L’anno delle rinnovabili: +51% eolico +500% Fotovoltaico

Il 2007 è stato l’anno della svolta per le energie pulite e rinnovabili. L’eolico è cresciuto del 51%, pari a 634 megawatt installati in un anno (il 2007). E’ il suo record. Ancora più imponente la crescita (in percentuale) del fotovoltaico: 500%, pari a 60 megawatt installati.
Peccato che questi dati non vengano diffusi in maniera adeguata, mi pare siano la dimostrazione pratica che si può cambiare tendenza, quando c’è una volontà politica (e magari qualche voto in più a sostegno).

Ne parlano giustamente Caravita e Marcello Saponaro.

L’anno delle rinnovabili: +51% eolico +500% Fotovoltaico

12 commenti su “L’anno delle rinnovabili: +51% eolico +500% Fotovoltaico

  1. Peccato anche che non si faccia capire in modo adeguato che non saranno nè l’eolico nè il fotovoltaico a tirare fuori l’Italia da una situazione disastrosa che ci vede nel 2010 o con una rete elettrica potenziata per comprare più energia dall’estero o con una simpatica razionalizzazione dell’energia… due soluzioni, una peggio dell’altra.

  2. Qualche dato.

    Il 15% di quanto consumiamo lo importiamo.
    Nei paesi europei dove vanno meglio le cose, dal punto di vista dei Verdi, l’eolico rappresenta il 23% del totale prodotto (Danimarca) e il fotovoltaico il 2% del totale prodotto (Germania).

    Vorrei capire qual è la soluzione, realistica, per superare i nostri problemi, senza il nucleare.

    Forse ridurre di punto in bianco i nostri consumi del 20%?

  3. Mi chiedo come mai non si parta in quarta con l’eolico,tecnologia matura e dai bassissimi costi di gestione e manutenzione nel lungo periodo.Perchè le pale impattano sul nostro bel suolo patrio? Avete presente Signori i tralicci ed i cavi dell’alta tensione? Qua è ora di fare delle scelte,quelle giuste intendo, per ridurre l’energia importata. E basta con la storia che mancano i fondi,quelli si trovano sempre per le cose più assurde.

  4. La fonte è Terna S.p.A.. Basta andare nel sito nel GRTN.

    Le scelte giuste per ridurre l’energia importata e magari per esportarla devono essere risolutive. A me non pare che l’eolico possa essere risolutivo, visti i dati a disposizione.

  5. ok grazie mille. sono riuscito a trovare questo documento dei dati 2006

    http://www.terna.it/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/statistiche/confronti_internazionali/tabid/422/Default.aspx

    non ho capito se il 15% che citi è solo l’energia elettrica importata. perchè se così fosse non conti la percentuale altissima di idrocarburi che importiamo per per la produzione attraverso le centrali termiche. io credo sia auspicabile aumentare le percentuali, certo arrivare al 23 della danimarca non sarà facile e il 2% della germania è molto condizionato dalla loro posizione e dal fatto che sulla loro produzione totale incide molto il nucleare. aumentare questo tipo di fonti ci renderà meno dipendenti in un primo tempo dall’importazione di energia elettrica dai nostri vicini e in un futuro ci renderà spero meno dipendenti dagli idrocarburi.

    piccolo spot
    vi consiglio di visitare l’impianto della famiglia rivalta prima del “curvone” sulla via lughese

  6. Sì, ho fatto una semplice divisione dell’energia importata e del consumo elettrico.

  7. Per il lavoro che fai Cesare dovresti sapere che la riduzione del consumo energetico del 20% è un obiettivo dell’Unione Europea, inserito anche nel programma di Prodi perché fortemente voluto dai Verdi.

    Nel mio articolo comunque ho scritto che un maggiore impegno sulle rinnovabili è necessario. Paghiamo, in questo settore, una arretratezza pesante, dovuta principalmente alle destinazioni degli incentivi che fino ad oggi hanno ingrassato petrolieri ed inceneritoristi, invece delle centrali solari ed eoliche.

    http://europa.eu/pol/ener/overview_it.htm

    Copio-incollo i punti:
    – risparmio energetico, grazie ad una riduzione dei consumi del 20% rispetto alle previsioni per il 2020;
    – aumento, al 20% entro il 2020, della quota delle fonti rinnovabili nel consumo energetico totale;
    – aumento, ad almeno il 10% entro il 2020, della quota dei biocarburanti nel consumo totale di petrolio e diesel, a condizione che siano commercialmente disponibili biocarburanti sostenibili “di seconda generazione” ottenuti da colture non alimentari;
    – riduzione, di almeno il 20% entro il 2020, delle emissioni di gas a effetto serra;
    – un mercato interno dell’energia che apporti benefici reali e tangibili ai privati e alle imprese ;
    – migliore integrazione della politica energetica dell’UE con altre politiche, come l’agricoltura e il commercio;
    – intensificazione della collaborazione a livello internazionale.

  8. Non vedo in realtà connessioni tra il fatto di vendere/realizzare impianti di cogenerazione e conoscere i buoni propositi di riduzione dei consumi, ma a parte questo sai bene come la penso:

    – il 2020 è troppo in là, ho parlato di 2010 proprio perchè il disastro (blackout) avverrà prima
    – la riduzione del 20% è pura utopia… le stime parlano di incremento dei consumi (ed è così dalla rivoluzione industriale) e voi invece di affrontare il problema alla radice (= produrre più energia) trovate un accrocchio (= consumare meno)
    – le fonti rinnovabili al 20% non risolveranno il problema (tra l’altro se sommi l’idrico con l’eolico manca poco ad arrivare al 20% di rinnovabile)

    Siamo talmente messi bene in Italia, che di notte i nostri impianti di cogenerazione installati nelle varie industrie hanno convenienza a stare spenti, perchè costa meno l’energia prodotta col nucleare succhiata subito di là dalle Alpi… (dati che provengono direttamente dai gestori degli impianti)

    Vorrei capire concretamente come pensate di ridurre del 20% il consumo di elettricità fra 12 anni. Praticamente, visto l’incremento delle utenze che ci sarà, sarebbe come attualizzare ad oggi un risparmio, che so, del 25% ad esempio. E come? Tagliando la luce in tutte le case magari? :)

  9. Tu dici che il nucleare è una soluzione. Ci sono esperti che dicono che anche il nucleare soffre del picco di produzione del combustibile, oltre alla sua pericolosità.
    Voglio farti notare che il nostro paese è tra i più vicini all’area di massima produzione del petrolio. In quest’Italia tu credi veramente che riusciremmo a difendere questi impianti, anche se dimenticassimo tutti gli altri problemi?

    La rivoluzione industriale ha cambiato vita e consumi, io ritengo che oggi sia necessaria una seconda rivoluzione che permetta di frenare questa ascesa, o veramente non ci basterà un solo pianeta da distruggere.

    La tua è una non soluzione perché non risolve il problema, applica delle pezze che sono temporanee. Tra 5 anni sarai di nuovo al punto di dover aumentare la produzione di energia, e sai meglio di me quanto questa tendenza sia insostenibile.

  10. Ovviamente non dico che tentare di consumare meno sia una baggianata. Va fatto, ma contemporaneamente occorre anche produrre di più, diventare indipendenti ed eventualmente anche esportare.

    Numeri alla mano, non basta evidentemente aumentare l’eolico e abbassare i consumi, anche questa è una soluzione pezza.

    Però non ho capito bene il tuo discorso del picco di produzione del combustibile nel nucleare e neanche il problema di difendere gli impianti. Puoi spiegarmi?

  11. Cerca su internet Ugo Bardi nucleare .
    E’ un docente universitario di fisica e presidente di ASPO Italia.

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