Germano Montefiori – Un ultimo saluto ad un grande musicista

Germano MontefioriGermano Montefiori, l’uomo che ha dato il nome alla famosa orchestra, è morto ieri.
Voglio ricordare un paio di aneddoti che dimostrano la sua passione sfrenata per la musica, che ha saputo trasmettere anche ai figli ed ai numerosi allievi.

Ricordo una trasmissione della Rai che prevedeva la sfida tra due comuni a suon di tradizioni locali, studiata in maniera tale da mostrare le belle cose di entrambi. Un giorno la trasmissione mostrò la rivalità tra Forlì e Cesena, e per l’occasione furono invitate un paio di orchestre famose di liscio. La prima fece il suo pezzo di liscio, come ci si aspettava. Venuto il momento dell’orchestra Montefiori, Germano prese il microfono ed annunciò che avrebbe suonato un pezzo swing, perché era stanco di fare liscio. E suonò un bellissimo pezzo swing, davanti agli occhi stupiti degli autori, seguito poi dal suo famoso volo del calabrone fatto con il Sax.

Germano era un vero amante della musica. Ha insegnato il Sax a tante persone, compresi i sassofonisti dei Good Fellas e dei Quintorigo, tanto per fare due esempi. Ogni volta che c’era una occasione nella quale uno dei suoi allievi suonava in pubblico lui andava ad ascoltarlo. Lo ricordo alla Festa de L’Unità, con il suo bicchiere di vino e la scatola del suo sax ai piedi. Non aspettava altro che lo chiamassero per suonare qualcosa sul palco, che era evidentemente per lui più di un amore, quasi una dipendenza.E

Lo vedevi salire, suonare uno o due pezzi, e sorridere come un bambino al quale avevano appena regalato un nuovo giocattolo.

Me lo ricorderò sempre così, con il sax ed il sorriso di chi è stupito ogni giorno, fino alla fine, del proprio amore.

Germano Montefiori – Un ultimo saluto ad un grande musicista

14 commenti su “Germano Montefiori – Un ultimo saluto ad un grande musicista

  1. Germano era un amico.
    Mi aveva sempre sostenuto nella mia carriera da musicista ma io, purtroppo, non ho proseguito.
    Oggi alla camera mortuaria di Forlì c’era tanta gente, del mondo della musica e non; tutti però sapevano di aver perso un grande uomo.
    Qualcuno ha detto che se fosse nato negli Stati Uniti sarebbe stato considerato uno dei più grandi del mondo nel suo genere.

    Grazie Germano.

  2. non abbiamo perduto solo un musicista, con Lui abbiamo perduto la simpatia, l’energia, lo spirito semplice e bonario che in Lui s’incarnavano.
    Addio Fenomeno

  3. Lavorare sui palchi con Germano è sempre stata una festa e un grande privilegio.
    L’ho sempre chiamato Maestro perchè oltre che un grandissimo artista è sempre stato un grande uomo un esempio di energia, vitalità e calore che trasmetteva con le note, con la voce “dabadabaduuu” e col sorriso.

    Grazie Maestro

  4. Ha avuto anche la sfortuna di lavorare in un momento nel quale per lavorare dalle nostre parti si poteva suonare solo liscio, così è rimasto confinato al territorio locale.

  5. Benchè abitando a Torino ero un ammiratore folle di Germano; Tutte le volte che riuscivo a venire in Romagna andavo a trovarlo; sempre gentile, cortese, disponibile, come solo i grandi, umanamente parlando sanno esserlo.
    Non ho mai avuto l’onore di essere suo allievo – data la distanza -, ma è come lo fossi stato, in quanto qualsiasi cosa abbia chiesto per migliorare la tecnica del sax non ha mai avuto alcun problema ad insegnarmelo…
    L’Italia ha perso un fuoriclasse, che forse, in vita non ha ricevuto gli onori che meritava…
    Grazie Germano; sarà impossibile dimenticarti…

  6. Mio fratello Federico mi ha fatto notare questo sito, l’articolo dedicato al nostro babbo e la bellissima foto, della quale non eravamo a conoscenza.
    Vedere e leggere i messaggi mi fanno un gran piacere, anche se i miei sentimenti in questo momento sono più difficili da gestire di quando eravamo al funerale.
    Non importa quanti siano i messaggi, ma piuttosto quello che esprimono.
    È proprio vero che tutto quello che fai ti torna indietro, anche se in questo caso siamo noi a coglierne gli effetti delle belle cose vissute e comunicate da nostro babbo.
    Ho voluto lasciare anch’io questo messaggio per dire solo grazie alle persone che si sono sentite di comunicare con questo mezzo i loro sentimenti.
    Germano era ed è vero, anche se a volte non lo sembrava neanche.
    Io da bambino ero abituato allo stupore che suscitava a tal punto da credere che per lui tutto fosse possibile.
    Per quanto me lo sia studiato, ancora non ancora spiegarmi come facesse… un dono, un talento vero.

    grazie di cuore
    un saluto

    1. Caro Francesco, sono stato molto amico del tuo papà, e una cosa che mi è molto dispiaciuta è stato non avere presenziato al suo ultimo saluto.
      Io l’ho saputo a funerale già avvenuto da Roberta Cappelletti (in quel periodo frequentavo molto Canale Italia).
      Tramite questa posta voglio salutare tuo fratello Federico e la mamma Edy.
      Spero avrai capito chi sono (sono quello che Voi chiamavate Pierino)e che vi ho fatto le foto a Tredozio x la prima comunione.

  7. Vivo molto all’estero e solo stasera andando per caso su internet apprendo la terribile ( per me ) notizia che Germano è mancato.Eravamo come fratelli, ho lavorato con lui negli anni 60. Germano non era un uomo buono, era molto di più che buono, non era un grande musicista era molto di più, un vero fenomeno ci volevamo un gran bene, per me ora che lo so un dolore immenso. Ricordo che quando nacquero i due gemelli Federico e Francesco voleva che facessi da padrino a uno dei due, era a Torino alla sala danze Castellino. Poi decise di andare a casa un paio di giorni per vederli e mi disse “preferisco che tu rimanga qui con l’orchestra di te mi fido alla grande”. Quando sapemmo della nascita prendemmo una solenne sbronza per festeggiare, a base di Negroni poi io donai due medagliette d’oro per i due bimbi. Gli ultimi anni poi ci siamo persi di vista, abbiamo suonato, cantato, e fatto i matti per tanto tempo insieme, risate a non finire. Ora vengo a sapere che non c’è più da 2 anni, Sei tra i miei ricordi più cari e più belli. “Just a Gigolo” lui capirà….Addio fratello

  8. Ci manchi, Maestro! La tua umiltà, il tuo modo di incantare il pubblico, la tua arte nel suonare il sax… Per i ragazzi che vorrebbero iniziare la carriera del musicista… qualsiasi strumento vogliano suonare, dovrebbero iniziare da Germano Montefiori!

  9. Carissimo Germano, ho appreso solo adesso, sfogliando il web, che ci hai lasciato. Io giovane ballerino di stile internazionale al Castellino Danze di Torino e tu con incredibile simpatia, ci accompagnavi con i toi ritmi e preziosismi, mi sei sempre rimasto nel cuore. Mi spiace di non averti potuto salutare ma mi rimarrai sempre nel cuore.

    Grazie di cuore

    Claudio Sampaoli Bellini

  10. Non ci sono parole, da collega , musicista ed amico, pur essendo in Toscana, ho avuto modo di apprezzare la tua grande personalità, assieme a tuo fratello Giulio eravate una “potenza” musicale, alcuni dicevano che la tua voce di sax non era proprio impeccabile, ma anche Loui Armstrong non aveva la voce da “usignolo”…
    Non ti dimenticherò mai. GRazie per quello che mi hai lasciato.

  11. 16 maggio 2012
    con Germano, ci siamo conosciuti nel 1970 e da allora siamo stati sempre amici.
    l’unico rammarico che mi è rimasto è stato non partecipare al suo estremo saluto (anche se sono di padova) sarei arrivato a forli,
    purtroppo l’ho saputo il giorno dopo il funerale in una trasmissione di canale italia da Roberta Cappelletti.
    Grazie amico mio ti ricorderò sempre !!!!

  12. Con Germano eravamo a Tripoli, Libia, quando scoppio’ la guerra dei sei giorni tra Israele e gli stati arabi. Io avevo con me anche mia moglie (buonanima) e mio figlio di un anno e mezzo. In tutto sette, bloccati all’ultimo piano di un appartamento in centro di Tripoli con la polizia sui tetti armata di mitragliatrici poiché i manifestanti andavano cercando gli ebrei nelle loro case per buttarli giù (letteralmente) dai balconi. Orribilmente spaventoso. Eravamo disperati, Germano invocava i suoi gemelli e la moglie dicendo che non li avrebbe più rivisti…. e poi finalmente ci hanno condotti all’aeroporto nascosti in un camion…che ricordi !! Baciammo tutti insieme la pista di Fiumicino. E poi altre avventure con il genio strumentale che era Germano…mi faceva morire quando cantava “La mia Ciccia, vuole la pelliccia” A Torino suonando la Czarda Ungherese non gli salirono fuori i suoi famosi sopracuti e allora dalla rabbia scaglio’ il Selmer sul palco…tra gli applausi del pubblico…Un vero artista…Ciao Germano ci rivedremo presto e ci racconteremo ancora le famose barzellette. tuo amico Flavio

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