Essere adeguati al ruolo

L’idea che i candidati debbano essere per forza, e non eventualmente anche, totalmente estranei e spesso fino a quel momento estremamente indifferenti alla politica, porta a questi risultati.

Sarebbe però sbagliato separare questi eccessi dalla pratica comune di penalizzare chi ha dato il suo impegno in passato di fronte a chi ha fatto sempre altro. Anche Berlusconi, del resto, è entrato in politica giocando il ruolo della società civile, dell’impresario di successo che decideva di fare uno sforzo per il Paese. Abbiamo già visto che gli outsider, provenienti ai massimi livelli spesso dalla televisione per attirare voti con visi belli e noti, si siano poi rivelati dei fallimenti sotto tutti i punti di vista.

Eletti mai presenti perché il loro lavoro è più importante e l’indennità di carica non dipende da impegno e presenza, conflitti di interessi enormi, dipendenza totale nei confronti di chi ha scelto di indicarli tra i fortunati (perché i cittadini non scelgono più i loro candidati).

Il risultato è una politica diventata premio integrativo per riscattare meriti non politici, una cultura media sul proprio ruolo degli eletti tendente allo zero, spazi enormi sfruttabili da chi con la politica dovrebbe scontrarsi almeno ad armi pari (come le peggiori aziende che da un azzeramento della buona politica traggono enormi interessi).

Essere adeguati al ruolo

Un commento su “Essere adeguati al ruolo

  1. Dopo decenni di bombardamenti di messaggi in cui si dice che la politica è il male, dopo decenni in cui il successo è misurato ad Auditel, dopo anni in cui il sogno per il/la ragazzo/a medio/a è la partecipazione al Grande Fratello, cosa pretendi?

    Oggi si è troppo tifosi, ci si schiera a destra o sinistra e si parteggia per la propria parte. Per esempio, nel caso di Scaglia e del senatore Di Gerolamo, la sinistra sembra soddisfatta del fatto che lo scandalo provenga dai banchi di dx.
    E da destra si cercherà in qualche modo di portare l’evento in direzione del birbantello che opera per proprio conto.

    E’ sbagliato l’atteggiamento del cittadino, ci si fa la guerra fra poveri e si perde di vista il problema vero: il metodo che permette questi accadimenti. Siamo alla deriva sia come Paese, sia come classe politica e sia come controllori.

    Caro Alessandro, il tuo impegno in politica è inutile, come minimo per far carriera devi rifarti le tette.

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