Inauguriamo anche le manutenzioni, chissà che i servizi non migliorino

Pare che non ci sia nulla di meglio di una inaugurazione per mostrare di aver fatto qualcosa. Per questo, di fronte ad una scelta molto semplice, il denaro pubblico viene sempre riversato su qualcosa di nuovo piuttosto che sul miglioramento o mantenimento dell’esistente.
Il servizio di trenitalia oggi è tremendo: le esperienze di disagi, ritardi, treni annullati o fermati in transito sono talmente frequenti che tutti potrebbero raccontare qualche episodio.
Così non mi stupiscono i primi disagi di Frecciarossa, immagino che la figuraccia verrà riparata in fretta con un disagio Trenitalia standard.
Quando accadono queste cose, però, dovremmo chiederci come cittadini se veramente valga la pena bloccare una rete o ritardare investimenti necessari, per avere un trenino che risparmia meno di mezzora di tempo al costo di qualche miliardo di euro.
Chi usa il trasporto collettivo ha bisogno di certezza negli orari, sicurezza contro i guasti, organizzazione e logistica.
Dovremmo inventarci un modo per inaugurare anche gli interventi di manutenzione, in questo modo probabilmente aumenteremo gli investimenti per l’efficienza delle nostre reti.

Inauguriamo anche le manutenzioni, chissà che i servizi non migliorino

4 commenti su “Inauguriamo anche le manutenzioni, chissà che i servizi non migliorino

  1. E’ una cosa assolutamente inaccettabile. Da Forlì a Bologna e ritorno, hanno trasformato semplicemente gli intercity in eurostar. Così… Cambiando semplicemente il nome, ma il treno è lo stesso.
    Ma quale forma di protesta possiamo adottare noi pendolari?

  2. Bisognerebbe organizzarsi e fare qualcosa di collettivo, che sia visibile mediaticamente.

    Le proposte sono tante, esistono anche associazioni di pendolari, se ne possono costituire delle nuove…

    Bisogna fare qualcosa.

  3. E’ ora di muoversi veramente, il rename degli ICplus con EScity è una presa per i fondelli bella e buona, sono capace anche io a fare il manager in questa maniera.

  4. Fino ad oggi un pendolare poteva girare su quasi tutti i treni Fo-Bo e ritorno con abbonamento regionale (63 euro/mese, secondo ultimi rincari) e tessera IC pass (95 euro/anno). Da gennaio lo stesso pendolare sarà costretto a fare due abbonamenti: uno per il regionale e uno per l’eurostar (+prenotazione del posto immagino) per poter salire sui “nuovi Eurostar City” (che sono gli stessi orrendi iC di prima, scomodissimi in quanto progettati senza alcuna cognizione di ergonomia) oltrechè su qualche sparuto iC rimasto. La spesa credo sarà almeno tripla, cioè oltre 200 euro/mese per la tratta Forlì-Bologna, contro i 63 + 95/12 =71 euro/mese. Oltretutto il tempo di percorrenza per i treni veloci è già aumentato da orario ufficiale di circa 14 minuti (+ il cronico ritardo di almeno 5′ in ingresso a Bologna per cedere sistematicamente il passo ai Treni AV). Sarei d’accordo per organizzarsi e pubblicizzare una protesta che possa coinvolgere più persone possibile: ho cercato un pò in rete ma non ho trovato nulla di organizzato. La mia idea sarebbe di salire in treno con un cartello con una scritta di protesta e pagare un semplice abbonamento (o biglietto) regionale salendo su qualunque treno. Subire eventuali multe e contestarle. Se saremo davvero tanti a fare così non potranno neanche più multarci. Oltretutto la scorrettezza di Trenitalia al confronto è stata di almeno un ordine di grandezza superiore.

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