Libri di testo open source

Nel 2004 proponevo di finanziare la redazione e la pubblicazione di libri di testo open source, che fossero a disposizione degli studenti in formato elettronico gratuitamente ed in formato cartaceo al migliore prezzo in assoluta concorrenza tra copisterie e tipografie.

Con un sistema di questo tipo non si dovrebbero seguire gli aumenti ingiustificati per libri di testo che sono invariati o quasi negli anni.

Oggi rilancio l’idea, a 3 anni di distanza e dopo le notizie degli ultimi rincari, e ricordo che lo strumento per scrivere libri di testo con licenza libera esiste già ed è molto comodo: Wikibooks.
Purtroppo non ha ancora avuto il successo di wikipedia, opera della stessa famiglia, credo per la necessità di un gruppo di autori più specializzati, ma con una iniezione di fondi si potrebbe lanciare veramente il progetto e distribuire gratuitamente libri di testo generici, contribuuendo certamente ad un abbassamento dei costi di tutti gli altri realizzati con sistemi redazionali classici.

Libri di testo open source

25 commenti su “Libri di testo open source

  1. Per quanto riguarda le materie di base, ciò che tu dici è particolarmente vero. Nella maggior parte dei casi gli appunti scritti con tanta fatica da un prof per i propri studenti viene perso nel momento in cui il prof va in pensione, così che chi lo segue si riscrive d’accapo tutto. Le biblioteche sono piene di buoni testi che, per la staticità propria dei libri, verranno dimenticati.
    A proposito … Dai una occhiata al nome dell’autore della maggior parte del testo it.wikibooks.org/wiki/Chimica_organica

  2. e ogni studente andrà a scuola con il solo ebook reader?
    magari qualche nostalgico porterà un quaderno
    come quelli che aveva il nonno
    e i compagni di classe lo prenderanno in giro
    come se ascoltasse un vecchio vinile

    ale, sai a che punto siamo con la tecnologia degli ebook reader? sentivo qualcuno lamentarsi e per i costi e per la lentezza di refresh delle pagine, anche su questo fronte non mi dispiacerebbe contribuire all’avanguardia, da buon neofuturista, ovviamente…

  3. Purtroppo che io sappia di ebook reader evoluti non ce ne sono ancora a buon mercato. Poco tempo fa ho letto di Iliad, un lettore che probabilmente ha le caratteristiche necessarie all’uso quotidiano, ma che costa ancora 630€!!!

    Iliad

    Un altro problema per gli studenti è il peso degli zaini: ho visto zaini trolley con carrellino per aiutare i ragazzini a trasportare i libri scolastici, ed a mio parere è una assurdità.

    Con un ebook reader potrebbe trasportare intere biblioteche ed accedere alla rete (per esempio per fare test ed esercizi che aiutano nelle correzioni).
    Inoltre tutti i libri con copyright scaduto potrebbero essere distribuiti in maniera assolutamente gratuita, vedi la Divina Commedia, L’Odissea, ecc…

    Chiaramente il costo è ancora troppo proibitivo.

    Se ci fossero dei libri open source si potrebbe anche decidere di stamparli in fascicoli, in modo tale da permettere agli studenti di portarsi dietro solo un pezzo di biblioteca scolastica.

  4. Mi pare un’idea assolutamente da perseguire. Credo però sia necessario mettere a punto un progetto che possa reggere l’inevitabile ostruzionismo che verra’ prodotto dalle case editrici e dai loro sodali. Non so, probabilmente dovrebbe nascere una fondazione (adeguatamente supportata e sostenuta) che punti ad accreditarsi presso il Ministero della Pubblica istruzione.

    E’ un progetto ad altissimo livello d’innovazione che andrebbe promosso in collaborazione con chi da tempo studia tutto ciò in ambito software (vedi fsf) e con un gruppo di docenti che si facciano carico di seguirne lo sviluppo, con una serie di esponenti della cultura che possano patrocinarlo e con una serie di referenti politici che lo difendano dagl’inevitabili attacchi.

    Ciao, fabio

  5. Potrebbe essere una ottima iniziativa, ma poichè la maggior parte delle volte i libri di testo nelle scuole dell’obbligo e superiori prevedono l’adozione di un determinato libro di testo, scelto dai docenti precedentemente non so se sia una cosa utopistica o possibile per la nostra scuola. Personalmente metto a disposizioni i miei appunti riscritti e risistemati, ma comunque è materiale universitario (Vedi sito -> Varie -> Chimica industriale II o Cinetica Chimica Applicata), quindi ben diverso da quello necessario nelle scuole dell’obbligo, dove il costo dei libri è esorbitante. Eventualmente, nel caso in cui uscissero dei libri decenti e corposi si potrebbe usare http://www.lulu.com per riceverne delle copie stampate a prezzi decenti..

  6. Sarebbe però più difficilmente giustificabile di fronte ai genitori l’adozione di un libro diverso da quello generico, se quest’ultimo fosse di buona qualità.
    Anche perché questi potrebbero essere modificabili da gruppi di professori e ristampabili…

  7. bhè, ogni professore ha il diritto l’onere di scegliere il testo che ritiene più opportuno, e guai se non fosse così, quini la cosa potrebbe avere un senso, ma non necessariamente è la soluzione migliore, molti istituti hanno programmi didattici differenti tra di loro e un libro omnicomprensivo potrebbe essere “difficoltoso” se non irrelizzabile. Per le lezioni che tengo io solitamente fornisco agli studenti dispense di materiale e esercizi creati in funzione della classe che mi trova davanti, ovviamente hanno un libro che però serve più che altro come linea guida per lo studio individuale, in ogni caso è una iniziativa lodevole.

  8. Trattandosi di strumenti di lavoro non ad uso personale ma collettivo (classi di studenti) uno dei problemi credo sia l’introduzione di una struttura che in qualche maniera ne certifichi la qualità e l’esaustività presso i provveditorati agli studi o presso il Ministero. Ciò fatto credo gl’insegnati avrebbero qualche problema a non adottare quei testi (digitali, stampabili e gratuiti) per obbligare i genitori ad acquistarne altri ai prezzi che sappiamo.

  9. Non vedo perché gli insegnanti dovranno poi essere OBBLIGATI a scegliere un libro di testo ceh non ritengono adatto all’ambiente di insegnamento in cui si trovano.. mha :(
    L’unica soluzione sarebbe avere più libri di testi differenti rilasciati con CC e da cui ogni docente può scegliere quello che preferisce o che comunque trova più adatto alla classe in cui si trova.
    Per fare un esempio lo stesso insegnante in scuole differenti o anche all’interno della stessa scuola ma con due classi differenti può utilizzare due testi distinti, e in alcuni casi che ho visto è accaduto che persino con tre classi differenti abbia adottato 3 testi diversi, semplicemente perché riteneva che in alcune classi un certo libro di testo non era adatto.

  10. Esattamente, se un gruppo d’insegnanti dovesse reputare non idoneo un determinato testo in CC o a pagamento, non dovrebbe fare altro che scriverne uno migliore ed in un processo strutturato essere messo in condizione (autorizzati) di utilizzarlo.

  11. …e se uno non avesse il tempo (o voglia o capacità) di farlo?
    Non mi pare che esistano leggi che obblighino un docente ad adottare un determinato libro di testo (fortunatamente), inoltre che assicura che un testo open in cui chiunque può andare ad inserire dei contenuti possa essere corretto? Mettiamo ceh all’interno di un libro di storia dell’arte, mettiamo che vengano commessi alcuni errori sulla vita o le opere di alcuni autori (per non parlare delle problematiche di riproduzione delle immagini, ma per ora sorvoliamo su questo), che si fa? Come minimo dovrebbe esistere una commissione esaminatrice (solitamente presenti nelle case editrici, che di conseguenza aumenta i costi di produzione).
    Torniamo invece sulle problematiche di copyright, un libro di architettura deve pagare la SIAE per riprodurre immagini di edifici prodotti meno di 70 anni fa, quindi tutta l’architettura moderna sarebbe da eliminare, per gli autori di letteratura contemporanea? idem, insomma le problematiche non sono proprio così poche…

  12. Tra le prerogative di un buon insegnante credo rientri quella di saper valutare la qualità di un testo e saperlo scegliere per adottarlo per il proprio insegnamento. Non capisco perchè insisti nel pensare che qualche insegnante dovrebbe essere obbligato ad adottare un testo piuttostochè un’altro, chi lo sostiene? La cosa migliore come sempre è quella di poter effettuare una scelta.
    La mia opinione è che questi testi debbano essere sviluppati da gruppi determinati d’insegnanti (cooperanti, consorziati, ecc…) i quali a prodotto finito si farebbero carico di sottoporlo ad una commissione tecnica provveditorale o ministeriale, la quale dovrebbe certificarne l’uso presso le scuole. Qualora successivamente modificati o aggiornati, gli stessi testi dovrebbero essere nuovamente sottoposti a certificazione. Non sono un esperto di licenze CC ma credo ve ne siano talune che possano calzare a pennello.

  13. Io ho semplicemente cercato di contestare quello ceh veniva sostenuto:
    Ciò fatto credo gl’insegnati avrebbero qualche problema a non adottare quei testi (digitali, stampabili e gratuiti) per obbligare i genitori ad acquistarne altri ai prezzi che sappiamo.
    Ovvero che l’insegnante avrebbe dovuto adottare il testo rilasciato e non avrebbe potuto sceglierne un altro prodotto da una casa editrice (almeno è quello che intuisco da queste gighe che ho quotato).

    Detto questo sono perfettamente d’accordo che i docenti sono in grado di poter scriversi un testo se coordinati in gruppi, ma servirebbe una organizzazione sopra le parti che coordini il tutto e non è una cosa così banale da realizzare, un conto è prendere del testo scritto da diverse persone e metterlo insieme come accade su wikipedia (con tutti i prob che ne sono conseguiti) un altro e scrivere un libro a più mani, mantenendo coerenza tra il lessi usato, una linea guida e lo stessa metodologia didattica.

    Se ci fosse una organizzazione che prendesse questa iniziativa contribuirei immediatamente fornendo il materiale che ho prodotto in questi anni e producendo il materiale mancante, ma fintanto che non vi è la “volontà politica” di fare questo sarebbe per la maggior parte lavoro al vento.

    JM2C

  14. Sono pienamente d’accordo con l’iniziativa: non è possibile pagare tutti quei soldi solo per i libri, che tra l’altro servono per una scuola obbligatoria!

  15. No, forse non mi sono spiegato bene. Se un’insegnante avesse a disposizione per l’insegnanmento una serie di testi gratuitamente scaricabili dalla rete avrebbe poi qualche problema ad adottarne taluni a pagamento, no? Nessuno però gl’ipedirebbe di farlo, se non il fatto che i genitori andrebbero convinti della scelta.

    Una commissione di controllo e certificazione dovrebbe appunto sovraintendere alla qualità del prodotto in termini di esaustività, chiarezza espositiva, organicità, ecc… Potrebbe anche produrre determinate linee guida cui attenersi…

    Ma hai ragione, la volontà politica è fondamentale. C’e’ però il vantaggio che un processo innovativo di questa natura immagino possa contare in un’ampio sostegno popolare, ed immagino nel sostegno di numerosissmi docenti variamente interessati. C’e’ inoltre da considerare il fatto che tutto ciò potrebbe avvalersi dell’esperienza e delle competenze maturate in ambito software sia sul piano normativo che delle licenze che sul pano della capacità di mobilitazione.

  16. Cerco di spiegare meglio la mia posizione, credo che serva a chiarire molti dei dubbi.

    Intanto non desidero obbligare nessuno, ma cercare di incentivare la scelta. Finanziando una serie di libri di testo liberi, anche due o tre per materia.

    La cosa interessante della licenza libera è che una volta fatto un libro, se c’è un errore si può correggere, e lo può fare chiunque. Se un libro venisse adottato da 1000 classi in Italia, sono sicuro che i 1000 professori avrebbero modo di correggere eventuali imperfezioni per una futura nuova versione.

    Questo sistema sarebbe talmente economico che si potrebbero finanziare anche 2 o 3 libri per materia. Quando costa scrivere un libro, 30’000€? Pensate a quanti soldi si risparmierebbero a livello nazionale anche solamente per le borse di studio che non fanno altro che coprire parte di questi costi!

    Altra cosa invece è il controllo di qualità. Io credo che i libri open source dovrebbero avere gli stessi controlli di quelli proprietari. Un professore può adottare un testo all’interno di una rosa validata. Questa rosa dovrebbe contenere anche testi liberi, tutto qui. Non permetterei ai prof di stamparsi il proprio libro e farlo adottare ai ragazzi, senza filtri di controllo.

    Questo ragionamento è ancora più sensato proprio perché migliaia di professori forniscono appunti propri ad integrazione dei libri di testo: cosa impedirebbe loro di organizzarli in maniera decente e stampabile e farli validare, per poi farli adottare dalla propria classe? Se poi un buon gruppo di prof si mettesse d’accordo, potrebbe far stampare il proprio testo comune e risparmiare sulla stampa. Sono sicuro che ci sarebbero ampi margini di guadagno, nonostante la possibilità di fotocopiare gratuitamente i testi.

  17. Alessandro, vorrei chiederti di spiegare la logica legata all’eventualità di finanziare la produzione di questi testi liberi. Si tratta immagino di sostenerne anche economicamente lo sviluppo, riconoscendo un valore economico all’opera prodotta, sostenendone i costi vivi di produzione (impaginazione, grafica, acquisto immagini, ecc…), oppure sarebbe un incentivo al rilascio dell’opera sotto licenza libera, una sorta di moneta di scambio. Ritieni che senza l’introduzione di questi incentivi non vi sarebbe sviluppo per questa modalità di produrre i libri di testo?

  18. Penso ad un investimento che preveda un bando per la realizzazione dell’opera (redazione, impaginazione, verifica), oppure ad un finanziamento da parte di una fondazione, che venga destinato alla prima produzione che poi verrebbe rilasciata in forma libera, per tutti.

    Questo sarebbe un progetto che con veramente poco sforzo potrebbe aiutare lo sviluppo culturale ed economico del paese, facendo risparmiare ai cittadini per la scuola un sacco di soldi.

    Io ritengo che le case editrici non siano oggi in un regime di concorrenza che favorisca l’uso di licenze libere. Senza un finanziamento iniziale che copra le spese, difficilmente un progetto di questo tipo potrebbe riuscire a partire ed a dimostrare la sua sostenibilità anche economica.

    Anni fa era partito un progetto su un libro di Italiano, ma non so dove sia finito e non ne ricordo il link.
    Oggi la situazione è diversa, altri strumenti simili sono molto diffusi, ma non credo che per i libri di testo sia così facile come per Wikipedia.
    C’è da dire che qui l’interesse economico è ancora maggiore, quindi si potrebbe veramente fare un bell’investimento.

    Penso che basterebbe un incentivo minimo per far partire un progetto di questo tipo, che si sosterrebbe poi grazie ai risparmi ottenuti. Si potrebbe anche pensare ad una licenza che obblighi al pagamento di un euro di diritti per ogni stampa cartacea, che andrebbe a finanziare altri libri di testo distribuiti con lo stesso sistema.

    Ricordo che a scuola dovevamo informarci prima della necessità o meno di acquistare i libri di testo segnalati, perché alcuni prof ne facevano un uso veramente limitato per ragioni didattiche, preferendo materiale ed appunti fotocopiati.

    Da qui all’adozione di un testo libero, prodotto collettivamente o grazie ad un finanziamento, il passo è breve ed interessante…

  19. Ho scoperto solo ora questo tuo post. L’idea è buona, perché l’ho avuta anche io (e altri all’estero come me) e la sto cercando di perseguire. Mi piacerebbe che qualcuno desse una mano.

    Non concordo comunque con la tua proposta di wikibooks: i motivi sono espressi anche sul sito http://www.libriaperti.org, ma sostanzialmente 1) per la scuola è più efficace ed efficiente un libro normale, non un e-book 2) la qualità tipografica dei libri prodotti da wikibooks è scadente. Ci sono alternative free che producono libri tipograficamente eccellenti, e penso tu le conosca: LaTeX. Con tutti i vantaggi di avere sorgenti in file di testo che possono essere gestiti con un sistema di versioning come Subversion.

    E per la stampa? Esiste per esempio http://www.lulu.com; inoltre lo sapevi che la Biblioteca pubblica di new york ha messo a disposizione un sistema per la stampa dei libri elettronici?

    http://www.boingboing.net/2007/07/31/ny-public-library-gi.html

    Chissà a quando in Italia …

  20. Caro Renato, concordo con l’idea di utilizzare il latex (io l’ho usato per la tesi) o altri strumenti tipografici professionali.

    Vorrei però dare la possibilità di contribuire anche ai professori con poca esperienza, che non possono impararsi il linguaggio latex. Si possono usare anche gli editor che semplificano le operazioni, ma vedo questa cosa come un ostacolo aggiuntivo.

    L’ideale sarebbe fare un wiki che sputi in output del latex, che sia però quasi invisibile per gli utenti.

    Forse per questo sarebbe meglio un XML, tipo docbook.

  21. In generale, per libri a contenuto aperto a tutti, penso che si debba usare solamente software che tutti possano utilizzare. Quindi sostanzialmente software free. Quindi praticamente solo LaTeX, non ne conosco altri.

    Per il contributo dei professori, ritengo che non sia un problema. Già adesso scrivono libri senza sapere nulla di impaginazione e software tipografici, e così dovrebbe continuare ad essere : sul mio sito parlo di “separazione delle competenze”, ad intendere che chi scrive il contenuto non deve avere competenze sulla formattazione (in LaTeX o altro) dello stesso. Magari in maniera tradizionale, scrivono su dei fogli liberi e lo passano poi all’editore, in era moderna potrebbe essere sufficiente un editor di testo o uno scanner, con cui comunicano il contenuto da scrivere.

    Per ogni materia, occorrerebbero uno o due specialisti e uno o due “formattatori”. Basterebbe un annetto per ogni libro, se ci fossero persone dedicate. Potrebbe essere addirittura finanziato dal Ministero dell’Istruzione: è una idea così peregrina?

    Ciao

  22. IMHO ho usato e continuo ad utilizzare LaTeX per il semplice motivo che è la soluzione migliore per quello di cui mi occupo, in cui l’utilizzo di formule matematiche anche complesse è fondamentale, ma anche per distribuire appunti di informatica (programmazione) con evidenziazione della sintassi, o altro ancora, insomma uno strumento potentissimo e IMHO impareggiabile. Il fatto di preferire wiki non a molto senso, se un docente deve imparare quest’ultimo quale è la differenza?

  23. Imparare ad utilizzare i wiki è molto più semplice di scrivere latex.

    Inoltre come dicevo latex non è l’unico sistema che tutti possono utilizzare, anche il docbook è uno di questi.

    Ad ogni modo credo che lo strumento incida, ma solo in parte. Probabilmente si potrebbe utilizzare un wiki per la scrittura collettiva (permette anche di scrivere formule matematiche in latex, se è ben fatto come il wikka) per poi passare alla formattazione tramite latex grazie ad esperti formattatori.

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