La censura su Facebook ed i proprietari dei nostri dati

La polemica scaturita per la decisione di Facebook di censurare utenti che pubblicavano foto di allattamenti è interessante. Mi ricorda l’intervento che ho fatto al Nanosocial#2, durante il quale la sostanza molto riassunta del dibattito con i presenti era che in casa d’altri si rispettano le regole degli altri. Non tutti, aprendo un account su facebook, si rendono conto di inserire materiale in uno spazio che non è il loro, e che per questo semplice motivo perdono gran parte dei diritti che sarebbe normale esercitare in uno spazio proprio.
Facebook non fa pagare un canone per il suo servizio, ed in cambio di questa gratuità impone la sottoscrizione di un patto che toglie spazio.

L’impossibilità di pubblicare un seno che allatta è solo una delle possibili controindicazioni nell’uso di Facebook come spazio primario per le proprie attività online, e forse una delle meno gravi. Oggi non si può fare questo, domani – soprattutto se dipenderemo più di oggi da questa piattaformaqueste limitazioni potrebbero essere ben peggiori.

Per questo motivo consiglio a tutti una attenta riflessione: usate Facebook come una rubrica, un punto d’uscita dei vostri contenuti, un modo per contattare più persone, ed aprite un vostro spazio sul web con un vostro dominio.

Internet è nata per essere decentralizzata, spostando tutti i nostri contenuti su una piattaforma di una azienda monopolista perderemo il più grande dei vantaggi della web: la rete.

La censura su Facebook ed i proprietari dei nostri dati

10 commenti su “La censura su Facebook ed i proprietari dei nostri dati

  1. ottima puntualizzazione, alessandro!
    per ricostruire in maniera decentrata una struttura come facebook bisognerebbe che programmatori capaci mettessero in piedi l’analogo di facebook dove le pagine personali sono dislocate nei vari siti personali. ovvero una sorta di script installabile nel proprio sito che si occupa di cercare e linkare tutti quegli altri siti che hanno lo stesso script installato. l’equivalente del peer to peer per il download anche nel social networking. si taglierebbero i fuori quelli che non hanno o non sanno (ancora) gestirsi un sito personale, ma molti di quelli che lo hanno gia’ e che (giustamente, mi pare sino ad ora) lo snobbano potrebbero essere piu’ interessati e garantire maggiore partecipazione. indubbiamente verrebbe fuori un prodotto di maggior interesse, non per il software in se, ma per la qualita della gente che vi partecipa, se non altro perche sono piu’ motivati.
    ma chi potrebbe fare un lavoro del genere? o magari esiste gia’ e io non lo so…

  2. Di fatto i Feed RSS ed i blog sono già qualcosa del genere. Basta usare friendfeed o un qualsiasi aggregatore.

    Friendfeed ti mostra gli aggiornamenti degli amici (e gli amici degli amici), ti permette di inserire tutti gli update dei vari siti/blog che gestisci, e molto altro.

    Io uso friendfeed per scrivere su facebook: quello che viene pubblicato sul mio account FF viene spedito su twitter e su facebook automaticamente.

  3. Facebook censura le mamme che allattano ma permette i fanclub di Mafiosi: ma quale metro di giudizio adottano?
    Purtroppo finché tutti continuano ad utilizzarlo senza preoccuparsene, non si potrà fare molto

    1. Quando si entra nel campo della censura l’oggettività lascia il posto alle opinioni o ai vantaggi personali. Io penso che la società debba in qualche modo autoregolarsi su questi temi, ed il brutto di Facebook è che livella un po’ tutti i temi e li porta sullo stesso piano, come dice anche Gilioli.

  4. Dunque, come per tutte le opportunità offerte dalla rete, anche Facebook viene demonizzato o santificato a seconda di dove si leggono o sentono i commenti. Personalmente penso che il modo in cui una persona fa uso di facebook appartiene al modo di essere della persona stessa. Se ne può fare un uso vuoto, dando spazio a tutte quegli orpelli creati sicuramente per consentire il numero di click necessari a mantenere un buon guadagno: è in questo modo che si raggiunge lo stesso fine di tanti format televisivi che consentono alla gente di non pensare; oppure può essere utilizzato come una sorta di filo, un contatto con le persone del proprio contesto sociale, che consente di comunicare cose interessanti, di condividere informazioni brevi e di rimandare a siti come blog o altro, che consentano di approfondire e informare. Personalmente ho nei miei contatti di facebook entrambi i tipi di utilizzatori. Mi ritengo del secondo tipo e non mi immergo in bacini, quizzini, giochini, che lascio ad altro contesto, ma non ne faccio nemmeno un uso troppo serio: non è il luogo per l’eccessiva serietà. Si pensa che non dovrebbe essere luogo di censura, ma di responsabilità comune per i contenuti, ma oggi non è tutto oggi è sottoposto a censura, spesso palese senza che nessuno se ne lamenti troppo? E’ di facebook, dunque, che dobbiamo avere paura?

    1. Il discorso che faccio è assolutamente diverso.

      La censura è inutile, in rete: i contenuti censurati potranno essere replicati altrove.

      Il problema di facebook, come di molti altri servizi in rete, è la proprietà dei dati.

      Oggi possiamo voler condividere un insieme di contenuti, ma domani potremmo volerli togliere. Questo non è possibile, perché una volta inseriti non ne siamo più proprietari.

  5. Ho capito, Alessandro. Forse ho divagato un po’ ma quello che voglio dire è che nella nostra società purtroppo quasi tutto diventa di dominio pubblico non è solo facebook (che non difendo, sia chiaro). La proprietà dei tuoi dati purtroppo non è sempre garantibile, specie se volontariamente scegli di mettere a disposizione i tuoi su un network pubblico. Però anche se scrivi un libro e poi te ne penti o fai un film o scatti delle foto…diventano proprietà d tutti e non te ne puoi pentire…
    Occorre forse essere responsabili di ciò che si mette su certi social network.
    Mah…forse domani mi pentirò di ciò che ho scritto su questo forum….lo cancellerai? Ciao

    1. Il problema è la proprietà del dominio sul quale si inseriscono. Nel caso di questo blog, è a mia discrezione eliminare i contenuti, ed anche se ovviamente a richiesta provvedo non è un obbligo di legge.

      E’ importante, perché i siti web non sono piazze o suolo pubblico, ma piccole isole private. Finché ognuno ha il suo suolo, è libero almeno nel proprio orto. Ma se spostiamo tutto su un unico proprietario diventa un monopolio completo.

  6. vedi, però il tuo suolo appartiene comunque al grande “dominio di internet” dove non sei nulla di privato completamente. Nel caso di facebook, quando ci vai devi accettare che i tuoi dati vengano condivisi, quindi è una scelta tua di affidarti a questo sottosistema, no? come è una scelta mia quella di condividere una mia idea nel tuo blog. in più, l’utenza di facebook è così immensa che i suoi amministratori non possono molto fare i dittatori: di social networks ce n’è molti altri…o sono troppo ottimista?

    1. Secondo me sei troppo ottimista. E’ vero che di social network ce ne sono tanti, però siamo già quasi in un monopolio.

      Se la maggioranza delle persone si affidano ad un network, allo stato attuale non puoi scegliere di non farne parte se vuoi comunicare con loro.

      Il web è forte proprio perché decentralizzato. I blog sono utili perché ognuno ha il suo spazio e la rete è comunque fatta di piccole proprietà private, in modo che ognuno abbia libertà di scelta sulle regole che lo gestiscono.

      Pensa solo al monopolio di Microsoft: oggi è più facile fare a meno dei suoi sistemi operativi, ma è un passaggio molto difficile.

      Proprio per questo bisogna evitare la costituzione di monopoli: oggi è una facilitazione, domani potrebbero restringere le nostre libertà forti del fatto che la maggioranza dei contenuti passa sotto il loro dominio.

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