Month: Novembre 2009

Hobby & Giochi

Agricola - Il gioco dove gestisci la tua fattoriaPartiti! Il nostro nuovo negozio online di giochi da tavolo, di ruolo e di carte è aperto all’indirizzo hobbygiochi.com Abbiamo creato l’account twitter e facebook, per poter seguire facilmente tutte le novità e le offerte che inseriremo nei prossimi giorni. Scriveteci qualsiasi suggerimento, idea o consiglio vi venga per la testa!

Internet Uccide la Democrazia.

Voglio essere chiaro, io penso che la rete abbia enormi potenzialità anche nel migliorare il rapporto dei cittadini con la politica. Da anni il principale scopo del mio tempo libero sul web è proprio l’attivismo.

Per questo avrei dovuto aggiungere un “per adesso, purtroppo” nel titolo.

Il problema che voglio affrontare riguarda invece l’uso che gli utenti oggi fanno di internet per questioni politiche, e della fede irrazionale verso i nuovi strumenti come portatori di nuova e migliore democrazia.
Del resto la situazione attuale dimostra che da quanto internet esiste non è affatto aumentata la partecipazione, o la tutela degli interessi dei cittadini, e non tutti i paesi dove il web è più utilizzato sono esempi di democrazie aperte e partecipate.

L’aumento dell’uso di internet sarà una componente essenziale della democrazia che mi immagino in futuro, ma di certo non è sufficiente.

Oggi la partecipazione politica su web, purtroppo, non ha aumentato il peso delle nostre azioni, ma l’ha circoscritto. La protesta è stata come inserita nel piccolo (quanto crescente) spazio che si è ritagliata nel web, finora senza influenza nella vita reale. Basta pensare al peso che i candidati maggiormente sostenuti dagli internettiani hanno poi nelle competizioni elettorali.

Basta aprire ogni giorno Facebook per capire di cosa parlo: migliaia di gruppi, di petizioni, di sondaggi, che non hanno assolutamente nessuna ricaduta nella società.

Non è colpa del web, ma nostra: internet ha reso più facile per tutti fare queste cose, e queste cose sono diventate talmente facili e diffuse da diventare inutili.

Una volta una raccolta firme era una operazione complessa, che richiedeva un impegno di mesi. Oggi basta qualche minuto per farla partire, e se è abbastanza demagogica ed emotivamente coinvolgente il successo (in termini numerici) è assicurato.

Ma il numero di queste petizioni, come dimostra l’esempio della raccolta di firme settimanali di Repubblica, ne ha completamente azzerato l’importanza.

Il numero di messaggi, di temi che ci raggiungono ogni giorno è talmente elevato che l’attenzione che rivolgiamo a questi dura pochi istanti. Siamo preoccupati per un minuto della strage di animali in Nepal, poi un altro minuto per la fame nel Mondo, uno sulla violenza contro le donne ed immediatamente dopo ci sentiamo appagati del nostro impegno sociale. Detto fatto, tutto nascosto nel cassetto delle migliaia di cose importanti, pronti per la prima serata con la De Filippi.

Io credo che si debba fare un passo in avanti. Forse l’evoluzione avverrà naturalmente, forse dovremo dargli una spinta.
Tutti sanno tirare un sassolino nello stagno, in pochi riescono a tenere duro spingendo una roccia pesante.

Questa roccia è piena di responsabilità ed impegno. Finché le nostre azioni saranno prive di responsabilità ed impegno personali, come l’adesione al nuovo gruppo di Facebook contro la violenza sulle cimici della Nuova Zelanda, sarà solo tempo perso. Al limite metterà pace nelle nostre coscienze, limitando così la necessità di un impegno concreto.

Quando finalmente inizieremo a metterci la faccia, sudando un po’ per costruire consenso su questioni non universali, quando inizieremo a rischiare su questioni spinose e prese di posizioni scomode, allora avremo fatto questo passo.

Finché l’attivismo politico sul web sarà semplice, di convenienza, quasi inesistente nella sua comodità, allora internet non sarà affatto uno strumento utile per la democrazia. Per questo guardo con attenzione alla manifestazione contro Berlusconi, anche se non mi piace la solita demagogia del “noi siamo altro” per slegarsi da ogni responsabilità pregressa e futura di chi potrebbe condividere lo stesso pezzo di strada.

Per carità, venga pure anche dell’altro, ma creare venti movimenti nuovi l’anno (con durata annuale) per cercare di raccogliere più gente non ha nessun senso.

Se e quando questo diventerà pesante, se saremo capaci di spostare finalmente qualche roccia, allora forse si apriranno strade finora inesplorate e probabilmente molto utili.

Torna su