Facebook, la banalità, la rete e l’usabilità

Gilioli scrive un articolo dicendo che su facebook tutto è appiattito: la fame nel mondo e l’amore per il Muppet show. Mantellini risponde dicendo che è il Mondo ad appiattire tutto, dato che l’interesse della gente è ben lontano dall’essere concentrato solo sui grandi temi.

Io penso che Mantellini abbia ragione, del resto basta guardare le catene di Sant’antonio via email per capire che le stupidaggini si diffondono più delle cose serie ed i problemi di difficile soluzione.

Penso, però, che Facebook non abbia la stessa distribuzione di banalità di altri pezzi di rete, ma ne sia più immerso.

Il motivo, a mio parere, sta nella facilità d’ingresso: aprire un account su Facebook e creare pagine, gruppi, quiz e contenuti è molto più semplice che aprire un blog o pubblicare un bollettino cartaceo ed avere lo stesso audience.

Lo stesso avviene anche nel confrontare internet alla stampa cartacea: pubblicare un quotidiano è più difficile di pubblicare un blog. Aprire un blog è possibile anche per chi non ha nulla da dire.

Dovremmo chiederci se la facilità d’ingresso di queste tecnologie sia positiva o negativa, e la risposta è scontata. Selezionando i contenuti buoni, i blog hanno qualcosa da aggiungere di diverso e di valore rispetto al media cartaceo, e Facebook ed i social network probabilmente* aggiungeranno valore al resto, scremando le scemenze.

* Il problema principale di Facebook rimane la sua struttura centralizzata su una unica società. Se la rete distribuita si spostasse verso un ulteriore monopolio, perderebbe valore, invece di acquisirne.

Facebook, la banalità, la rete e l’usabilità

8 commenti su “Facebook, la banalità, la rete e l’usabilità

  1. “* Il problema principale di Facebook rimane la sua struttura centralizzata su una unica società. Se la rete distribuita si spostasse verso un ulteriore monopolio, perderebbe valore, invece di acquisirne. ”

    Sono perfettamente d’accordo. L’impressione che ho di facebook è che sia una voragine, il rischio è che se ne rimanga intrappolati senza via di fuga. Quando tutti saranno “collegati” attraverso facebook il blog personale potrebbe svuotarsi, sia di contenuti -è piu’ facile pubblicare qualcosa su facebook- che di visitatori -è molto piu’ facile seguire 100 “amici” su facebook che su 100 rispettivi blog-. Lasciando tutto in mano ad un’azienda privata.

  2. Io trovo che non sia più facile seguire 100 amici su facebook rispetto a 100 blog, dipende dagli strumenti che si utilizzano.

    Ad esempio con http://reader.google.com (ma farebbe la stessa cosa un qualsiasi feed reader) e http://friendfeed.com trovo che sia molto più semplice, soprattutto perché riesco a seguire quello che mi interessa e non quello che mi segnalano gli altri. Su Facebook mi ritrovo la bacheca piena di inviti inutili, e la controllo poco spesso.

    Utilizzo friendfeed per catalizzare tutti i servizi che uso e ridirezionarli verso Facebook e Twitter (che uso quindi prevalentemente come output): Flickr, last.fm, animalisenzacasa.org, il mio blog, gli elementi condivisi di google reader

    Così è molto più comodo, certo non è un funzionamento standard e va adattato alle proprie esigenze (però è più flessibile).

    Il bello è che non dipendo da friendfeed o dal reader di google, come chi inserisce solo su Facebook, se un giorno dovessi cambiare, tutti i contenuti che ho pubblicato sono sul mio blog o sui servizi di cui detengo un po’ di controllo (tranne flickr, che però potrò importare se ci saranno problemi).

    Come dici tu il fatto di affidare i propri contenuti ad una azienda privata è molto rischioso, e si sostiene solo fino a quando gli interessi sono comuni. Usciamo dal monopolio di Microsoft per metterci in altri monopoli ancora peggiori (oltre ai formati questi detengono anche la proprietà dei nostri dati) ?

  3. La maggior parte dei miei contatti di facebook non ce l’ha nemmeno un blog… è vero poi che utilizzare gli strumenti giusti aiuta, ma non è alla portata di tutti.

    1. Infatti è proprio questo che scrivo nel blog, la facilità d’ingresso in facebook avvicina molte persone che non hanno mai avuto una propria pagina. Fare poi quello che si vuole è molto più complicato, ma l’ingresso è sempre la cosa più importante.

  4. secondo me il problema principale in italia è l’accesso a internet, la maggioranza delle persone la ritene inutile e non sente la necessità di capirci qualcosa. tuttavia è ormai dimostrato che lo sviluppo di una società passerà sempre di più attraverso la rete. se facebook riesce a far avvicinare molte persone a internet c’è solo da tirare un sospiro di sollievo, anche se in tanti continueranno a farci solo cazzate.

    1. Non penso che sia facebook ad avvicinare gli utenti che oggi non hanno internet o lo usano poco al web. E’ più facile che avvicinino nuovi utenti gli interessi personali, il poker, le ricette di cucina, e così via.

      Quando le persone scoprono c’è internet, e vedono che qualsiasi interesse trova un suo spazio, allora ne capiscono l’importanza.

      Facebook è utile per passare il tempo, magari quello che sarebbe comunque speso davanti al computer (e non a caso viene bloccato l’uso nelle grandi aziende e nelle pubbliche amministrazioni).

  5. io credo che facebook venga sopravvalutato un po’, certo la facilità di comuicazione viene agevolata, ma chi l’ha detto che non sia proprio questo ciò che si ritorcerà contro agli utenti? Molto semplicemente credo che proprio la banalità di cui tu parli, che pervade in genere i social network sarà ciò che spingerà in molti ad allontanarsene. In fondo fb non è che una grande vicina di casa che sa tutto di tutti e tutti può far spiare senza essere visti.Ci riflettevo qualche giorno fa arrivando alla conclusione che più ci si pensa liberi e più in realtà si è condizionati, ci si costruisce un “tipo” da rendere visibile ai nostri amici o all’ intero pubblico.
    L’impegno infondo è minimo, i post sono precreati,basta condividere o cliccare “mi piace”, ogni tanto una chattata e addio a msn, spaces etc…e magari la mia sarà solo un’utopia, come pensare che dal disordine si possano ricavare le leggi, ma magari chissà se in un futuro la massa non agisca…

    1. Il problema è che è normale spostarsi dal mezzo più complesso a quello più semplice.

      Semplice da usare (e questo è bene) e semplice da capire. Il rischio è la banalità dei contenuti.

      Se posso fare con un click 10 cose, quelle cose rimangono importanti? O il sovraffollamento semplicemente le banalizza, per quanto lo siano davvero?

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