La sinistra dopo il partito democratico

Con la costituzione del partito democratico tutta la politica del centro-sinistra subirà gli effetti di questo cambiamento storico. Con questa fusione del partito dei DS con la Margherita, l’asse del partito una volta comunista non potrà che spostarsi verso il centro, lontano da politiche laiche e di sinistra, delle quali si perde persino ogni riferimento nel nome. Follini, uno dei partecipanti alla costituente del partito democratico, ha dichiarato pubblicamente la sua visione: una nuova democrazia cristiana che volge uno sguardo – uno solo – a sinistra.
In quest’ottica, quindi, si capisce bene la necessità di tutte le forze dell’Unione di pensare al proprio futuro, tra l’altro fortemente dipendente da quella che sarà la nuova legge elettorale che verrà presentata e dagli sbarramenti che verranno adottati per diminuire la frammentazione dei partiti.
I Verdi, in questo contesto, sono probabilmente un caso a parte: sono, infatti, l’unico partito presente praticamente in tutto il Mondo ed il primo ad essersi dotato di una struttura europea per affrontare uniformemente tematiche comuni a tutti i paesi dell’UE. All’ultimo congresso i Verdi hanno rimarcato la necessità della loro indipendenza per non perdere la loro specificità, con la pur necessaria volontà di dialogare con le altre forze politiche che hanno temi ed obiettivi comuni.
Anche a livello locale, ad esempio, sarebbe opportuno un maggiore dialogo tra i partiti di sinistra, al fine di avere una posizione ferma e comune sui temi più importanti dell’amministrazione. Troppo spesso, infatti, i diversi partiti di sinistra si sono divisi a parole e nei fatti su temi fondamentali come ad esempio l’inceneritore, la grande distribuzione e l’urbanistica, il traffico.
La costruzione del partito democratico di fatto imporrà nel prossimo futuro un maggiore dialogo, per far valere attraverso una sorta di patto di sindacato una posizione forte della sinistra che ha sostenuto e sostiene le maggioranze, a partire dal recupero delle situazioni più critiche che hanno finora portato a delle nette divisioni.
Non ritengo possibile la costituzione di un unico partito di sinistra che azzeri le varie sensibilità, che ci sono e che sono risorse importanti e preziose. Punterei, piuttosto, alla ricerca delle posizioni comuni su temi importanti come l’acqua, i rifiuti, i beni pubblici, per avere una maggiore voce in capitolo e maggiore riscontro su un elettorato di sinistra che guarda all’esempio spagnolo di Zapatero e che in Italia si ritiene, purtroppo ed a ragione, troppo poco rappresentato.

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