ASPO-Italia: Fotovoltaico contro biomassa, chi vince?

Questo articolo preso da Aspo-Italia è molto interessante. Si confronta l’efficienza delle biomasse e quella del fotovoltaico per la conversione dell’energia solare, e si ottiene come risultato una netta vittoria del secondo.

ASPO-Italia: Fotovoltaico contro biomassa, chi vince?

Esce su www.aspoitalia.net un articolo di Giulio De Simon dove si confrontano pannelli fotovoltaici e energia da biomassa in termini di efficienza di conversione della luce solare.

Per chi si intende di queste cose, è abbastanza noto che che il fotovoltaico è più efficiente della biomassa. Tuttavia, il risultato finale di De Simon sarà probabilmente sorprendente per molti di noi. Per culture energetiche tipiche come, per esempio Salix, Populus, Alnus, Eucalyptus o Miscanthus, il vantaggio del fotovoltaico è di oltre un fattore 60 . Se volessimo utilizzare la biomassa per sostituire i combustibili fossili in Italia, avremmo bisogno del 128% della superficie coltivata italiana.

La scarsa efficienza della biomassa nella conversione della luce solare è dovuta ai limiti intrinseci del processo fotosintetico che si realizza nelle piante. In pratica, la biomassa come fonte di energia è adatta solo per applicazioni di nicchia o come ausilio allo smaltimento di rifiuti. Se facessimo lerrore di affidarci alla biomassa per cercare di sostituire i combustibili fossili, otterremmo soltanto di danneggiare la produzione alimentare agricola senza risolvere il problema.

Link allarticolo completo

Fai clic per accedere a desimonfvbiomasse.pdf

ASPO-Italia: Fotovoltaico contro biomassa, chi vince?

23 commenti su “ASPO-Italia: Fotovoltaico contro biomassa, chi vince?

  1. L’ho già detto diverse volte e voglio ripeterlo.
    Si sta facendo il gioco dei nuclearisti.
    Non riesco a vedere l’articolo, forse il sito aspo non funziona.
    Vorrei però fare lo stesso alcune considerazioni.
    Credete davvero che si possa sostituire l’energia fossile con il fotovoltaico?
    Faccio un esempio.
    Un impianto a biomasse da 12 MWe che sfrutta scarti colturali, occupa uno spazio di circa 25.000 metri quadrati.
    Non dà fastidio alla produzione alimentare (inquanto sfrutta gli scarti).
    Per produrre la stessa energia con il fotovoltaico, sapendo che al nord arrivano circa 1400 Kw all’anno di energia solare per metro quadrato e che il rendimento di un pannello (quando va bene e tiene per vent’anni) è del 15%,
    avremo che 1400 Kw x 15/100 = 210 KWe per metro quadrato/anno. Una centrale da 12 MWe produrrà in un anno (lavorando le canoniche 8000 ore) circa 100000 MWe per produrre la stessa energia da fotovoltaico al nord avremmo bisogno di 100000/0,210 = circa mezzo milione di metri quadrati interamente ricoperti di pannelli fotovoltaici senza considerare, strutture, palazzine , uffici, ecc.). (Altro che togliere da mangiare) senza considerare il costo di un tale impianto.
    Il fotovoltaico conviene farlo nel deserto africano.
    Altra conisderazione la stessa centrale a biomasse, può dare 50 (dico cinquanta) posti di lavoro diretti e almeno una quindicina indiretti impegnati nella raccolta, imballaggio, trasporto.
    Il fotovoltaico una volta installato non dà lavoro a nessuno.
    Allora io vorrei veramente che TUTTI capissero che oggi, abbiamo una opportunità enorme grandissima.
    Possiamo spostare (VERAMENTE ) ricchezza dalle mani di grossi petrolieri e arabi e guerrafondai e terroristi per ridistribuirla ai precari, ai disoccupati, ai lavoratori in nero,ecc.
    Coltivazioni di sorgo, mischantus, ecc. che rendono 50-60 tonnelate per ettaro, possono produrre bioetanolo per autotrazione con la steam explosion e la fermentazione della cellulosa, possono produrre combustibile per piccole centrali elettriche (10-15 MWe se no non stanno in piedi)dalle quali poi può partire il teleriscaldamento per le città vicine, si può creare sviluppo e ricchezza per tutti.
    Continuando ad insistere con il fotovoltaico, si alzerà ancora il conto energia, per la soddisfazione dei grossi finanzieri che andranno a comprare i pannelli in Cina a basso costo e guadagneranno miliardi alla faccianostra, oppure non decolleranno le energie rinnovabili e fra qualche anno per rispettare gli impegni presi in Comunità Europea, ci diranno che bisogna passare al nucleare.
    Signori, svegliamoci.
    Un saluto.

  2. Per il sig. Giorgio: adesso il link funziona e può scaricare il documento. Ho letto il documento citato da Alessandro e sono rimasto abbastanza sorpreso. Nonostante la scarsa efficienza dei pannelli solari possiamo ugualmente usarli e affrancarci da gran parte del petrolio. Come usarli? Nel modo maggiormente democratico. Ognuno per la parte di terreno che già viene sottratta al verde ovvero: il tetto della propria casa, il tetto degli uffici, il tetto degli edifici pubblici. Se incentiviamo l’installazione dei pannelli solari fotovoltaici possiamo ottenere vari risparmi: serve meno energia per riscaldare/raffreddare (pannelli e coibentazione DEVONO andare di pari passo), brucio meno carburante fossile e quindi immetto meno energia nell’ambiente e, con la temperatura più bassa, i condizionatori servono meno e consumano meno. Se uso l’energia elettrica come carburante per le auto ho meno PM10, meno ammalati di cancro, meno rumore… Potrei continuare a lungo. Pensiamoci.

  3. Non si deve vedere un’impianto fotovoltaico nella stessa maniera degli altri impianti di produzione di energia.
    Pianificato bene il fotovoltaico non ha bisogno di spazio o lottizzazioni per essere installato, in quanto piccoli impianti possono essere installati ovunque su tetti, tettoie o simili. Senza il bisogno di grandi centrali, che ne riducono la reale capacità di produzione con la necessità di essere trasformata in media tensione.
    Il problema principale delle centrali biomasse, a cui comunque non sono contrario, costruite (come dice Alessandro) per fare guadagno è quello che poi ci tocca importare il granturco o mais per alimentarle. Di riconvertire le colture in mais dovremmo parlarne con i contadini.
    Non avendo la materia prima non è molto normale che un camion si faccia mille chilometri per portarcele.
    Purtroppo sul fotovoltaico abbiamo spinto veramente poco in realtà, dato che i soldi dei CIP6 finora li abbiamo bruciati.
    Per creare posti di lavoro basterebbe dare a possibilità di trattamento dei rifiuti differenziati (la prima fabbrica di riciclo di plastica si trova vicino Milano…) in zona.

  4. Vede sig. Arfelli, il problema che secondo me non si è ancora sviscerato, sta nel come fare a convincere una famiglia che spende cento euro al mese di bolletta elettrica, a spendere 30000 euro per installare pannelli fotovoltaici sul tetto della propria casa così risparmierà i cento euro al mese.
    Inoltre, se anche tutti fossero convinti a farlo, resterebbe da alimentare le industri, grandi mangiatrici di energia elettrica.
    Sono daccordo con Lei riguardo al discorso importazione biomasse, sarebbe difatti stupido, disboscare la foresta amazzonica per produrre legna da bruciare negli impianti a biomasse.
    Però Le faccio notare che per esempio, coltivando i campi set aside (magari vicino a casa sua) ossia quei campi per i quali gli agricoltori sono pagati ( con soldi nostri) per non coltivarli,dicevo coltivarli a colture energetiche quali il mischantus (ha presente quegli arbusti che si vedono al nord a bordo dei campi con il pennacchietto marroncino)le rese possono arrivare a 50 tonnelate per ettaro, ossia con 1000 ettari possiamo far funzionare una centrale da 12 MWe/h oppure produrre circa dieci milioni di litri di bioetanolo con la steam explosion.
    Quanto ai posti di lavoro potrebbe essere veramente l’opportunità di rilanciare l’occupazione, imponendo chiaramente a chi costruisce centrali a biomasse che il raggio di raccolta NON deve superare i trenta KM e che tutta la biomassa VERGINE (non rifiuto)utilizzata debba provenire dalla provincia in cui ha sede l’impianto.
    Un saluto.

  5. Torno ancora una volta sull’argomento, dopo aver letto finalmente l’articolo su aspo.
    Partire da una produttività di biomasse per ettaro di 12 tonnellate e prendere l’insolazione di Roma, non mi pare molto corretto.
    Considerando le 50 tonnelate per ettaro di biomasse, l’insolazione al Nord e l’energia(tantissima) per produrre i pannelli, il 60 volte diventa dieci ed il 128% diventa 20%.
    Ma ripeto ancora succederà come in Emilia con lo zucchero, i prezzi delle colture italiane, sono drogati dagli aiuti CEE, coltivare mais o riso o grano senza aiuti CEE sarebbe antieconomico.
    Dopo il 2013 (anno nel quale gli aiuti cesseranno) ne riparleremo.
    Un saluto

  6. Un tetto di 20 mq potrebbe produrre circa 3100 kWh/a di Corrente Alternata (in Romagna).
    Il costo si aggirerebbe sui 18.000 euri (chiavi in mano), rendendo (conto energia 2007) circa 1240 euri/a di premio GSE e circa 600 euri di risparmio energetico in bolletta (1840 euri anno).
    A parte il ritorno economico per una qualsiasi famiglia che abbia disponibilità (ma esistono anche finanziamenti al 100%, quindi senza alcuna uscita economica rilevante) di 18.000 euri, c’è il ritorno ambientale.
    Se su 48.000 case in Forlì la metà della metà (tetto rivolto a sud, abbastanza spazio), 12.000 case, mettessero su l’impianto in questione, avremmo 37GWh/a di corrente alternata prodotta in Forlì, senza sprecare spazio, senza trasporto con autotreni di alcun materiale (tranne quello per la vendita dei pannelli e dei relativi accessori per il montaggio), in maggior parte prodotta in estate, di giorno, quando la domanda di energia è maggiore e si rischiano i black-out.
    Ovviamente il solare FV non è la panacea di tutti i mali energetici, ma quando fra pochi anni usciranno i pannelli sensibili alle onde elettromagnetiche ed alla luce infrarossa notturna, la produzione di energia per mq aumenterà notevolmente, lasciando sul posto sia le biomasse (poca resa, poca spesa) che le altre energie rinnovabili.
    Unica soluzione la “fusione” nucleare, lungi a venire, purtroppo!

    Anche i pannelli più moderni ed efficienti restituiscono in circa 4-5 anni l’energia spesa per produrli (quelli a film sottile “non Si” anche meno).
    La vita media dei pannelli FV è di circa 25-30 anni, ma non ne sono passati abbastanza per porre un vero limite temporale.

  7. perche dover necessariamente rifarsi alle zone boscose di altri paese e non pensare di poter essere autosufficienti anche in questo,usando e producendo legname così come altri paesi europei gia fanno.e vero che porterebbe tanto lavoro nei campi ,ma gli italiani usano bene le macchine da lavoro per cui questo potrebbe essere solo un beneficio.

  8. sig. Alessandro Ronchi
    ho lavorato con una societa di bergamo che costruisce centrali eletrice a biomassa forestale. o avuto contato con Croazia per costruire cent. ele. a biomassa forestale. Ho presentato la soc. Bergamasca al governo Cr. che hano garantito di costruire ben 4 centrali. Ho lavorato 1 anno per avere tuti i permesi e dopo aver dovuto iniziare le costruzioni la soc. non si e piu presentata. Senza dare alcune spiegazioni. Conosendo alcuni pezzi grossi del governo ho fato delle brute figure per riparare erore fato li ho promeso trovare unaltra soc. che li costruira le centrali. Le chiedo se Lei puo darmi AIUTO la ringrazio e porgo distinti saluti. mio telefono 349/8883442 Grazie.

  9. CONTINUO A PENSARE CHE PROBABILMENTE L USO DEL FOTOVOLTAICO PUO ESSERE POSSIBILE A LIVELLO DI PICCOLE INDUSTRIE DI APPARTAMENTI E DI AZIENDE PRIVATE PER QUANTO LE ALTRE POTREBBERO AIUTARSI CON L USO DI COMBUSTIBILI COSI COME E DI USO AL NORD PER LE SCUOLE E PER GLI EDIFICI…

  10. Se le tue convinzioni sono supportate da considerazioni basate su dati, posso essere d’accordo. Il problema della biomassa è proprio della grande scala: sulle grandi distanze diventa difficile far diventare positivo il bilancio energetico.

  11. Scusate, si parla di fotovoltaico aggrappandosi ad un mercato drogato dal contoenergia. Se quei soldi li investissimo in un cappotto risparmiando sul termico =(energia elettrica per il condizionamento e termica per il riscaldamento)? qualcuno ha mai pensato che non c’è bisogno di drogare alcun mercato per fare risparmio energetico? risparmiare = non consumare?

  12. Non sarebbe comunque un mercato drogato?

    Gli incentivi servono per far partire mercati che hanno bisogno di investimenti iniziali elevati, ma che poi dovrebbero alimentarsi da soli.

  13. Leggendo i vostri commenti sono veramente stupito…
    Il discorso non è: panelli o biomassa o che altro???
    Mettero’ pannelli fotovoltaici sul tetto, coltivero le mie verdure nel campo e sotto il piazzale di parcheggio stendero’ un tubo per fare acqua calda…
    Ovvero usero ogni angolo libero nel migliore dei modi.
    Perche’ utilizzare solo un’unica soluzione? Utilizziamo il sistema migliore a seconda dei casi… e poi tanto buon senso!
    Produrre piu’ energia e sprecarne meno.

  14. Caro Tom, il problema chiaramente non è nella produzione casalinga, ma in quella industriale.

    Se fatta su scala industriale una soluzione deve essere conveniente da tutti i punti di vista, da quello economico a quello energetico.

    Quindi ben vengano + soluzioni, ma ognuna di queste deve essere positiva.

  15. Io dissento non poco dallo spirito che sta sostenendo il fotovoltaico e le ragioni sono presto dette:
    Nel piccolo il FV viene fatto solo ed esclusivamente in virtù del contoenergia ,che ne sta drogando i costi, (voce contributo fonti rinnovabili nella bolletta elettrica) ed a scopo di immagine. Con questo spirito se qualcuno facesse un conto economico considerando il valore temporale del denaro, i rischi di guasto si trova un FV nel nord Italia con payback ben oltre i 10 anni, ne ho fatto qualcuno e a seconda delle ipotesi finanziarie (è una previsione a lungo termine) si anni mediamente ritorni tra i 12 e i 18 anni.
    Contemporaneamente a ciò, se uno è onesto si accorge che chi ha intrapreso questa attività mediamente non ha apportato misure di efficienza energetica, perchè aveva finito le risorse finanziarie! Che senso ha preoccuparsi di produrre 1000 -10000 kWh in FV con i costi associati se io potrei anche non averne bisogno? Questo è il paradosso di chi ti illude di necessitare di qualcosa che non ti serve. (ovviamente i 1000 o 10000 kwh non sono il tuo totale fabbisogno)
    Quando dico che non serve alludo a queste situazioni: se uso energia elettrica per condizionare l’almbiente sono sicuro che il mio problema non sia l’abitazione non isolata o gli strumenti elettrici a bassa efficienza? e via di questo passo. Questi seconda categoria di intervento ha ritorni economici a non più di 5-6 anni esenti da rischi!
    A livello industriale, con il FV c’è una generazione separata, con le biomasse o altre tecnologie produttive ci si può appoggiare sulla cogenerazione e se uno non inventa numeri, non c’è pari in termini di benefici ad un impianto cogenerativo, se non addirittura trigenerativo per alcune applicazioni particolari.
    l’FV secondo me dovrebbe essere VIETATO anche nel piccolo, se contestualmente o prima non hai inciso pesantemente sulla riduzioen del tuo fabbisogno energetico. Non è corretto fornire sovvenzioni di stato per produrre ciò che stai sprecando… prima ti sensibilizzo e limito lo spreco, poi ti premio se fai lo sforzo in più per aver quais annullato il tuo fabbisogno energetico. questo dovrebbe essere lo spirito.

  16. @ Daniele:
    Io credo che sia sbagliato vietare il fotovoltaico.
    Certamente la questione dell’efficienza energetica sarebbe prioritaria, ma non in contrapposizione.

    Il Governo ha annullato i provvedimenti per la classificazione energetica degli edifici, che avrebbero portato nel complesso a grandi miglioramenti (chi acquista vedendo la classe A, B o C sarebbe stato consapevole di quanto avrebbe consumato negli anni a venire).

    In questo modo i costruttori avrebbero fatto + attenzione all’origine, e probabilmente in qualche anno tra restauri e nuove vendite avremmo raggiunto livelli europei di consumi per metro cubo.

  17. Alessandro Ronchi ha scritto:

    @ Daniele:
    Io credo che sia sbagliato vietare il fotovoltaico.
    Certamente la questione dell’efficienza energetica sarebbe prioritaria, ma non in contrapposizione.
    Il Governo ha annullato i provvedimenti per la classificazione energetica degli edifici, che avrebbero portato nel complesso a grandi miglioramenti (chi acquista vedendo la classe A, B o C sarebbe stato consapevole di quanto avrebbe consumato negli anni a venire).
    In questo modo i costruttori avrebbero fatto + attenzione all’origine, e probabilmente in qualche anno tra restauri e nuove vendite avremmo raggiunto livelli europei di consumi per metro cubo.

    E’ un po’ paradossale la tua contrapposizione, perchè prima tenti di contestarmi il divieto però, non correttamente riportando che la mia è una esortazione al divieto condizionato. Cosa molto diversa da un divieto semplice.
    Tanto è vero che affermi “..sarebbe prioritaria..”, permettimi ma ti dico “E'” prioritaria. vuoi i termini di paragone economico?
    1 m3 di polistirene (isolante tanto bistrattato) costa circa 500€. con 1 m3 ci fai circa 10 m2 di parete piena con un cappotto da 10 cm. di isolante.

    Hai mai provato a comprare il gelato e verificare come riesca conservare il contenuto con 1-2 cm. di polistirolo(=polistirene) in piena estate (ho preso il polistirene perchè è il più economico, ma esistono sistemi ancora più efficienti)? vedi con “pochi” € ti ho abbattutto il tuo fabbisogno di energia termica per l’inverno ed elettrica per l’estate..

    Che il governo ha annullato i provvedimenti è vero, ma non è detto che sia condivisibile (vuoi farmi credere che i costruttori non abbiano tirato la giacchetta?? suvvia..), si deve organizzare per non fare danni come stanno facendo in Lombardia.

    Alla fine invece paradossalmente avvalli la mia tesi… allora dobbiamo essere onesti: Prima si deve guarire il male poi bisogna imparare a produrre con mino impatto ambientale. E’ assurdo produrre ciò che non serve!! per dirla con semplicità: perchè devo comprare le ciabatte per fare un giro attorno al tavolo della cucina e sedermi al mio medesimo posto senza aver fatto nulla?

  18. Ciao @ Alessandro Ronchi e tutti gli altri:
    Nel mio intervento, quello che doveva essere carpito era la filosofia di fondo non il significato puro e semplice della frase.
    Come detto: Perche’ utilizzare solo un’unica soluzione? Utilizziamo il sistema migliore a seconda dei casi… e poi tanto buon senso!
    Ovviamente sia a livello casalingo che industriale e perchè no mondiale, utlizzero la soluzione migliore a seconda dei casi. Credo che usare una sola tecnologia sia riduttivo e poco conveniente. Nel deserto la biomassa non serve e il FV in pianura padana fa solo ombra alla nebbia. Io che abito in pianura padana posso dire che il FV (a parte i mesi estivi) non avrebbe un funzionamento ottimale, perchè qui c’e’ la nebbia alta o bassa tutto l’inverno… in compenso la pinura fa crescere le piante in modo strepitoso.
    In somma… nel deserto e nei posti assolati metterei un solare termodinamico ad alto rendimento e basso costo. Sui tetti degli edifici ci metterei i pannelli FV, nella pianura farei crescere piante e foreste (ricordatevi che oltre alla luce ci serve i fuco per l’inverno e il carburante per trazione), sulle montagne un bel eolico, sotto i parcheggi dei vari condomini e grandi magazzini un tubo per acqua calda (l’asfalto dei parcheggi diventa molto caldo anche in inverno e nessuno lo usa) o geotermico e poi ci serve anche un sistema tradizionale a combustibile nei casi di emergenza e per pareggiare i picchi. Il sistema migliore non c’e’ in assoluto ma solo relativo all’ambiente e all’utilizzo per cui è destinato… altrimenti sono solo compromessi arabbattati. Un po’ come i mezzi anfibi… fanno tutto ma male… lenti in acqua e pessimi in strada.

    Per quanto riguarda il lato economico che leggo in altri interventi vorei dire che per risparmiare 40euro (mia bolletta) al bimestre, spendere 15000euro per i pannelli FV… mi sembra un po’ sciocco. 15000 euro in Pct o Bot mi pagano la bolletta con solo gli interessi… nel frattempo aspetto tempi con prezzi migliori e rendimenti superiori e poi con i mie 15000euro in banca vedro’ giorno per giorno se comprare i pannelli o aspettare ancora un po’. Credo che in futuro, se ci sara necessità i pannelli FV diminuiranno di costo e aumenteranno l’efficienza e forse con solo 7000euro comprero’ quello cha altri comprano oggi a 15000 con mutui e vari. Forse cinico??? Molto probabilmente! Ma quando si fa un progetto a lungo termine anche l’aspetto economico/finanziaro ha il suo peso nella scelta.

  19. @ Tom:
    Condivido appieno, analisi molto pragmatica, visione aperta e non autolesionista! prendere ora ciò che è al meglio, incidere dove si può e nel modo più efficiente..
    Questa è la via.. il resto sono solo speculazioni industriali, è brutto dirlo m aè proprio così..

  20. @ Tom:
    Tu dici che economicamente parlando è meglio aspettare tempi migliori e nel frattempo investire il denaro in altra maniera, così con gli interessi si pagano i costi. Se anche fosse vero (gli investimenti finanziari ultimamente non sono poi così sicuri) e tutti facessero come dici, non ci sarebbe un abbassamento dei costi.

    Il conto energia serve principalmente per sviluppare un’industria che investa in nuove tecnologie, in installatori, in produzione. Questo abbassa i costi, non l’attesa.

    Sono contrario al tuo divieto anche se condizionato, piuttosto inserirei l’obbligo di un minimo di efficienza nelle nuove costruzioni.

    Tornando alla classificazione energetica, che hai ignorato, questa prevedeva una analisi dell’efficienza ed un vincolo sugli incentivi statali basato sulla sua valutazione. Se hai i buchi nel muro, quindi, non prendi soldi pubblici per la produzione di rinnovabili.

    Secondo me questo era il sistema giusto. Uno poteva anche installarsi pannelli per farsi bello (sempre meglio pannelli solari di una Ferrari), ma non riceveva nessun contributo se prima non aveva messo il suo palazzo in condizione di non sprecare.

    PS: il fatto che nasca un’industria dell’efficienza e della produzione di rinnovabili è una cosa buona.

  21. Aggiungo che la pianura padana, proprio per il fatto di essere una conca, dovrebbe contenere il minimo possibile di fonti di inquinamento da combustione (come la produzione da biomasse) perché semplicemente l’aria non circola come in altre regioni e peggiorerremmo i rischi per la salute.
    In alcune zone forse il fotovoltaico non funziona al 100%, però bisogna ricordare che il conto energia finanzia l’energia prodotta, non l’installazione, quindi ognuno valuta caso per caso.

    Magari nel Sahara è più conveniente per la quantità di sole, però c’è un rischio maggiore di furti per la scarsa possibilità di controllo dei parchi solari.

    Oltre al solare fotovoltaico c’è anche il solare termodinamico, oltre alle soluzioni che già state citando. Non è un problema di avere una unica soluzione, sono d’accordo con voi. Per questo ogni fonte che sia positiva deve essere utilizzata, facendo attenzione ai suoi difetti.

    Questa varietà aiuta inoltre a bilanciare la quantità di energia prodotta: nei giorni di sole il vento sarà minore, ad esempio.
    Questo permette un superamento dei limiti percentuali di energia rinnovabile che si possono immettere in rete, che non è un ostacolo da poco.

    Insomma molti produttori e diverse rinnovabili è meglio, dopo la riduzione dei consumi e facendo attenzione a non mitizzare fonti potenzialmente dannose (ad esempio le grosse centrali a biomasse, che necessitano di grandi trasporti di materiale).

  22. Alessandro Ronchi ha scritto:

    @ Tom:
    Tu dici che economicamente parlando è meglio aspettare tempi migliori e nel frattempo investire il denaro in altra maniera, così con gli interessi si pagano i costi. Se anche fosse vero (gli investimenti finanziari ultimamente non sono poi così sicuri) e tutti facessero come dici, non ci sarebbe un abbassamento dei costi.

    No, Tom ha sostenuto che attualemnete la stessa cifra economica può essere spesa in modo migliore; se non si vuole travisare il messaggio io ho riportato un esempio numerico reale. fatevi fare un preventivo, una diagnosi energetica e non c’è più nulla da inventare.
    Se vogliamo essere onesti con la spesa di un modesto fotovoltaico per una villetta ci cappottiamo 1 condominio.. C’è un rapporti costi/benefici che dovrebeb far riflettere sulle strategie

    Il conto energia serve principalmente per sviluppare un’industria che investa in nuove tecnologie, in installatori, in produzione. Questo abbassa i costi, non l’attesa.

    Questo è falso ed è specificato nel DM del 99, e nella documentazione del GSE, il conto energia deve essere visto solo come contributo di sostegno, non deve sviluppare nulla.. se una tecnologia diventa concorrenziale perchè ha superato quel livello minimo di resa necessaria sta sul mercato altrimenti no.

    Sono contrario al tuo divieto anche se condizionato, piuttosto inserirei l’obbligo di un minimo di efficienza nelle nuove costruzioni.
    Tornando alla classificazione energetica, che hai ignorato, questa prevedeva una analisi dell’efficienza ed un vincolo sugli incentivi statali basato sulla sua valutazione. Se hai i buchi nel muro, quindi, non prendi soldi pubblici per la produzione di rinnovabili.

    Anche questo è falso, ti invito a rileggerti le prescrizioni dle contoenergia: la classificazione energetica che è SOLO SUL FABBISOGNO ENERGETICO PER RISCALDAMENTO!! non ti impedisce di avere sovvenzioni, piuttosto se l’incremento di beneficio è superiore ad un valore minimo (molto basso) hai un extra-bonus in aggiunta.
    Ho sotto mano il Contoenergia, non travisiamo la realtà.. non vorrei arrivare a copiarne i passi

    Secondo me questo era il sistema giusto. Uno poteva anche installarsi pannelli per farsi bello (sempre meglio pannelli solari di una Ferrari), ma non riceveva nessun contributo se prima non aveva messo il suo palazzo in condizione di non sprecare.
    PS: il fatto che nasca un’industria dell’efficienza e della produzione di rinnovabili è una cosa buona.

  23. Daniele ha scritto:

    No, Tom ha sostenuto che attualemnete la stessa cifra economica può essere spesa in modo migliore; se non si vuole travisare il messaggio io ho riportato un esempio numerico reale. fatevi fare un preventivo, una diagnosi energetica e non c’è più nulla da inventare.

    Guarda che io non ho detto che il fotovoltaico è + conveniente del risparmio energetico. Solo non sono d’accordo nel vietarlo.

    Questo è falso ed è specificato nel DM del 99, e nella documentazione del GSE, il conto energia deve essere visto solo come contributo di sostegno, non deve sviluppare nulla.. se una tecnologia diventa concorrenziale perchè ha superato quel livello minimo di resa necessaria sta sul mercato altrimenti no.

    Non puoi dire che è falso, è un tuo punto di vista.
    Il conto energia non può e non deve essere infinito. Serve per far diventare una tecnologia più vantaggiosa, come tutti gli incentivi.
    Siccome maggiori investimenti portano ad un aumento dell’efficienza e della ricerca nel settore, si può dire che questo porterà alla riduzione dei costi.

    Ovviamente non diventerà mai più vantaggioso del risparmio energetico, perché l’energia non spesa è più facile da produrre. Ma non ho mai detto il contrario!

    Anche questo è falso, ti invito a rileggerti le prescrizioni dle contoenergia: la classificazione energetica che è SOLO SUL FABBISOGNO ENERGETICO PER RISCALDAMENTO!! non ti impedisce di avere sovvenzioni, piuttosto se l’incremento di beneficio è superiore ad un valore minimo (molto basso) hai un extra-bonus in aggiunta.

    Non sto parlando del conto energia, ma della classificazione energetica degli edifici. Il conto energia non prevedeva al suo interno nessuna prescrizione di questo tipo. La classificazione energetica è stata abolita a livello nazionale.
    Guardati la legge dell’Emilia Romagna, lì si subordinano gli incentivi all’efficienza.

    Quello che voglio dire è che la proposta da fare sarebbe quella di subordinare gli incentivi all’efficienza, non vietare l’installazione a chi non ha una casa di classe A. Capisci la differenza?

    Ho sotto mano il Contoenergia, non travisiamo la realtà.. non vorrei arrivare a copiarne i passi

    Mi spiace, non ci capiamo. Sei tu che stai leggendo male il mio messaggio, magari mi sono spiegato male, oppure sei semplicemente prevenuto.

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