Perdita del diritto di voto e leggende metropolitane

Purtroppo anche nell’era di internet, dove basta un minuto per la veridicità di una affermazione, le leggende metropolitane continuano a diffondersi.
Una di queste vuole che si perda il diritto di voto se non si va a votare per un certo numero di volte. E’ una bufala. Il diritto di voto è un diritto sancito dalla Costituzione, non un obbligo.
Ci sono alcuni casi nei quali si perde il diritto di voto,che sono elencati nel DPR 20 MARZO 1967, n. 223 all’articolo 2, come nel caso dell’interdizione dai pubblici uffici, ma l’astensione prolungata non è uno di questi.

Un’altra bufala dice che le schede bianche vanno alla maggioranza. Non è così.
Le schede bianche, quelle nulle, ed il non voto non vengono contate, quindi vanno nella stessa percentuale degli altri votanti. Se 20 persone 10 si astengono, 3 votano A e 3 B e 4 C, allora i 10 astenuti hanno tutti espresso la loro volontà in questo modo: 30% A, 30%B, 40%C. Anche l’astensione, l’annullamento e la scheda bianca quindi esprimono il loro voto, decidendo di non scrivere nulla sulla scheda, perché non votando A,B o C hanno lasciato invariata la quota scelta dagli altri. La scelta peggiore di tutte, a mio parere.

Può capitare a tutti di avere una convinzione errata, sbagliare è umano. L’unico rimedio per migliorare e ridurre gli errori è ragionare, mettersi in discussione e verificare i dubbi, non fossilizzarsi e non credere alle rivelazioni per fede.
Stiamo atrofizzando la nostra capacità di analisi a forza di ascoltare a cervello chiuso il sentito dire.

E’ un vero peccato, perché abbiamo a disposizione la più grande biblioteca che il Mondo abbia mai visto alla distanza di pochi secondi di una ricerca automatica.

Perdita del diritto di voto e leggende metropolitane

20 commenti su “Perdita del diritto di voto e leggende metropolitane

  1. Salve:
    mi chiedevo se anche la verifica dell’affluenza al voto di una persona per giudicare questa ad un concorso pubblico, sia una bufala

  2. “E’ un vero peccato, perché abbiamo a disposizione la più grande biblioteca che il Mondo abbia mai visto alla distanza di pochi secondi di una ricerca automatica. ”

    Affermazioni degne di lode, davvero peccato sprecare la tecnologia in questi modi.

    Ottimo argomento.
    Grazie

  3. Domanda?
    Il diritto al voto si poteva perdere prima della nascita della costituzione?
    complimenti per il ragionamentp.

  4. Il voto è un diritto, ma chi non va a votare secondo me perde automaticamente ogni diritto di contestazione sull’operato del governo che vince. un’affluenza media del 60% secondo me una vergogna. Questo dato dimostra l’ignoranza e la superficialità della popolazione.

    1. Certo, non ci si può lamentare se non si è fatto il possibile. Non solo con il voto, ma anche con un sostegno effettivo ed una partecipazione politica al di fuori delle urne.

    2. La nostra, almeno sulla carta, è una democrazia rappresentativa, ossia il cittadino tramite le elezioni sceglie un proprio rappresentante all’interno di assemblee che detengono il vero e proprio potere. Quindi ammesso ci siano X candidati il cittadino ne sceglie uno di quei X, in base a criteri personali (ma qui sarebbe da discutere).

      E ammesso che, a causa di svariati motivi FONDATI, il cittadino non voglia essere rappresentato da nessuno degli X candidati? Cosa dovrebbe fare? Votare scheda bianca? E questo non equivale a non votare? Oppure dovrebbe scegliere un candidato a caso?

      Semplice: non vota. In questo modo esprime il suo dissenso.

      Se tale cittadino non vuole essere rappresentato da nessuno degli X candidati chi gli vieta di parteggiare per un altro non-candidato Y, oppure chi gli vieta di creare egli stesso un movimento per cambiare il sistema?

      Con questo voglio dire che non sono affatto daccordo sul fatto che:
      non votare significa “perdere automaticamente ogni diritto di contestazione sull’operato del governo che vince”.
      Anzi, proprio questo secondo me dimostra ignoranza e/o superficialità, perchè secondo questa opinione se un libero cittadino non accetta il sistema attuale (con motivi FONDATI) non ha nessun modo per esprimere la sua opinione. Invece non-votando e soprattutto attivandosi politicamente/socialmente esprime tutto quello che vuole esprimere in un paese, che sarebbe la normalità in un paese in cui il popolo detiene il potere…

      1. L’ultima frase era:

        Invece non-votando e soprattutto attivandosi politicamente/socialmente esprime tutto quello che vuole esprimere. In un paese in cui il popolo detiene il potere (…) questa sarebbe la normalità.

        Inoltre, sono fermamente convinto che

        la questione delle leggende metropolitane elencate sopra, compreso anche il fatto che non votare significa “perdere automaticamente ogni diritto di contestazione sull’operato del governo che vince”,

        sia una grande manipolazione che da anni è in atto.
        Perchè? Perchè tramite le leggi elettorali auto-decise dai Grandi Capi serve il “numero” di votanti, più ci sono votanti e meglio è. Allora da anni vanno diffondendo le leggende indicate (e sbufalate) sopra ed inoltre istruiscono i bambini (ho sentito tantissimi casi, specialmente di giovani del nord Italia) che non votare significa essere non patriottici. Invece, in moltissimi casi, è esattamente l’opposto: i nemici della patria sono i Grandi Capi e quelli che non votano sono i patrioti.

        Saluti e complimenti per il sito/blog.

        1. Io dico che un cittadino non felice dello status quo deve attivarsi per una alternativa. Dovrebbe inoltre quantomeno indignarsi per il continuo processo di restrizione delle possibilità di proporre alternative, come l’aumento continuo dei quorum, l’eliminazione delle preferenze e così via.

          Detto questo, ovviamente chi contesta il sistema e semplicemente non vota in realtà esprime comunque il suo parere, che è “scelgano pure gli altri”.

          E’ una scelta pure questa.

    3. Il diritto di voto è appunto il “diritto” di scegliere chi ti rappresenta per governare il paese nel quale vivi. Chi non si sente rappresentato ha a mio parere il “diritto del non voto”. Quest’ultima è una scelta che ha pari valore dell’altra se volta ad esprimere l’esigenza del non sentirsi rappresentato da nessuno.
      Proprio in questo periodo storico come non mai a mio parere la parte del paese che non si sente rappresentata dovrebbe dimostrarlo proprio cosi’. Forse non siamo la maggioranza, forse si, ma non lo sapremo e non lo sapranno mai se si continua a dare il consenso ad una parte o all’altra recando al voto. Non è forse superficialità votare senza sapere che cosa si va a votare, quali persone, quali programmi? Siamo proprio convinti che la maggior parte della popolazione votante non sia superficiale? Forse lo è meno chi ha fatto la scelta volontaria del non voto che se vogliamo corrisponde al voto di non rappresentanza. Riflettiamoci. Ciao

    4. se devo scegliere tra un cazzotto in bocca e un calcio sulle palle io preferisco niente grazie. non si vota se si deve scegliere il MENO PEGGIO, si vota se si crede che la scelta presa sia quella giusta!

    5. oppure un sacro santo diritto di protestare contro quelle forze politiche che non rappresentano più la sicurezza di uno stato al quale hanno tolto questo diritto….. Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti

  5. Gentile Alessandro,

    è una leggenda metropolitana anche il legame tra la pratica dei diritti politici e la partecipazione ai concorsi pubblici? ammettendo la mia totale ignoranza in materia, ho provato a ricercare su internet informazioni in merito, e mentre ho avuto confermato il fatto che la perdita del diritto di voto è possibile solo in casi specifici previsti in costituzione, non ho ben chiara quest’altra situazione. Per quel che ne so, e può darsi che si tratti di voci popolari, in passato l’esercizio o meno dei diritti politici influiva sui punteggi dei concorsi pubblici, leggenda metropolitana anche questa o no?
    confido in una pronta risposta e la ringrazio da ora per la chiarezza dei suoi interventi!

    1. Credo che sia una leggenda metropolitana anche quella. Nessuno può richiedere quanti timbri ci sono nella tessera elettorale per un concorso, e tantomeno può fare punteggio.

  6. grazie ronchi sei unico nel tuo modo di abbattare le leggende metroplitane
    ti vogliamo bene

    gini

  7. Non è una leggenda metropolitana.
    La legge è esistita effettivamente fino al ’93.
    Nel ’93 quell’articolo è stato abrogato.
    L’articolo 48 della Costituzione stabilisce che il voto è un diritto e un DOVERE del cittadino.
    La legge abrogata nel ’93 prevedeva l’iscrizione “NON VOTATO” nel certificato di buona condotta del cittadino.
    Dopo tot votazioni (mi pare 5) si perdeva il diritto di voto e c’era l’interdizione dai pubblici uffici.
    Ora tutto questo non c’è più, poichè una legge del ’93 (decreto legislativo n.543 del 1993) ha abrogato tale articolo (art.115 del D.p.r. n.361 del 1957)

  8. è inoltre sbagliato sostenere che le schede bianche non avvantaggiano la maggioranza, ma non aggiungo altro. Su questo Lei s’è già smentito qualche riga più sotto, citando le percentuali d’esempio

    1. Nell’articolo non scrivo “avvantaggiano”, ma “vanno” alla maggioranza. La differenza è sostanziale.

      C’è chi pensa che le schede bianche diventino a tutti gli effetti voti per chi vince, come se qualcuno mettesse sopra alle schede senza nessun segno una croce sul partito che vince.

      In realtà sia la scheda bianca sia l’astensione, come ho spiegato qualche riga sotto, ovviamente avvantaggiano chi vince, perché gli abbassano il numero di voti necessari per vincere, quindi sono esse stesse una scelta. E l’ho scritto diverse volte in diversi articoli del blog: votare sempre!

  9. Le forze politiche contro le quali intendi protestare non solo se ne fregano di quelli che non vanno a votare, vanificando la protesta, ma soprattuto ne benefeciano, perché i loro elettori continuano a votarli, e gli altri abbandonano ogni alternativa.

    Per protestare occorre fare qualcosa che infastidisca l’obiettivo, o quantomeno non lo avvantaggi.

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