Pista Nera: Evitato inutile scempio, saggia la valutazione dei ministeri

E’ stata bocciato il progetto di posta nera in Campigna (FC).
Basandosi sulle posizioni contrarie del Corpo Forestale dello Stato di Roma, all’ufficio Biodiversità CFS di Pratovecchio ed alla Soprintendenza di Ravenna l’Ente Parco ed i Ministeri competenti hanno dato una valutazione negativa al progetto. Una risposta concreta a chi diceva che tutte le amministrazioni erano favorevoli al progetto: evidentemente i problemi più volte sollevati dal WWF e dai Verdi erano fondati.

Segue il comunicato del WWF Italia.

Oggi si è evitata una ulteriore ferita al territorio dell’Appennino tosco-romagnolo, a cavallo tra Forlì e Arezzo, grazie a una corretta e coerente posizione dei Ministeri (Ambiente, Agricoltura e Foreste, Beni Culturali) rispetto al ruolo che le Aree protette devono avere e alla necessità di valutare i singoli progetti in un’ottica di pianificazione. Così è stata accolta dal WWF Italia la notizia del parere negativo dei Ministeri sopracitati alla realizzazione della “pista nera” di Campigna in Provincia di Forlì ai confini con la Toscana, che avrebbe interessato il Parco delle Foreste Casentinesi e della Riserva Naturale Biogenetica di Campigna. Pareri che hanno contribuito all’esito negativo della odierna conferenza di servizi.
“Si tratta di una scelta razionale e di buon senso” – dichiara Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia che nei giorni scorsi si era rivolto al Ministro per chiedere una particolare attenzione al progetto – che apporta una risposta adeguata alle esigenze di tutela ambientale e di sviluppo socio
economico del territorio interessato dalle opere”. Il bilanciamento degli interessi può essere raggiunto solo se le singole opere vengono ricondotte in un’ottica strategica, ad oggi assente; gli interventi decontestualizzati da una più generale pianificazione, sono fallimentari per la natura e per lo sviluppo.

Correttamente i Ministeri hanno sostenuto che dovrebbero essere presi in considerazione non solo gli impatti immediati dell’opera sulla natura (in questo caso devastanti), ma anche quelli prevedibili come ad esempio quelli dovuti ai mutamenti climatici che renderanno ordinario il ricorso
all’innevamento artificiale, i cui impatti sono noti e documentati anche nel dossier del WWF “Turismo invernale, una relazione da rivedere” .

Il WWF Italia, nei giorni scorsi, ha inviato ai Ministri competenti un dossier per denunciare la gravità e l’inutilità dello scempio annunciato, che avrebbe avuto alti costi ambientali a carico della collettività e benefici limitati a pochi. “Abbiamo denunciato già da tempo – dichiara Gioacchino Pedrazzoli, Presidente del WWF Emilia Romagna – la scelta delle amministrazioni locali, incapaci di cogliere opportunità di carattere strategico ed economico per le comunità. Senza trascurare poi i gravi danni all’ambiente naturale, protetto perché interno al Parco delle Foreste Casentinesi e alla Riserva Naturale Biogenetica di Campigna, ma anche in quanto SIC e ZPS: anche l’Europa infatti riconosce in questa area la presenza di importanti habitat e specie che costituiscono patrimonio della collettività.”

Evitato lo scempio, ora è necessaria l’attivazione degli strumenti di programmazione dell’Ente Parco, ispirati alla tutela delle risorse e al raggiungimento della conservazione e valorizzazione della biodiversità e dell’ambiente naturale. Ed in questo senso si sono espressi oggi i Ministeri
competenti, ed in particolare quello dell’Ambiente che, riappropriandosi della funzione ad esso deputata, ha fatto una scelta a garanzia dei valori e delle risorse presenti nel Parco. “L’area è considerata prioritaria nel processo di conservazione Ecoregionale del WWF per gli elevati livelli di
biodiversità che questo presenta e che richiedono prioritarie azioni di tutela – conclude Pratesi – Questo motiva il lavoro quotidiano e la dedizione degli attivisti che hanno particolarmente a cuore le sorti del Parco”

Roma, 5 febbraio 2007
Ufficio stampa WWF Italia

Pista Nera: Evitato inutile scempio, saggia la valutazione dei ministeri

11 commenti su “Pista Nera: Evitato inutile scempio, saggia la valutazione dei ministeri

  1. Scrivo per esprimere il mio piu’ vivo sconcerto
    sulla minaccia paventata dal sig. manuel tassinari
    (noto albergatore di Campigna)di “interrompere l’erogazione di acqua potabile dall’invaso di Ridracoli verso la pianura” come ritorsione per il mancato assenso in conferenza di servizi al cosidetto ammodernamento della pista nera.

    A lui e all'”illustre” sindaco di S.Sofia chiedo:
    ma non eravamo noi ambientalisti i TERRORISTI!!!

    E’incredibile l’arroganza di gente che solo perche’vive in certi luoghi e dovrebbe esserne fiero e conscio della fortuna che ha visto l’immondezzaio che soffoca la pianura, lo considera “cosa loro”
    Caro Tassinari il parco delle foreste casentinesi e’anche mio!!!! visto che pago con la fiscalita’generale il suo mantenimento !!!!

    Una battuta anche su questa “sinistra” che non prova nessun imbarazzo nel portare avanti in assoluta cocciutaggine questo insulso progetto spreca soldi, pubblici per giunta , assiema ai “falchi” dello schieramento opposto.

    CHE TRISTEZZA!!!

  2. Caro Alessandro,
    mi fa piacere che tu paghi le tasse, anche perché fra gli attivisti forlivesi del nazi-ambientalismo questo pare essere un custome poco diffuso….
    Comunque ti assicuro che le tue tasse non contribuiscono al mantenimento del parco nazionale. Forse a quello di luminosi uffici dove grassi funzionari ben pagati si sollazzano certi che la loro pigrizia non desterà l’ira di nessuno, perché il parco nazionale è una landa deserta, sudicia e malconcia destinata alla fine. Gli unici a manifestare una forma (malsana e tossica) di interessa paiono essere gli ambientalisti, ma per accontetarli basta poco. Basta dire sempre no, non cambiare niente, lasciare che la montagna “imploda” su se stessa.
    E se qulcuno stanco di questa vergogna decidesse di fare qualcosa per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su problemi che come dici tu devono essere di tutti (e non di quattro fanatici colpiti da forme gravi di delirio di onnipotenza) sarebbe solo un bene.
    Perché gli abitanti della montagna non possono far cambiare i pareri degli enti, attraverso le minacce strumentali del loro ministro del vetero-nazi-ambientalismo, loro non hanno potere.
    Però possono (anzi devono) protestare.
    se non misbaglio gli ambientalisti bloccano lavori di interesse comunitario, fanno annullare progetti, appalti, causano perdite alla collettività per miliardi, liberano animali da allevamento (es. visoni) che muoiono per strada e scombussolano l’ecosistema…Forse è semplicemente giunto il momento che i Veri Amanti della Natura rispondano con le stesse armi.

  3. Davide le tue accuse agli ambientalisti sono da un lato superficiali e qualunquiste (la liberazione dei visoni è stata opera di altre associazioni animaliste, l’Animal Liberation Front, slegata dai tuoi interlocutori di oggi) dall’altro vaghe (lanci l’accusa sulle tasse, vai avanti e denuncia quello che sai a chi di dovere).

    Da un lato il dibattito è stato coinvolto in maniera civile, con osservazioni e discussioni pubbliche, sempre firmando le dichiarazioni fatte, dall’altro sono stati affissi manifesti diffamatori senza firma, sono state fatte minacce private e pubbliche, fino ad arrivare alla minaccia di stampo filo terroristico sulla diga.

    Se questi sono i “Veri Amanti della Natura” lo dimostrino attraverso le regole della democrazia, come è stato fatto dagli ambientalisti fino a questo momento.

    Non mi pare, infatti, che tu abbia ricevuto minacce private da questi che tu definisci “nazi”, solo per le opinioni che hai espresso. Se io fossi dalla stessa parte di persone che si comportano in questo modo, mi vergognerei e ne prenderei le distanze, perché il metodo è importante.

    Solo così potrai convincere gli altri della bontà delle posizioni che esprimi.

    Magari evitando di tirare fuori leggende da bar, che non fanno bene alla discussione.
    Se vuoi protestare contro quello che è stato fatto con i Visoni cerca gli interlocutori adatti, qui nessuno è coinvolto e vicino a quelle posizioni.

    E lascia fuori il nazismo, l’accostamento al partito dei Verdi è ridicolo anche per chi la pensa come te.

  4. Sulla querelle pista nera di Campigna penso che abbiamo passato ogni possibile segno di buonsenso , devo ancora registrare (nonostante persino la conferenza di servizi abbia dato parere negativo) i deliri di una classe politica totalmente allo sbando che prima accusa gli ambientalisti di “TERRORISMO”, poi presta il fianco ad un noto albergatore e “gestore”operante nella zona in questione , parte in causa senza titolo, visto che i terreni in cui sono inserite le piste e gli impianti di risalita sono PUBBLICI , e ogni usufrutto da parte sua è totalmente ILLEGALE , in quanto il contratto di concessione dal demanio al comune di S. Sofia VIETA ESPRESSAMENTE LA SUB CONCESSIONE.

    Tale ersonaggio , non contento di tutto quello che ha ricevuto , compreso la possibilta’ di lavorare con un albergo , ricevuto anch’esso da enti pubblici in modo alquanto agevolato ,continua a fare la voce grossa MINACCIANDO fantomatiche rappresaglie verso “il popolo della pianura”, colpevole di non agevolare le sue mire distruttive , tagliandogli la fornitura d’acqua incatenandosi alle valvole che erogano il prezioso liquido dall’invaso di Ridracoli.

    Arrivati a uesto, si pensava ad una rapida e ferma presa di posizione
    da parte delle forze politiche , di Romagna Acque , con relativo messa in allerta delle forze dell’ordine , ecc.
    Macche’ niente di tutto questo!!! … incredibile , nemmeno il minimo
    imbarazzo nel continuare ad insistere su questo progetto sonoramente bocciato da tutti ormai!!!
    privo tra l’altro di utilita’ pubblica e sociale ; indispensabile per erogare i finanziamenti pubblici .
    Su questo poi da anni non si riesce nemmeno ad accedere agli atti ( alla faccia della trasparenza).
    Strano territorio questo , dove la sinistra va a braccetto con i falchi
    della destra estrema quando si tratta di privatizzare gli utili prodotti da stanziamenti pubblici ,
    devastando una zona naturale tra le piu’ pregiate d’europa.
    Riservando a chi si adopera non per fini lucrosi
    o per interesse di parte , ma per difendere un bene comune come la Natura , continui insulti, ingiurie e linciaggi mediatici.

    Alessandro Serra

  5. Le sue parole mi scaldano il cuore Signor Serra, perchè da esse evince chiaramente come lei dei luoghi di cui si parla non sa asslutamente nulla.
    Niente competenza, niente buon senso, niente riscontri.
    Solo Ideologia, retorica e religione.
    Basta con i preti dell’ambientalismo!!!

  6. Vorrei esprimere la mia totale disapprovazione, sule tesi sostenute dagli ambientalisti schierati contro il possibile “sviluppo del territorio”.
    Porto ad esempio quanto avvenuto in Carpegna, un territorio gograficamente similare, dopo la sostituzione dello skilift con una moderna seggiovia triposto, e una valorizzazione delle piste…bè il risultato è sotto gli occhi di tutti, file chilometriche per raggiungere gli impianti!!!
    Analizzando il territorio della Campigna e confrontandolo con la Carpegna le potenzialità del territorio risultano pure maggiori; posizione geografica riparata dai venti di libeccio, altitudine maggiore che le permette un innevamento naturale molto maggiore, (basta confrontare le web cams per avere un paragone visivo).
    Economicamente uno sviluppo del territorio in queso senso, può dare vantaggi a mio parere ai gestori degli impianti, agli albergatori, e valorizzare il territorio pure dal punto di vista ambientale poichè porterebbe un’ afflusso di turisti molto maggiore..

    1. e valorizzare il territorio pure dal punto di vista ambientale poichè porterebbe un’ afflusso di turisti molto maggiore..

      La monetizzazione del territorio e la tutela ambientale sono contrapposte, quando per sviluppo si intende unicamente più sfruttamento, più costruzioni, più cemento.

      1. Ti rispondo sola ora perchè nel frattempo mi sono laureato in sociologia(università di Forlì) con una tesi sul turismo in cui ho indagato tramite una ricerca sul campo il caso della Romagna.
        E’ sensato affermare che “La monetizzazione del territorio e la tutela ambientale sono contrapposte, quando per sviluppo si intende unicamente più sfruttamento, più costruzioni, più cemento” in quanto ogni area turistica ha una capacità di “sopportazione”.
        Quello che è importante che tu capisca è che, con l’affacciarsi di un turismo “post-industriale”, si sta affacciando sempre più un turista “maturo”, alla ricerca di “autenticità nelle situazioni”, questo desiderio, può essere ormai soddisfatto da un’offerta ricca di sfumature, creando anche un’opportunità per valorizzare le specificità della località, chiamando i turisti a far parte del sistema locale di relazioni.
        Quindi l’ambiente deve essere si compreso come un patrimonio fragile da conservare, ma anche come una risorsa, ricchezza, fonte di benessere e di piacere.
        Spero di aver chiarito perchè un ampliamento del turismo in Campigna possa essere anche un’opportunità per il territorio.

        1. Sei molto vago. Chiaramente ogni impatto va studiato attentamente, bisogna capire i benefici ed i danni che una scelta comporta.

  7. Meno sfruttamento (dismissione impianti della Burraia), nessuna costruzione, neanche un grammo di cemento. Basta retorica, serve buon senso! Ronchi vieni a Campigna, tocca con mano, parla con i veri amanti della montagna, respira l’aria pura, chissà che non ti si attivi il buon senso e non inizi a tutelare gli interessi del popolo e della natura, non quelli di quella lobby di finocchi pseudo-intellettuali da salotto che rappresenti.
    La tutela ambientale è troppo importante per affidarla agli ambientalisti!

    1. Complimenti per le argomentazioni e la sottile ironia degli aggettivi. Dovresti candidarti, conosco qualche partito che sarebbe contento di accoglierti.

I commenti sono chiusi.

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