Piano Energetico Ambientale Comunale

Il Consiglio Comunale di Forlì ieri ha votato l’adozione del Piano Energetico Ambientale Comunale. Siamo in anticipo rispetto alla Regione, che non ha ancora approvato il suo piano energetico, ma questo a mio parere è un bene perché permette di avviare da subito azioni per il risparmio energetico. Il risparmio energetico, infatti, è il punto chiave di questo piano che contiene azioni per la riduzione dei consumi nelle case, negli edifici comunali, nei trasporti, nell’industria.

Per ogni settore sono stati valutate le linee strategiche: per esempio per quanto riguarda il civile sono interessanti la cogenerazione da piccoli impianti e l’adeguamento alla Direttiva Europea 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico e alla certificazione energetica nell’edilizia, che prevede una riduzione dei consumi di circa il 50% rispetto a queli rilevati come consumi medi (passando dai circa 160 kWh/m2anno, che è il consumo energetico medio attuale, a circa 70-80 kWh/m2 anno).

Poiché senza l’adeguamento di tutti i regolamenti comunali a queste linee strategiche il piano rimarrebbe un libro dei sogni, tra l’altro non troppo ambizioso, ho scritto e proposto un ordine del giorno che impegna la seconda commissione a discutere dell’adeguamento dei nostri regolamenti, a partire da quello edilizio al P.E.A.C.
Oltre a questo l’ordine del giorno sollecita l’amministrazione a promuovere sul territorio gli investimenti sul risparmio energetico, anche attraverso accordi con banche e privati, ed ad aderire alla manifestazione internazionale sul risparmio energetico, “Mi illumino di Meno”.

Il P.E.A.C. è poco ambizioso, a mio parere, perché a fronte di tutti gli interventi si prevede comunque un aumento della popolazione residente e quindi il bilancio delle emissioni rimane sostanzialmente invariato. C’è da dire, però, che le analisi del Piano non contengono nessun riferimento al picco di produzione del petrolio ed all’aumento dei costi dei combustibili fossili (petrolio, ma anche gas naturale), che è possibile prevedere nei prossimi anni, quindi non contiene tutti gli interventi spontanei che converrebbe già mettere in atto senza nessun incentivo comunale o nazionale. L’aumento dei prezzi porterà sicuramente ad una maggiore attenzione ai consumi, con gli effetti positivi del risparmio su questo settore.

Nel mio intervento, che diversi consiglieri anche di opposizione hanno citato complimentandosi per la passione e le competenze che esprimeva, ho parlato di risparmio energetico come prima fonte di energia dalla quale attingere: a fronte di investimenti inferiori rispetto alle altre fonti, permette un recupero di energia a parità di risultati superiore a tutte le altre fonti fossili e rinnovabili.

Ho parlato della necessità di avere sul territorio di un soggetto che promuova veramente il risparmio energetico, fonte di guadagni per le imprese locali. AGESS è l’agenzia per la promozione delle energie rinnovabili e potrebbe per statuto compiere questo ruolo, ma la sua composizione sociale a mio parere glielo impedisce: 44% circa della Provincia di Forlì-Cesena, 22% Hera, 7% Romagna Acque, 1,2% CNA, etc.

Che interesse avrebbe Hera nel far risparmiare ai cittadini il metano per il riscaldamento, visto che è lei che gestisce questo servizio e guadagna non da costi fissi, ma da una percentuale fissa sui metri cubi venduti? Hera promuove solo il teleriscaldamento con grossi impianti, che è tra l’altro meno vantaggioso in termini di impatto ambientale di quelli più piccoli dedicati a singoli agglomerati di case e condomini.

Gli iscritti della CNA, ed in particolare quelli dell’unione installatori (elettricisti, idraulici, etc), invece, avrebbero tutto l’interesse alla promozione di corsi di formazione e pubblicità sul risparmio energetico, per un conto assai banale: sul nostro territorio non abbiamo nè petrolio nè gas naturale. Ogni euro risparmiato in combustibili fossili si può investire sul lavoro locale, e basta pensare alle 320’000 tonnellate di petrolio equivalente consumato ogni anno dal nostro Comune per capire su quale miniera d’oro siamo seduti!

In conclusione il Piano Energetico Ambientale Comunale è positivo e concreto: contiene azioni importanti che vanno attivate subito, e spero che i lavori procedano alla svelta. Ci sono 60 giorni di tempo per proporre eventuali osservazioni, prima della sua approvazione, quindi invito tutti i cittadini interessati a farsi avanti per fare proposte concrete.

Questi sono i documenti del Piano:
Piano Energetico Ambientale Comunale di Forlì – Completo
Piano Energetico Ambientale Comunale di Forlì – Sintesi
Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale del Piano Energetico Ambientale

Mentre questo è l’ordine del giorno approvato dal Consiglio, del quale sono primo firmatario:
Ordine del Giorno sul Piano Energetico Ambientale Comunale di Forlì

Piano Energetico Ambientale Comunale

8 commenti su “Piano Energetico Ambientale Comunale

  1. Totale Produzione energia elettrica 3.976
    di cui: Termovalorizzatore Hera 2.032
    Termovalorizzatore Mengozzi 1.753
    Idroelettrico 178
    Fotovoltaico 14

    Mi piacerebbe vedere l’ultima voce al posto della prima e delle seconda, anche perchè le prime due prendono incentivi “CIP 6 e certificati verdi” non da poco; soldi che dovrebbero essere destinati alle vere “energie” rinnovabili.

  2. 1)”Effetto locale del Progetto Teleriscaldamento sulle emissioni di CO2 equivalente”
    Non mi sembra di vedere la voce “CO2 emessa dall’inceneritore da 120.000 t/anno”…. Come mai?

    2)E’ bello sapere che anche Mengozzi viene considerato raddoppiato per il 2015, anche se il comune si è opposto a ciò?

    3)Pagina 6, rifiuti, protocollo di Kyoto, in calo nel 2012 (da 50869 a 42950); pagina 8, “Effetto locale del Progetto Teleriscaldamento sulle emissioni di CO2 equivalente”, dove sono le emissioni di 120.000 t/anno di rifiuti? A rigor di logica ssarebbero il doppio, quindi 50869*2=101738 tep. Meno quello risparmiato sulle 14600 caldaie (asservite al teleriscaldamento) = 101738 – 31827 = 69911 tep di CO2 di aumento, altro che riduzione!

    Che succede Alessandro? Spiegazioni?

  3. Entrambe le considerazioni che fai io le ho già espresse in commissione prima ed in Consiglio poi. Il piano energetico ed ambientale del Comune non ha lo scopo di approvare o legittimare gli impianti, ma di proporre iniziative migliorative. Ho chiesto espressamente un chiarimento tecnico su questo aspetto, altrimenti non lo avrei votato.

    Il piano inizia con una analisi poco condivisibile e sicuramente migliorabile della situazione energetica del nostro territorio. La nostra produzione di energia elettrica è bassa, rispetto ai nostri consumi, ed in questo contesto appare ancora più evidente la produzione dell’inceneritore.

    Agess in questo si è limitata a scrivere quello che sulla carta è autorizzato. Ad esempio, e per fortuna, non si parla di grossi impianti a biomasse come quello appena chiuso ad Argenta, che comunque sono stati proposti anche nel nostro territorio.

    Io credo che l’analisi fatta sia sbagliata, anche perché non prevede una diminuzione fisiologica dei consumi di petrolio equivalente, nonostante l’aumento dei prezzi dei combustibili fossili.

    Ma il piano non può scendere in queste considerazioni politiche, nella fase dell’analisi, ed i tecnici hanno registrato solo gli andamenti dell’aumento demografico e dei consumi, tracciandone le linee di sviluppo futuro con un ipotetico righello, moderandole attraverso le azioni preventivate contenute nel piano.

    Quello che mi interessa ed è importante è che le azioni migliorative vengano attuate, con particolare attenzione ai consumi delle case e delle industrie. Con l’attuazione del PRG si è persa una grande occasione, quella di imporre standard minimi o la classificazione energetica delle case. Visto che non è ancora conclusa, questo è il momento di attuare queste norme che altrove hanno portato a risparmi notevoli (come spiega sempre anche Pallante).

    Condivido le tue preoccupazioni e lavorerò affinché si eviti la costruzione dell’inceneritore (come ho sempre fatto finora). Io credo che le nostre possibilità siano anche maggiori di quelle ipotizzate nel piano, basta volerlo e chiederlo con sempre maggior forza.

  4. Nessun problema, anche se fosse stata una critica non l’avrei presa come una offesa, ma come uno stimolo.

    Purtroppo hai ragione sull’inceneritore, ma quella a mio parere è una battaglia ancora aperta che certamente ora ha qualche dato in più (la raccolta differenziata, gli sviluppi del dibattito politico, etc.)

    Per quanto riguarda i Cip6 farò un’interrogazione, altrimenti riesco ad avere i tuoi stessi dati.

  5. Scusa la franchezza, non volevo mettere in dubbio il tuo operato.
    Alla fine il piano è da considerarsi positivo, almeno per gli indirizzi che presenta. L’unico neo è l’uso dell’incenerimento come soluzione per il teleriscaldamento!
    Possibile che non sia possibile usare il solare termico (per scaldare l’acqua) ed il fotovoltaico (per azionare le pompe di mandata e di ritorno) congiuntamente, magari proprio nel terreno dove sorgerà presto “l’eco mostro” inceneritore da 120.000 tonnellate?

    P.S. Ti sei informato sui CIP6 ed i certificati verdi in possesso di HERA ed il loro eventuale utilizzo per l’inceneritore attuale e quallo nuovo e le relative scadenze? Io non riesco a reperire informazioni dal GSE che non siano generiche (63 MHW nel 2007 – http://www.grtn.it/news/documenti/7365_20061222ELENCOASSEGNAZIONI.PDF)

    P.P.S. Il documento dovrebbe essere questo: http://www.grtn.it/news/documenti/7370_20070205_CIP6.PDF
    ma da errore.

  6. Facendo i dovuti calcoli (2032 TEP = 23628096 kWh) si ha che HERA riceve ad oggi circa 9 milioni di euro per l’elettricità prodottta dall’inceneritore da 60.000 ton/anno.
    Se applichiamo la mera moltiplicazione, HERA con il nuovo inceneritore da 120.000 ton/anno produrrà il doppio di energia elettrica, quindi guadagnerà circa 18 milioni di euro con il nuovo inceneritore.
    L’attività con le incentivazioni rende, visto che è considerato buon investimento un ROI di circa 5 anni, che per il nuovo inceneritore sarà di soli 3,3P….
    Capite perchè è tutto così difficile per chi conbatte contro questo ennesimo “eco-mostro”, pergiunta inutile visto i risultati del porta a porta a Forlimpopoli ed i relativi costi!!!!?????

  7. Per questo se passasse il decreto legge sui Cip6 come da accordi del Governo avremmo vinto a mio parere la battaglia, dal momento che questo inceneritore non vedrebbe più un quattrino (non essendo ancora stato realizzato)…

    E’ chiaro che la discussione non verte sulla qualità o meno delle tecniche di raccolta dei rifiuti, ma sui conti economici e sui ritorni per la società che gestisce il servizio.

    Il vantaggio più grosso, per Hera, è quello di ottenere tramite l’impiano una assicurazione sui futuri bandi del servizio: chi vorrà sostituirla dovrà comunque fare i conti con una impiantistica non più pubblica, ma privata.

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