Month: Aprile 2008

Parlamento Pulito? Pare proprio di no

Prima che Grillo portasse all’attenzione la richiesta di evitare condannati, indagati, prescritti, ecc. in Parlamento erano 25, oggi sono 70.

Obiettivo raggiunto?

A Torino ha festeggiato col gesto dell’ombrello la scomparsa di alcuni partiti dal panorama nazionale. Peccato si sia dimenticato di dire che sono scomparsi 3 partiti dei 4 che avevano liste pulite, per lasciare ancora più posto alle liste con più condannati in assoluto.

Avesse sparato un po’ meno a caso, forse avremmo un Parlamento un tantino migliore, oggi.

Le bandiere Free Tibet made in Cina

A riprova del fatto che il mercato se ne frega della politica si scopre che le bandiere Free Tibet venivano fabbricate in Cina.

Per protestare contro la repressione del Governo Cinese delle manifestazioni per l’autonomia del Tibet in molti, in tutto il Mondo, hanno acquistato un prodotto che ne ha finanziato parzialmente i manganelli.

Io penso che oggi il modo migliore per far sentire la protesta sia il boicottaggio economico. Basterebbe ridurre i nostri consumi di prodotti fatti con modalità che non condividiamo o provenienti da Paesi con diritti civili ed umani limitati per modificare questi atteggiamenti, molto più di qualsiasi bandiera.

I fitofarmaci per il mais uccidono le api

Secondo una notizia passata dall’ANSA 50’000 alveari in italia sono colpiti da spopolamento in coincidenza con la semina di mais, che viene trattato con fitofarmaci ritenuti responsabili della moria di api ( stima dell’Osservatorio nazionale sul Miele di Castel San Pietro Terme).

Penso sia necessario ed urgente applicare una moratoria su questi fitofarmaci per evitare che la moria assuma proporzioni ancora più gravi, che comprometterebbero l’ambiente ed avrebbero ripercussioni gravi in agricoltura, con conseguenti ingenti danni economici.

Dopo il “fare” è ora di pensare

Tutti, giustamente, ora invocano ad una attenta riflessione su quanto è avvenuto in queste elezioni. Dopo la sconfitta di Roma Veltroni dovrebbe dimettersi e Rutelli almeno una pausa di riflessione: è giusto che chi perde faccia un passo indietro, soprattutto se nel farlo ha peggiorato i rapporti con tutti gli alleati storici.

Il PD da solo è destinato a perdere, semplicemente perché l’Italia non è l’America (per fortuna), e di fronte ad una scelta tra candidati e programmi uguali gli italiani scelgono l’originale.

Oggi si impone una riflessione anche nelle città, compresa Forlì, che affronteranno nel 2009 le elezioni amministrative. Il PD sceglierà di andare avanti a testa bassa, come ha saputo dimostrare anche con il recente voto contro il porta a porta a Cesena? Oppure accoglierà alcune delle proposte di riforme alle quali ha solo saputo dire di no (al contrario di quanto, mediaticamente, ha affermato di voler fare), in pieno spirito di conservazione dell’esistente?

Intanto i sondaggi del corriere e del TG de La 7 indicano che i risultati imporrebbero le dimissioni di Veltroni.

In questo quadro appare anche ridicolo l’invito fatto dagli ex iscritti verdi della nostra Provincia ai Verdi a confluire nel PD. Non solo i membri del gruppetto si contano ancora sulle dita di una mano, segno dell’incapacità di coagulare attorno alla propria proposta politica persone nuove, ma hanno dimostrato in questi mesi la totale ininfluenza all’interno del partito democratico: sono stati cacciati dalla giunta provinciale, non hanno ottenuto nessun ruolo nemmeno nella dirigenza locale del PD e non hanno spostato una virgola nei programmi e nelle decisioni del loro nuovo partito. Sono convinto che sotto questo loro comunicato, tardivo e scontato, hanno ancora il rimorso di aver lasciato delle idee per mantenere dei posti, che come era prevedibile senza sostegno della base si sono visti scippare velocemente.

I Verdi servono e devono ripartire dalla proposta alternativa dalla quale sono nati, slacciandosi da recinti identitari non propri. Il prossimo anno, sparita l’illusione del voto utile e della politica “nuova” del “si può fare”, i risultati saranno molto diversi, se sapremo ridisegnare la dirigenza nazionale e ricostruire la credibilità che abbiamo sempre avuto.

Puntata di report sugli aeroporti (compreso quello di Forlì)

Guardando Report ieri sera mi stupivo della coincidenza delle domande e delle posizioni degli autori con quelle che ho portato in questi anni, completamente da solo.

In Consiglio se provi a dubitare della mancanza di una programmazione regionale e nazionale, che porta a 50 aeroporti in Italia quasi tutti in perdita, di zonizzazione acutistica, oppure della gestione pubblica o dei soldi pubblici spesi per attirare le società low cost, come ho fatto in questi anni, non vieni neppure considerato.
Invece di guardare ad un trasporto su rotaia decente moltiplichiamo gli aeroporti, mentre in Francia il governo di centro-destra fa una moratoria sulla costruizione di nuovi scali commerciali.

Eppure sono domande che dovremmo porci, quando tagliamo dal bilancio tutto tranne che i carrozzoni di questo tipo.

Leggete il testo della trasmissione, specialmente l’ultima parte che riguarda i soldi pubblici che vengono dati ai vettori come Ryanair: sarà di stimolo al prossimo dibattito a Forlì, quando dovremo discutere se fare altri investimenti, con denaro pubblico, proprio per aumentare il numero di voli con questi vettori.

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