidati da una logica squisitamente finanziaria, ma da quella del servizio al cittadino.
    Vale per gli ospedali, per le scuole, ma anche per le polisportive, i centri di atletica e le piscine.

    Se non vi piace questa logica potete proporre un ritorno al liberismo sfrenato così nessun soggetto pubblico proporrà investimenti poco fruttuosi come quelli citati sopra.
    NON PRENDETE MERITI CHE NON VI APPARTNGONO.
    Non sono stati gli ambientalisti a proporre la chiusura delle altre 2 stazioni sciistiche di Campigna, ma le ragionevoli Forze Locali.
    Si è tenuto conto che in una logica di “Turismo sostenibile” e considerato il bacino di utenza, una stazione magari ammodernata e ben gestita era più che sufficiente.
    Non serve aumentare le attuali strutture alberghiere, i ristoranti, i parcheggi, né costruire centrali atomiche, perché a Campigna si viene a passare una giornata sulla neve e poi si torna a Casa, è una giornata di relax portata di tutte le tasche alternativa allo shopping o alla Televisione.

    Le Vostre elucubrazioni che appartengono alla vostra retorica di reclutamento degli ignavi (e ignari), terrorizzandoli con scenari apocalittici e distogliendo dalla realtà dei fatti.

    NIENTE ECOMOSTRI-NIENTE PALAZZI-NIENTE PARCHEGGI-NIENTE CEMENTO…
    SOLO IL MANTENIMENTO DI UNA STORICA PISTA DA SCI (composta lo ricordo di sola terra erba e fiori), patrimonio delle nostre montagne.

  27. Con questa posizione i verdi si giocano il mio voto che da alcuni anni gli do sempre, ecco le mie motivazioni:

    – Si i soldi per il lavoro sono pubblici, questo inizialmente ha suscitato forti dubbi anche a me, ma poi mi sono informato meglio su come avviene per le altre piste (cimone o altre): è uguale! il pubblico paga i lavori per incentivare il commercio, gli affari, lo sport e la sopravvivenza di quelle zone. Chiaramente chi ci guadagna di più da questo sono i gestori degli impianti, i rifugi, gli hotel ecc…
    Ma se si vuole contestare questo modo di fare bisogna agire globalmente, nel singolo caso non ha senso

    – Non è vero che la zona non ha vocazione sciistica, è chiaro che non ce l’ha come madonna di campiglio, cimone ecc… ma quella pista è un divertimento/approccio_alla_montagna per chi in romagna/toscana vuole passare una bella giornata senza bisogno di fare centinaia di chilometri, ci si va 1-2gg alla stagione ma questo basta.
    La pista è apprezzata da tanti sci club della zona, dagli sciatori della zona e daglia sciatori occasionali.
    Il lavoro non andrà a beneficio solo del proprietario degli impianti e del rifugio, ma anche ai prorietari degli hotel, dei negozietti, dello sport, della zona ecc…

    – non è vero che l’attività della pista dura 20gg, negli scorsi due anni è durata 3-4 mesi!!! Non prendete come unica unità di misura l’ultimo anno. L’anno scorso tutti dicevano “ve quanta neve, vedi che il clima mondiale non si è guastato!?” quest’anno il contrario, stare dietro a queste misurazioni meteologiche miopi è sbagliato, il clima va analizzato nei decenni non nei suoi sbalzi saltuari (e quest non lo dico io, ma i metereologi).
    Lo sbalzo di quest’anno può accadere, in linea generale il pianeta si sta surricaldando ma il comportamento eccezzionale di quest’anno non può essere usato come campione, a meno che voi non vogliate fare dei falsi senzazionalismi (cosa che vi sconsiglio perchè quando una prossima stagione nevicherà di brutto questo comportamento vi si ritorcerà contro).

    – I lavori non sono solo sulla pista nera ma anche nello skilift: lo skilift è vecchissimo, probabilmente non più in regola, di sicuro durerà ancora poco. E’ necessario cambiarlo e, intanto che si fanno i lavori, tanto vale cambiarlo con una seggiovia.
    Se non viene dato l’ok ai lavori non è che tutto continuerà come prima (come dite), dopo pochi anni bisognerà smantellare l’impianto e quindi la pista.

    – Non è vero che la pista nera viene ampliata solo per renderla più utilizzabile agli snowboard: chi ha mai sciato in campigna sa che la prima parte della pista nera è orrenda e insicua, sia per lo snow che per lo sci. Quindi una sua sistemazione è utile per sci e snow.

    – Non sarà certo lo sci a risolvere tutti i problemi della montagna, questo è ovvio, ma AIUTA!!! non ci sarà mai nulla che da solo risolverà i problemi della montagna ma tante azioni insieme, delle quali la pista ne è una parte.

    – Concordo con Davide Gabrielli quando dice che lo sci in campigna è un buon approccio alla montagna, soprattutto per i giovani-giovanissimi. Un buon modo per avvicinarli alla montagna, anche per me è stato così.
    Toglietegli anche questo divertimento e la zona continuerà a morire.

    – La montagna non è SOLO dei montanari, certo, è anche dei siciliani. Ma occorre dare dei forti incentivi (come fanno in svizzera ed austria per esempio, non parlo di soldi liquidi, di vantaggi) a chi abita in quelle zone, altrimenti la montagna si spopolerà ancora di più di quanto stia già accadendo. Continuando in questo processo i paesi vicino alla campigna diventeranno disabitati e non più visitati/vissuti.

    – Non citate solo la forestale come parere sulla pista, il comune, la provincia, la regione, l’ente della campigna sono tutti d’accordo.

    Sono d’accordo con i verdi su battaglie come l’energie rinnovabili, l’inceneritore ecc… ma trovo che esageriate sempre in battaglie assurde e controproducenti come la bidentina e questa della pista da sci.

    ciao

  28. Per Filippo Flamini: complimenti per le argomentazioni!

    Per Davide Giunchi: hai ragione sul fatto che si debba agire nella stessa maniera. La cosa migliore non sarebbe fare una pista da sci in ogni montagna, ma stabilire con un piano cosa fare e dove.

    Poi alla fine non vedo perché ci si offende sull’essere o no ambientalisti. Se vogliamo a tutti i costi incentivare lo sviluppo urbano anche nelle montagne, come nelle città, basta dire che la tutela del territorio e della salute (perchè sono connessi) è meno importante del divertirsi il week-end.

    Il problema è che quello che ci tocca è sempre fondamentale, come ad esempio i blocchi del traffico. Il problema delle PM10 esiste, però nessuno rinuncia all’auto privata e non intende farlo nemmeno per fare 100 metri a piedi.

    Non mi consola il fatto che sul Cimone sia lo stesso: noi tutti paghiamo per un servizio che fa guadagnare poche persone (chi gestisce gli impianti).
    In tempi di ristrettezze economiche bisogna stabilire quali sono le priorità. Lo ripeto, la pista da sci non è l’unica necessità delle montagne. Tanto per citarne una, chi non abita in città non ha nemmeno la possibilità di avere la banda larga in casa, che al giorno d’oggi è fondamentale come il telefono (e non solo per scaricare musica).
    Questo è un esempio di servizio che permetterebbe a molte piccole aziende di servizi di rimanere o spostarsi nei paesi.
    Su questo io investirei.

    La pista da sci serve a chi vuole divertirsi: è un desiderio legittimo, ma nessuno mi convincerà a credere che sciando su neve artificiale si apprezzerà la natura.
    Aumenterà sicuramente il numero di week-end passati a sciare, ed invece di spostare gente dal Cimone in Campigna aumenterà le persone che si sposteranno dalla città alla montagna.

    Guardate, è la stessa idea dell’ambiente di Bersani: lo sviluppo economico non deve tenere in considerazione gli impatti che ha sull’ambiente.
    Finchè si parla di ambiente, cosa che appare astratta, tutto bene. Però dobbiamo pensare che lo sviluppo economico inteso in questa maniera non si ferma davanti a niente: alla salute delle persone, alla tutela dei lavoratori, al surriscaldamento del pianeta, etc.

    Intanto che ci siamo perchè invece di limitarci non rilanciamo questa iniziativa per la tutela del territorio e degli abitanti della montagna: facciamo 10 piste invece di una, costruiamo un villaggio turistico dentro il parco, un bel parcheggio di 10 ettari di cemento per chi deve arrivare. Abbattiamo tutti gli alberi che sono ai bordi delle strade, sono loro la causa degli incidenti e non la gente che va ai 180 ubriaca.

    Piccolo inciso su questo argomento: dove non ci sono alberi, come in autostrada, i morti ci sono ugualmente. La gente si schianta fuori dalla strada, non sull’albero, ma muore uguale. Dove non ci sono alberi la gente ha meno paura e va più veloce. L’ideale sarebbe avere delle siepi alte che diano il senso della prospettiva e limitino la percezione di libertà che fa premere sull’acceleratore. Certo, dire che è stato l’albero ad uccidere amici e parenti ci libera l’anima dalle nostre responsabilità.

    Così, invece di proporre una siepe o un semplice autovelox, si pensa che abbattere gli alberi sia la soluzione al problema.

    Come prima, quando si deve rinunciare a qualcosa (la velocità) il gioco non vale mai la candela.

  29. Ma lei Gabrielli ha letto Aggiornamento:Risposta WWF al manifesto?

    Trova il link nelle prime righe di questa pagina!

    Ha letto con attenzione?

    “SOLO IL MANTENIMENTO DI UNA STORICA PISTA DA SCI”? Da questa dipende l’economia di tutta la Campigna?
    Questo è il servizio al cittadino che Lei propone per la Campigna?

    Amaramente “ridicolo” il suo pensiero!

    O forse 1500000 euri fanno gola a chi li avrebbe fra le mani per creare una cosa che probabilmente non vedrà altro che la buia consapevolezza del fallimento! (neve zero, freddo zero).

    “Non sono stati gli ambientalisti a proporre la chiusura delle altre 2 stazioni sciistiche di Campigna, ma le ragionevoli Forze Locali.
    Si è tenuto conto che in una logica di “Turismo sostenibile” e considerato il bacino di utenza, una stazione magari ammodernata e ben gestita era più che sufficiente.”

    A detta del WWF la chiusura è dovuta la fallimento della società che la gestiva……Guarda il caso, con tutta la neve che fa da quelle parti!

    A casa mia quello che lei afferma si chiama “ipocrisia”. La rimando a http://www.demauroparavia.it/59977 per la definizione!

    Senza offesa ovviamente. :-)

    P.S. E’ pregato di non urlare, non siamo sordi!

    P.P.S. Meno propaganda e più “buon senso”.

  30. Caro Filippo, deduco che non sai leggere.

    Ho scritto più volte ed ho anche inserito un Nota Bene prima del form per i commenti che uso un sistema antispam per evitare che mi arrivino centinaia di messaggi sul viagra ogni giorno.

    Attenzione alle offese, non desidero dovermi tutelare ma vi ricordo che ognuno è responsabile di quello che dice, come in un luogo pubblico, ed il limite della mia comprensione della maleducazione di alcuni visitatori è ormai esaurito.

    Ripeto per l’ennesima volta: spendo il mio tempo a lasciare a chiunque, senza moderazione, la possibilità di dire la propria. Non mi obbliga nessuno, ma credo sia un servizio utile che nessun politico, per non dover rischiare di dare spazio a chi ha opinione diversa, lascia a sue spese (questo dominio ed i relativi costi sono pagati da me, non dal Comune e tantomeno dal Partito).

    Le vostre offese non fanno che dare ragione a chi non vi ascolta, quando lo capirete avrete qualche possibilità in più di partecipare a dibattiti democratici.

  31. La pista nera in campigna ci vuole.
    Comunque è inutile esprimere ideee in questo forum… l’ unico che ha un po di testa è Gabrielli… il resto…

  32. Non ho detto che tutti i morti sono causati dalla velocità, ho detto che la velocità è la causa maggiore dei morti sulla strada. I limiti di velocità sono bassi, ed in caso di pericolo l’autista dovrebbe limitarsi ulteriormente, proprio perchè in caso di imprevisto si possa avere la possibilità di evitare il peggio.

    Non dire che la gente fa la bidentina ai 50. Se fosse vero, non ci sarebbe nessun problema a mettere degli autovelox per tutto il tracciato. Prova a proporre una cosa del genere, vedrai se non verrai lapidato.

    Ti ripeto che non cancello nulla, nemmeno le tue offese ed i tuoi desideri che mi capiti qualcosa di terribile.

    Sono io l’incivile?

    I morti sulle strade ci sono, ma ci lamentiamo solo degli alberi, perchè il loro abbattimento non ci costa una rinuncia in prima persona.

    Se vogliamo investire dei soldi sulla sicurezza stradale bisogna diminuire TUTTI i rischi in proporzione alla loro pericolosità. Proponi una cosa del genere ed io sosterrò la tua battaglia.

    Ho paura che sia più facile esternalizzare la colpa, piuttosto che prendersi una responsabilità.

    Comunque devo dire che i Verdi, con il loro 3.5% di voti, a sentire certi discorsi hanno una influenza maggiore di quanto mi aspettassi. Fanno fallire impianti turistici, spopolano le montagne, cambiano le strade.

    E’ un ragionamento che fatica a stare in piedi, mi dispiace per voi ma credo che dovrete trovare un altro capro espiatorio sul quale catalizzare la rabbia di passate tragedie.

    Oppure, se vi fa stare meglio, pensate pure che siano gli alberi la causa maggiore di morti per la strada e che i Verdi siano gli unici responsabili. Serve anche uno sfogo, nella vita.

    Peccato non avervi con noi quando proponiamo le zone 30 e le piste ciclabili, quando diciamo che andrebbe incentivato il trasporto pubblico, quando proponiamo la filiera corta delle merci per diminuire il trasporto su gomma. Tutte cose che possono veramente salvare vite a pedoni, ciclisti ed automobilisti.

  33. X Alessandro Ronchi,

    DOPO AVER PROVATO AVER SCRITTO DUE VOLTE LE MIE ARGOMENTAZIONI NON STATE PUBBLICARE!!!!!
    TANTO CANCELLI QUELLO CHE TI PARE…
    BRAVO, SEI PROPIO BRAVO! COMPLIMENTI BUFFONE

  34. Complimenti Alessandro.

    P.S. Vedo che il “buon senso” regna sovrano… :-)

    Per Flamini: porta pazienza, se non sai usare il PICCI’ la colpa non è di Alessandro, magari è solo la TUA!

  35. Adesso hai veramente esagerato Alessandro:

    LA GENTE CHE VA AI 180 UBRIACA??!!!
    Spero che uno dei parenti dei morti sulla bidentina (di notte e di giorno, a 90 all’ora o a 50, ma mai a 180… che potevano essere salvi e non pagare una disattenzione od una sfiga con la vita) ti senta, ti rintracci e ti faccia fare la stessa fine dei loro cari.
    Sei solo un incivile. E non dico altro solo perché se no lo cancelleresti.
    Spero che un giorno tu abbia un figlio, che lui si trovi una ragazza che vive in collina e mentre la va a trovare, marciando a 70 all’ora, tenti di evitare un cane che ha attraversato la strada, o un camion contro-mano e finisca contro uno dei tuoi amati alberi senza rendersene conto e morendo.

    Che schifo che fai. Sto scrivendo con le lacrime agli occhi.
    E tu dovresti essere la boccata di aria nuova nella politica?

    Ma vaffan—-

    l

  36. Per Davide Giunchi: dai dati che ho consultato sulle precipitazioni dal 1988 al 1997, quindi 10 annni (lo so, 10 anni fa) le precipitazioni nevose in campigna sono in media 10-15 cm, per la durata di massimo 48 gg.
    In un territorio con queste caratteristiche la soluzione per una buona pista da sci diventa l’innevamento artificiale (altrimenti come si giustificano 1500000 euri di investimenti?).
    L’innevamento artificiale presuppone creazione di bacini per la raccolta delle acque piovane durante le pioggie, creazione di tubazioni che corrono lungo la pista, allacciamento alla rete elettrica ad alta tensione o dove non fattibile generatoci o gruppi elettrogeni alimentati a diesel (al melgio biodiesel).
    Per mantenere il fondo ben compatto occorrono innalzatori di punto di fusione del ghiaccio, che sono sali di metalli (non ricordo bene) non poco inquinanti, che a lungo termine portano allo sfaldamento del sottofondo terroso, dovuto alla morte di moltissime specie di erba e di arbusti che tengono unita la terra ed evitano le frane dovute alle pioggie (erosione naturale).
    Ultimamente l’abbassamento dei livelli di Ph del terreno sono anche la causa della morte dell’impianto radicale di moltissime piante che non reggono valori di Ph bassi!

    Poi una volta costruita e sistemata (apmpliata) la possibilità di sciare credo che un parcheggio sia la naturale conseguenza, poi un’altro albergo, poi un’altro bar, poi un’altra pizzeria/ristorante, poi un maggior numero di corse di autobus….. e via discorrendo!
    Se questo salva i locali dalla crisi economica non è dimostrato, ma è dimostrato che il livello di inquinameto che il Nostro polmone verde è disposto a subire si stà abbassando, cusandone la morte!

    Io vorrei respirare ancora a lungo aria pulita, così per mia figlia, ed i suoi futuri!

  37. X Simone Benini:

    Tutti quelli che amano le nostre montagne veramente le conoscono.
    E sanno quindi che le tue sono solo menzogne.
    Il CFS effettua a monte falco regolari statistiche (non generiche), ma della zona in questione.
    Cosultale…
    Riguardo a innevamento artificiale, svuotamento della diga, subsidenza, crollo delle montagne, alberghi, parcheggi multipiano e centri commerciali non rispondo neanche…
    Sei allucinato…

  38. Tante cosa possono salvare la vita degli automobilisti:

    Cominciamo da quelle semplici, facili ed economiche:
    TAGLIAMO GLI ALBERI SULLA BIDENTINA.
    Così un’uscita di carregiata (di 30cm) non finirà in tragedia, ma in un campo.

    I Verdi si sono opposti all’alta Velocità.
    L’alta velocità (in Francia ce l’hanno da 20 anni, provare per credere), libererebbe la rete tradizionale dal compito del trasporto passeggeri.
    Le linee ferroviarie così liberate, potrebbero ospitare il trasporto merci su rotaia che oggi nessuno utilizza.
    Nessuno lo utilizza perché le merci stanno ferme anche 2-3 giorni in una stazione perché la precedenza nella rete intasata è data al trasporto passeggeri. Trasportare merci da Milano a Napoli può richiedere anche 10 giorni in treno, e così ogni azienda preferisce il trasporto su gomma (che è più costoso!!!).
    Liberando le strade dai camion e dal traffico pesante, sai che beneficio per la sicurezza e l’ambiente????
    Senza contare che Milano-Roma in neanche due ore vuol dire unire veramente il Nord al Sud e iniziare la creazione dell’Italia unita (nei fatti).

    Ma Voi siete ancora una volta CONTRO!!!!

  39. L’alta velocità in Francia non è paragonabile alla nostra TAV, per ragioni economiche, morfologiche e sociali.

    Ma non vorrei espandere ulteriormente il discorso.

    Anche l’autovelox è una soluzione rapida, economica, sicura, si può applicare ovunque (non solo sulla bidentina) e può salvare molte più vite del taglio degli alberi.
    La tua è solo demagogia.

    Ti ho appena detto che senza alberi la gente aumenta la velocità, cosa che tu hai furbescamente ignorato (per semplificare oppure per darti ragione?). Guarda la cervese: la gente ha smesso di morire? No, ora finisce nei fossi di tutte le curve (molto ma molto raramente sul prato).

    Continui ad ignorare quello che ti si dice, quindi smetterò di risponderti.

  40. Prima di tutto l’incivile sei tu, davide gabrielli.
    Si vede che il tuo posto ancora non l’hai trovato al mondo, tantomeno cosa significano le parole che usi con tanto spavalderia, tipo “buon senso”, “civiltà”, “equilibrio”. Sei un presuntuoso e perfino supponente!

    Tagliare gli alberi sulle banchine stradali non salva molte vite, soprattutto se uno si è addormentato o se ha bevuto troppo! La salvano invecie lo stile di vita e el consuetudini, le piste ciclabili, le strisce pedonali “rispettate”. Di amici ne ho persi anche io per incidenti, l’ultimo su una strada dove non c’erano alberi, ma un fossato, solo che il possibile malore ha avuto giocoforza.
    Io mio sono sempre fermato quando ero “ubriaco” o “assonnato”; e di cose ne ho fatte a non finire, almeno fino ai 30 anni!

    Per le FF.SS. la precedenza è per le merci; il fatto è che i treni merci devono essere prima riempiti. Si chiama trasporto collettame o collettamisto, che è il contrario del trasporto espresso o puntuale.

    L’alta velocità in francia non oltrepassa le apli, percorre migliaia di km nella pianura; solo la lione torino che per metà o poco più spetta a noi passa le apli. Le apli sono ricche di materiale radiattivo naturale, data lo loro “giovine” età. Ma questa è un’altra storia! Fatti un giro dai “montanari” in val di susa, se ti vuoi arricchire le idee!
    Prima della AV bisognerebbe almeno sistemare il trasporto ferroviario in italia, paese dei colletti bianchi strapagati ma dei servizi strafogati!
    Poi sicuramente un’altra AV sarebbe ideale per spostare il trasporto su rotaia. Ma noi siamo il paese della Fiat, trasporto su camoin SCANIA (Fiat) furgoni DUCATO (Fiat) ecc ecc ecc.

    Ma tu sei probabilmente troppo giovane per ricordare certi passaggi chiave nello sviluppo del nostro paese, o sbaglio?

    E se la colpa è sempre di chi è contro, ebbene, io lo sono e me ne assumo le responsabilità.

    Sono contro al disboscamento indiscriminato, al turismo “lascia ogni rifiuto ovunque”, ai turisti “lascia ogni rifiuto ovunque”.

    Sono contrario alla TAV perchè non è prioritaria per l’Italia ma lo è per l’Europa visto che così ci passerebbero da sud a nord e viceversa in pochissimo tempo, serve solo a scavalcarci, se ancora non lo hai capito!

    Sono contrario alle procedure dove il controllato è anche il controllore (alessandro sa di cosa parlo), sono contrario a certa politica (sinistra o destra le istes) che in “primis” mette sempre il tornaconto economico!

    Sono contro ai giovani che non sanno usare il loro cervello ma parlano per “interposta personalità”!

    E per finire ti dovresti VERGOGNARE delle parole che hai usato sorpa contro Alessandro, non merita certo di finire davanti ad una scena che neanche ti puoi immaginare, la morte di un figlio/a.
    Ripeto ti devi VERGOGNARE.
    Per quel che mi riguarda mi rifiuto di continuare a interagire con Davide Gabrielli, in primis per la poca e mala educazione dimostrata!
    Resto cmq in ascolto per misurare le mie conoscenze e la mia “sinaptica mente” com chiunque altro!

  41. X Alessandro.

    Conservo le mie posizioni sull’Alta Velocità (come Ingegnere Gestionale, esperto quindi di Logistica e abitando in Francia non posso fare altrimenti).

    Per quanto riguarda invece l’idea secondo cui eliminando gli alberi, si può essere portati ad aumentare la Velocità sono d’ACCORDO CON TE.
    E’ vero, la percezione del pericolo (gli alberi lo sono) può portare ad essere più guardinghi.
    La tua idea delle siepi sinceramente non è affatto male.
    Mi dispiacerebbe magari perdere la vista di alcuni splendidi paesaggi in cui viviamo però credo che vada approfondita.
    Se i Verdi proporranno di sostituire gli alberi sul ciglio della bidentina con delle siepi, sosterrò la tua Battaglia. La mia onestà intellettuale me lo impone.
    Guarda che non scherzo. In quanto non essendo politico io posso anche cambiare idea o approvare parte delle proposte di qualcuno e bocciare le altre.
    Che bello non essere schiavo della Poltrona!!!

  42. Questa la lettera scritta a Foietta, Sindaco di S.Sofia, da Sauro Turroni, presidente provinciale dei Verdi di Forlì-Cesena.

    Oggetto: Caro Foietta, sindaco di Santa Sofia

    caro Flavio,
    mi dispiace molto la piega che sta prendendo la vicenda della pista nera perche essa sta travalicando la questione dell’opera in sè e sta investendo questioni più generali che mettono in discussione acquisizioni decennali riguardanti la politica delle aree naturali protette e riporta il dibattito indietro di anni.
    E mi dispiace francamente che in questa vicenda proprio chi, come te, riveste un ruolo istituzionale così importante, si faccia paladino delle vecchie idee degli antiparco di un tempo.
    Provo a spiegarmi e spero che tu voglia prendere questo mio scritto come un contributo positivo per affrontare civilmente una questione che i manifesti e i proclami di questi giorni rischiano di tramutare in una guerra di religione.
    La Campigna e le foreste casentinesi sono un parco nazionale i cui elementi naturalistici ed ambientali di straordinario valore e interesse ne hanno imposto la tutela ai fini della conservazione e della fruizione rispettosa delle loro caratteristiche.
    Su questo credo possiamo convenire.
    Non è utile a nessuno scontrarsi sui meriti della presenza delle foreste sulle nostre montagne : ci sono perchè qualcuno le ha piantate e perchè qualcun altro le ha protette. E poichè esse sono un bene demaniale è difficile pensare che il merito possa ascriversi ad altri che non abbiano avuto questo compito.
    E, se mi permetti, mi pare difficile pensare che esse possano essere considerate appannaggio dei cittadini di Santa Sofia per il fatto che in parte sono comprese nel territorio del tuo comune.
    Esse sono una ricchezza straordinaria, dobbiamo vedere come questa ricchezza può essere fonte di benessere per i cittadini del territorio del parco senza che ne vengano compromesse la natura e la qualità.
    Possiamo discutere di questo, possiamo avere, come abbiamo, idee diverse ma questo deve essere il terreno di discussione.
    Ora io considero sbagliato, con i cambiamenti climatici in atto, con la scarsità delle risorse economiche, con le caratteristiche dei luoghi, spendere soldi pubblici, e molti, per un progetto che non credo porti benefici alla comunità locale e che compromette un luogo che non è solo tuo o dei tuoi concittadini ma appartiene all’ intero Paese.
    Non credo che il tipo di “dibattito” in corso ci porti lontano, piuttosto credo che per chi come noi ha responsabilità politiche o amministrative, ci sia da chiedersi come mai ci troviamo in una situazione come questa, del perchè c’è tanta diffidenza e incomprensione, del perchè lo scontro è tanto aspro da aver oltrepassato ogni limite.
    Gli anni di commissariamento sono senza dubbio un grosso macigno che abbiamo fra i piedi ma mi chiedo quanti e quali responsabilità abbia avuto in questa vicenda la precedente gestione, responsabile fra l’altro di proposte di modifiche della legislazione sui parchi che hanno provocato conflitti molto rilevanti con il mondo ambientalista.
    Mi chiedo se serva di più rivendicare potere e maggioranze negli organismi o elaborare proposte e cercare di assumere nei fatti la leadership di coloro che lavorano per la sostenibilità di uno sviluppo durevole. Se vuoi, su questo possiamo discutere e scambiarci opinioni, a questi temi sto concretamente lavorando e spero che le elaborazioni in corso possano dare risultati positivi.
    Rimettere in piedi oggi, a spese della collettività, impianti sciistici in Campigna con soldi pubblici assomiglia un po a quei sostegni economici dati per anni a fabbriche decotte e fuori mercato per mantenerle in vita a tutti i costi invece che ricercare nuove occasioni di lavoro e nuove produzioni.
    E’ inutile allora tirare fuori, a sproposito, se mi permetti, il demanio costiero, le pinete e così via : anche lì, da anni si cerca di non consentire ulteriori aggressioni al territorio e di salvare il salvabile, ad esempio con il parco del Delta che protegge le ultime pinete ed aree umide, col Piano Paesistico che impone la riduzione delle superfici permeabili e così via.
    La nostra costa è un orribile colata di cemento, quello sviluppo sbagliato e indifferente nei confronti dell’ambiente, attualmente pone al nostro settore turistico costiero seri problemi di competitività, non mi pare quindi che possa essere un riferimento se non assolutamente negativo.
    I Parchi possono essere un’altra cosa, soprattutto oggi dal momento che la domanda di ambiente è così forte e attenta.
    Del tuo intervento condivido una sola parte, che credo importante e significativa, ma che nulla ha a che fare con il resto : è vero che i parchi hanno bisogno di custodi, di persone che li tengano in ordine, belli e puliti, che li facciano godere a tutti i visitatori e sono d’accordo quando dici “che chi se ne occupa abbia la sua giusta mercede” : questo non significa estremizzare ma individuare strade nuove fondate sulla tutela della natura e del territorio e non su un suo uso distorto o in conflitto con esso.
    Ma dimmi cosa c’entra questo con la caccia nel demanio, con la negazione dei documenti a chi vuole vederli, con i manifesti in cui c’è scritto vietato l’ingresso ai verdi, con opere fatte a spese di pantalone a vantaggio di pochi e con le tante altre questioni che non sto ad elencare che hanno creato un clima di sfiducia difficilissimo da recuperare?
    E per favore evita di dare patenti di ambientalista serio e concreto : non è una questione che ti compete e che può solo contribuire ad aumentare l’incendio anzichè a spegnerlo, come sarebbe compito comune di coloro che, ripeto, hanno responsabilità come le nostre.
    Non posso essere presente agli incontri che hai organizzato perchè sono fuori per lavoro, me ne dispiace ma avrei voluto cercare di portare il mio contributo per riportare il dibattito nei suoi termini più civili.
    Una cosa però ti chiedo di fare e credo sia un tuo dovere perciso : fai coprire quei manifesti contenenti affermazioni diffamanti, consentire che essi restino affissi getta un ombra anche su di te.
    Scusa se ti ho scritto questa lunga lettera e il tono confidenziale che ho usato ma in qualità di antico combattente per la istituzione delle aree protette in Italia intendo fare quanto posso per impedire che si torni ad un clima di molti anni fa che ritengo superato e assolutamente privo di qualsiasi utilità.
    Cordialmente
    Sauro Turroni

  43. caro alessandro,
    ho visto ora il tuo blog con una lunga fila di commenti che ho letto.
    credevo che la lettera del sindaco di santa sofia la cui risposta hai pubblicato fosse anch’essa presente nel blog, questo avrebbe forse reso più comprensibili alcuni riferimenti del mio scritto.
    Vedo comunque con piacere che negli ultimi messaggi, per lo meno quelli letti, si attenua il clima da “scontro di civiltà” iniziale e questo potrebbe consentire di approfondire i diversi temi che la discussione ha toccato, uno alla volta, oppure anche discutendo di più questioni contemporaneamente ma non mischiando gli argomenti.
    I temi prevalenti fin qui toccati hanno riguardato lo sviluppo socio economico delle montagne e i parchi, la sicurezza stradale, il cambiamento climatico e i suoi effetti, la natura dell’ambientalismo e altro ancora.
    Tutto questo nasce dalla discussione provocata da un intervento riguardante una pista in un parco nazionale : dico allora che è un bene che qualcuno abbia messo in discussione il progetto perchè molti nei diversi modi stanno democraticamente discutendo pubblicamente una questione che sarebbe rimasta rinchiusa in poche stanze dove si sono decisi interventi che riguardano comunque tutti.
    Mi rendo conto che ho introdotto un nuovo argomento che riguarda la partecipazione dei cittadini alle decisioni e la informazione in campo ambientale e non solo. Nel nostro problema locale ha pesato negativamente anche il modo in cui le cd autorità hanno cercato di tenere riservate le informazioni, hanno negato documenti, hanno limotato la partecipazione alle fasi istruttorie. Alla fine si è prodotto uno scontro che a mio avviso è stato provocato principalmente dalla incapacità di confrontare una cosa che si è decisa e che si vuole fare comunque con altre ipotesi o modalità di intervento.
    E’ la stessa questione dell’inceneritore di Forlì che può essere sostituito dalla raccolta differenziata e dal recupero di materia e, per arrivare ad un tema discusso, alla TAV in val di Susa per la quale cittadini, amministratori, ammbientalisti e autorevoli esperti propongono una alternativa di tracciato e il potenziamento della linea esistente.
    Sul clima : suggerisco agli amici che hanno discusso sul blog la questione di prendere in considerazione il rapporto della Unione Europea che in questi giorni ha costretto i paesi membri a proporre un ulteriore riduzione delle emissioni del 20 % inferiore al 30% inizialmente previsto e di gran lunga insufficiente come testimoniato dal rapporto medesimo.
    Il nostro paese sarà, insieme con grecia e spagna, il più colpito dall’aumento della temperatura e la rapidità del cambiamento è tale da creare enormi preoccupazioni : T.Blair sulla base del rapporto Stern ha deciso modifiche importanti alla politica economica del suo paese, in Italia Padoa Schioppa ha istituito una commissione per valutare le conseguenze su di noi.
    Mi chiedo come si possa in questo quadro non tenere in alcun conto quanto accade quando si propongono nuovi investimenti od opere.
    Chi propone l’inceneritore non si preoccupa dei cambiamenti climatici e del contributo che da alle emissioni di CO2 ( nè per la verità neppure della qualità dell’aria ), chi propone una pista da sci a bassa quota si preoccupa di valutare se quell’investimento di denaro pubblico ha una prospettiva reale?
    Suggerisco a chi non l’avesse fatto di leggere l’interessante articolo apparso l’11 gennaio su Repubblica riguardante il ghiacciaio dell’Adamello : da esso, fra le tante cose, si apprende che in Svizzera da diversi anni è proibito fare piste da sci sotto i 1800 metri ( e il loro è il versante nord delle alpi ! ).
    Comprendo ma non posso giustificare tutti i motivi per cui si propone l’intervento sulla pista ma chiedo quali altre iniziative o proposte o soluzioni hanno ricercato coloro che hanno per mandato dei cittadini, il dovere di occuparsi del benessere sociale ed economico del proprio territorio, capaci di dare uno sviluppo duraturo e ambientalmente e socialmente sostenibile.
    E’ questa la sfida che i verdi fanno ai sostenitori dei tradizionali metodi di sviluppo, fondato sulla crescita, sul consumo delle risorse e che considerano l’ambiente un limite e non un valore.
    Due ultime considerazioni ; non è tutto oro quello che luccica, la decantata agricoltura francese enormemente sostenuta di fondi cominitari e da limiti imposti alla concorrenza è corresponsabile della miseria in cui versano tanti paesi del terzo mondo penalizzati dai sostegni e dalla limitazione alle loro esportazioni; i conflitti con il mondo ambientalista e con i verdi in francia ci sono e sono molto significativi e duri. Voglio solo ricordare che il governo francese non ha esitato a far mettere uba bomba sulla nave di greenpeace e ad affondarla uccidendo una persona, ad arrestare decine di ambientalisti che si battevano contro gli esperimenti nucleari ecc ecc.
    I verdi in francia hanno avuto anche oltre il 9% dei consensi e di quanto sia diffusa la coscienza ambientalista è testimoniato dal 10% di consensi che i sondaggi attribuiscono a Hulot che sta imponendo i il “patto ecologico” come tema per le elezioni presidenziali.
    Per quanto riguarda gli alberi della bidentina rilevo solo, in aggiunta a quanto hai detto, che essi sono stati tagliati per la sistemaziobne della strada senza tener conto, per incapacità progettuale, che esisteva la possibilità di fare l’intervento mantenendo le alberature e rendendo più sicura la srtada. La scadentissima se non penosa qualità dell’intervento realizzato e la gratuità di molti tagli è testimoniata dal fatto che in diversi tratti si è fatto un nuovo tracciato anzichè allargare il vecchio, mantenendo la vecchia strada solo come complanare o per accedere alle proprietà, ma senza alberi, con grande soddisfazione per i fautori della sega ma con la perdita di un elemento significativo ed importante del paesaggio e del territorio.
    Anche in quel caso una guerra di religione messa in moto da persone certamente colpite da eventi luttuosi ma cavalcata da esponenti politici incapaci di cercare soluzioni diverse, ha determinato un risultato sbagliato ma ancor più ha lasciato ancora nelle persone motivi di risentimento tanto forti da far dire a persone che pure dimostrano di volersi confrontare cose inaudite come quelle di augurare la morte ad altri.
    Questo è quello che responsabili uomini politici dovrebbero sempre evitare, traendo dalle critiche spunti di riflessione, cercando sempre le soluzioni migliori, evitando le scorciatoie semplicistiche e soprattutto evitando di fomentare il conflitto tollerando o addirittura a volte istigando l’intolleranza.

    ciao
    Sauro Turroni

  44. UOMINI E LUPI

    Negli anni ’60 lo slogan imbrattato sui muri di Pescasseroli era “o uomini o orsi” e nascondeva l’ipocrisia di chi voleva scardinare i vincoli del Parco Nazionale d’Abruzzo per consentire i progetti di lottizzazione a corollario del turismo sciistico: il paesaggio deturpato di alcuni dintorni del comune aquilano testimoniano che in parte, solo in parte, la mistificazione ebbe successo.
    Ora i tempi in Abruzzo sono un poco cambiati ed una buona parte della popolazione locale vede nel Parco una fonte di benessere, come qualità della vita e come valido, alternativo modello di sviluppo, ma quel linguaggio e quella strategia contro la natura non sono morti e rispuntano ove interessi economici trovino ostacolo nei vincoli posti a tutela degli ultimi superstiti brandelli del nostro consunto tessuto naturale.
    Ed arriviamo alla lettera del sindaco di S. Sofia di Forlì riportata dai giornali, agli altri articoli di stampa, al manifesto affisso a S, Sofia ove, tra tante amenità e livori, si insinua la tesi che se si tutelano i lupi ci si disinteressa dell’uomo.
    Per aiutare chi legge questa lettera ad inquadrarmi, preciso che sono socio attivo del wwf da quaranta anni e sono stato rappresentante delle associazioni ambientaliste in seno al passato Consiglio Direttivo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna, dal 1998 al 2003: è ovvio che all’interno di quell’organo amministrativo ero portatore di una visione conservazionista, ma quasi tutti i miei colleghi mi hanno riconosciuto una obbiettività non faziosa ed un buon realismo.
    Sull’argomento dello sci a Campigna la mia posizione, concordata con il wwf e comune anche all’intero Consiglio, fu l’impegno al “mantenimento dell’esistente”, senza sviluppi di potenziamento ma con il solo adeguamento ad esigenze di sicurezza, compatibilmente con l’integrità dei luoghi naturali. Ed in questo senso, senza poter entrare nei dettagli, ho espresso il mio voto nelle delibere di nulla osta dell’Ente relative ai progetti di sistemazione delle piste, dopo che il Parco, in alcuni casi, ne aveva chiesto riformulazioni di minor impatto.
    L’errore ‘politico’, a mio vedere, è stato quello di non prefigurare un quadro complessivo, certo e immodificabile del ‘polo sciistico’, anziché affrontare singoli progetti isolati dietro i quali apparivano celarsi intenzioni di futuri potenziamenti non compatibili con i vincoli esistenti: non si può approvare una casa esaminandone un muro alla volta.
    Sostituire lo skylift del monte Falco con una seggiovia, ad esempio, vorrebbe dire modificare radicalmente lo scenario di uso del territorio ed attentare ancora più pesantemente contro i fragili relitti floristici della vetta; similmente adeguare le piste di discesa alle pratiche di snowboard o quella da fondo a tecniche sportive che ne richiederebbero l’allargamento a sei metri!
    L’argomento, noiosamente rituale, delle popolazioni montanare ‘che col sacrificio hanno saputo conservare i beni ambientali e le risorse ora rivendicati dagli uomini delle pianure’, va letto conservando salda la razionalità: in genere gli uomini non hanno piegato la natura solamente dove non hanno potuto farlo, o per difficoltà ambientali, o per vicende storiche. Entrambi questi due fattori hanno preservato le foreste casentinesi, ma in modo preponderante le loro vicende politiche e la proprietà che le hanno riservate a destini di superiore utilità per poi consegnarle allo Stato per fini di preminente conservazione.
    Dove questi vincoli non c’erano l’uomo ha saputo portare a profondo degrado i soprassuoli montani con agricolture insostenibili e col sovrapascolo: sono i suoli denudati delle “biancherie di Romagna” della descrizione paesistica zangheriana.
    E poi, questo senso di una proprietà esclusiva del territorio da parte di chi vi risiede è davvero una visione arrogante e quanto meno irrazionale: il mondo è sempre più piccolo ed interconnesso e richiede considerazioni globali.
    Quasi nessun sacrificio d’uso del territorio ha comportato quindi l’istituzione del Parco, dal momento che quasi tutte le aree su cui è stato costituito erano e sono di proprietà pubblica, con vincoli forestali e sottratti all’attività venatoria.
    Oggi poi, su istanza del mondo scientifico, della crescita culturale della società e degli obbiettivi europei, le finalità di conservazione sono diventate preminenti nella parte forestale gestita direttamente dallo Stato, mentre nelle foreste regionali, parte toscana, ci si ostina in una battaglia di retroguardia tesa a difendere un anacronistico sfruttamento forestale che quasi certamente produce più danni che vantaggi all’erario, e che è riuscita ad ottenere dalle due Regioni anche uno svuotamento della normativa forestale varata, dopo nove anni di lavoro, col Piano del Parco.
    Ma quando, con i primi anni ‘2000, il Parco, sia per tagli delle dotazioni ministeriali che per esaurimento dei fondi accumulati prima della sua completa strutturazione, non ha più potuto sviluppare quegli investimenti, talora anche poco consoni, in opere di sistemazione idraulica, di igiene ambientale, di arredo urbano, in iniziative promozionali di varia natura ecc. che placavano le ansie dei Comuni del Parco e delle popolazioni, e quando la esasperata competizione politica si è spesa ad inseguire anche il più remoto consenso locale, si sono riaccese le opposizioni, tradotte nelle delibere di Comuni che hanno formalizzato il diniego ad ogni pur auspicabile allargamento del Parco in aree demaniali di grande valore naturale, o addirittura nella richiesta di riduzione dei suoi confini.
    E, con l’indebolimento politico e istituzionale, sono rinati anche gli appetiti di sviluppo, di conversione d’uso di immobili, di recupero e aumento del patrimonio edilizio, e in generale di penetrazione infrastrutturale e urbanistica in questo superstite isola di natura.
    Il meccanismo prescelto è inoltre quello assai collaudato di rendere pubbliche le perdite e privatizzare i guadagni. Si rammenti il percorso economico della società Monte Falco e si analizzi anche in quale modo e misura oggi gli investimenti di denaro pubblico per lo sci possano beneficiare la comunità locale.
    Le scelte politiche non hanno quasi mai teso a privilegiare interessi umani a lungo termine, ed anzi si confermano i comportamenti dissipatori proprio ora quando esistono elementi di certezza sulle gravi imminenti catastrofi planetarie di cui siamo responsabili. Forse oggi la situazione non sarebbe così allarmante se diversi decenni fa, dalla pubblicazione de “I limiti dello sviluppo” per intenderci, i governi e le società avessero saputo operare le necessarie e possibili correzioni di rotta: tra le “cassandre” di allora c’era anche il wwf, anche se come modesto relatore di solide tesi scientifiche, ovviamente ignorato o vilipeso, come oggi, nella vicenda delle piste da sci, con Marco Paci ed Alberto Conti che, sicuramente senza alcun personale interesse da difendere, si adoperano solo per ottenere il rispetto delle leggi dello Stato.
    Un detto, invero piuttosto banale, recita che errare è umano, perseverare diabolico; eppure risulta che il riconoscimento dell’errore porta gli uomini a spingere ancora più oltre il comportamento errato: un esempio è il ricorso massiccio ai condizionatori per superare i disagi dell’effetto serra.
    Così per la neve, che da alcuni anni è sempre meno e che, al netto di ovvie fluttuazioni annuali, non potrà che diminuire o azzerarsi nel futuro, quando le temperature renderanno inutilizzabili anche gli ecologicamente nefasti ‘cannoni da neve’: in questo quadro, che solo i ciechi possono ignorare, come può giustificarsi la spesa di soldi, pubblici per lo più, nelle attrezzature e negli impianti sciistici?! E come ostinarsi a rigettare, anche in queste piccole porzioni del territorio che sono le aree protette, modelli gestionali più saggi che privilegino non la crescita ma la stabilità economica, non lo stravolgimento della natura ma il godimento rispettoso, e la qualità della vita.

    Ravenna: 10.01.2007 Leonardo Senni

  45. Sempre in omaggio alle simpatiche critiche del noto pelandrologo ing. Gabrielli vi trametto la lettera che Fulco Pratesi ha inviato oggi al Ministro dell’Ambiente.
    On.le Alfonso Pecoraro Scanio

    Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio

    e del Mare

    Via Cristoforo Colombo, 44

    00147 – Roma

    Roma, 15 gennaio 2007

    Prot. 21/07-Lacp

    Caro Ministro,

    ormai da troppi giorni assistiamo ad attacchi anche personali ai nostri attivisti del WWF di Forlì che, in coerenza con la missione statutaria dell’Associazione che rappresentano sul territorio, operano per la conservazione delle specie e degli ecosistemi e per la promozione di un uso sostenibile delle risorse naturali.

    In questa occasione il WWF di Forlì si sta adoperando per scongiurare i gravi ed evidenti danni al patrimonio naturale che deriverebbero dalla realizzazione del progetto “pista nera” in località Campigna – Comune di S.Sofia (FC), interno al Parco delle Foreste Casentinesi e alla Riserva Naturale Biogenetica di Campigna, del SIC e ZPS “Foresta di Campigna, Foresta della Lama, Monte Falco”.

    Parliamo di un’opera che andrebbe a ferire ulteriormente una zona che ospita ricchezze florofaunistiche di raro valore, tutelate non solo dai vincoli introdotti con l’istituzione dell’Ente Parco ma anche dalla normativa comunitaria che riconosce in questa area la presenza di importanti habitat e specie che costituiscono patrimonio non solo dell’Italia ma dell’intera Europa. La ferita sarebbe grave per l’intera rete ecologica europea e, in una situazione in cui si cerca di porre rimedio all’utilizzo selvaggio delle risorse naturali e del territorio, segnerebbe davvero un passo indietro nel percorso per il raggiungimento del buono stato di conservazione degli habitat e delle specie del nostro paese.

    L’area interessata dal progetto è, tra l’altro, considerata prioritaria nel processo di conservazione Ecoregionale del WWF, poiché presenta elevati livelli di biodiversità che richiedono prioritarie azioni di tutela. Questo vuol dire non solo intraprendere azioni per arginare i fattori di minaccia, ma anche impedire l’avanzare di nuove minacce che, tra l’altro, come ben illustrato nel documento allegato, risultano inutili, con alti costi ambientali ed economici a carico della collettività e benefici a favore di pochissimi. Si tratta di una scelta incapace di cogliere opportunità di carattere strategico ed economico per le comunità locali.

    La tutela dell’area prioritaria è tra l’altro oggetto di accordo tra WWF e Ministero dell’Ambiente come impegno comune nella conservazione ecoregionale.

    Confidando nella Sua sensibilità per la sorte delle Aree Protette Italiane, consapevoli delle responsabilità comune di conservare il patrimonio naturale del nostro Paese, Le chiediamo una particolare attenzione nel seguire il Progetto “Piste da Sci” di Campigna, con particolare riferimento alla Conferenza di servizi che dovrebbe tenersi nel mese di Febbraio.

    Cordiali saluti

    Fulco Pratesi

    Presidente WWF Italia

  46. Noto che le parole sono come sempre smisurate e scelte con criterio demagogico, ignorando totalmente la realtà dei fatti.

    Le associazioni ambientaliste, non hanno nemmeno preso parte all’incontro organizzato dagli enti che hanno soprainteso la realizzazione dell’opera, in cui tutti i dettagli del progetto sono stati spiegati.

    Fra l’altro è stato spiegato come l’ammontare complessivo dei lavori sia notevolmente aumentato fino a raggiungere la cifra che voi criticate, proprio per venire incontro alle richieste (in parte motivate) delle associazioni ambientaliste di rendere i lavori il meno impattanti possibile.
    Sono così state sostituite le metodologie tradizionali con quelle più costose dell’Ingegneria Ambientale con risultati egregi che chiunque abbia partecipato all’incontro ha potuto constatare.

    Ma il WWF non c’era. Il WWF non ha nessun interesse a valutare i fatti, perché questi potrebbero contraddirli, del resto neanche l’O.L.P. ha partecipato ai lavori di Camp David per l’istituzione del processo di pace in Palestina…
    Loro preferivano le bombe…

    Touché…

  47. Avevo dimenticato:

    La lettera al ministro apporta ben poco alle vostre motivazioni:se non che oltre all’assuefazione all’abuso di retorica che vi caratterizza, spiega anche il “misterioso” cambio di parere del CFS.

    Che prima ha approvato il progetto e poi in ultimo ha cambiato parere.
    Quella poltrona doveva essere proprio comoda….

  48. Salve a tutti,
    voglio chiedere se qualcuno di voi è stato sulla pista incriminata e se è stato proprio sul punto oggetto di vaglio per una eventuale modifica.
    Le piste di discesa sono 2 Pista 1 (nera) e Pista 2 (rossa). Chi è stato nella zona e soprattutto sulle piste (io ci vado spesso a sciare) può convenire che per quanto riguarda la vegetazione presente (parlo di alberi e non di specie floristiche)non siamo assolutamente di fronte ad un “gioiello ambientale”. Sulla sommità del Falco si trovano faggi a basso fusto che neglia anni 60/70 non esistevano neppure (quindi anche con le piste da sci si è avuto sempre un miglioramento dal punto di vista ambientale).. non dite che non è vero perchè ho delle foto che lo provano. Bisogna a questo dimostrare se sul punto oggetto di modifica esistano specie floristiche rilevanti (una delle specie floristiche rilevanti sul falco è la Tozzia Alpina ma credo che in quel punto non sia presente). Comunque il tratto in questione è veramente breve (ci sono passato più volte anche con gli sci) ed è pericoloso, veramente pericoloso. Altra questione è se l’adeguamento possa portare ad un incremento degli sciatori! Niente di più falso vista la presenza di sole due piste (chi ama macinare chilometri non verrebbe mai a sciare a campigna).
    Altra questione lo skilift. Questo impianto è altamente pericoloso (io ne ho avuto esprienza di recente essendomi procurato una ferita proprio vicino alla tempia). Una seggiovia biposto non comporterebbe nessun deturpamento né un aumento di utenze (proprio per il fatto che le utenze rimarrebbero le stesse che già ci sono). Poi si potrebbe firmare una convenzione in cui ci si obbliga a non aprirla nei mesi estivi. Il problema comunque si proporrebbe alla morte tecnica dell’impianto (già vecchio). Normative CEE vietano la realizzazione di nuove sciovie perchè non a norma di sicurezza a partire dai prossimi anni.
    Non capisco poi il motivo per cui si debba pretendere da chi ha sempre lavorato in questi luoghi di farsi da parte perché persegue fini personali. Ma quando uno lavora onestamente, ha sempre operato in questi luoghi da oltre settant’anni, perché impedirgli di continuare a farlo? E poi le piste che da tanti anni ci sono hanno portato cementificazione? E dire che gli anni 60 e 70 non sono scevri di speculazioni edilizie.
    Spiegatemi meglio perchè non volete le piste! Ripeto ho le foto di Campigna dagli anni 60 ad oggi e con le piste le cose sono andate migliorando e non peggiorando.

  49. Rimettere in sicurezza la pista ed ammodernare l’uso della stessa con attrezzature adeguate non dipende dal proprietario della terra (lo stato, il locatario), ma da chi gestisce e trae profitto dalla pista, quindi anche economicamente!

    Sempre ricordando che il tutto si trova dentro la “Riserva Naturale” di pubblico dominio, tutelata da una miriade di etichette anche a livello Europeo, mi spieghi Lei quale sia l’interesse predominante, se quello pubblico o quello privato!

    Il bandolo della matassa è “aquì” (come direbbe l’ex Sindaco di Cesenatico), nulla a che fare con guerra fra montagna e pianura, ma puro e mero interesse economico!

    “Solamente due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”. (A. Einstein)

  50. Le rispondo immediatamente.
    La montagna stessa richiede attrezzature turistiche per non spopolarsi. Le attrezzature di sports invernali di campigna sono veramente irrisorie (le chiedo di rispondere alla domanda se è stato sulle piste di Campigna). Io ho delle foto che dimostrano il miglioramento della montagna dagli anni 60 ad oggi. Anche allora le piste erano di privati (perché allora non realizare alberghi e residence proprio sulle stesse) visto anche che il punto dove sono ubicate (proprio a ridosso di un vasto Pianoro “Piancancelli”) A quei tempi non esistevano neppure piani regolatori (Cervinia docet). Ma se uno c’è nato, c’è vissuto, ha fatto della montagna la sua ragione di sostentamento (ma non l’ha mai sfruttata intensivamente, è forse una colpa? Se io sono laureato in giurisprudenza ed esercito la mia professione con scrupolo e dovizia è forse una colpa? Ho delle cartoline degli anni 50 ed oggi Campigna è rimasta tale e quale.
    Io ho parlato di Tozzia Alpina.. di faggi a basso fusto… Invece di usare frasi retoriche le chiedo, sempre cortesemente, se ha argomentazioni concrete da espormi a favore della sua teoria.
    Cordiali saluti

  51. Scusa Simone Benini,
    trovo che il ragionamento sia un pò azzardato.
    Il finanziamento pubblico rientra evidentemente in un progetto di rilancio del settore e della montagna. Finanziare la pista ha un fine pubblico, quindi l’investimento è coerente.
    Se non vogliamo che sia più così per me non è un problema, dimezziamo le tasse alle aziende che così hanno la possibilità di fare investimenti in proprio come negli Stati Uniti, senza poi troppi vincoli di ogni tipo.
    Nel caso contrario, cioè che ci sia un dolo o una truffa in atto, ti invito da libero cittadino a presentare un esposto alla procura, senza la quale non può procedere per questo reato.
    Forse ho inteso male, forse non vuoi che siano usate finanziamenti pubblici per questa struttura. Beh, ormai in Italia abbiamo visto tanti di quei finanziamenti tornati indietro perchè “non” usati, nel caso ci si farà una ragione. Non capisco quanto farà bene al paese.
    Ho due domande da porti però:
    1) Avete proposto delle alternative al progetto (per progetto non intendo 2 chiacchiere tra amici al bar…)?
    2) Data l’inadeguatezza alle norme degli impianti la vostra posizione è di chiudere completamente la pista?

    Spero di non essere stato polemico, non è mia intenzione. Ma è mia intenzione conoscere la vostra posizione in relazione alle mie domande.

  52. Per Francesco Bandinelli: si sono stato in campigna, anche se è passato molto tempo!
    Se poi Lei mette la mano sul fuoco per tutti gli sciatori e per il loro spirito “ambientalista”, faccia pure! Io non lo farei! :-)

    Non è certo una colpa ne fare l’avvocato ne fare l’ambientalista, l’importante è farlo bene, come qualsiasi lavoro/mestiere/hobbies si voglia intraprendere nella propria vita.

    Che ci sia un dolo od una truffa spetta sicuramente alla magistratura scoprirlo, eventualmente, con o senza denunce da parte dei cittadini!

    Sempre in tono pacato ribadisco che se l’interesse economico privato supera quello pubblico allora la cosa IMHO non si “dovrebbe” fare.

    Poi alla fine forse per la “Riserva Naturale” e per il delicato ecosistema che si appresta a sopravvivere ai prossimi decenni “bollenti” del nostro pianeta, le piste da sci ed il turismo mordi-e-fuggi del week-end a sciare dovrebbero sempre IMHO sparire!

    Usiamo i finanziamenti per smaltire gli impianti obsoleti ed in disuso, ripulire il bosco, sovvenzionare le guardie forestali, ripristinare alcuni percorsi montani, ecc. ecc.

    Più trekking è meno scii, più ciaspole e meno carving, più a piedi e meno motoslitte/gatti delle nevi, più rifugi e meno generatori…… Per amare e godere della natura prima di tutto bisogna rispettarla.

    P.S. Se il parco esiste lo si deve principalmente ai “ricconi/nobili” dei secoli passati che ne facevano uso personale (erano le loro terre) per la caccia. Lo sfruttamento incontrollato è retaggio del secolo scorso…. Non facciamo che diventi tale anche in questo nuovo secolo/millennio!
    :-)

  53. Per Simone Benini:
    è vero! è grazie a Noi Toscani che le foreste si sono conservate così bene. anche perchè fino a non pochi decenni fa la zona di campigna era Toscana ;) Un pò di campanilismo non fa mai male!
    Comunque ribadisco il fatto che se è stato creato il parco nazionale sulle piste da sci, non trovo giusto toglierle!
    Ci venga più spesso sulle Nostre Belle Montagne e vedrà, con i propri occhi che l’ecosistema è intatto e le piste non si vedono quasi per niente.

  54. Per Simone Benini:
    Campigna è una delle località più nevose dell’intero appennino (aggiungo anche delle alpi).

  55. @Simone Benini———-
    Che ci sia un dolo od una truffa spetta sicuramente alla magistratura scoprirlo, eventualmente, con o senza denunce da parte dei cittadini!
    ———-
    Preciso solo che questo non è possibile. Il mondo funziona diversamente da quello che ci ha raccontatoil nano in questi 5 anni. Se nessuno fà un’esposto non è che la magistratura agisce da sola…

  56. Normalità vorrebbe il contrario, ma si sa, l’Italia non è un paese normale!
    Dovrebbero essere le Procure o le Prefetture ad avviare indagini……
    Prima delle Procure o delle Prefetture di solito arriva il Gabibbo!
    Tutto il resto segue a ruota!

  57. Credo che le cose si risolveranno per il meglio …. delle piste (naturalmente!) ;)

    Ho appena visto il progetto della pista nera sul sito del comune di santa sofia e credo che l’ambiente sia assolutamente rispettato.
    Quindi un saluto a tutti.
    Credo che non scriverò più niente sull’argomento.
    Non ce n’è più bisogno.

  58. Non credo che basti un sito internet con delle immagini e alcuni documenti per dinmostrare che sarà rispettato l’ambiente.
    Sono le stesse cose che ho visto alla conferenza di giovedì 11 gennaio.
    Come si fa a dimostrare che l’ambiente verrà rispettato basandosi su delle diapositive?
    Mi vengono in mente varie domande da fare:

    1) Se non ci saranno sufficienti nevicate negli anni a venire, quale soluzione verrà adottata qualora il progetto venisse realizzato?

    2)Qualcuno sostiene che la sistemazione della pista da sci contribuirà a contrastare lo spopolamento da questa zona montana: in che modo?

    Grazie

  59. Si chiama calcolo di impatto ambentale, Flavio. Ed è il risultato degli studi all’università. Una piccola critica: non basta essere attivisti, bisogna capire come funzionano i progetti prima di mettere becco (nel caso un appalto pubblico), questo è un mio pensiero personale e non vuole offendere nessuno.
    Ma forse non è questa la risposta che volevi…
    1) Se tutti i prossimi anni non ci saranno nevicate la pista sarà solo un piccolissimo errore per tutti. I guai saranno altri.
    2) In una logica di investimento sul turismo (sostenibile!) è così. I giovani se ne vanno dalle montagne se non hanno nessun lavoro da fare, a parte sgozzare delle galline. Le feste “paesane” danno grandi benefici alle piccole realtà come Santa Sofia, per fare un esempio distaccato.

  60. La domanda 1) di Flavio non ha avuto risposta!
    Tutto bello, belle diapositive, ottimi sforzi intelletuali, progettuali!
    Spero rispecchino la realtà.
    Ma sempre pensando alla domanda 1) di Flavio…….nel caso non nevichi nei prossimi decenni? Cosa succede? Si procederà all’innevamento artificiale per mantenere i “giovani” in Campigna?

    Piccola proposta “ironica” ;-)!
    Se volete tenere i giovani in Campigna l’unica cosa da fare è un festival, con tanta bella “gnocca”. Vedrete che i giovani si faranno vivi, sono come gli orsi… vanno dove c’è il miele!

  61. Il tentativo era solo di discutere nella maniera più semplice possibile. Vedo che purtroppo non è più possibile, mi dispiace molto.

    Saluti.

  62. Per Francesco Bandinelli, verba volant scripta manent.
    …..
    17 DICEMBRE 2003

    Con questa e-mail voglio fare i complimenti a tutta la redazione di ……..!

    Mi chiamo Francesco Bandinelli, abito a C…… e sono un appassionato della neve, degli sports invernali e del vostro programma che seguo assiduamente e con grande interesse.
    Vorrei suggerire di inserire nelle località prese in considerazione dal vostro Tg della neve anche Campigna – Monte Falco (Fo)
    Forse non sarà una località di livello come l’Abetone od il Cimone, ma per qualità di neve e per il grande sforzo degli operatori turistici (grandi lotte sono state fatte per salvare gli impianti di risalita da un ambientalismo cieco e spietato) di mantenere in vita uno sport sul monte da cui sgorgano le sorgenti dell’Arno, varrebbe la pena di menzionare.
    Un sincero Grazie per aver letto queste righe ed un augurio di Buon Natale e felice anno nuovo.
    …..

    L’unico neo in queste righe da Lei scritte (presumo) è che nel dicembre 2003 già aveva il dente avvelenato con gli ambientalisti, ciechi e spietati! Che poi adesso ci siano i tifoni e gli uragani anche in Europa è colpa degli ambientalisti, ciechi e spietati! E che si prospettino inverni caldi ed asciutti ed estati calde ed afose è sempre colpa degli stessi ambientalisti, ciechi e spietati!

    “Tanta gente comunque ci sarà, che si accontenterà…… C’è chi dice NO!” (Vasco)

  63. Come ripeto non entrerò più in argomento.
    Visto che si fanno ricrche personali su di me (aggiungo di poco gusto) perchè non rammentare la trasmissione televisiva ENNECOMENEVE invece di mettere i puntini! Innanzitutto le mie parole si riferiscono ad “un ambientalismo” generale, quello che non vuol nemmeno ascoltare (non riferito sicuramente a LEI che non conosco e di cui non mi interesso fare ricerche personali).
    Io mi sento ambientalista pur non facendo parte di alcun raggruppamento né ambientale, né politico. Io amo la natura, la rispetto, non butto cartacce per terra, amo passeggiare, amo la mantagna e, perché no, amo anche sciare…. fatemene una colpa… non me ne importa niente!!!!
    Ritenendo di essere sempre stato pacato nei miei interventi
    Saluto tutti cordialmente

  64. Replico a Federico Balestra il quale sostiene che:

    1) “Se tutti i prossimi anni non ci saranno nevicate la pista sarà solo un piccolissimo errore per tutti. I guai saranno altri.”

    1)Temo invece che se non ci saranno nevicate si procederà con l’innevamento artificiale,come qualcuno ha già fatto notare, ed è qui che volevo arrivare.
    In merito a questo non aggiungo altri commenti, non ce n’è bisogno, e anche s enon si procedesse con l’innevamento aretificiale sarebbe denaro pubblico gettato alle oritche, non mi sembra prorpio il memento adatto per correrer certi rischi.

    2) In una logica di investimento sul turismo (sostenibile!) è così. I giovani se ne vanno dalle montagne se non hanno nessun lavoro da fare, a parte sgozzare delle galline. Le feste “paesane” danno grandi benefici alle piccole realtà come Santa Sofia, per fare un esempio distaccato.

    – Ma come si fà a creare posti di lavoro grazie al turismo se non si fà che ripetere che non ci saranno ampliamenti degli impianti?
    Per creare posti di lavoro bisogna costruire strutture, alberghi ecc.
    Ci sono notevoli contraddizioni in tutto ciò.
    In questo caso tutto ciò non è né previsto ne possibile…
    Come si può credere che i giovani resteranno in montagna solo perché d’inverno,per pochi giorni dell’anno, ci sarà una pista da sci funzionante?
    Con la pista da sci risolviamo i problemi dei diplomati e dei laureati che sono costretti a spostarsi nelle città?
    Ma quanti posti di lavoro pensate che possa dare?

    nota:in quanto alle feste paesane…. è grassa quando chi le organizza non va sotto con gli incassi.

  65. Caro Federico Balestra, le valutazioni di impatto ambientale (il calcolo di impatto ambientale che citi), frutto degli studi di università, possono avere risultati diversi a seconda di chi le effettua.
    Il fatto che si chiami valutazione di impatto ambientale non significa certamente che una volta concluso sia certo, per il cittadino, che il suo risultato sia una rappresentazione coerente di quello che avverrà per l’ambiente in correlazione con un progetto.

    Torno a fare un esempio molto semplice: per dire che le emissioni sono le stesse dell’inceneritore esistente la V.I.A. della terza linea di Hera di Forlì contiene uno strattagemma ingegnoso per modificare i calcoli.
    Dove prima venivano calcolate le emissioni a camino si sostituisce con i calcoli delle emissioni al terreno, ed allo stesso tempo si aumenta pressione ed altezza del camino.
    Così l’impatto viene spalmato su un territorio più ampio, ed a terra nelle immediate vicinanze i risultati non cambiano.

    Le VIA sono strumenti tecnici che si basano su astrazioni matematiche, non è detto che siano uno strumento adeguato a capire la realtà dei fatti. Basta pensare che le varie via di progetti adiacenti non vengono correlate tra loro, per evitare di considerare le interazioni tra emissioni diverse tutte negative per l’uomo.

    >1) Se tutti i prossimi anni non ci saranno nevicate la >pista sarà solo un piccolissimo errore per tutti. I guai >saranno altri.

    Vero, ma avremo contribuito a peggiorare la situazione, invece di investire su altro. Banalmente se questo accadesse vorrei che si investisse sull’agricoltura, non su impianti che rimangono chiusi.

    >2) In una logica di investimento sul turismo >(sostenibile!) è così. I giovani se ne vanno dalle >montagne se non hanno nessun lavoro da fare, a parte >sgozzare delle galline. Le feste “paesane” danno grandi >benefici alle piccole realtà come Santa Sofia, per fare >un esempio distaccato.

    Vero. Ti ho citato però un esempio di investimento che ha ritorno, la banda larga per la connessione ad internet. Potrà sembrare una cazzata, tutte le persone che lavorano nel mio settore sono costrette ad aprire uffici in centri urbani, per avere una buona connessione. Molti servizi oggi vengono offerti online e questi strumenti saranno sempre più utilizzati. Pensa alle agenzie di viaggi, ad esempio. Se ci fosse la possibilità di lavorare anche nei piccoli paesi su questi settori, meno gente scenderebbe in città e probabilmente qualcuno preferirebbe la quiete e la pulizia dell’aria al caos ed all’inquinamento della città.

    Stiamo trattando l’urbanizzazione ed i piccoli movimenti migratori delle persone continuando a pensare alle logiche di 50 anni fa. Un po’ di turismo limitato nel tempo non aprirà le porte a frotte di lavoratori. Probabilmente avranno più peso, in futuro, il prezzo del petrolio e l’aumento dei costi del trasporto alimentare.

  66. Sono contento della tua risposta Alessandro. Mi fà veramente piacere riuscire a discutere l’argomento con qualcuno che presenta dei fatti.
    Sono completamente d’accordo con te sulla linea usata per l’impatto ambientale “valutato” sull’inceneritore. Veramente una follia senza significato, se non quello dei finanziamenti. Di dico chiaramente che la cosa mi ha scosso non poco, come l’ultima decisione del TAR.
    Purtroppo un “mostro” mezzo pubblico/mezzo privato è ancora Golia per noi.
    Ti invito però a non generalizzare il lavoro di studi privati, che probabilmente hanno eseguito il progetto in maniera professionale. Il dubbio si può mettere (nel vostro caso penso sia legittimo), ma non si può avere una certezza senza un’indagine approfondita, non si può criminalizzarli e basta.
    Il comune di Santa Sofia non è Hera, ed ha proposto due incontri per spiegare l’intervento: ora mi rimane difficile avere certezze su una loro eventuale truffa, anzi allo stato delle cose non la considero nemmeno una possibilità.

    Per le risposte che hai dato hai 2 punti da me elencati posso risponderti che la nostra posizione non è poi così diversa: nel primo caso quello che richiedi tu è un’investimento di tipo diverso (che in parte porta inquinamento, come l’ipotesi della pista: in entrambi i casi parliamo, secondo la mia modesta opinione, di inquinamento irrisorio), nel secondo la situazione è molto grave per i comuni montani dato che ci sono delle zone che per natale sono rimaste COMPLETAMENTE ISOLATE dalla rete di telecomunicazioni per ben 2 settimane. D’altra parte riconosco la necessità degli abitanti della montagna di “ricominciare a pensare attivamente”, proponendo idee per l’adeguamento di infrastrutture e servizi, adeguando la manifattura di montagna (penso alla tragica fine della Cappelli di San Casciano), o cercando potenziali mercati diversi da quello di Forlì per i loro prodotti agricoli di qualità (la cui unica sponsorizzazione al momento sono le feste di paese, non me ne voglia l’altro utente della discussione che diceva che si recuperano solo spese, non è così, la festa di paese è un banco dei prodotti).

    Come dici tu si continua a pensare come 50 anni fà perchè è mancato un salto generazionale che paghiamo in tutti i settori (politica in primis, come sicuramente saprai 100 volte meglio di me) ma non penso che questo sia legato al discorso della pista. Anzi, potrebbe non esserlo.
    Ripeto che anche il nostro paese è circondato da esempi di ammodernamento a benificio anche della natura. Non parlo degli impianti sciistici delle alpi (veramente inguardabili le funivie…).
    Dobbiamo saper cogliere, nel limite del sensato, dalle possibilità che abbiamo per fare investimenti anche sull’educazione alla montagna. Ma se non gli diamo nemmeno la possibilità di provarci, sarà troppo tardi.
    Cordialmente, Federico

  67. Davvero divertente la storia delle ripercussioni positive sullo sviluppo locale legate alla sistemazione della pista.
    Da un lato si parla di una modifica legata a puri motivi di sicurezza, di un non ampliamento degli impianti, di sole 4000 utenze all’anno, e poi si parla di un importante progetto legato allo sviluppo locale.
    Davvero contraddittoria la cosa.
    Per avere una ripercussione sullo sviluppo locale in futuro, che poi rimarrebbe solo relativo alle strutture alberghiere vicine alla pista, bisognerebbe per forza ampliare gli impianti, per poter avere anche maggiori utenze, ma la cosa non è nemmeno lontanamente auspicabile per quanto mi riguarda, per gli importanti vincoli a cui è soggetta la zona in questione.
    Mi scappa davvero da ridere quando si parla di questo progetto come qualcosa che possa rilanciare lo sviluppo, sembra che con la messa in sicurezza della pista si possa risolvere il problema di laureati e diplomati di S.Sofia che spesso sono costretti a spostarsi dal loro comune di residenza per trovare un lavoro adatto alle loro qualifiche.
    Ma forse il tanto auspicato sviluppo di cui si parla è quello prodotto dal passaggio dei vari turisti che si fermeranno a S.Sofia e Corniolo a compare salumi e generi alimentari o altro nei negozi locali….
    Se si tiene conto che la maggior parte delle utenze, come si sente dire in giro proviene dal versante toscano, e pertanto da S.Sofia e Corniolo non ci passano nemmeno, si prospettano dei grossi affari per i commercianti locali!
    Non mi risulta che i visitatori domenicali della diga di Ridracoli abbiano portato ricchezza a S.Sofia, non vedo perchè dovrebbero farlo gli appasionati di sci, che tra l’altro ci sono solo d’inverno.
    Non ho mai visto gli amministratori locali sbattersi così tanto per un progetto….si vede che ci tengono davvero a creare le condizioni affinché i nostri giovani possano avere un passatempo, per non marcire sempre e solo nel bar… intanto non si vede un fiocco di neve e per i prossimi anni gli esperti non prevedono inverni particolarmente nevosi.
    Bizzarro il fatto che lo stesso discorso potrebbe essere applicato al teatro Mentore…in fondo perchè non dare ai nostri giovani l’opporunità di avere un cinema? Non si può marcire sempre nel bar! Ma a quanto pare questo è un problema secondario, è più importante la pista.
    I problemi di S.Sofia rimarranno, con o senza messa in sicurezza della pista nera, così come rimarrà la puzza dell’agrofertil, presente da ben 16 anni se non erro….
    Probabilmente senza quest’odore caratteristico S.Sofia perderebbe i turisti estivi,dev’essere un discorso legato allo sviluppo locale che io non posso capire….molto pittoresco!
    Eppure l’ultimo progetto che non ricordo quanto è costato avrebbe dovuto risolvere per sempre il problema agrofertil… i finanziamenti ci sono stati, ma la puzza è rimasta.
    Anche il progetto della pista nera alla conferenza è stato presentato tutto rose e fiori, perfetto, minimamente impattante.
    Se è valido come doveva esserlo quello per risolvere il problema agrofertil stiamo freschi.
    Comunque vorrei ribadire che è particolarmente importante che i lavori sulla pista nera non vengano approvati, perché ci troviamo di fronte a particolari vincoli, e non rispettarli significherebbe che da noi si può fare tutto in barba alle leggi dello Stato.
    Oggi c’è la messa in sicurezza, domani potrebbe esserci qualcos’altro, sempre all’insegna di questo tanto menzionato sviluppo (utopistico).
    Ci sono stati dei finanziamenti per lo smantellamento dell’impianto Burraia, smantellamento mai avvenuto.
    Se i lavori sulla pista nera dovessero venire eseguiti, in futuro a qualcuno potrebbe venire (se non gli è già venuta) l’idea del recupero globale degli impianti sciistici, pertanto meglio prevenire finchè siamo in tempo.

  68. E’ solo una questione di soldi.
    Mi fa “triste” sapere che i soldi pubblici andranno come sempre nelle mani di pochi e privati, così come succede per altre realtà, locali e non!
    Cmq siamo il paese di pulcinella, un motivo ci sarà pure!
    Peccato, peccato per i paesani “montanari”, che ancora una volta si lasceranno “gabbare” dai loro “amministratori”, per così dire, “furbetti”.

    Cmq se tra qualche hanno la comunità europea ci multerà per i danni cagionati alla natura ed all’ecosistema della “riserva naturale”, allora spero vivamente che a pagare saranno l’attuale sindaco, la ditta “privata” che gestisce le piste (indebitamente a legger le leggi) e tutti i politici che hanno fatto pressione in regione, anche se sarà molto più probabile che a pagare saremo sempre e solo noi con le tasse, magari aumentando l’ici così il comune potrà pagare le multe.

    P.S. Chissà chi pagherà quelle (emesse dalla comunità europea) per lo sforamento nei valori di PM10, che dovrà pagare il comune e non più lo stato italiano!!!?????

  69. COMUNICATO STAMPA
    WWF Emilia-Romagna
    Bologna 02-02-07

    In risposta all’ennesimo attacco del Sindaco Foietta segnalato dai responsabili del WWF di Forli’.

    Colgo, tra le consuete banalita’ ormai notorie che caratterizzano il solito cumulo di offese e di immondizia politica assortita, che periodicamente il Sindaco Foietta riversa sulla nostra associazione, (a cui non vale nemmeno la pena di rispondere) un passaggio davvero illuminante che mi sembra di poter pienamente condividere.

    Sono infatti assolutamente d’accordo con lui, quando afferma categoricamente:

    “Spero che la politica non abdichi al proprio ruolo e non lasci che a decidere dei nostri destini sia un pugno esiguo di uomini del tutto irresponsabili.”

    Mi associo di tutto cuore al suo auspicio, augurandomi che le decisioni politiche che dovranno essere prese nelle sedi opportune, sul futuro di un’area di tale valore naturalistico, non possano essere decise privilegiando gli interessi privati del “pugno esiguo di uomini del tutto irresponsabili” a cui probabilmente allude.
    Mi pare una evidente allusione ai pochi uomini che da anni speculano, grazie agli evidenti appoggi politici, sul fiume interminabile di favori, esenzioni, concessioni, incentivi, contributi e aiuti vari che gli enti pubblici continuano, con pervicace demenzialita’, a voler seppellire sotto la neve che non c’e’, prelevandoli ovviamente senza alcuna remora dalle tasche di tutti i cittadini della regione Emilia-Romagna.

    Privati i guadagni …. e pubbliche le perdite?!
    Di certo non proviene dalle tasche dei consiglieri regionali, (peraltro non certo vuote) tutto il denaro che si vuole inutilmente disperdere inseguendo il sogno disperato della neve che non c’e’.

    Non meraviglia, infatti, in questa vicenda, la solidarieta’ trasversale di tanti consiglieri regionali di ogni colore che sperano disperatamente di gratificare in tal modo il proprio bacino elettorale montano, che ha portato il consiglio regionale a votare, con la sola contrarieta’ dei Verdi e la misteriosa e servile assenza al voto degli ambientalisti per l’ulivo, una risoluzione che invita a fare il possibile (e forse anche l’impossibile) per appoggiare il devastante disegno di Campigna.

    Veramente corretta ed esemplare la posizione tenuta invece dal Consigliere DS Ugo Mazza che si e’ pubblicamente dissociato da un atto dal sapore coercitivo nei confronti di enti automi che si devono legittimamente esprimere sul progetto, dichiarando ” ..inaccettabile che, mentre uffici pubblici si accingono ad elaborare una valutazione tecnica dell’intervento, l’Assemblea intervenga con un atto politico per orientare tale decisione.”

    Mi pare che quest’ultimo sia il degno commento di metodo al plauso tributato dal Sindaco Foietta alla deliberazione regionale che finalmente assicura ai suoi progetti la totale copertura politica degli enti locali.

    Gioacchino Pedrazzoli
    (Presidente WWF Emilia-Romagna)

  70. Bocciata pista nera di Campigna (FC)
    WWF: “EVITATO INUTILE SCEMPIO, SAGGIA LA VALUTAZIONE DEL MINISTRO DELL’
    AMBIENTE”

    Oggi si è evitata una ulteriore ferita al territorio dell’Appennino
    tosco-emiliano, a cavallo tra Forlì e Arezzo, grazie a una corretta e
    coerente posizione del Ministero rispetto al ruolo che le aree protette
    devono avere e alla necessità di valutare i singoli progetti in un’ottica di
    pianificazione. Così è stata accolta dal WWF Italia la notizia del parere
    negativo del Ministero dell’Ambiente alla realizzazione della “pista nera”
    di Campigna in provincia di Forlì ai confini con la Toscana, che avrebbe
    interessato il Parco delle Foreste Casentinesi e della Riserva Naturale
    Biogenetica di Campigna. Parere che ha contribuito all’esito negativo della
    odierna conferenza di servizi.

    “Si tratta di una scelta razionale e di buon senso” – dichiara Fulco
    Pratesi, Presidente del WWF Italia che nei giorni scorsi si era rivolto al
    Ministro per chiedere una particolare attenzione al progetto – che apporta
    una risposta adeguata alle esigenze di tutela ambientale e di sviluppo socio
    economico del territorio interessato dalle opere”. Il bilanciamento degli
    interessi può essere raggiunto solo se le singole opere vengono ricondotte
    in un’ottica strategica, ad oggi assente; gli interventi decontestualizzati
    da una più generale pianificazione, sono fallimentari per la natura e per
    lo sviluppo.

    Correttamente il Ministero ha sostenuto che dovrebbero essere presi in
    considerazione non solo gli impatti immediati dell’opera sulla natura (in
    questo caso devastanti), ma anche quelli prevedibili come ad esempio quelli
    dovuti ai mutamenti climatici che renderanno ordinario il ricorso all’
    innevamento artificiale, i cui impatti sono noti e documentati anche nel
    dossier del WWF “Turismo invernale, una relazione da rivedere” .

    Il WWF Italia, nei giorni scorsi, ha inviato al Ministro dell’Ambiente un
    dossier per denunciare la gravità e l’inutilità dello scempio annunciato,
    che avrebbe avuto alti costi ambientali a carico della collettività e
    benefici limitati a pochi.
    “Abbiamo denunciato già da tempo – dichiara Gioacchino Pedrazzoli,
    Presidente del WWF Emilia Romagna – la scelta delle amministrazioni locali,
    incapaci di cogliere opportunità di carattere strategico ed economico per le
    comunità. Senza trascurare poi i gravi danni all’ambiente naturale, protetto
    perché interno al Parco delle Foreste Casentinesi e alla Riserva Naturale
    Biogenetica di Campigna, ma anche in quanto SIC e ZPS: anche l’Europa
    infatti riconosce in questa area la presenza di importanti habitat e specie
    che costituiscono patrimonio della collettività.”

    Evitato lo scempio, ora è necessaria l’attivazione degli strumenti di
    programmazione dell’Ente Parco, ispirati alla tutela delle risorse e al
    raggiungimento della conservazione e valorizzazione della biodiversità e
    dell’ambiente naturale. Ed in questo senso si è espresso oggi il Ministero
    dell’Ambiente che, riappropriandosi della funzione ad esso deputata, ha
    fatto una scelta a garanzia dei valori e delle risorse presenti nel Parco.
    “L’area è considerata prioritaria nel processo di conservazione Ecoregionale
    del WWF per gli elevati livelli di biodiversità che questo presenta e che
    richiedono prioritarie azioni di tutela.- conclude Pratesi – Questo motiva
    il lavoro quotidiano e la dedizione degli attivisti che hanno
    particolarmente a cuore le sorti del Parco”

    Roma, 5 febbraio 2007
    Ufficio stampa WWF Italia- tel. 06-84497377 – 373. Cell. 329-3548053

  71. Ragazzi,Svegliatevi !!!!
    Chi va’ dicendo in giro che l’adeguamento della pista nera sara’ impattante a livello ambientale non sa’ quel che dice… tagliare quattro piante in una zona fin troppo ricca di alti fusti non rechera’ nessun danno ma anzi potrebbe portare benefici, non si tiene conto delle continue “scorribande” di ungulati nei campi degli agricoltori,perche’ questo accade? semplice, mancano pascoli in quota e di conseguenza gli animali sono costretti a scendere a valle per trovare erba fresca. Poi pensiamo a chi e’ rimasto in quelle zone aggrappato con le unghie e con i denti ed ha fatto modo che a tutt’oggi sia fruibile dalla popolazione ed al contrario sarebbe abbandonata a se stessa. Un parco non e’ uno zoo chiuso a se stesso! come si sensibilizza la gente sui problemi ambientali se non portandola direttamente a contatto con la natura? come puo’ chi vive a bologna o a milano avere a cuore le sorti del pianeta se non ne conosce le sue bellezze? Poi i promotori del no (mi riferisco a flavio beoni)son persone che non vivono la montagna,nei miei 30 anni di passeggiate non l’ho mai incontrato,io giro e filmo le mie zone x farne documentari che la valorizzino!
    P.s. siete veri ambientalisti?Armatevi di gommone e andate contro le baleniere come fanno quelli di greenpeace a mio avviso i veri paladini di madre natura !!!

  72. Ciao “Buonsenso” (almeno dicci come ti chiami),
    quel che mi preoccupa, almeno per quanto mi riguarda, non è il progetto in sé, cioè eliminare circa 45 piante con fusto di dimensioni ridotte che tanto verrano poi ripiantate altrove, e modificare una pendenza (non mi intendo di materia idrogeologica, c’è chi sostiene che ciò potrebbe provocare delle instabilità, pertanto io prendo ciò così come mi viene raccontato).
    E’ tutto un discorso legato alle future conseguenze della realizzazione di questo progetto.
    Se da un lato è giusto che gli sciatori del luogo, abbiano una pista più decente a disposizione (non commento lo stato attuale della pista in quanto non sono uno sciatore ma solo un podista estivo, come qualcuno di S.Sofia può confermare) e più sicura (conosco alcuni ragazzi frequentatori della pista con i quali ho discusso della cosa, e sono certo che si tratta di gente che rispetta e ama l’ambiente)da un lato c’è il rischio che nei prossimi anni la scarsità di precipitazioni nevose porti all’impiego della neve artificiale (spero che nevichi, perchè la mancanza di neve è davvero un danno per tutto l’ambiente).
    C’è chi sostiene che la neve artificale non sia poi la fine del mondo, ma per quel che ne so è dannosa sia per i processi necessari per produrla, sia a causa delle sostanze chimiche che disperde nell’ambiente (avevo trovato della documentazione in merito, se la trovo trascrivo il tutto qui).
    Con questo non voglio fare processi alle intenzioni, ma manifestare solo la mia preoccupazione per quest’evenienza.
    Se vogliamo parlare di un progetto che sta a cuore agli amanti della montagna, ai ragazzi amanti dello sci, ci posso stare, però trovo assurde le motivazioni legate allo sviluppo (ritorni positivi su tutto l’alto bidente) che i politici hanno tirato fuori su questa questione.
    Diciamo che i benefici si limiteranno solo a chi gestisce le strutture e le attività nell’immediato circondario, niente di scandaloso se il tutto verrà eseguito a regola d’arte e senza rischi di espansioni varie ecc.(Ci sono altre questioni legali sollevate sulla concessione dell’impianto, ma ora preferirei evitare).
    Il discorso sugli ungulati in cerca di pascolo è vero, questo lo posso confermare anch’io.
    Quindi ritengo non è una questione di alberi abbattuti, è questo che non sono riuscito a far capire.
    Però, a questo punto direi che non si può più continuare così, è necessaria assolutamente una soluzione, perchè tanto se la cosa non verrà risolta ora, sarà destinata ad andare avanti chissà per quanto tempo, e chissà con quali conseguenze.
    Avrei intenzione di diventare una guardia ambientale volontaria, ma il mio operato come verrebbe visto dalla gente del luogo?
    In queste condizioni rischierei di essere considerato solo un rompiscatole e non godrei della credibilità e della fiducia della gente del posto….e i verdi continuerebbero ad essere un partito che parla dalla pianura senza vivere i problemi della montagna da vicino.

  73. Leggo ora un’articolo in merito al consiglio comunale di S.Sofia di venerdì 9 febbraio sul corriere di oggi e resto allibito da questa frase:

    “…un pubblico numeroso ed anche un esponente del WWF, il santasofiese Flavio Beoni, che nonostante le numerose sollecitazioni, a intervenire da parte del pubblico si è limitato a registrare il dibattito senza parlare.”

    Prima di tutto

  74. Leggo ora un’articolo in merito al consiglio comunale di S.Sofia di venerdì 9 febbraio sul corriere di oggi e resto allibito da questa frase:

    “…un pubblico numeroso ed anche un esponente del WWF, il santasofiese Flavio Beoni, che nonostante le numerose sollecitazioni, a intervenire da parte del pubblico si è limitato a registrare il dibattito senza parlare.”

    Prima di tutto

  75. In merito alla’articolo comapsro sul corriere di oggi

    Prima di tutto NON SONO UN ESPONENTE DEL WWF,NON SONO NEMEMNO ISCRITTO ALL’ASSOCIAZIONE! MI SONO RECATO AL CONSIGLIO COME SEMPLICE CITTADINO, NON ERO TENUTO A FARE DA PORTAVOCE O A RAPPRESENTARE NESSUNO.
    Mi trovavo nel consiglio in quanto sto seguendo da tempo la vicenda ma non potevo intervenire come portavoce di nessuno!!!
    E’ stato fatto il mio nome sul giornale senza chiedermi l’autorizzazione! Non capisco come possa essere venuto in mente a questa gente che sono un espoenten del wwf!!!
    Si è parlato di un esponente del wwf che probabilmente si trovava in aula solecitandolo a parlare ma come avrei potuto intervenire a nome di un’associazione alla quale non sono nememno iscritto?
    A S.Sofia si sa solo che sono iscritto ai verdi ma questo non significa che sono un esponente del wwf, ero in aula come semplice cittadino auditore!

  76. Se non erro (naturalmente è una frase retorica, infatti ne sono sicuro) proprio in questo blog si faceva appello ad un accurato appello del WWF di Forlì e di Flavio Beoni…
    Se poi caro Flavio non sei iscritto al WWF forse sei vittima di una normale associazione di idee.
    Avendo visto che ti batti per la morte e la quarantena delle nostre montagne
    avranno pensato che fai parte dell’associazione che raggruppa tutti i deturpatori cechi e sordi della natura (bien agghindati naturalmente da finti amanti della natura): ovvero il WWF.

  77. Ben detto Davide,dobbiamo lottare per iveri problemi non quelli di comodo ! Questi imbellettati pseudo-ambientalisti ci vengono a rompere il cazzo a noi per una quisquilia e loro girano con bmw 3000 a benzina… mavaffanculo!

  78. Comunque non capisco, che c’entra la neve artificiale??’ non se ne e’ proprio parlato… ribadisco, procuratevi fonti attendibili…

  79. E perché la storia degli esplosivi?
    Quella del rifugio battipista alla burraia?
    Quella dell’introdurre la pratica dello snowboard?
    Quello del ripristino della stazione della burraia?
    Quella del collegamento burraia-fangacci?

    Non sono normali, per loro la natura è quella che vedono nei documentari di Licia Colò…
    Sarebbe bello seguire il detto Dantesco: “Non ti curar di loro ma guarda e passa…” solo che questi vetero-ambientalisti da poltrona contano più del parere di esperti, di hanni di trattative ed aggiustamenti, di pronunciazioni di consigli comunali e regionali, perché la loro metastasi è arrivata sino a poltrone molto importanti: TROPPO importanti…

  80. In questo blog si faceva riferimento ad un appello del wwf che io come verde appoggiavo ma non come iscritto o socio del wwf.
    Pertanto al consiglio non rappresentavo il wwf o altra associazione ma solo me stesso.
    Ero lì come semplice auditore, visto che sto seguendo la vicenda da tempo, raccogliendo informazioni e articoli che sto salvando sul mio PC.
    Quando si è fatto riferimento a un esponente del wwf incitandolo a intervenire, non ho potuto fare altro che tacere…con quale diritto avrei potuto intervenire come rappresentante di un’associazione alla quale non sono nemmeno iscritto?
    Non avendo nessuna carica politica non potevo nemmeno esprimermi a nome dei verdi, così su due piedi e senza essere delegato da nessuno.
    E’ stato uno sbaglio fare il mio nome senza fonti attendibili, tra l’altro nei blog chiunque potrebbe scivere qualsiasi cosa firmandosi come vuole.
    Comunque la cosa è già stata chiarita.
    Piuttosto credo che sia giunto il momento di giungere a una mediazione, tra associazioni ambientaliste e sostenitori del progetto.
    Pur avendo espresso forti perplessità sul progetto credo che sia ora di trovare una soluzione che vada bene a tutti.
    In qualità di semplice iscritto a un partito politico (e quindi si può immaginare quanta influenza possa avere il mio parere) propongo di cercare un punto d’incontro, per rendere la pista più sicura.

  81. Se cerchi mediazione allora mi sa proprio che hai sbagliato partito.
    Il progetto di messa in sicurezza della pista di Campigna è frutto esso stesso di una mediazione, che ha visto gli enti locali modificare il progetto per venire incontro alle richieste delle associazioni ambientaliste.
    Il costo del progetto è così lievitato visto il maggior costo delle metodologie utilizzate (coerenti con i principi dell’ingegneria ambientale) e si è dovuto fare un ulteriore sforzo per reperire i finanziamenti.
    Ma tutto questo non è servito a nulla.
    Gli ambientalisti saranno sempre contro.
    Anche tu Flavio sarai sempre contro.
    Perchè così non sarai costretto ad alzare il culo ed andare a vederle queste famigerate “piante secolari” e renderti conto che se il progetto presenta un difetto, questo è quello di prevedere il taglio di soli 45 mezzi faggi accavallati e rotti, quando invece ne andrebbero tagliati almeno 100 volte tanto!!!
    E questo non per l’interesse di imprenditori senza scrupoli e dei loro tirapiedi, ma per quello della Natura.

    Il destino dell’ambiente è troppo importante per lasciarlo in mano agli ambientalisti!
    Comunque non mi meraviglia che tu sia di Santa Sofia, d’altronde siamo sempre il paese di quelli che fanno migliaia di chilometri e tre ore di coda per salire sulla torre Eiffel e magari non vedono le meraviglie dietro casa.
    E oramai lo sappiamo tutti: una domenica a Campigna non è più alla moda, molto meglio avere il distintivo di fighetto ambientalista radical chic, di quelli che predicano il consumo razionale dell’energia e poi lasciano accese giorno e notte lampade da 250 W per coltivare marijuana negli armadi…
    Se solo sapeste l’emozione che si prova scendere con gli sci in mezzo al bosco, fermarsi su un cucuzzolo per ammirare il panorama e gustare il sapore dell’aria fredda e frizzante di montagna.
    E poi magari ristorarsi mangiando un buon panino prosciutto e formaggio alla faccia del dott. Paci del WWF di forlì che invece prima protesta contro Mc. Donald e poi si adopera per uccidere una montagna che con i suoi pastori ed agricoltori era l’unico modo per diffondere nei giovani una cultura del mangiare bene e vivere sano. La cultura della montagna. La cultura degli amanti della natura…
    Ma tu che ne sai Flavio: TU SEI UN AMBIENTALISTA!!!

  82. Il modo con cui alcuni stanno portando avanti la discussione è assolutamente
    negativo e porta inevitabilmente verso conflitti ancora più aspri.
    In qualità di presidente dei Verdi della provincia di Forlì-Cesena non posso
    che rammaricarmi per quanto scritto da un giornale a proposito di Fabio
    Beoni che non può in alcun modo essere messo alla gogna o criminalizzato
    perchè ha un parere opposto a quello dei sostenitori della pista nera.
    Flavio è un cittadino di S.Sofia ed è libero di pensarla come vuole e di
    appartenere al partito che crede, siamo in democrazia e ciò significa che
    vanno rispettate tutte le persone e tutte le loro idee.
    Se qualcuno del posto ha cercato di sollecitarlo ad intervenire in consiglio
    comunale a nome del WWF ha fatto male. F.Beoni ha già dichiarato di non
    essere iscritto a quella associazione e quindi di non poter prendere la
    parola a suo nome, così come non ha ritenuto di doversi esprimere a nome dei
    verdi.
    Beoni ha espresso su questo blog le sue opinioni che sono molto apprezzabili
    perchè, nonostante i gravi attacchi personali, si è sforzato ad invitare al
    dialogo.
    Non credo che nessuno si sognerebbe di chiedere a un qualsiasi iscritto
    della Margherita , dei DS o di AN di esprimersi a nome del proprio partito.
    Questo viene fatto normalmente dai responsabili, eletti nei congressi e
    titolati a farlo.
    Credo piuttosto che in quella circostanza si cercasse il capro espiatorio,
    quello verso il quale indirizzare gli anatemi tanto cari a taluni
    sostenitori dell’intervento.
    Io stesso più volte ho invitato il sindaco Foietta a mettere in campo quella
    moderazione di cui gli appartenenti alla Margherita si dicono portatori.
    Non ci sono riuscito e anche in questi giorni leggo, come tutti, di accuse e
    di voglia di rivincita.
    Fa molto male un rappresentante di una istituzione a comportarsi come un
    tifoso della curva sud contro gli arbitri: questi hanno fischiato un rigore,
    e credo lo abbiano fatto in scienza e coscienza, come si conviene , nel caso
    della conferenza dei servizi, a dei servitori dello stato.
    Il sindaco Foietta e gli altri esponenti delle istituzioni che tanto si
    danno da fare dovrebbero sapere bene che da tempo le leggi di questo paese
    hanno separato il ruolo di indirizzo, che appartiene alla politica, dalla
    gestione attiva, che appartiene ai tecnici.
    E’ allora una pesantissima ingerenza, assolutamente da condannare, quella
    che si è tentata in regione, attraverso le mozioni votate da destra e da
    sinistra nel tentativo di forzare la mano ai tecnici che, sulla base dei
    propri doveri di ufficio esprimono i pareri che loro competono.
    Ho ritrovato in quella mozione votata da tanti le radici politico-culturali
    di totalitarismi che evidentemente non sono del tutto sepolti.
    Ora, invece di cercare soluzioni positive al problema della fruizione del
    parco nazionale e delle prospettive economiche e sociali degli abitanti
    della zona si insiste per una improbabile rivincita, distribuendo accuse ed
    anatemi.
    Quanta poca accortezza e lungimiranza e soprattutto quanta manifesta
    incapacità di ricercare strade e idee nuove.
    Infine lascino stare alcuni sostenitori della pista le barzellette delle
    auto con 3000 di cilindrata o i gommoni di greenpeace.
    Non serve a niente.
    Così come non sono serviti a niente i cartelli messi su anni fa, proprio lì
    in montagna, da qualche imbecille sulla porta del proprio esercizio “vietato
    l’ingresso ai cani e ai verdi”.
    Sauro Turroni

  83. lo sci in mezzo ai boschi, il panino prosciutto e formaggio, il panorama e tutte le altre belle cose si gustano anche e soprattutto facendo sci alpinismo, che non ha bisogno di piste e di impianti di risalita.
    mi pare che in questi giorni proprio in campigna sia stato organizzato un percorso sci alpinistico e credo possa essere una buona cosa : si gode della natura senza manometterla.
    anche lo sci da fondo fa fare belle passeggiate.
    entrambe le cose possono essere insegnate, possono dare lavoro agli accompagnatori ecc.
    Costano meno alla collettività.

  84. Non è vero che ognuno è libero di esercitare la fede politica che vuole.
    Lo legge (Giustamente) proibisce la creazione di un nuovo partito Fascista e proibisce anche agli organi ecclesiastici di esercitare potere politico in quanto tali.
    Io credo che la legge dovrebbe rendere illegale il aprtito dei Verdi, perché unisce l’abuso ideologico, l’incapacità di resistere alla propaganda e l’estremismo del peggiore dei fascismi, alla cecità dei religiosi.
    In effetti la mia opinione è che voi vivete l’ambientalismo come una religione, fatta di dogmi, parabole e purtroppo crociate.
    Lei signor Turroni la potremmo definire il Vescovo, mentre flavio Beoni è uno di quei chirichetti obbedienti…
    I signori del WWF di Forlì invece sono gli Inquisitori.
    Io non ci credo più nel dialogo.
    E’ quello che si è fatto per anni senza ottenere nulla.

  85. cAro Gabbianelli,
    lei vuole mettere fuori legge i Verdi : erano appunto i fascisti a mettere fuori legge gli altri partiti perchè avevano il difetto di non pensarla come loro.
    Veda quindi, per pasione certamente, di prendere però modelli che la storia ha condannato.
    Lei fa torto a Beoni dandogli del chierichetto : è un giovane che ha le sue idee e le esprime ed è tanto più ammirevole perchè lo fa in un ambiente che mi consenta di definire ostile.
    Non siamo una chiesa nè io sono un vescovo : è vero che ho dedicato molto della mia vita a cercare di proteggere l’ambiente dalle devastazioni che tanti interessi, centrati solo sul guadagno immediato, provocavano e provocano, ma l’ho fatto come ogni altro cittadino che da il suo contributo perchè le cose vadano meglio.
    Sono convinto che sia la stessa ragione che la induce a battersi con tanta determinazione per la pista di campigna. Mi permetta di dirle che, al di là dell’opera in sè, è una scelta senza futuro.
    Dovremmo discutere delle prospettive future, di quello che potremo fare quando, fra pochi anni qui tutto sarà diverso, di come procurare lavoro e benessere ai giovani senza mangiarci il capitale naturale, come è avvenuto fino ad ora.
    Questi sono i temi che credo interessino ai giovani come lei e Flavio, che invece di farsi i fatti propri, trovano la voglia di occuparsi del “bene comune”.
    E il bene comune non si fa con contributi pubblici per sostenere iniziative senza futiuro.
    La saluto cordialmente
    Sauro Turroni

  86. Ringrazio di cuore l’onorevole Sauro Turroni per avermi difeso e per la solidarietà che ha espresso nei miei confronti dopo quello che è accaduto.
    Vorrei dire a Davide Gabrielli che ormai non è più possibile continuare il dialogo con questi toni, pertanto evito di creare una catena di risposte il cui unico risultato sarebbe quello di trasformare questo blog in un ring virtuale e luogo da bagarre estrema.
    Davide io te non ci conosciamo, come fai a dire che sarò sempre e comunque contrario a tutto perché sono un ambientalista?
    Più che a invitare alla mediazione e al dialogo non so che fare, se preferisci, visto che sei di Campigna possiamo incontrarci di persona, qui credo che non ne verremo mai a capo.

  87. A parte la discussione con Gabrielli, mi interessa approfondire la questione delle accuse a Flavio, “reo” di aver partecipato come spettatore ad un consiglio pubblico.

    In quale democrazia le persone sono obbligate a parlare? Di fronte, tra l’altro, ad un ambiente estremamente ostile, poco rispettoso delle normali regole del dibattito, in rappresentanza di associazioni delle quali non fa parte (WWF) e di un partito di cui è un semplice iscritto?

    Gli iscritti di una qualsiasi associazione di persone, sia essa politica o no, non possono parlare a nome di tutti gli altri. Non sarebbe corretto, perché si avrebbe continuamente il rischio di esporre posizioni non concordate con gli altri membri, sfruttando il nome e l’immagine del gruppo e non mettendo in gioco solo la propria personale opinione.

  88. Complimenti per lo stile, buonsenso!

    In democrazia decide la maggioranza, negli organi compenenti a prendere le decisioni!

    Nel mio condominio se ho la maggioranza non sono comunque in grado di aggiungere un piano, se non ho il permesso edilizio.

    Quello che secondo me voi non capite è che il demanio pubblico è demanio pubblico, non proprietà privata dei cittadini che sono confinanti.

  89. Ok,son d’accordo sul fatto che Flavio non dovesse intervenire sui verdi,poteva comunque esprimere un suo parere personale no? invece non l’ha fatto e sapete perche’? perche’ sapeva di essere in minoranza ! Dunque pongo una questione interessante: in democrazia chi decide? la maggioranza o la minoranza?
    Io non voglio mettere al bando nessun partito,credo anzi che i verdi abbiano anche fatto lotte giuste (vedi il nucleare) ma che difettano di serie proposte,non si puo’ dire No al nucleare! senza proporre valide alternative… In italia chi investe sulle energie alternative (soprattutto l’eolico) deve vedersela con l’ostracismo dei verdi che dicono che le pale hanno troppo impatto sull’ambiente,e allora come sperano di produrre energia? con i loro stessi peti?
    ma vaffanculo !

  90. Buonsenso, non potevo esprimere un parere che il giorno sarebbe stato interpretato come il parere ufficiale dei verdi o del wwf espresso tramite il loro referente di S.Sofia (e che sarebbe finito anche sul giornale).
    Al limite (ma ho carattere molto timido ed introverso) averei potuto dire di non essere esponente e/o referente di nessuna associazione ambientalista o partito astenendomi dall’esprimere un parere, ma avrei rischiato di essere accusato da alcune persone presenti di non avere argomentazioni valide e di non voler parlare per questo.
    Ho preferito ascoltare e farmi un’idea più chiara della situazione.
    Non ero obbligato a intervenire, tra l’altro non si è mai fatto il mio nome, mentre sul giornale si, e mi sembra una cosa molto scorretta.
    Io sono io, non rappresento nessuno.
    Da parte mia vorrei portare a una mediazione, ma non sono il wwf,e non sono nemmeno un esponente pilitico, sono solo Flavio Beoni, se non si giungerà ad un accordo, non dipenderà certo da me.

  91. Ciao a tutti,
    non sono più intervenuto dato che i toni sono troppo esasperati da parte di un po’ tutti. In un’altro posto il moderatore avrebbe già chiuso tutto e mandato tutto a quel paese.
    Comunque, c’è chi parla di mediazione. Forse qualcuno è ancora troppo arrabbiato, ma non vedo il motivo per cui non cercare insieme al sindaco Foietta una soluzione alternativa senza estremismi, tenendo fuori le polemiche ed i polemici.

  92. Il demanio pubblico e’ di tutti purtroppo non l’intelligenza,merce ogii assai rara…

  93. Buonsenso a dispetto del tuo “nick” ne sei sprovvisto.
    Forse ti vergogni del tuo nome?
    Perchè nascondersi dietro un “alias” quando in questo blog si presentano addirittura ex Senatori?
    Sarebbe molto più facile anche per gli altri nascondersi dietro un “nick” e tirare sassi a vanvera, ma se ti piace l’intifada, vai in libano!
    “Aquì” siamo persone che nella loro diversità espressa fanno fondamento essenziale per la libera espressione della propria individualità, mai nascosta o celata.

  94. Per Flavio e Federico: ricevo via email tutti i commenti che vengono inseriti. Chiaramente non ho tempo per rispondere a tutti immediatamente, anche perché a volte richiedono approfondimenti che esulano dal messaggio originale e dal mio compito istituzionale, e faccio altro per campare…

    Però ho fatto due-tre scelte ben precise:
    – non cancello nessun messaggio, a meno che non si vada veramente oltre il fastidio del singolo insulto e si scada nello spam ripetitivo che oscura le idee degli altri (finora nessuno è mai giunto a questo punto, ma sappiamo che questi episodi di trollismo possono capitare, negli spazi aperti su internet).

    – ho messo un filtro antispam che evita i messaggi pubblicitari. Con questo potrei bannare anche utenti molesti, ma preferisco lasciare i commenti, per quanto li ritenga stupidi ed offensivi, sempre che non si scavalchi il limite di cui sopra.

    – Ognuno è responsabile di quello che scrive e viene tracciato l’ip, come spiegato prima del form per commentare. Quindi l’anonimato è anonimato fino ad un certo punto, se ci sono gli estremi per una diffamazione si può risalire al computer di chi ha scritto.

    Non è da tutti lasciare uno spazio così aperto al pubblico e credo che sia una scelta importante, che dimostra come in generale il buonsenso (quello vero) prevalga sulla voglia di infastidire.

    Dibattere sugli argomenti è giusto, insultare gli altri con argomenti leggeri è semplicemente stupido ed inutile, e non porta vantaggi nemmeno alle proprie posizioni.

    Fate voi, a voi la scelta. Cercate di apprezzare almeno il fatto che ve la si conceda, al contrario di molti altri luoghi.

  95. Credo che Alessandro non possa controllare ogni minuto il blog, e pertanto non sia sempre in grado di poter moderare, suggerirei di non fomentare ulteriormente la polemica sin troppo accesa.
    Piuttosto credo che sia più importante arrivare ad un’intesa e orientare il discorso in questo senso.
    Non penso che nessuno desideri deturpare l’ambiente, e sono convinto che si possa giungere ad un accordo.

  96. Bah, sottolineo che non è stato chiuso o moderato in senso positivo. Non certo per riprendere qualcuno.
    Non capisco la tua osservazione, ci mancherebbe che fosse costretto a leggere il blog.
    Dico solo che anche per me una mediazione si può trovare, però basta polemiche…

    Flavio, non mi è possibile contattarti, ti dispiace mandarmi una mail dal blog?

  97. Si trasmette di seguito il comunicato dell’esecutivo provinciale in merito agli ultimi sviluppi riguardanti la pista nera in campigna

    FEDERAZIONE PROVINCIALE
    FORLI’ – CESENA

    PISTA NERA:

    ACCUSE INTOLLERABILI

    Da settimane i Verdi sono fatti oggetto di accuse gratuite, di insulti e di vere e proprie aggressioni verbali da parte di esponenti politici e amministratori di Santa Sofia e dintorni a proposito della pista nera in Campigna.

    L’ultimo caso si è registrato, sempre a Santa Sofia, nel corso del consiglio comunale aperto per discutere della bocciatura della pista.

    Costoro, oltre a dimostrarsi privi di un minimo di buona educazione, dimostrano di essere sprovvisti di qualsiasi senso della misura istituzionale soprattutto quando lanciano accuse, fanno insinuazioni, istigano i cittadini addirittura contro altri rappresentanti delle istituzioni.

    Queste cose possono avere gravi e incontrollabili conseguenze e quindi sarebbe intelligenza politica e buon senso che questi metodi venissero abbandonati.

    E’ compito delle amministrazioni trovare le soluzioni ai problemi e non quello di istigare la gente.

    In taluni casi abbiamo rilevato gli estremi della diffamazione, non vorremmo essere costretti ad agire in sede giudiziaria qualora questo metodo degli insulti e delle insinuazioni dovesse continuare.

    Sono infine del tutto gratuite le accuse rivolte al Ministro dell’Ambiente che non è in nessun modo coinvolto in questa vicenda, che è di totale competenza di organi tecnici delle Amministrazioni coinvolte che, come dovrebbero ben sapere il sindaco di Santa Sofia e gli altri amministratori, agiscono in totale autonomia sulla base di valutazioni tecniche.

    Dovrebbero sapere costoro che da tempo la legislazione vigente nel nostro Paese separa le attività di indirizzo politico riservate agli amministratori da quelle di gestione esclusivamente riservate agli organi tecnici tra le quali rientrano le espressioni di pareri.

    E’ pertanto assolutamente intollerabile questa campagna di disinformazione nei confronti di Verdi e ambientalisti in genere che hanno il solo torto di non pensarla come parte degli amministratori locali.

    Il WWF sulla pista nera ha intrapreso una battaglia sacrosanta; i Verdi, come tanti cittadini che si sono schierati in questo periodo, rivendicano il diritto di schierarsi dalla loro parte in difesa del Parco.

    Forlì, 12 febbraio 2007

  98. Voglio ringraziare Alessandro Ronchi per questo spazio di dialogo democratico autentico che nello scorrere i vari interventi mi consente di mettere a fuoco meglio tante posizioni che se potessero ragionare insieme con pacatezza, superando gli insulti che squalificano solo chi li utilizza,forse sarebbero anche in grado di far scaturire dal dialogo intelligente soluzioni che potrebbero portare a ragionevoli compromessi in grado di attenuare conflitti e risolvere situazioni cercando di dare risposte “razionali” alle aspettative di tutti.
    Quello che invece mi allarma e’ il crescendo delle prese di posizione oltranziste di Amministratori politici che, prima di fare certe affermazioni dovrebbero riflettere sulla responsabilita’ che ne deriva sotto il profilo dell’ordine pubblico e dell’incolumita’ dei singoli cittadini, che additati alla pubblica gogna, per il solo fatto di non essere in accordo con il “coro”, sono costretti a temere per la propria incolumita’.

  99. ora mi sono firmato,spero che questi sia sufficiente a darmi credibilità ai vostri occhi. Non che ne abbia necessita’ o ambisca a cio’ (sinceramente del giudizio degli altri me ne frego)ma visto le diverse insistenze al riguardo…

    “Da settimane i Verdi sono fatti oggetto di accuse gratuite, di insulti e di vere e proprie aggressioni verbali da parte di esponenti politici e amministratori di Santa Sofia e dintorni a proposito della pista nera in Campigna.”

    Allora vi dico una cosa: l’adeguamento della pista nera e’ sostenuto soprattuto da una parte politica,la destra,che con il suo esponente di an. bartolini e’ tra i piu’ agguerriti in tal senso. Io sono di sinistra ma sono anche una persona dotata di obiettivita’ e mi trovo mio malgrado d’accordo con loro.
    I residenti nelle zone limitrofe al parco che ci hanno guadagnato da esso? nulla! i nostri nonni potevano liberamente goderne i frutti (funghi e quant’altro) senza dover niente a nessuno e ora invece si trovano in una situazione di questo tipo:assalto ai boschi da parte dell’Homo Cementis,pagamento di acqua della diga che pero’ non viene manco bevuta,decisioni prese da pèersone che poco o nulla sanno al riguardo… e vi stupite se c’e’ del malcontento? ma dai…

  100. La mediazione e il compromesso sono assolutamente necessari, ma non sarà tramite gli articoli di giornale che si giungerà ad un accordo.
    Io abito nella zona e sono a contatto con il malcontento della popolazione locale,e me ne rendo conto più di chi abita a Forlì.
    Le forti perplessità che ho espresso nei giorni sul progetto non derivano dalla messa in sicurezza in sé, che non prevede alcun taglio di piante di importanza naturalistica particolare (si parla di fusti non oltre gli 8 cm di diametro, appiccicati tra loro e non ottime condizioni) che tra l’altro verranno ripiantate in un altro punto.
    Le mie preoccupazioni riguardano altre cose che sono state dette in merito (possibilità di uso di esplosivi, rischi di allargamento degli impanti ecc) le quali sono emerse dalle ricerche condotte dal wwf, e che gli amministratori locali continuano a smentire.
    Parlo solo a titolo personale, non ho alcuna possibilità di decidere: se queste cose sono davvero infondate, allora si potrebbe giungere ad un accordo,perché anche se il lavoro non sarà fatto, la pista continuerà ad essere frequentata e se ci sarà un’incidente grave, verranno tirati in ballo eventuali responsabili indiretti e morali e alla fine il progetto finirà comunque per essere approvato.

  101. Fatevi delle domande! E soprattuto FATENE ai Vostri amministratori!

    Cosa potrà mai portare l’ampliamento delle piste da sci alla comunità montana?

    E’ il solo scopo la messa in sicurezza?

    La diga di Ridracoli non ha portato nessun giovamento alla comunità montana, ma consolatevi del fatto che le comunità rivierasche ne hanno giovato, visto che erano (ed in parte continuano ad esserlo) a rischio subsidenza dovuto all’abbassamento della falda freatica.

    P.S. Se dovesse succedere qualche guaio sulle piste (speriamo vivamente di no) i responsabili sarebbero in primis la ditta che gestice le suddette, poi il Comune di Santa Sofia.
    Se una pista non è a norma e non la si può sistemare allora deve essere chiusa!

  102. Non volevo più intervenire in argomento ma, mio malgrado, voglio rispondere a Flavio Beoni.
    Io non abito in Campigna nè nelle sue vicinanze (120 Km di distanza sono sufficienti a garantire la mia imparzialità sulla questione). E’ dal 1993 che salgo a Campigna ed in special modo alla Burraia ed alla Capanna. Nel lontano 1993 erano aperti tutti gli impianti sciistici (l’ultimo anno di apertura della Burraia) e la località era impeccabile da un punto di vista della cura dell’ambiente ed anche delle infrastrutture presenti nella zona. Buona cartellonistica, ottima segnaletica stradale (ancora all’epoca in giallo e non in quell’orribile colore marrone bruciato usato oggi)… insomma, anche con gli impianti, la situazione della località era a dir poco invidiabile (ho molte foto che dimostrano la pulizia del luogo). Dal 1994 le cose, secondo me, sono andate peggiorando e proprio anche a causa dell’abbandono delle infrastrutture della Burraia. Non dico assolutamente che dovrebbero essere riaperte, ma sicuramente dette infrastrutture sono riuscite a mantenere pulito il bosco e le praterie che, oggi, lasciano il posto a sterpaglie (scuramente di alcun pregio ambientale). Insomma, prima sembrava di essere in una caratteristica località alpina, oggi sembra di essere in una comune località di campagna (e non di montagna).
    A prescindere da questo, penso che tu conosca bene la pista nera di campigna. Il punto dove dovrebbero essere effettuati i lavori è veramente pericoloso (non esistono neppure protezioni) e l’attività di riqualificazione di detta pista non può sicuramente mettere a rischio delle specie vegetative di pregio (visto che più che di faggeta bisogna parlare di cespugli di faggi, data la loro nascita recentissima come dimostrano le cartoline degli anni 60 dove nel punto in questione era tutto prateria).
    Dico anche questo dopo tanti anni di costituzione del parco nazionale sono in pochissimi in Toscana quelli che conoscono il Casentino e le sue Foreste. Non è mai stata fatto nulla per farlo conoscere e le uniche montagne conosciute sono l’Abetone e l’Amiata (oltre che il Corno alle Scale e il Cimone).
    Come mai? E crediamo veramente che le 2 piste della capanna possano portare turismo di massa? Io credo proprio di no. Voglio anche fare rilevare che il rifugio città di forlì, nel periodo invernale rimane chiuso (volevo venirci per l’ultimo dell’anno) anche questo a discapito dello sci escursionismo. Non è meglio vedere immobili rifugi funzionanti, puliti ed una foresta curata, invece di cespugli, edifici fatiscenti? Che differenza rispetto a come vengono tenute altre località all’interno di parchi nazionali. Mi riferisco a Cogne, Santa Caterina Valfurva, Trafoi, Solda all’Ortles, Campo Imperatore, Campo di Giove. Tutte queste località hanno saputo trovare un connubio tra natura e sports invernali garantendo al contempo un’alta qualità paesistico ambientale. Perchè a Campigna ritieni che non sia possibile? Ho alcune cartoline degli anni 50 del paesino di Campigna e mi sembra che in oltre 50 anni le cose non siano cambiate in peggio (non esiste alcun esempio di cementificazione…). Poi oggi con tutti i vincoli che ci sono quale sbocco ad un turismo di massa avrebbe questa località!!
    Voglio poter contare su una risposta sincera da parte tua.
    Ti ringrazio.

  103. Ciao Francesco,
    credo che dal mio intervento precedente a questo, si evinca che sono giunto alla conclusione che la messa in sicurezza in qualche modo sia necessaria e pertanto vada cercata un’intesa al più presto dopo avere eventualmente e definitivamente sfatato, in accordo alle associazioni ambientaliste, le tante argomentazioni negative che sono state ipotizzate sulla pista nera, (ma non dipende da me, ripeto, non ho alcun potere, non sono esponente di nessuna associazione ambientalista e non sono un politico).
    Il discorso sulle condizioni attuali della foresta di Campigna è vero, è un problema di cui si parla da tanto tempo e non sono contrario a una politica che vede l’uomo in simbiosi con la natura,ignoro però le motivazioni dei vincoli che impediscono la manutenzione della foresta da parte dell’uomo.
    In merito al turismo di massa:
    Si è parlato della possibilità di eccessivo carico antropico, ma non saprei quantificare questo eccessivo afflusso di persone in base ai vincoli del parco.
    Sinceramente immagino che non comporti l’afflusso di molta più utenza di quella attuale (un po’ in contraddizione con chi dice che la pista porterà sviluppo e ripercussioni positive su tutto l’alto bidente, affermazione che rischia di diventare motivo per sospettare che si voglia fare qualcosa di più della sola messa in sicurezza).

  104. Cavillo?

    Sono stati affissi manifesti ABUSIVI in spazi dove non è consentito, SENZA FIRMA DEGLI AUTORI e DIFFAMATORI.

    E’ questo il modo con cui pensi sia giusto gestire anche il Parco?

  105. Dagli ultimi commenti (cosiccome dalla realtà quotidiana) evince chiaramente come l’opinione di molte persone riguardo all’opportunità di portare avanti il progetto sia stata notevolmente influenzata dalla campagna di dissuasione operata da parte del WWF di Forlì.
    Il fatto è che questa campagna, è stata abbondantemente farcita di menzogne, inesattezze e iperbole catastrofiste costruite ad hoc per spaventare chi di questa faccenda non sapeva nulla.
    Io non conosco la legge troppo bene, ma non credo che in uno stato di diritto come il nostro si possa liberamente screditare (con menzogne belle e buone) interi enti locali e politici e soprattutto il lavoro di anni di trattative dialogo e tentativi di compromesso (ottimamente riusciti, vi invito a guardare il progetto) senza pagarne delle conseguenze di stampo legale.
    Credo pertanto che un vero cambiamento nel modo di portare avanti la politica nelle aree di interesse naturalistico si abbia solo isolando dal dialogo questi impostori, questi nemici della civiltà e dei suoi meccanismi più costruttivi.
    Credo che se è vero che il WWF di Forlì ha denunciato per un cavillo gli autori del manifesto “Noi montanari prigionieri del WWF”, ancor più giusto sarebbe intraprendere azioni legali contro i signori Paci e Conti del WWF di Forlì, che con le loro menzogne (esplosivi, ampliamenti collegamenti ecc…) hanno screditato un’intera classe politica (trasversale ai due schieramenti), tecnici, progettisti e anche gli abitanti stessi delle zone interessate.

  106. Vorrei aggiungere inoltre che questo malcoltento e l’insofferenza di popolazione e amministratori locali verso taluni ambientalisti non deriva, come questi ultimi fanno credere dalla pretesa di decidere in maniera autonoma e unilaterale di un bene che è ovviamente della collettività intera.
    Questa deriva invece dalla considerazione empirica che questi signori del WWF di Forlì abusano di parole come dialogo confronto ecc… ma poi nella realtà (e non parlo di un singolo episodio ma degli ultimi anni) hanno dimostrato di avere idee così estreme ed innaccettabili da rendere inutile qualsiasi confronto.
    L’iter seguito dal progetto di messa in sicurezza ne è solo l’ultima dimostrazione.
    Come è possibile pensare di dialogare di sviluppo sostenibile delle aree naturali contro chi si è persino opposto allo svolgimento della tradizionale corsa podistica che si svolge nel parco???!!! (10 che corrono e gli altri soprattutto anziani e bambini che si godono una splendida passeggiata alla scoperta delle meraviglie delle nostre montagne ).
    Ricordo inoltre che il signor Conti durante un incontro che si svolse a Corniolo qualche anno fa (perchè il famoso dialogo è iniziato da anni e il progetto ne è il risultato e non un atto di prepotenza) incalzato da continui interventi che gli facevano notare come lui fosse contrario ad ogni cosa alla fine ammise che fosse stato per lui tutto il parco avrebbe dovuto essere convertito a riserva integrale (dove ricordo che anche il semplice ingresso dell’uomo è proibito).
    Tutto questo naturalmente ignorando il fatto che la riserva integrale di Sasso Fratino che fa già parte del Parco è la più grande d’EUROPA.
    Allora signor Turroni, lei che predica il dialogo e il confronto (e mi trova in termini teorici d’accordo) mi spieghi come è possibile dialogare con i Signori Paci e Conti???

  107. Credo che le domande di “Buonsenso” meritino una risposta adeguata perchè sono serie.
    L’aggressione dell'”uomo cementis” è un fatto che può anche essere vero e per questo va garantita una fruizione regolamentata del parco. Questa, se ben organizzata può essere una nuova e diversa forma di lavoro per gli abitanti della zona.
    Perchè tutti quelli che arrivano devono essere liberi di farte quello che vogliono e non invece aiutati a conoscere e godere dei boschi e delle altre bellezze del luogo?
    La questione funghi e raccolta dei prodotti del sottobosco rientrea nelle attività che devono essere regolamentate.
    Una buona gestione di un parco è capace di prevedere una differenziazione del trattamento fra i residenti e quelli che vengono da fuori, comunque all’interno di quanto è previsto dalla legge in materia che non riguarda i parchi ma tutto il territorio regionale.
    La diga di ridracoli non ha portato benessere agli abitanti della zona : questa critica non ha ragione di essere, soprattutto se rivolta a coloro che più di tutti si sono battuti contro la sua realizzazione.
    Però una persona che si reputa di sinistra deve osservare che l’acqua è un bene comune, che non è di “propietà” degli abitanti di un territorio e che come bene comune va gestito a beneficio anche di chi non dispone di fonti o altre risorse.
    Questo punto è anche una delle acquisizioni del programma nazionale del governo Prodi e noi verdi la condividiamo totalmente.
    Tutte queste considerazioni come le osservazioni di”Buonsenso” ( scusa ma il nome non si legge) dimostrano però una cosa che andiamo dicendo da tempo : IL PARCO NON HA DATO I RISULTATI ATTESI PERCHE’ CHI LO HA GESTITO PER ANNI NON E’ STATO CAPACE DI FARE NULLA DI POSITIVO, SI E’ LIMITATO AD APPALTARE UN PO’ DI OPERE EDILIZIE E POCO ALTRO, PENSANDO A COME POTEVA FARE PER FARE ENTRARE I CACCIATORI A FARE LA CACCIA DI SELEZIONE, A COME LIMITARE IL RUOLO DI UN PARCO NAZIONALE TENTANDO DI FARLO DIVENTARE UNMA EMANAZIONE LOCALE E A POCO ALTRO. Si trattava di persona emanazione della realtà locale, che evidentemente conosceva bene la situazione e i bisogni delle popolazioni della montagna ma ciò nonostante i risultati sono quelli che alcuni lamentano.
    Non sono stati i Verdi a istituire il Parco anche se per anni si sono battuti perchè ciò accadesse, non sono i Verdi che hanno gestito il parco bensì esponenti dei DS, non sono i Verdi di pianura ad aver responsabilità sui risultati di quanto è stato fatto perchè la dirigenza politica del Parco era saldamente in mano alla gente della montagna.
    Un parco, come l’acqua è un bene comune e non può essere gestito con una visione localistica.
    Non appartiene solo agli abitanti della montagna ma a tutti i cittadini italiani.
    Le opere che si prevedono in esso non possono essere esclusivo appannaggio di un comune o di una qualche categoria o impresa locale perchè abita lì vicino.
    Dovremmo essere capaci di abbandonare il tema pista nera e darci daq fare per individuare una prospettiva per le aree protette nazionali, tra le quali rientrano le forestre casentinesi e la campigna, con una prospettiva di più lungo respiro di quanto proposto dal sindaco di S.Sofia e compagnia cantando.
    Noi Verdi siamo disponibili a confrontarci su questi temi ma siamo stufi di essere ritenuti responsabili di risultati negativi da attribuire principalmente ad altri.

  108. Fatti di importanza marginale rispetto al bene della Natura.
    Fatti amministrativi e burocratici, nulla di più.
    E poi non ho detto che non consista reato, ho detto che quelli commessi da loro sono di gran lunga più gravi e che come cittadino spero che venga fatta giustizia. Anzi: GIUSTIZIA.

  109. caro Gabrielli,
    ho purtroppo letto il manifesto a cui lei fa cenno : non si tratta di cavilli, chiamiamo le cose con il loro nome, si trattava di veri e propri insulti così come si tratta di vera e propria diffamazione quella messa in atto da tanti di quei bravi amministratori che lei cita.
    Se ricorderà ho invitato il sindaco a evitare di buttare altra benzina sul fuoco, ma si sà, sangue romagnolo ecc. Chi è investito di pubblici ruoli deve mantenere comportamenti consoni alla propria funzione.
    Sulla corsa a piedi nel parco mi consenta di ritenere la questione inverosimile : in ogni caso il podismo non mi risulta essere fra le attività proibite nei parchi, certo non va bene nelle riserve integrali ma nel resto del territorio non vedo che male faccia.
    Non sarà come la storia secondo la quale io spesso vado in giro in elicottero buttando vipere col paracadute?
    Infine mi creda non ho difficoltà a discutere con Conti e con Paci come non ne ho a discutere con Foietta o Biandronni : il problema è uno solo, avere degli argomenti da proporre agli altri, delle soluzioni, della disponibilità a capire e a cercare strade nuove, senza “incarognirsi” su una scelta, per la ragione che la si è fatta.
    La saluto

  110. Spero che tu mi concerda le parole amministrative e buriocratiche visto che sono le stesse che il WWF usa per classificare i reati di abusivismo di cui sono accusati relativamente ai lavori di manutenzione della loro residenza di vacanza al “Rifugio del Cucco” a Premilcuore….

  111. Complimenti a Turroni.

    P.S. Alessandro, Gabrielli non conosce il peso delle parole, riprova ne è quello che ha scritto su di te “Il 10-1-2007 alle 6:59 pm Davide Gabrielli”……
    Verba volant, scripta manent.

  112. Credo che tante persone non conoscano fino in fondo la realtà del complesso Monte Falterona. Credo che alcuni non conoscano neppure l’ubucazione delle piste da sci ed il loro tracciato. Tacciare di scempio ambientale una messa in sicurezza è veramente cosa troppo grossolana. Se si vuole essere ancora più precisi si può anche aggiungere che la paventata espansione del comprensorio sciistico è per dire impossibile. La distanza che separa la Burraia alla Capanna è tale da non poter neppur auspicare in futiri più lontani il loro collegamento. Le piste poi ricadono a chilometri di distanza da Sasso Fratino. Ricordo che fino a pochi anni fa anche il Pratomagno è stato oggetto di vincoli più o meno rigidi che hanno portato ad uno spopolamento della montagna ed all’abbandono delle praterie sommitali. Dette praterie si sono piano piano ricoperte di ginestre, cespugli di faggi… rovinando così il manto erboso che ha sempre contraddistinto la sommità della Montagna (ecco il nome pratomagno). Oggi ci si è accorti dell’errore e si sta correndo ai ripari per tutelare le praterie di nardeto, rintroducendo anche i pascoli di alta quota. Questo vale anche per la burraia che, ad oggi, con l’abbandono della zona, si sta degradando. La zona della Burraia, è bene ricordarlo, non ha mai avuto vegetazione sommitale, e grazie alle piste da sci le praterie si sono mantenute in ottimo stato. Poi le piste del Falterona sono di bassissimo impatto ambientale come dimostra il fatto che dalla strada cha va dalla Passo della Calla a Piancancelli non si nota neppure la loro presenza tanto sono mimetizzate ed un tutt’uno con la foresta. Io sono il primo a voler tutelare la natura. Perchè è solo grazie alla pulizia ed ad una bella vegetazione che i turisti possono godere appieno della montagna. Guardate ad esempio alcune stazioni alpine sia nazionali che estere. Pur avendo chilometri e chilomteri di piste hanno saputo mantenere integro il loro fascino tento da meritarsi dei certificati di qualità per eco-compatibilità (come Neustif Valle Stubai – Ghiacciaio Stubai e tante altre). L’ultima obiezione riguarda i due albergatori di Campigna che conosco bene. Vi domando questo: ma se foste stati voi ad abitare per oltre settanta anni a Campigna che avreste fatto? Se il vostro lavoro fosse stato il loro, che cosa avreste fatto? Sarebbe giusto secondo voi essere cacciati dalla propria casa? E chi ci verrebbe al loro posto? Chi li rimpiazzerebbe? Oppure si vogliono mandare in malora anche Il Granduca e Lo Scoiattolo come è successo per il complesso della Burraia? Io penso che le piste da sci non siano un diavolo da combattere con ogni forma di esorcismo. Basta vbigilare che chi viene a fruire della montagna la utilizzi nel pieno rispetto di ciò che uno si trova davanti. Ma questo è il compito che spetta alle famiglie prima di tutto. Oggi manca questo tipo di educazione che è la base per il successivo rispetto dell’ambiente.

  113. Caro Bandinelli è vero che sarebbe meglio che tutti conoscessero bene le cose di cui si occupano e il territorio di cui parlano. La conoscenza del territorio è però una caratteristica dei verdi e delle associazioni ambientaliste, spesso tanto legati ad esso da far prevalere l’interesse alla sua tutela rispetto ad ogni altra considerazione.
    Se mi permette conosco benissimo Campigna, Burraia , Fangacci, Montefalco e tutto il territorio per diversi motivi, anche professionali e quindi vorrei poter svolgere qualche considerazione a riguardo delle praterie di alta quota, della evoluzione degli ambienti naturali e delle soluzione per mantenerli come oggi si presentano.
    La sua opinione si basa su una considerazione : l’utilità delle piste da discesa per mantenere un equilibrio che altrimenti si perderebbe.
    Opinione rispettabile ma che dovrebbe essere inserita in un ragionamento più ampio che riguarda le decisioni che gli organi tecnico-scientifici preposti alla tutela possono e devono fare a proposito della conservazione degli ambienti naturali. In tali organismi si valuta spesso preferibile accettare l’evoluzione naturale degli ambienti invece di mantenerla artificialmente. E’ una questione che deve essere valutata specificamente luogo per luogo, situazione per situazione.
    Spetta sempre ai medesimi organismi tecnico-scientifici stabilire se la sistemazione di un tratto di pista rientra con le finalità di tutela che la esistenza di un parco e di zone di protezione speciale prevedono.
    E se i lavori per la sistemazione confliggono o no con i medesimi doveri di tutela.
    Io, come lei, posso avere opinioni, posso manifestarle, posso tentare di far valere le mie ragioni ma non per questo posso ritenere che la valutazione di un’opera possa discendere solo o principalmente dagli interessi , pur legittimi, di questa o quella impresa.
    Una sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto epoca ha riconosciuto che la tutela dell’ambiente e del paesaggio che lo costituisce prevalgono su ogni altro interesse anche economico.
    Allora credo che se questo è vero sia obbligo per quei decisori politici che vogliono mantenere e sostenere attività economiche esiostenti ( e magari crearne delle nuove) individuare nuove soluzioni capaci di portare benessere senza venir meno agli obblighi di tutela che riguardano tutti.
    Invece i nostri amministratori locali hanno scatenato una guerra di religione, non indirizzata contro un progetto come si potrebbe dire degli amici del WWF, ma contro delle persone fisiche, indicandole con nome e cognome, contro degli organi e dei servitori dello Stato, infine contro delle istituzioni.
    Conoscono la Campigna costoro ? forse si ma con ogni probabilità non conoscono le leggi di questo paese, i principi che regolano la divisione dei ruoli fra chi da indirizzo politico e chi gestisce, il valore delle conoscenze e delle competenze tecnico-scientifiche ed anche, se mi permette, quello della partecipaziopne democratica.
    La saluto molto cordialmente
    Sauro Turroni

  114. Carissimo Turroni le rispondo altrettanti cordialmente.
    Le Foreste Casentinesi sono nate grazie all’operato dei Monaci Camaldolesi e Vallombrosani che, grazie al loro motto ora et labora hanno impiantato, artificialmente, abeti bianchi che grazie alla loro altezza arrivano fino al cielo come se fossero una preghiera. In quanto di impianto artificiale è impossibilie lasciare la natura a se stessa ecco perché le bellissime praterie di nardeto oggi sono tutelate a livello europeo ed è stato così permesso di tagliare i prati togliendo le piante che si erano formate naturalmente. Questo non vuol dire andare contro la natura, ma vuol dire salvare un paesaggio che grazie all’uomo ha assunto quell’aspetto caraterizzante ed altrettanto qualificante. Anche la sommità del Monte Gabrendo e del Monte Falco pochissimi hanni fa erano ricoperte da pascoli montani che piano piano hanno lasciato il posto a cespugli di faggi che oggi stanno deturpando le praterie della Burraia che in realtà dovrebbero essere protette e non lasciate a se stesse. Le praterie della Burraia, come quelle del Pratomagno sono un patrimonio storico da salvaguardare e non da trascurare. Come ho già scritto la paura di una devastazione della zona è proprio fuori luogo. Come mai non si è provveduto ad ampliare negli anni 70 e 80 quando tutto era permesso? Come mai Campigna è rimasto il paesino di due case e non ha mai trovato sviluppo urbanistico negli anni 60 e 70 quando tutto veniva fatto senza piani regolatori? Vorrei una sua gentile risposta e come vorrei avere una risposta in merito alle domande da me poste riguardo agli alberghi lo scoiattolo e granduca.
    Penso che avere una località pulita, attrezzata, verdeggiante etcc.. sia preferibile rispetto a quello che si vede ora passando sotto allo chalet Burraia.
    Grazie mille

  115. Mi aggiungo ai complimenti a Turroni,solo una precisazione:quando dici:”Però una persona che si reputa di sinistra deve osservare che l’acqua è un bene comune, che non è di “propietà” degli abitanti di un territorio e che come bene comune va gestito a beneficio anche di chi non dispone di fonti o altre risorse.”
    Se l’acqua e’ un bene comune com’e’ che chi l’amministra (romagna acque)e’ un’ente privato?E tutti ben sappiamo qual’e’ la priorita’ di costoro, IL GUADAGNO!
    Ragazzi, secondo me Santa Sofia e dintorni hanno altri problemi e ben piu’ seri,perche’ nessuno (neppure i verdi)si oppone al progetto della diga gonfiabile? Perche’ nessuno ostacola il megalitico progetto delle rotonde con viadotto annesso,quello si’ un vero ecomostro?
    Facciamo un mea culpa tutti e poniamoci queste (a mio avviso) importanti e chiarificatrici domande…

  116. Nel 2001, quando ancora non ero iscritto a nessun partito, ho collaborato a una raccolta firme affinché non si facesse questa famosa diga gonfiabile.
    Progetto alla cui realizzazione da quanto mi risulta si è poi rinunciato (ho appreso ciò prima da alcuni esponenti verdi, e poi ne ho avuta la conferma da alcuni cittadini di S.Sofia).
    Non credo che sia stata la raccolta firme a far cambiare idea a Romagna Acque, però mi sono interessato della cosa come comune cittadino (che tra l’altro deve pagare i costi salati dell’acqua della diga senza usufruirne).
    Non credo che i verdi non si siano interessati alla cosa, ma all’epoca non avevo contatti con loro. Comunque il fatto che sapessero prima dei santasofiesi che la diga gonfiabile non sarebbe stata costruita vuol dire che in qualche modo se ne sono interessati.
    Chi mi conosce bene a S.Sofia sa che non sono una persona che si disinteressa dei problemi (e purtoppo ce ne sono e anche seri).
    I verdi nell’amministrazione comunale di S.Sofia non sono presenti, e quindi non possono intervenire per questioni che rigurdano esclusivamente il comune.
    C’è inoltre da dire che se ci sono state delle incoerenze da parte di qualcuno all’interno del partito verde, chi ne è stato responsabile ha pagato con l’espulsione dal partito (so che alcuni cittadini di S.Sofia tempo fa sono rimasti molto delusi dall’intervento di un esponente verde chiamato a intervenire per un annoso problema che non si riesce a risolvere, grazie al cielo questa persona non è più verde).
    Credo che sia importante trovare un punto di incontro per questa questione della pista nera, in quanto ci sono altri problemi da risolvere (e che incombono su S.Sofia), e tutta questa storia potrebbe portare a una chiusura ad un’eventuale futura collaborazione reciproca in merito ad altre problematiche.

  117. Come dice giustamente Flavio, ce ne siamo occupati per quanto di nostra competenza. Se non siamo molto visibili e presenti sul territorio è per mancanza di rappresentanti diretti con i quali i cittadini possano rapportarsi e confrontarsi, permettendo magari di superare i pregiudizi.

  118. le ultime cose che leggo mi confortano : finalmente idee si confrontano con altre idee.
    Allora vorrei tornare sulla diga mobile.
    Noi verdi siamo stati contrari perchè ci è sembrato che il bidente sia già troppo depauperato con un prelievo di acqua superiore alle esigenze vitali del corpo idrico.
    Contro l’eccessivo prelievo, forse qualcuno lo ricorderà ancora, ci siamo battuti per anni ottenendo alla fine un modesto aumento del deflusso minimo vitale ( che purtroppo credo non sia stato mantenuto).
    Ci siamo beccati denunce, manifesti e articoli pieni di insulti, discredito diffuso a piene mani.
    Lo abbiamo fatto anche contro la derivazione del Fiumicello così come ci siamo battuti contro il potenziamento della diga sul Savio.
    La ragione è sempre la stessa : queste soluzioni di stampo ingegneristico non si preoccupano degli ecosistemi, della complessità dei fattori in campo e in conclusione non investendo in sistemi di riduzione dei consumi, di riuso delle acque, di utilizzo delle acque piovane e via dicendo, ancorano ogni soluzione al solo prelievo.
    E in caso di riduzione della risorsa l’unica cosa che si può fare resta l’emergenza. Siamo in inverno, il Po è privo di acqua, la neve sulle alpi è poca, i ghicciai si stanno restringendo drammaticamente, il canale emiliano-romagnolo è quasi secco : dobbiamo o no mettere ogni nostra azione riguardante le risorse idriche all’interno di questi ragionamenti oppure no?
    La questione delle piste da sci in appennino deve essere valutata in modo analogo, considerando il clima e le previsioni di cambiamento che indicano un aumento della temperatura e una diminuzione delle precipitazioni nel breve periodo.
    Se si fanno le opere della pista nera, anche al di là delle considerazioni riguardanti quella che ritengo una manomissione dell’ambiente, quale sarà la loro prospettiva, quanti anni si pensa che potranno durare, quali benefici economici reali potranno provocare ( qualcuno ha fatto una verifica costi-benefici attendibile?) nel bereve e nel medio periodo, quali misure sono state previste in caso di ulteriore riduzione delle precipitazioni e di aumento delle temperature?
    Credo che chi amministra pubblici denari debba fare anche questo, non sono suoi nè i soldi nè il territorio su cui intende operare.
    Temo che tutto questo non sia stato fatto : ci sono i soldi e quindi si spendono, poi si vedrà. Questo è il classico modo di fare di tanti.
    Noi Verdi pensiamo che sia sbagliato fare in questo modo, vale per le dighe mobili, per gli inceneritori, per le piste nere.
    Non siamo quelli dei no, è una caricatura che fanno di noi gli stupidi che invece di misurarsi con la complessità dei problemi indicano un avversario quale responsabile dei loro insuccessi.
    Ciao
    Sauro Turroni

  119. Penso che per quanto riguarda le precipitazioni nevose, a parte questo inverno che è del tutto partticolare,non ci siano problemi per il Monte Falterona. Io vengo a sciare ogni anno e non ho mai trovato un anno senza neve. E poi che neve!!! Addirittura più bella che in altre parti dell’appennino e delle Alpi. Sapete perchè. LA posizione del Falterona e del Gabrendo sono ottimali perchè prendono le perturbazioni che vengono sia da Est che da Ovest (mentre le altre località appenniniche come il cimone e l’Abetone sollo quelle da Ovest in quanto i venti di bora e di tramontana in Toscana spazzano le nubi sull’Appennino emiliano, mentre le fanno addensare su quello romagnolo).
    Quindi per l’appennino tosco – romagnolo non ci sono problemi di sorta, a parte delle annate come questa che si devono mettere in conto.
    Ciao e speriamo di risolvere la questione pacificamente tutelando la natura e rispettando anche le piste che ci sono sempre state.
    Ciao

  120. non basta “pensare” a quello che potrà succedere sul clima e confondere quello che si desidererebbe con le cose che gli scienziarti prevedonoi.
    Quindi vorrei che le cose che si dicono venissero appoggiate su dati scientifici, su rilevazioni e previsioni di organismi indipendenti.
    se così non è si tratta di opinioni, rispettabili fin che si vuole, ma solo di opinioni.
    ciao
    sauro turroni

  121. Se ti riferisci a quanto ho appena detto sull’innevamento di Campigna mi baso su dati statistici di previsioni nivometriche della zona.

  122. Guardate cosa succede ad abbandonare la montagna a se stessa, quando la stessa montagna è sempre stata curata dall’uomo. Le nostre montagne non sono come l’amazzonia (le foreste sono tutte di impianto artificiale) ma è come un giardino che se non viene curato prima o poi muore soffocato dalle erbacce.
    Ecco uno studio scientifico sulle Praterie del Pratomagno (ecco perchè erano utili le piste ai prati della burraia):
    “Principali minacce per gli habitat/specie oggetto dell’intervento nei siti in cui si svolge il progetto

    Minaccia 1:

    Tipo di minaccia: Scomparsa di habitat (*Formazioni erbose di Nardus stricta e altri habitat di prateria) di interesse comunitario per riduzione e/o cessazione del pascolo

    Descrizione: Nelle aree montane appenniniche il pascolo per secoli ha costituito il principale elemento di condizionamento degli ecosistemi ed era regolamentato in modo rigoroso da appositi statuti. La sua diffusa riduzione e/o cessazione, avvenuta soprattutto dopo gli anni ’50, è causa di drastici cambiamenti nel paesaggio vegetale. Gli habitat di prateria di interesse comunitario sono in gran parte di origine secondaria (in particolare le formazioni a Nardus stricta) e sono destinati a drastiche perdite di superficie o alla totale scomparsa se permane il fenomeno della cessazione del pascolo.

    Localizzazione (se importante): la riduzione del pascolo è diffusa in tutte le aree di crinale ed in particolare nelle zone meno servite da viabilità e altri servizi all’attività pastorale (recinzioni, abbeveratoi) e in quelle meno idonee (aree isolate di estensione limitata, aree più acclivi, ecc.). I pascoli ancora regolarmente utilizzati sono ormai limitati alla fascia del crinale principale; sono in via di scomparsa le praterie intercluse nel bosco e permangono solo le tracce delle fasce di collegamento fra queste ultime e il crinale principale, con conseguente perdita di eterogeneità ambientale, connettività e biodiversità.

    Impatto sugli habitat/specie (quantificare se possibile): Nell’ambito dell’area interessata dal progetto sono soggetti a questa minaccia circa 470 ha di *Formazioni erbose a Nardus e circa 23 ha di Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcarei. Gran parte delle specie ornitiche citate sono in decremento numerico principalmente a causa di questa minaccia.
    La diminuita pressione antropica legata al pascolo ha determinato il regresso di ampie superfici di nardeto e la diminuzione delle specie di prateria ad essa legate (comprese numerose specie ornitiche nidificanti). L’abbandono delle attività di pascolamento ha causato una accelerazione dei processi di ricolonizzazione spontanea e il diffondersi delle formazioni a Cytisus scoparius e Juniperus communis. I nardeti sono stati in parte interessati anche dall’ingressione di specie antropocore estranee alla cenosi.

    Minaccia 2:

    Tipo di minaccia: Progressiva scomparsa delle Formazioni rade di Juniperus communis su lande o prati calcarei per chiusura della copertura arbustiva e ingresso di specie arboree

    Descrizione: Le Formazioni rade di Juniperus communis derivano dalla ricolonizzazione di ex aree agricole montane quale stadio dinamico intermedio della locale serie dei boschi di latifoglie mesofile. Dopo una iniziale fase di ricolonizzazione ad opera di Brachypodium rupestre, le formazioni prative in abbandono sono interessate dalla diffusione di Juniperus communis.
    Tali formazioni transitorie sono poi destinate ad evolversi verso formazioni arboree più evolute.
    La riduzione del carico del bestiame (in alcune aree la totale cessazione del pascolamento) e la cessazione pressoché totale degli interventi di manutenzione dei pascoli (controllo della vegetazione arbustiva) portano alla chiusura dello strato arbustivo da parte di Juniperus communis e/o altre specie (in particolare Cytisus scoparius) con progressivo ingresso di piante arboree.

    Localizzazione (se importante): Il fenomeno descritto interessa generalmente le aree a contatto con i boschi e quelle dove l’abbandono è avvenuto da più tempo (radure e superfici di pascolo isolate).

    Impatto sugli habitat/specie (quantificare se possibile): circa 23 ha di Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcarei. Sono influenzate da questa minaccia anche le specie ornitiche legate alle praterie con arbusti sparsi, come Emberiza hortulana, Lullula arborea, Lanius collurio.

    Minaccia 3:

    Tipo di minaccia: Assenza di pianificazione della gestione dei pascoli ai fini della conservazione degli habitat di interesse comunitario

    Descrizione: mancanza di piani di gestione delle praterie montane espressamente finalizzati alla conservazione degli habitat di interesse comunitario; conseguente utilizzazione irrazionale dei pascoli (aree in abbandono o sottoutilizzate, cfr. sopra, localizzate aree con sovrapascolamento) e degradazione e/o scomparsa delle formazioni vegetali di maggior pregio naturalistico e delle specie animali ad essi legate. Impatto elevato del bestiame sulle comunità vegetali e animali dell’unica zona umida naturale e degli impluvi umidi delle vallecole di crinale, in assenza di altri ambienti che ne possano vicariare la funzione. La mancanza di un pascolamento con carichi adeguati porta alla scomparsa/degradazione delle praterie a nardo, cui è legata anche la riduzione di limitate praterie umide eutrofiche per lo più relegate nelle condizioni a maggiore umidità edafica. Tale habitat, mosaicato con i nardeti, si caratterizza per la presenza di numerose specie rare o di interesse fitogeografico quali Cardamine amara, Galium palustre, Chrysosplenium alternifolium, Caltha palustris subsp. laeta. La tutela di tale habitat è strettamente legato alla conservazione dei nardeti.
    La mancanza di una gestione razionale della distribuzione e dei carichi del bestiame interessa tutti i pascoli del Pratomagno ed è causata sia dalla mancanza delle strutture necessarie (recinzioni, abbeveratoi), sia dalla generale riduzione del numero di capi (imputabile almeno in parte alla carenza di cui sopra).

    Localizzazione (se importante): interessa tutti i pascoli del Pratomagno.

    Impatto sugli habitat/specie (quantificare se possibile): la mancanza di una gestione razionale della distribuzione e dei carichi del bestiame interessa l’intera superficie di tutti gli habitat citati; di particolare rilievo, quindi, l’impatto sui circa 470 ha di *Formazioni erbose a Nardus, soprattutto visto che la permanenza stessa di questo habitat dipende direttamente dalla presenza di adeguati carichi di pascolo. L’impatto sull’avifauna nidificante è notevole, anche per l’ampia superficie interessata; l’effetto sinergico delle minacce no. 1, 2 e 3 ha causato la riduzione registrata a carico delle specie di maggiore interesse conservazionistico nell’area.
    La diminuita pressione antropica legata al pascolo ha determinato il regresso di ampie superfici di nardeto e la diminuzione delle specie di prateria ad essa legate. L’abbandono delle attività di pascolamento ha causato una accelerazione dei processi di ricolonizzazione spontanea e il diffondersi delle formazioni a Cytisus scoparius e Juniperus communis. I nardeti sono stati in parte interessati anche dall’ingressione di specie antropocore estranee alla cenosi.
    I processi in atto comportano l’alterazione strutturale e floristica dei nardeti con la scomparsa non solo di un habitat prioritario ma anche un caratteristico popolamento floristico con specie quali Botrychium lunaria, Murbeckiella zanonii, Rosa serafinii e Viola eugeniae.

    Minaccia 4:

    Tipo di minaccia: Progressivo aumento di superficie delle aree interessate da fenomeni erosivi innescati dal passaggio di mezzi fuoristrada (oggi interdetto)

    Descrizione: Il passaggio pregresso di mezzi fuoristrada, soprattutto lungo il crinale, ha causato la rottura del cotico erboso con successivi fenomeni erosivi causati dal ruscellamento superficiale. Nell’area oggi sono presenti varie fasce di terreno denudato, di larghezza di 0,5 – 3 m e in progressivo ampliamento.

    Localizzazione (se importante): varie aree generalmente in corrispondenza del crinale principale

    Impatto sugli habitat/specie (quantificare se possibile): La minaccia interessa ad oggi, complessivamente almeno 3.000 m2 di *Formazioni erbose a Nardus, Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion e Lande alpine e boreali; in assenza di intervento le superfici interessate sono destinate a estendersi.”

  123. ho letto l’interessante relazione sui pericoli che corrono le praterie di alta quota.
    L’automatica equazione piste da sci = mantenimento degli equilibri naturali esistenti mi poare un po ‘ forzata.
    La relazione parla di pascoli e di abbandono o riduzione di quella attività che mi pare sia cosa diversa dallo sci.
    Sarebbe interessante avere un identico studio sulle conseguenze delle attività connesse al mantenimento delle piste, allo sci praticato con poca neve e con zone “spelate”, all’utilizzo di sostanze per far mantenere più a lungo la neve e così via sulle praterie di alta quota.
    Si tratta di ecosistemi delicati che mutano a causa dell’intervento umano : credo che le decisioni per il loro mantenimento e gli strumenti per attuarlo debbano discendere da studi appropriati e non da interventi fatti per tutt’altro scopo.
    Se il problema è “come possiamo mantenere le praterie ” si devono fare studi appropriati valutando cosa e come fare.
    Nel nostro caso il tema era “come facciamo a sistemare una pista da sci visto che ci sono i soldi” e si è fatto un progetto rispondente al tema posto.
    Adesso possiamo anche affermare che una conseguenza di quel progetto, fatto per tutt’altri motivi, potrebbe essere anche quella di dare risposta al primo tema, quello del mantenimento delle praterie, ma è una cosa tutta da dimostrare e quanto fatto finora non è riuscito a dare un risultato apprezzabile in questo senso. Tanto è vero che gli organismi preposti alla tutela delle aree di cui parliamo non hanno ritenuto che il progewtto desse dei risultati positivi per la conservazione del territorio.
    Comunque, lo ripeto, adesso la discussione mi piace e per quello che mi riguarda continuerò a parteciparvi.
    sauro turroni

  124. Carissimo Senatore,
    la tecnologia moderna in materia di utilizzo di impianti da sci e piste ha fatto passi da gigante in materia di ecocompatibilità. Infatti se lei va a guardare alcune località sciistiche del Nord Italia come Plan de Corones e Ponte di Legno Tonale potrà verificare come l’utilizzo di moderne strutture ha pian piano permesso di diminuire gli impianti da sci, di creare impianti di innevamento artificiale che utilizzano solo acqua pura (che viene restituita in natura nei mesi primaverili).. insomma, siamo ben lontani dagli anni 80. Comunque Campigna non verrebbe toccata da questo tipo di interventi. Non ce ne sarebbe bisogno. Il fatto di avere all’interno del parco delle piste da sci non va contro una logica ambientale, altrimenti mi deve spiegare come mai in tutti i parchi nazionali italiani, o quasi, esistono piste ed impianti (Cogne, Santa Caterina Valfurva, Passo Stelvio, Trafoi, Pejo, Campo Imperatore, Campo di Giove, Palumbo Sila, Gambarie…..). Innanzittutto partendo dalla pista nera, il tratto da riqualificare è brevissimo e certamente con gli strumenti che abbiamo attualmente non ci sono problemi da un punto di vista ambientale (lavoro in un settore che si avvicina molto ai lavori da svolgere sulla pista nera e so che esistono tecniche all’avanguardia che garantiscono ottimi risultati con un impatto quasi zero sull’ambiente). Non sarebbero necessari altri interventi di messa in sicurezza visto che la pista è abbastanza larga, sicuramente più larga della pista rossa. Eliminare questo punto pericoloso permetterebbe di fruire di due piste invece che una andando a rendere meno pericolosa la pista rossa che, ad oggi, risuta sovraffollata visto che quasi nessuno si azzarda a fare la nera. Poi bisogna pensare che esiste un rifugio “la Capanna” che, qualora vengono eliminate le piste, risulterebbe di nessuna utilità con conseguente depauperamento dell’immobile. Poi si aggiunga che le località sciistiche che negli ultimi anni hanno chiuso i battenti si stanno riattrezzando perchè si sono accorti dell’indispensabilità di strutture proprio per il mantenimento della montagna. Penso ai Piani di Artavaggio ad Alagna Valsesia (nella parte di Punta Indren) ed a tante altre piccole località che altrimenti verrebbero fagocitate dalle altre più blasonate stazioni sciistiche. Anche per quanto riguarda l’innevamento ricordo che la stagione sciistica di campigna dura quanto le altre località con impianti di innevamento programmato, pertanto, non sono necessari cannoni vari (anche se l’uso degli additivi chimici ormai non viene più utilizzato in nessuna località). Il mantenimento delle piste (con la vigilanza di tuttu gli enti preposti e delle associazioni ambientaliste) può veramente mantenere un ecosistema che negli anni si è andato consolidando, mantenendo così uno stretto connubio tra uomo e natura (che non vuol dire sopraffazione del primo rispetto alla seconda). Non ci sono più i presupposti per creare “nove” piste ed ampliare il comprensorio di campigna. Carissimo senatore la invito ad andare a vedere il piccolo museo della Montagna e dello Sci di Stia (uno dei primi in italia) dove vi sono delle foto della Burraia e del Falco con sciatori dei primi del 900. Lo sci a Campigna non è un fenomeno passeggiero nato oggi per le bizze di qualcuno o le mie. Le popolazioni del luogo hanno sempre convissuto con questa realtà e, da persone semplici, a volte con toni sopra le righe, chiedono che la località tanto cara ai Romagnoli quanto ai Casentinesi si spenga definitivamente. Quando percorro i tornanti del passo della Calla dal Versante Toscano non posso fare a meno di ammirare una natura incontaminata, assolutamente non deturpata e questo anche prima (e forse di più) dell’abbandono della Burraia.
    Le ricordo che anche le località ski-total si stanno pian piano riconvertendo ad un turismo eco compatibile fornendo dei soggiorni all’insegna della natura. Le faccio un esempio personale realmente accadutomi. Nel 1994 ero una settimana all’albergo Miramonti della Consuma (FI) e stavo parlando con una signora di circa 89 anni (non una ragazzina evidentemente). Io elogiavo la bellezza delle foreste di Vallombrosa e la bellezza della Montagna in generale. La signora mi ha risposto a bruciapelo che le infrastrutture della zona facevano schifo e che il verde c’è anche all’Abetone, anzi, forse in certi punti tenuto meglio. Una persona di quasi 90 anni mi ha detto una cosa di questo genere!!!!!!
    Rispettare la natura mantenendo le piste è possibile. Su quelle piste è stato istituito nel 1988 il Parco regionale del crinale romagnolo e nel 1990 il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Questo vorrà dire che le piste non hanno impedito di fare ottenere al luogo dei riconoscimenti importanti.
    Saluto con cortesia
    Francesco Bandinelli

  125. Aggiungo solo che l’ipotesi di innevamento artificiale oltre non essere contemplato nel progetto è inconcepibile a livello ingegneristico.

  126. Caro Sindaco Foietta,
    cerca di leggere le cose che gli altri scrivono con maggiore attenzione e minore prevenzione, ne trarremmo tutti dei benefici, soprattutto il dialogo. “Buonsenso” è un signore che non conosco che ha scritto alcune sue considerazioni sul blog di Alessandro Ronchi. Ho risposto a lui, chiamandolo con il suo “nik name”, “Buonsenso” appunto.
    Caro sindaco tu tenti di aprire una polemica con me e con i verdi usando argomenti assai discutibili che mi paiono più vicini al modo con cui il tuo partito pratica la politica, fatta principalmente di posti più che di idee : in Campigna la margherita ha voluto a tutti i costi il presidente, come lo pretende ai sibillini, alla maiella e in numerosi altri posti, se ci limitiamo ai parchi.
    Nulla da dire se venissero indicate persone aventi i requisiti indicati all’art. 9 della legge sui parchi, fatta quando il governo era democristiano e i verdi erano all’opposizione. Mi pare che non sia così.
    Noi stiamo parlando della Campigna, e riteniamo che chi ha condotto il parco finora non abbia avuto la capacità di promuovere quello sviluppo economico e sociale fondato sulla tutela della natura e dell’ambiente di cui ci sarebbe bisogno.
    Dici che non vuoi riaprire questa pagina ma poi attribuisci ai Verdi, per il fatto che allora il ministro apparteneva al nostro partito, la responsabilità di aver approvato il piano del parco : non mi sarei aspettato una tale affermazione da uno che di mestiere fa il tecnico in una pubblica amministrazione a cui nessuno potrebbe attaccare la etichetta di Diessino per il fatto che lavora in un comune dove il sindaco è dei DS.
    Il rappresentante del ministero era un tecnico e le sue valutazioni non potevano impegnare un partito al quale non apparteneva neppure.Per i parchi e soprattutto per il nostro, noi Verdi riteniamo che si debbano mettere in campo altre idee e proposte e riteniamo sbagliate (e lo argomentiamo ) quelle che tu hai fatto tu.
    Possiamo non averti convinto, non lo pretendiamo, ma non vogliamo che ci vengano attribuite altre responsabilità oltre questa. Non abbiamo scatenato nessuna furibonda battaglia, anzi noi verdi ed io in particolare, abbiamo cercato con ripetuti interventi di esprimere idee invece di insulti, come mi pare sia stato fatto da altri, tu compreso caro sindaco, anche nella lettera a cui sto rispondendo.
    Infatti è un insulto attribuire ad altri cose che non hanno fatto, come lo scatenare una furibonda battaglia o di avere una impostazione vincolistica e manichea, cosa che proprio le cose che ho scritto in questo blog dimostrano essere priva di fondamento.
    Sono le personalizzazioni, come quella che viene fatta anche con questo scritto, come quelle con cui si sono indicati i “responsabili” con nome e cognome sui manifesti, senza che chi ha responsabilità politiche abbia avuto niente da dire, che sono manichee perchè dividono il mondo in buoni e cattivi, mettendo fra questi i verdi, gli ambientalisti e anche quelli che abitano in pianura.
    Perchè caro sindaco rimproveri oggi alla Forestale, che ha cambiato moltissimo i suoi compiti negli ultimi anni, grazie anche alla riforma del corpo, i lavori fatti quando i compiti , le funzioni e i doveri erano del tutto diversi? Allora, se la logica è questa, perchè non rimproverargli il tentativo di colpo di stato di tanti anni fa?.
    Inoltre è bene ricordare che il WWF è una associazione non governativa non legata ad alcun partito, , e che rivendica sempre questa sua indipendenza. Tu, caro sindaco, forse ancora legato al vecchio collateralismo di tante organizzazioni che facevano capo al tuo partito, pensi che il WWF sia una costola dei Verdi. Non è così e fai torto ad una associazione fondata dal figlio di Scott( l’esploratore polare) e che vanta fra i suoi leader internazionali il Principe Carlo di Inghilterra e tanti altri.
    Il fatto che le associazioni ambientaliste si battano per molte cose che sono anche nel nostro DNA di Verdi, soprattutto in tema di natura e di tutela dell’ambiente sta solo a significare che l’ambientalismo è molto più ampio di quello rappresentato da chi si impegna in politica nel nostro partito.
    Per quanto riguarda la pianura e gli scempi che la si verificano voglio solo ricordare alcune battaglie fatte dai verdi o dalle associazioni ambientaliste, a cominciare da quella che ha salvato la foce del Bevano da enormi speculazioni edilizie per continuare con quelle contro i parchi acquatici, quelle contro le speculazioni sulle colonie di Cesenatico o sul cemento legato allo stadio di Rimini o contro i piani spiaggia pieni di cemento di tanti comuni costieri o ancora quelle per istituire il parco nazionale del delta del Po, quella in difesa delle dune di Marina di Ravenna , per la tutela dell’ex colonia della Croce Rossa e tante altre. I Verdi hanno trovato spesso il WWF e le altre associazioni ambientaliste al loro fianco, ma mai esponenti del tuo partito, caro sindaco, anzi quasi sempre ad esso appartenevano o appartengono i proponenti di quelle cementificazioni.
    Certamente si tratta di poteri forti e soprattutto di interessi forti : ci impegnamo in pianura come in montagna, con una sola differenza : riteniamo che il territorio di un parco meriti maggiore attenzione dato che è proprio il valore e la qualità della natura che lo costituisce a richiederlo.
    Avere tollerato (minimizzo) che le popolazioni locali venissero chiamate allo scontro, aver cercato il sostegno di esponenti politici per forzare le posizioni degli organismi tecnici che hanno i doveri che loro impone la legge, aver preteso con dichiarazioni quali “la pista nera è il nostro Piave” che il progetto venga approvato a tutti i costi non è cosa positiva e soprattutto non è motivata tecnicamente ma solo, se permetti,solo ideologicamente.
    Ho continuato ad usare il tu per non mettere altre barriere fra noi, non ne abbiamo bisogno. Nei miei precedenti interventi ho parlato di possibiltà di fare progetti diversi da quello della pista, che possono avere un futuro più solido. Sono sempre disponibile a parlarne purchè cessino gli anatemi e le guerre di religione.
    Ti saluto molto cordialmente
    Sauro Turroni

  127. Per favore per “onor del vero” potreste pubblicare o indicare link agli interventi anche avversi (vedi lettera dell’ Ing. Foietta)???
    I romagnoli all’estero ringrazierebbero cordialmente…

  128. Non voglio cambiare discorso, pertanto propongo di aprire un nuova discussione in un’altra pagina, ma in questa discussione alcuni giorni fa si era accennato anche al progetto della “diga gonfiabile”.
    Ho appreso proprio oggi dal giornale, che Romagna Acque ha presentato un progetto per prelevare acqua dal fiume Bidente da inviare al depuratore di Capaccio durante i lavori di manutenzione del tunnel che porta l’acqua dalla diga al depuratore (che rimarrà chiuso durante la revisione).
    Si tratta di un progetto diverso da quello previsto in passato, ma altro non è che l’alternativa alla diga gonfiabile se ho ben capito.
    Qualcuno sa in quale punto del fiume verrà collocato questo “pozzo” per il prelievo dell’acqua?
    Quali saranno le conseguenze sul fiume e sulle bollette dell’acqua già sin troppo gonfie (acqua che tra l’altro nessuno a S.Sofia e vicinanze usa)?
    Si parla di un progetto che costerà sui 4 milioni di euro e prevede l’impiego di potenti pompe i cui consumi energetici è facile immaginare che non siano irrisori.

  129. Ecco un buon argomento di discussione. Perche’ verdi e wwf non spensìdono parole al riguardo di un progetto sicuramente piu’ impattante e di nessun vantaggio per i comuni cittadini,che come fa’ notare flavio nulla otterranno se non continuare a pagare acqua non bevuta? questa e’ una giusta lotta che troverebbe sicuramente maggior consenso rispetto al problema della pista nera ma evidentemente a nessuno interessa,perche? E’ presto detto,e’ dura dare addosso alla famigerata Romagna acque,collusa con la giunta santasofiese e fruitrice di appoggi anche nella sfera ambientalista….

  130. Uff, scusa la critica spero costruttiva francelmo, ma allora se tutti sono collusi a destra e sinistra, in alto ed in basso cosa dobbiamo fare? :-)

    Noi Italiani siamo proprio così, non c’e’ nulla da fare. Se non siamo d’accordo con qualcuno o qualcosa è sempre una manova politica o uno scambio di favori.
    Ragionavano così i nostri nonni (ma almeno avevano fatto la guerra).

  131. caro francelmo,
    non so a chi tu intenda rifererirti quando parli di ambientalisti che appoggerebbero Romagna Acque.
    La storia dei Verdi ( e anche del WWF) è lì a dimistrare che così non è nè è stato. Gli unici che si sono permessi di contrastare progetti che hanno sempre considerato sbagliati sono proprio loro, a prezzo anche di denunce, processi e quant’altro.
    Fra le opere sbagliate abbiamo da tempo combattuto la diga mobile, per gli effetti negativi che avrebbe provocato ad un corso d’acqua già impoverito oltre ogni limite.
    Abbiamo letto un articolo un po’ confuso su una derivazione temporanea da fare sul Bidente, motivata con ragioni di manutenzione di condotte e a garanzia di un nuovo collegamento.
    Prima di esprimerci, viste comunque le preoccupazioni di Beoni, prenderemo visione del progetto insieme con il quadro generale delle opere approvato qualche anno fa da Romagna Acque, quindi diremo la nostra.
    Come sempre e in totale libertà.
    saluti
    Sauro Turroni

  132. Uff, scusa la critica spero costruttiva francelmo, ma allora se tutti sono collusi a destra e sinistra, in alto ed in basso cosa dobbiamo fare? :-)
    Noi Italiani siamo proprio così, non c’e’ nulla da fare. Se non siamo d’accordo con qualcuno o qualcosa è sempre una manova politica o uno scambio di favori.
    Ragionavano così i nostri nonni (ma almeno avevano fatto la guerra).

    Io non vedo scandali od oscure manovre ovunque,che romagna acque goda di diversi appoggi non lo scopro certo io, il vice-sindaco di S.Sofia dove lavora? vi lascio indovinare… Il parco fluviale,(progetto di non so’ ancora quale utilita’).non mi sembra meno impattante dell’adeguamento della pista nera, ma solo perche’ non rientra nei limiti del parco allora tutto va’ bene? Non sono d’accordo,state vicino ai cittadini e sarete ripagati!
    Sul “noi italiani siamo fatti cosi'” preferisco non comentare e stendere il famoso e pietoso velo,mentre sul da’ farsi mi allineo a grillo,tattiamo i politici come dipendenti e se non assolvono ai loro doveri e non mantengono le promesse, A CASA !!!!

  133. Per stare più vicino ai cittadini è necessario che almeno un esponente dei Verdi entri a far parte del consiglio comunale di S.Sofia.
    Chissà se alle prossime amministrative ci sarà una lista disposta a ospitare un Verde….
    Mi voglio informare, spero solo che i Verdi non facciano comodo solo come capro espiatorio da diffamare e insultare, attribuendo loro spesso colpe che non hanno, durante i consigli comunali.
    Se avessero un rappresentante in consiglio, in grado di parlare a nome del partito e ascoltare i problemi della gente, questo non sarebbe più possibile.
    Non ho mai capito nememno io l’utilità del parco fluviale, ma è solo una delle tante cose su cui vorrei dire la mia.
    Immagino già i commenti di certi esponenti dei partiti più grandi quando diremo la nostra su problematiche come questa:
    “…i fondamentalisti ambientali vogliono imporre le loro regole anche dove non esistono i vincoli del parco…”
    Per i vari DS e Margherita, i verdi sono il partito dei divieti, il partito che è contrario allo sviluppo, il partito che non vuole TAV e inceneritori.
    Questi discorsi li ho sentiti anche durante il consiglio,viene però dimenticato che spesso le battaglie portate avanti dai Verdi hanno il consenso della popolazione locale, come negli ultimi esempi da me citati.
    Non vorrei che sull’impopolarità che sono riusciti a creare sui verdi in montagna a causa della pista nera qualcuno ci marci sopra in futuro, alimentando sfiducia nei cittadini.

  134. caro Flavio,
    condivido sia le tue preoccupazioni sia il tuo progetto.
    Per quanto riguarda le preoccupazioni, come avrai notato, ho cercato sempre durante tutto il periodo in cui si è discusso della pista, del parco e della montagna di mantenere un atteggiamento dialogante, con il quale cercavo di illustrare il punto di vista dei verdi su una questione delicata che riguarda il rapporto fra i cittadini e un’area protetta, avendo io a cuore sia la tutela dell’area protetta sia il benessere di quegli stessi cittadini.
    Ho mantenuto contemporaneamente una posizione ferma, contrapponendo argomenti ad altri argomenti, cercando di convincere o per lo meno di non metterci in una posizione che ci vedesse in modo preconcetto come il nemico.
    La ricerca di un dialogo e le argomentazioni cercavano anche di favorire lo svilupparsi nel territorio coinvolto nella discussione di interesse per le nostre idee e per le nostre proposte.
    Una delle quali riguarda senz’altro la possibilità di costituire un gruppo di amici verdi a santa sofia e nella vallata del bidente, disponibili anche a impegnarsi in politica in favore del territorio nel quale vivono.
    Sono quindi disponibile a lavorare con questo obiettivo, cerchiamo insieme di sviluppare le migliori idee perchè si possa realizzare.
    Non credo ci si debba preoccupare del fatto che vi siano o meno partiti disposti ad accogliere i verdi in una lista, penso piuttosto che tutti i partiti che vogliono insieme concorrere per governare al meglio il proprio territorio debbano lavorare per allargare la propria alleanza anche a forze nuove, leali e genuinamente amiche del proprio paese a cui tu stesso hai dimostrato di appartenere.
    ciao
    sauro turroni

  135. Carissimi.
    Voglio tornare a parlare delle piste da sci del Monte Falco e Gabrendo. Le piste da sci di Campigna risalgono agli anni 50/60 come dimostrano alcune cartoline dell’epoca (ad es. chalet alla sciovia= oggi chalet Burraia). All’epoca non esisteva vegetazione nè sul Monte Gabrendo nè sul Monte Falco. Pur in presenza delle piste da sci, si è permesso alla flora di poter estendersi e di essere un tutt’uno con gli impianti sciistici della zona.
    Oggi la situazione con gli impianti chiusi della Burraia e il mancato adeguamento della pista nera hanno portato solo degrado. Lo dimostrano le foto ante chiusura impianti burraia. Perchè non si chiudono gli impianti sciistici di Cogne? eppure è all’interno di uno Storico Parco Nazionale, e di Santa Caterina Valfurva? e di Trafoi? e del Passo dello Stelvio? e del Gran Sasso? e di Campo di Giove?
    Su queste località gravitano chilometri e chilometri di piste.
    L’abbandono delle località di Montagna provocano quello che è accaduto alle Praterie del Pratomagno. Provatevi a leggere questa scheda tecnica interessante.
    Premetto che io amo la natura, amo la montagna e amo, perchè no, anche sciare.

    Leggete:

    http://www.rete.toscana.it/sett/agric/foreste/life/Atti.pdf

  136. Tante belle parole ma poco buonsenso… Le piste della Burraia son chiuse da anni e invece di provvedere allo smantellamento dell’impianto e a ripiantare alberi lungo i tracciati delle vecchie piste non avete fatto nulla…. Quasi tutti i comprensori sciistici italiani sono all’interno di parchi naturali…. che si fa, si va a sciare sulla luna? Se mi pagate lo shuttle volentieri…
    Verdi finchè conviene…… troppo facile!

  137. Caro Stefano, vorrei ricordarti che a S.Sofia non c’è nessun verde eletto, e nel parco non c’è nessun nostro rappresentante. Se fosse stato diversamente avresti ragione di chiedere il rendiconto di una attività parziale, purtroppo data la situazione devi rivolgerti a chi ha amministrato per anni.

    Vedi, anche ignorando il problema del riscaldamento e della necessità di innevare artificialmente, non tutte le località hanno le stesse caratteristiche e non credo che ogni 50 km debba esserci una pista da scii, un parco giochi acquatico, due aeroporti, tre autostrade, e così via.

    Si tratta di differenziare un po’, nel rispetto del territorio.

  138. Carissimo Alessandro Ronchi vorrei proporti una cosa molto semplice. Hai mica delle foto della Burraia e di Campigna anni 50 e foto attuali per verificare, senza nessun tipo di discorso filosofico, se la foresta ha subito danni o, anzi, come sostengo, è migliorata? E questo anche con le poche e sottolineo poche piste da sci? Se non le hai le ho io e vorrei inserirle nel sito. Informo anche che dalla strada che da Santa Sofia porta a Campigna alcuni vandali hanno scritto “Più lupi meno piste da sci”, ricordo che la natura si rispetta anche mantenendo il decoro urbano. Mi meraviglio che non si sappia nemmeno l’ABC delle buone maniere. RICORDO CHE IL PARCO E’ STATO ISTITUITO SULLE PISTE E NON IL CONTRARIO.
    Grazie mille

  139. Non ho le foto, Francesco.
    E sinceramente non mi paiono una prova della veridicità delle tue ipotesi, perché non dimostrano/dimostrerebbero che è grazie alle piste da sci e non grazie alla protezione data dal parco che la situazione è migliorata.

    Ad ogni modo, dalle tue parti non c’è un solo eletto dei Verdi, e la gestione del territorio è in mano agli altri partiti. Il presidente del Parco in questi anni non è mai stato nominato dai Verdi, ed oggi questa nomina viene fatta sulla base di tanti equilibri, come saprai tra le proposte non è stato fatto il nome di nessun verde.

    Giusto per chiarezza, perché da queste discussioni sembra che ci sia un manipolo di verdi che blocca a livello istituzionale le proposte dei cittadini di S.Sofia.

    Se pensate che quella degli ultimi 50 anni sia una gestione corretta del parco e del vostro territorio, se pensate che per il lavoro dei giovani di S.Sofia sia più importante spendere 500’000€ per le piste da sci piuttosto che sull’ADSL o la fibra ottica, non avete niente da rimproverare e niente da cambiare.

    La scritta è una vergogna, ma è vergognoso che con le tue parole cerchi di lasciare intendere una associazione tra me, i Verdi ed i vandali.
    Negli anni dalle tue parti sono state scritte anche diverse infamie contro i Verdi, devo ritenerti responsabile? Un po’ di buon senso…

  140. Lungi da me riferirmi a te, visto che è da tanto che scrivo su questo sito non per lanciare invettive, nè per prendermela con qualcuno in particolare. Quindi mi scuso se le mie parole sono state interpretate male. Comunque riaffermo che scritte sui muri ed altre esternazioni becere non fanno onore a nessuno (mi ci metto anch’io). Non ho detto che sono le piste ad aver migliorato l’ambiente, comunque sicuramente non lo hanno peggiorato visto che sulla sommità quando sono state realizzate nei lontani anni 60 non esisteva neppura una pianta sulla sommità della montagna.
    Un buon esempio di ambientalismo ce lo possono dare gli altoatesini dove ambiente, cultura e sport convivono a meraviglia, dove nessuno sporca per terra, dove un pò di rigidità permette a tutti, sportivi e non, amanti della natura e non di seguire delle regole comuni che a noi italiani (purtroppo loro non si sentono tali) mancano.
    Io non sono romagnolo, abito in Toscana a 120 Km da Campigna. L’ho conosciuta nel 1993 e confermo che quando lo chalet burraia era aperto e le piste erano in funzione la montagna era più pulita.
    Un saluto sempre cordiale.
    Francesco

  141. Confermo le tue affermazioni sulla necessità di rispettare le regole. Questa estate sono andato in una spiaggia tutelata per gli insediamenti di tartarughe caretta caretta, ed in giro c’erano bottiglie di plastica e mozziconi di sigarette.

  142. Visto! Un punto di partenza in comune lo si può trovare.
    Quest’anno sono stato in Alto Adige Val Venosta. Nel Parco dello Stelvio tutti i parcheggi sono a pagamento ed i soldi vanno a finire nelle tasche dell’ente parco nazionale dello stelvio. Vengono riutilizzati per la sentiristica e per tutte le opere manutentive del caso. Gli impianti sciistici esistono, non sono impattanti, possono essere mantenuti senza che vi siano scontri fra fazioni avverse. Siete mai stati a Solda? o a Trafoi? Tutto pulito, un parco meraviglioso con piste da sci meravigliose! Perchè a Campigna no? Penso che con controlli da parte di tutti (a maggior ragione degli ambientalisti) e il mantenimento delle piste ESISTENTI, Campigna possa diventare come Solda….. MAGARI! Prati, Conifere, piste, aria buona e turisti attenti all’ecologia.

I commenti sono chiusi.

Torna su