Per uscire dal pantano l’Italia avrà bisogno di tante cose. Più onestà, certamente, e voglia di bene comune. Ma anche una buona dose di solidarietà reciproca, una buona quantità di voler far bene le cose, e tanta empatia. Quello che accade di solito dopo una brutta guerra o catastrofe: l’uomo perde un po’ del suo istinto di prevaricazione sugli altri e capisce che insieme la ricostruzione è possibile.
Il ministro del lavoro non può ringhiare ed abbaiare contro un gruppo di disoccupati, chiedendo al contempo una fiducia in carta bianca.
È suo dovere spiegare perchè pensa che le sue soluzioni siano quelle giuste, nonostante appaiano anche ai più sciocchi delle pezze piene di buchi.
Ed anche il tono è importante: quello della maestra che non spiega le dimostrazioni ma distribuisce solo punizioni già da solo è indice che, in fondo, non ci crede nemmeno lei.