L’incenerimento dei rifiuti non è recupero di energia

Il Parlamento europeo ha adottato oggi, in prima lettura, il rapporto della deputata Caroline Jackson (Regno Unito, popolari) sulla proposta di nuova direttiva quadro sui rifiuti. Sono stati adottati una serie di emendamenti presentati dal gruppo dei Verdi che, insieme a quelli presentati dal gruppo socialista e dalla sinistra unitaria europea, rafforzano la prevenzione, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti.

In particolare l’incenerimento dei rifiuti non può più essere considerato un recupero, evitando quindi di fare passare questa pratica come un processo virtuoso che permette di recuperare energia e poter quindi accedere, come accade ancora in vari Stati membri tra i quali anche l’Italia, a soldi e incentivi che dovrebbero essere destinati alle vere energie rinnovabili.

Di fondamentale importanza è inoltre l’adozione di una gerarchia di 5 livelli chiaramente distinti l’uno dall’altro e con un ordine di priorità ben preciso, all’interno del quale gli Stati membri devono impegnarsi prima di tutto per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, poi il riutilizzo, poi il riciclaggio e altre forme di recupero e solo infine per lo smaltimento (naturalmente sicuro ed ecologico) dei rifiuti.

Molto importante infine è l’aver stabilito che tutti gli Stati membri dovranno adottare tutte le misure necessarie per stabilizzare la propria produzione globale di rifiuti entro il 2012 rispetto alla propria produzione annuale di rifiuti del 2008. Un primo passo concreto per ridurre la montagna di rifiuti che ogni anno si produce nel nostro continente (534 kg di rifiuti domestici per ogni europeo in un anno!).

L’incenerimento dei rifiuti non è recupero di energia

2 commenti su “L’incenerimento dei rifiuti non è recupero di energia

  1. E’ un bel passo avanti, specialmente per il fatto che si potrà finalmente operare una distinzione netta tra le BIOMASSE VERGINI biocombustibili ed i rifiuti.
    Qualcuno nella Direttiva del 2001 ebbe l’infelice idea di scrivere “parte biodegradabile dei rifiuti industriali…….”
    Da allora chi vuol costruire un impianto a biomasse vergini, viene equiparato ad un rifiutaio che vuole incenerire rifiuti e far morire i bambini.
    Inoltre, i furbi (e l’Italia nè è piena) da sempre cercano di far passare gli inceneritori, mascherandoli da impianti a biomasse e quindi a fonti rinnovabili.
    L’esempio, dopo CEVA, è nel Vercellese a CARESANA, dove un personaggio noto come ARPAGAUS (svizzero-tedesco)della società RRT BIOPOWER VERCELLESE, con l’appoggio di sei Sindaci, ai quali ha promesso fra i 3 ed i 4 milioni di euro/anno (si avete letto bene 3-4 milioni di euro)per il loro supporto ad un progetto per un impianto che, nelle intenzioni, brucerà cippato di legna e paglia , ma nei documenti presentati, brucerà rifiuti.
    Così gli abitanti di CARESANA poco informati, pensando di veder costruire un impianto a fonti rinnovabili si troveranno un inceneritore rifiuti da 200000 tonnelate/anno

  2. Spero che abbiano anche pensato a forme di contravvenzioni, magari personali dei governanti che non si allineano a questi dettami…
    Noi siamo notoriamente europei solo quando serve… e con gli inceneritori non serve troppo esserlo … tanto poi le multe (eventuali) le paga la collettività!!!

    Saluti radiosi

I commenti sono chiusi.

Torna su