Da quanto assieme a tre colleghi ho avviato SOASI, una cooperativa di sviluppo software, abbiamo un ufficio in affitto. Da ormai 3 anni, quindi, i vecchi affittuari non sono più nella stessa sede. Continuiamo a ricevere, però, i loro abbonamenti. Così ho provato più volte a disdire in particolare quello ad ItaliaOggi, un quotidiano Economico, Giuridico e Politico. Un giorno ne ho ricevuti 4, due allo stesso destinatario ed altri due identici allo stesso indirizzo. Era ormai la 2° o 3° telefonata all’ufficio abbonamenti, e gentilmente mi è stato risposto che tanto era gratis. Non tanto gentilmente ho risposto che 4 copie di un quotidiano indesiderato, con copertina di plastica, riempivano la buchetta e facevano entrare l’acqua bagnando la posta buona, quindi gentilmente doveva eliminare tutte le anagrafiche segnate allo stesso indirizzo. Per la 3°-4° volta, quindi, mi hanno risposto che avrebbero provveduto alla rimozione. Puntualmente continuo a ricevere il quotidiano.
Questo quotidiano è nell’elenco di quelli che prendono contributi pubblici che dipendono dalla tiratura. Volevo quindi segnalare questo comportamento che ritengo a dir poco scorretto.
Io penso che sia giusto incentivare la produzione di informazione, ma questi soldi dovrebbero coprire una percentuale delle tasse pagate per i contributi dei giornalisti impiegati a tempo indeterminato, non una percentuale delle spese totali dell’editore. Non dovrebbero risarcire i costi della carta, dato che oggi non è più essenziale alla diffusione delle informazioni.
Ora vedrò cosa fare, ma sono parecchio infastidito da questa situazione: non voglio far tagliare invano alberi a mie spese. Se avete idee, contribuite!
3 commenti su “Ridurrei i rifiuti alla fonte: gli abbonamenti indesiderati ed i contributi all’editoria”
I commenti sono chiusi.
A-V-V-O-C-A-T-O
vedrai dopo una sua letterina la smetteranno di mandartene
scopro che è dopo ad avvenire la testata che incassa di + più…pure corriere forlì e voce di romagna prendono a piene mani
Grillismi a parte, spero che a livello nazionale si rimetta in discussione questo sistema malato di finanziamento.
Nel nostro piccolo dovremmo iniziare a segnalare le testate che mandano le copie “gratuitamente” (un mio professore diceva che il formaggio gratis è solo nelle trappole).
Bella quella del formaggio gratis :-)
Io consiglierei di scrivere all’autorità della Privacy e per conoscenza a loro … a me la cosa funzionò con uno di questi cavolo di inviatori folli …
Che debba poi anche spendere soldi in un avvocato per sta gente proprio non mi va giù … paghiamo già un’autority … speriamo che almeno quella lavori per noi!!!
Saluti radiosi