Raccolta multimateriale: C’Hera una volta

Oggi vorrei raccontarvi una favola. Dopo tanti messaggi di sdegno, è giusto soffermarsi ogni tanto su qualcosa di leggero e “divertente”. Se anche voi ne avete di simili con gli stessi personaggi, inviatemele o pubblicatele su internet, metterò un link su questa pagina. Voglio fare un post che le raccoglie tutte, magari un giorno faremo un bel libro di storie.

Ecco la lista delle altre storie:
C’Hera una volta il permesso scaduto

C’Hera una volta una amministrazione che promise di ridurre i propri rifiuti e raggiungere il 50% di raccolta differenziata nell’arco della legislatura. Il metodo semplice e corretto era a detta di tutti gli esperti quello di fare la raccolta porta a porta, che ovunque permette di raggiungere risultati dal 70% in sù, con pure una riduzione della quantità di rifiuti.

A detta degli esperti di una società di servizi pubblici quotata in borsa, c’Hera un modo ancora più semplice: non cambiare nulla rispetto al passato tranne il sistema con il quale vengono effettuati i calcoli di quelle percentuali.

Il sistema è piuttosto semplice: se non riesco a fare 100 metri in 10 secondi, faccio in modo che i 100 metri vengano misurati con un metro diverso, che venga incontro alle esigenze di misurazione.

Un sistema anche collaudato: nella valutazione di impatto ambientale dell’inceneritore era stato utilizzato per affermare che raddoppiando le quantità di materiale bruciato non aumentavano gli inquinanti. Invece di misurarli al camino si era deciso di misurarli a terra, alzando il camino, in modo che il calcolo venisse uguale.

Gli esperti di questa società convinsero le amministrazioni che non serviva investire, bastava cambiare i dati. Ed i risultati davano loro ragione, la percentuale di raccolta pian pianino stava aumentando, arrivando fino a quota 40% in una ascesa interminabile quanto innovativa: in tutto il Mondo si arrivava al massimo al 35%.

Anche qui il sistema era molto semplice: nel conto finivano sempre più rifiuti di aziende, che in pratica già differenziavano rifiuti (chi produce ortaggi ha come rifiuto ortaggi, e non si sogna di buttarli nei bidoni della spazzatura ma li vende come fertilizzante). Questi rifiuti non urbani venivano quindi “ASSIMILATI” agli urbani, ma solo se contribuivano positivamente al conteggio della RD. Ma si poteva fare di più: si potevano cambiare le etichette dei bidoni.

Così, cambiando nome ai cassonetti di raccolta indifferenziata a “RACCOLTA DIFFERENZIATA MULTIMATERIALE”, magicamente i rifiuti mescolati diventavano rifiuti differenziati mescolati.
Poco importa che “differenziato” significhi separato, e multimateriale come aggettivo non abbia senso.

Questo materiale, messo insieme, era già bello e pronto per l’inceneritore. Carta, cartone e plastica insieme fanno un ottimo combustibile. In più, il suo contenuto viene magicamente trasportato dal conto dell’indifferenziato a quello differenziato.

Così, la percentuale reale di differenziata cambiava quasi per nulla, ma alle prossime elezioni si aveva già il dato da presentare ai cittadini: abbiamo raggiunto i nostri obiettivi!

E vissero tutti felici e contenti.

NB: ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale. La foto è inserita solo a scopo illustrativo. Non somministrare a bambini sotto i 12 anni, assumerne con cautela sotto la supervisione di un medico.

Raccolta multimateriale: C’Hera una volta

4 commenti su “Raccolta multimateriale: C’Hera una volta

  1. Noto che è uno dei tanti “adattamenti” di una favola nata molti anni fa, frutto della scaltrezza di certe persone che propagandavano il loro amore per la gente. Visto che le persone che ascoltavano i loro discorsi ci credevano, si divertivano ad annunciare i cambiamenti senza cambiare nulla. E’ la favola del “Gattopardo” molto diffusa in quello Stato che, per spostarsi nel globo terrestre di qua e di là, ha assunto la forma di uno stivale: in realtà è rimasto sempre fermo. C’era (senza H) una volta che, in certi punti della sua capitale, l’aria che si respirava non era buona, cosa riscontrata anche da una “centralina” (giocattolo scientifico). A questo punto entra in scena il “Gattopardo”. L’azione è semplice ed efficace. Si prende un punto che chiamiamo “Gondar” (omaggio all’Africa) e scopriamo che l’inquinamento proviene dal traffico ivi circolante. Non volendo modificare quel traffico, spostiamo quella “centralina” in un punto meno trafficato che chiamiamo “S. Emerenziana” (onore al Vaticano). Quando anche i dati di quest’altro punto diventano pessimi, spostiamo quella centralina in un altro posto meno inquinato che chiamiamo “Bufalotta” (onore alla Natura). Con questo sistema quella capitale “conquista” i posti migliori nelle graduatorie fatte sull’inquinamento dell’aria. E tutta la gente della capitale, contenta e felice per la “buona” aria che respira, parla dell’aria cattiva che respira “la povera gente” nelle altre città di quello Stato stivale. A questo punto dovrebbe arrivare il famoso : “E vissero tutti felici e contenti”. Invece, quelle persone che propagandano il loro amore bla, bla, bla, stanno tentando di cambiare il nome della favola: sostituire “Gattopardo” con “Modello capitale”. Sembra che questo “cambiamento” stia svegliando qualche persona. Vi aggiorneremo sugli sviluppi.

  2. OT – Da 60 anni e 6 giorni è in vigore in Italia quella frase riportata in alto a destra nella striscia verde e da 60 anni e 6 giorni è totalmente violentemente calpestata. Calpestata anche di fronte alla morte. Muore una persona in divisa e si vede cosa succede. Muore una persona all’estero in vacanza e si vede quel che succede. Muore una persona sul lavoro e, tranne il recente caso Tyssel Krupp, resta nell’ombra, tranne quella minuscola area dove lavorava. Muore una persona sulla strada senza porcesso e senza sentenza, muoiono così tra le 5.000 e le 6.000 persone all’anno sulle strade, ed è come se non fossero persone esistite: sono totalmente ignorate sia le persone morte ed anche tutti i tragici problemi che crollano sui loro familiari. (Oltre alle centinaia e centinaia di migliaia di persone ferite: 313.727 nel 2005.) Ebbene, gli abitanti di questa società che disprezzano così tanto la dignità della persona, si presentano, “gattopardescamente”, all’ONU sbandierando il fazzoletto della moratoria sulla esecuzione della pena di morte decisa da una sentenza di quello Stato. Sono persone sensibili per il capello; ma non vedono la presenza dell’immenso grattacielo.

  3. Quello che mi chiedo, continuamente, è : quale aria pensano lor Signori di respirare,quale acqua credono di bere,quali cibi ,prodotti in quali terreni,mangiano. Credono di avere un mondo di riserva?

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