Quando si fa giustizia si riforma

24 commenti su “Quando si fa giustizia si riforma

  1. Io credo che di una riforma della giustizia, proprio non ne possiamo più fare a meno… E’ una giustizia che non è giustizia.

    1. CERTO CHE NON E’ GIUSTIZIA !!!!
      Siamo diventati il paese dei colonnelli sotto quell’aspetto.
      Se ci fossero stati ancora tre anni di governi prodiani ci saremmo trovati con la magistratura al potere.
      Saremmo diventati un paese latino-americano dove devi stare attento a come starnutisci perché altrimenti vieni arrestato.
      Era ora ed è ora di finirla.
      Riforma subito!!!!!!!
      Ma è possibile che non gridano vergogna quelle scene di questi giorni in cui si vedono riuniti i magistrati con tutte quelle toghe rosse e bianche durante il loro “Concilio”?
      Ma, non si riesce a fare Giustizia restando più aderenti ai giorni nostri piuttosto che non ricordare foschi momenti del ‘500?

  2. @ Andrea:
    In che senso? Parli delle indagini recenti che coinvolgono politici?

    Oppure parli di giustizia in senso lato?

    La necessità di una riforma della giustizia penso che sia quasi unanimemente accettata (ognuno però la intende in maniera diversa). Il problema è che verrà usata come pretesto per limitare l’azione della magistratura.

    Per questo secondo me l’attuale Parlamento (che è uno dei peggiori che si siano mai visti ultimamente, per presenza di condannati) non può metterci le mani.

  3. @ Alessandro Ronchi:
    Concordo sulla tua opinione sul parlamento… Ma penso che la stessa cosa la si debba dire della magistratura.
    Va bene dare sempre la colpa alla politica e ai politici… Ma la magistratura in italia gode di una autonomia (giustamente) di cui non gode nessun altro organo. Ciononostante non va, non funziona, fa schifo. Vogliamo provare a ipotizzare che se la giustizia fa schifo, forse la colpa è di chi la giustizia la fa… I magistrati.
    Ma quanto lavora un magistrato, ma quanto guardagna un magistrato.
    I politici per quanto schifosi e ladri, per lo meno li puoi criticare, per lo meno li puoi non eleggere (o ci puoi provare), li puoi ferfino mandare a cagare.
    Prova a fare le stesse riflessioni su un magistrato:
    vince il concorso che non ha ancora 30 anni. Carriera a vita basata solo su scatti di anzianità, nessun meccanismo di valutazione del tuo lavoro. Nessuno ti può licenziare. Nessuno ti può criticare (provaci se ne hai il coraggio e non sei uno potente).
    Ogni tanto vedo in tv un qualche magistrato che scrive qualche libro… Toghe rotte, toghe sporche, toghe su, toghe giu… Per noi parlare delle pubblicazioni di diritto…
    Ma quando cazzo lavorano sti magistrato… Io, anche volendo o essendone capace, non avrei il tempo materia di scrivere un libro all’anno (molti magistrati lo fanno)… Ma dove lo trovano il tempo… Ma quanto sono lunghi i processi…

    Scusami se mi sono dilungato…

    Però forse una piccola riforma della giustizia ci vuole… eccome…

  4. AVETE VISTO COSA HAN FATTO A MIO FIGLIO MANUEL ELIANTONIO? UNA MAMMA é COSTRETTA NEL DOLORE A DOVER CHIEDERE AIUTO SU WEB PER VEDER RICONOSCIUTI I PROPI DIRITTI E I DIRITTI CALPESTATI FIN AD UCCIDERLO DEL PROPIO FIGLIO,COME ME TANTE ALTRE MAMME,E CRIMINI DI OGNI GENERE IMPUNITI.

  5. @ MARIA ELIANTONIO:
    Non metto in discussione che in Italia serva un sistema giudiziario diverso, che permetta processi più brevi (ovviamente non più sbrigativi) e sentenze giuste e rapide.

    Quello che voglio dire è che non si può metter mano alla riforma della Giustizia con questi conflitti di interesse. Serve un dibattito sereno, condiviso con chi la Giustizia la fa, confrontandoci con i sistemi degli altri paesi europei e copiando da chi fa meglio di noi.

    Questo oggi non può avvenire.

    1. Si pensa troppo (anche magari giustamente) a chi ha subito un danno.
      Ma però non si pensa mai a chi viene accusato ingiustamente e rimane in carcere per lungo tempo prima che si riconosca la sua innocenza. Non è indecente anche questo?
      Si fa presto a dire che occorre “un dibattito sereno”. Si sta bene a casa propria con il culo sulla sedia e non si pensa a che sta pagando senza avere colpe. E’ troppo facilona la giustizia. Abbiamo dei PM impreparati e solo desiderosi di protagonismo e a loro non gliene frega niente della pelle degli altri.

    2. E allora, dato che ………..”Questo oggi non può avvenire”……
      cosa facciamo? Manteniamo un ordinamento giudiziario scandalosamente ingiusto?
      Via alla riforma subito invece! Separazione delle carriere subito!
      Basta con le intercettazioni a tappeto che marciano sopra ai diritti dei cittadini. Gli inquirenti facciano le investigazioni seriamente come si dovrebbe in un paese civile, e non invece mettersi seduti con i piedi sul tavolo leggendo qualcosa e attendere ciò che arriva loro dalle reti delle intercettazioni. Di Pietro vada a fare il responsabile di una Agenzia Immobiliare e non permettergli che si sieda in uno scranno del Parlamento.
      Questo oggi può avvenire.

  6. Visto che hai citato il conflitto di interessi… E’ evidente che il dibattito sulla riforma della giustinzia non si può fare con chi la giustizia la fa: la riforma della giustizia non la possono fare i magistrati, se no eccolo il conflitto di interesse. Inoltre la separazione dei poteri è fatta apposto, niente accordi o dibattiti sereni, quelli devono avvenire solo in parlamento.
    Pienamente daccordo sul copiare da chi le cose le sa far funzionare.

  7. Bisogna confrontarsi con chi fa giustizia, esattamente come ci si confronta (o si dovrebbe farlo) con i professori quando si fa una riforma della scuola.

    Ad Annozero ho sentito questa sera anche proposte serie, fatte da professori universitari, magistrati ed avvocati.

    E’ chiaro che i conflitti d’interesse vanno eliminati e/o governati, per fare un dibattito serio sulle riforme necessarie.

    Ma gli attacchi di questi giorni alla magistratura ed ai suoi strumenti (come le intercettazioni) hanno ben poco a che vedere con percorsi di dialogo corretti ed oggettivi…

  8. LA GIUSTIZIA IN ITALIA E’ COLMA DI LACUNE
    Ci sarebbe da scrivere per giornate intere per portare esempi, documenti, riferimenti, dettagli, riflessioni e altro. Proviamo a farlo pian piano, giorno dopo giorno, sollevando gradualmente problemi e argomenti.
    Questa sera vi vorrei proporre la questione del PM (Pubblico Ministero). Cerchiamo però di non vederla sotto gli occhi di un santone giustizialista che crede ciecamente a quanto viene quotidianamente proposto dalla cronaca. Il PM in Italia ha poteri enormi e quasi indistruttibili. Il PM formula l’accusa, e sovente senza nemmeno uno straccio di prova autentica, ma solo con presunzioni e riferimenti proiettati dalla sola denuncia a carico di un cittadino. Questi (là dove sia veramente innocente), che si vede notiziato di reato presunto, si rivolge immediatamente al GIP per argomentare le proprie ragioni e vedersi giustamente scagionato. Ma il GIP e il PM convivono nello stesso Palazzo. Prendono il cappuccio al mattino insieme, vanno a pranzo insieme, spesso capita anche che vanno (con le rispettive famiglie) in vacanza assieme. E’ difficilissimo che in questa circostanza se la senta di dar ragione all’indagato e torto al PM con il quale ha ormai stretti rapporti di amicizia.
    Proviamo a dibattere su questo argomento per crearne poi altri. Il PM va tolto da quel Palazzo (separazione delle carriere) per dare più garanzie al cittadino che si vede notiziato di reato senza averlo commesso. Dobbiamo anche considerare queste ipotesi, fino a prova contraria.
    Fabio

      1. Se fosse così non ci sarebbe stato quel terremoto che c’è stato con le precedenti elezioni. Verdi ed estrema sinistra sono spariti proprio perché troppo giustizialisti e troppo vicini all’esaltato Di Pietro. Anzi hanno preferito votare (alcuni di loro) proprio per Di Pietro.

        Probabilmente nessuno condivide quello che scrivi…

        Su quale percentuale di persone che vengono qui dentro?
        Su 7 persone?
        Allora sì che è molto probabile.
        Auguri per la tua spinta emotiva: dai, forza, tutti in galera.

        1. Ho forse detto che devono andare tutti in galera? Ma per piacere. In Italia in prigione finiscono solo i poveracci, chi ha messo al lastrico migliaia di persone con falsi in bilancio non è nemmeno considerato un delinquente.

          Hai capito veramente poco delle scorse elezioni. Di Pietro ha raddoppiato i suoi voti un po’ per la sua visione della giustizia ed un po’ per il sistema elettorale che l’ha premiato col voto utile.

          Alla sinistra arcobaleno si può attribuire tutto tranne il giustizialismo.

  9. Ad Alessandro Ronchi:
    QUANDO SI FA GIUSTIZIA SI RIFORMA.
    Questo è il tuo titolo dato a questo, diciamo così, Forum.
    Ma di fatto , di Giustizia nel nostro Paese non v’è traccia. Non si fa Giustizia. Quindi, cosa aspettiamo? Attenendosi al tuo insipido slogan la riforma non si farà mai.
    Tu dici ancora, per dare senso al tuo titolo: “Solo a me sembra che la “minaccia” di riforma della giustizia in questo momento sia fuori luogo? Non rischia di sembrare, in ogni caso, cucita da un sarto sulle esigenze di indagati illustri?”.
    Ti rispondo:
    Il sarto, in base alla solita tiritera che fate viaggiare, sarebbe Berlusconi e gli indagati illustri sarebbero il Berlusconi.
    No, caro Alessandro, non sei solo tu a condividere quel titolo, ma insieme a te ci sono Di Pietro e tutta l’IDV con un altro centinaio di scatenati assetati di manette che ci sono al Parlamento.

    1. Caro Fabio, questo non è un forum. Io non sono dell’Italia dei Valori e non sono un ammanettatore di innocenti.

      Tu sei un troll che non vuole discutere, ma solo provocare, e per me il discorso chiude qui.

  10. Morte Manuel Eliantonio, De Pierro chiede chiarezza

    Il presidente dell’Italia dei Diritti annuncia: “Da questo momento il nostro movimento contribuirà alla ricerca della verità attivando i responsabili territoriali di Genova e della Liguria”

    Roma – Anche l’Italia dei Diritti, il movimento a carattere nazionale presieduto da Antonello De Pierro, che sin dalla sua costituzione si occupa di tutelare i diritti dei cittadini e di sollevare di fronte all’opinione pubblica eventuali soprusi ai danni di essi, scende in campo al fianco dei famigliari di Manuel Eliantonio, al fine di fare chiarezza su una vicenda alquanto complicata e oscura.

    Una vicissitudine iniziata la sera del 23 dicembre del 2007 quando una macchina con a bordo cinque ragazzi, uno dei quali Manuel, viene fermata dalla polizia stradale in un autogrill della A6 Torino- Savona. Il protagonista dell’accaduto, la cui notorietà in seguito alla sua morte è ormai l’unica cosa certa, è stato l’unico a reagire al fermo e a fuggire. Questo lo porterà in carcere con un’accusa ben precisa: resistenza a pubblico ufficiale. Il 16 gennaio gli vengono concessi gli arresti domiciliari, revocati due mesi dopo per non aver rispettato l’obbligo di dimora. Da quel momento in poi inizia il calvario di Manuel Eliantonio. Dopo essere stato condannato a 5 mesi e 10 giorni, morirà suicida, secondo gli atti, nel successivo mese di luglio. Ma a contraddire le pratiche, ormai chiuse con il lucchetto dell’omertà, i segni visibili sul corpo della vittima: lividi, percosse e tracce di sangue che sembrerebbero stridere con la presunta causa del decesso. Sarebbe morto, infatti, dopo aver ingerito una corposa dose di butano. A nulla è servita la reazione della madre che ha prontamente denunciato l’accaduto, dichiarando che il ragazzo avesse timore di qualsiasi tipo di gas e portando alla ribalta delle cronache il fatto che la notifica del decesso sia giunta alla famiglia con una semplice telefonata, che invitava oltretutto la donna a non recarsi nel carcere in cui suo figlio era detenuto, perché la sua vita non esisteva più. E infatti al suo posto, la madre ha trovato, raggiungendo immediatamente l’obitorio del San Martino a Genova, il corpo esanime di un 22enne, come freddamente annunciato dalla comunicazione telefonica. A sostenere la tesi dei famigliari, ovvero che Manuel non si sia suicidato, una lettera da lui firmata e giunta alla madre che parlerebbe di abusi nei suoi confronti. Sembra infatti che subisse percosse e fosse costretto a ingerire psicofarmaci.

    “Mi sembra innanzitutto doveroso esprimere a nome di tutto il movimento il cordoglio alla madre e a tutti famigliari di Manuel per quanto accaduto” dichiara Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti. “Nell’attesa auspico che gli inquirenti agiscano, con la stessa celerità usata l’anno scorso per processare, arrestare e quindi giungere all’archiviazione del caso, al fine di far luce e chiarezza su questa triste e penosa vicenda. Per tale ragione attiveremo al più presto i nostri responsabili di zona, Antonella Silipigni, responsabile per la città di Genova e Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria per seguire da vicino il caso”.

    “Al di là delle motivazioni magari giuste – afferma De Pierro – che hanno portato all’arresto e poi alla condanna, vale a dire la resistenza a pubblico ufficiale, non ci sono giustificazioni per lo scempio che la madre, al momento del riconoscimento, ha trovato davanti a sé. Le percosse e le umiliazioni alle quali Manuel sarebbe stato sottoposto, risulterebbero piuttosto evidenti dalle foto del suo cadavere che, da quel 25 luglio, giorno della sua morte, affollano le pagine del web. Al contrario i veri motivi del decesso sono taciuti quasi ovunque”.

    “La cosa che mi lascia veramente perplesso – aggiunge De Pierro – è che mentre un ragazzo si macchiava di reato di resistenza a pubblico ufficiale, entrando così in una vicenda che lo avrebbe portato a un triste epilogo, ovvero la sua morte, contemporaneamente un personaggio già condannato in via definitiva per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale assumeva l’incarico di ministro dell’Interno nell’attuale governo Berlusconi, a capo degli stessi poliziotti che hanno legittimamente arrestato Manuel”.

  11. MENOMALE KE C’è BERLUSCONI ALLA GUIDA DEL PAESE! SE NO FINIVAMO COME IL TERZO MONDO CON QUESTA SINISTRA KE VA CONTRO IL POPOLO CONTRO LO SVILUPPO DEL PAESE CONTRO I LAVORATORI,E POI SI SPACCIANO PER QUELLI CHE AIUTANO LA POVERA GENTE, QUESTI FALSONI! MA IL POPOLO ITALIANO FINALMENTE HA CAPITO!E ADESSO AVANTI TUTTAAAAAA VIVA L’ITALIA.

    1. Sì sì, meno male che c’è Berlusconi.

      PS: Se vuoi tifare per l’Italia, ti consiglio di iniziare ad imparare la tua lingua. So che è difficile, ma saper leggere e scrivere è fondamentale per non fermarsi agli slogan da stadio.

  12. Slogan da stadio? mbe, si, anche li metteremo le cose apposto tra non molto, con questi finti tifosi che vanno li solo a fare casino,iniziando con la tessera del tifoso dove tutti sono riconoscibili inasprendo le pene ecc… vedrai che alla fine di questa legislatura L’Italia sarà finalmente competitiva come gli altri paesi sviluppati,gia dalla settima potenza siamo passati alla sesta, nonostante la crisi e di certo non ci siamo passati per caso!

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