Le tessere di Grillo

Grillo ha sempre gridato contro le tessere dei partiti, però per le votazioni dei candidati e dei programmi userà lo stesso sistema.

Non che sia un male, è semplicemente assurda l’idea che tutti quelli che non condividono le tue idee possano decidere con quali programmi e quali persone ti presenti alle elezioni e ti candidi a governare. Molto meglio che le persone prima condividano una piattaforma di base, e poi scelgano insieme entrambe le cose. Un po’ alla volta (direi però troppo lentamente), anche il movimento 5 stelle capisce quelle che sono regole non scritte necessarie per una vera democrazia.

Però dire che queste “iscrizioni certificate” sono diverse dalle tessere di partito è una ipocrisia e una presa in giro. Del resto, hanno i due requisiti fondamentali delle tessere di partito: sono personali e non sono compatibili con quelle di altri partiti.

Però sono gratuite.
Quello che sembra superficialmente essere un aspetto positivo, è un rischio molto grave.

Quando ci sono in ballo posizioni (e stipendi) importanti, il rischio che le votazioni non avvengano democraticamente è molto elevato. Un potenziale malintenzionato si presenta con uno staff di persone che raccoglie iscritti fittizi, o semplicemente poco interessati, e li porta alle assemblee per farsi votare. Il limite, nei partiti seri, è che tutto questo ha un costo ed uno sforzo che ostacola le operazioni: il costo delle tessere ed il costo per il trasporto delle persone alle assemblee.

Con le tessere gratis, e le votazioni su internet, i malintenzionati potranno semplicemente mettersi un un angolo di piazza, raccogliere firme di adesione, e mandare le iscrizioni a nome degli ignari. Non gli costerà nulla, e potranno votare direttamente online con il loro nome. Senza un altro sistema che equilibri la partecipazione vera ed ostacoli le truffe, sarà un disastro.

Se questo è poco importante per i programmi, che di solito vengono ignorati per questo tipo di operazioni, non lo è per i candidati.

Opporsi alla corruzione ed agli inganni a parole è molto semplice. Ma l’efficacia e la serietà dipende dall’organizzazione, dalla capacità di equilibrare le forze in gioco, e dalla capacità di controllo e verifica.

Qualche giorno fa si è scoperto che probabilmente dietro la mostra di Brescia di Matisse c’erano falsi numeri di visitatori per ottenere i premi di risultato del bando, gli amministratori si sono detti estranei alla vicenda perché si erano semplicemente fidati delle rendicontazioni presumibilmente false degli organizzatori. Troppo facile, così. La responsabilità di chi gestisce la cosa pubblica non sta nel potersi considerare estranei alle truffe, ma nell’avere fatto tutto il possibile per controllare che queste non potessero avvenire.

Del resto è semplice: se lasci spazi per farti fregare, questi spazi verranno riempiti.
Non è un bel Mondo e non è semplice viverci, ma dovremmo essere abbastanza maturi per averlo capito, no?

Le tessere di Grillo

2 commenti su “Le tessere di Grillo

  1. Non capisco molto le tue argomentazioni di presunta ipocrisia.

    Registrarsi su un sito non è assolutamente equivalente a possedere la tessera di un partito. Nel primo caso lo fai per poter interagire con un sistema, nel secondo caso lo fai per sposare una causa, magari offrendo un contributo.

    La gratuità non è l’unica differenza, tanto è vero che la richiesta di identità è motivata principalmente per evitare “facili frodi”, e al contempo permettere l’interazione rivolgendosi a persone particolarmente motivate. Scansionare il proprio documento di identità per inviarlo all’atto di iscrizione è comunque una piccola seccatura, che può evitare quelle registrazioni di massa false (sempre possibili grazie a falle informatiche) che tu paventi. Ti assicuro che fare la tessera di partito è molto più facile (basta pagare), e in ogni caso nemmeno il PD limita le consultazioni (per le primarie) ai soli tesserati. Quindi, chiedere un documento in forma visiva, mi sembra un buon compromesso dopo tutto. Non sei più un internauta anonimo… come per paypal, per ebay, per amazon.

    Inoltre, non è nemmeno richiesto un particolare requisito di militanza, semmai questo portale funzionasse, sarebbe utile avere il contributo di tutti, specialmente di chi sa motivare le proprie proposte (una proposta senza motivazione o senza “razio” per me vale poco alla discussione anche se condivisibile).

    A esplorare strade nuove si commetteranno certo errori, ma partire con pregiudizi e malafede mi sembra ancora prematuro.

    1. Registrarsi su un sito non è assolutamente equivalente a possedere la tessera di un partito. Nel primo caso lo fai per poter interagire con un sistema, nel secondo caso lo fai per sposare una causa, magari offrendo un contributo.

      Sono la stessa cosa. Forse ti sei fatto un’idea sbagliata di cosa sono le tessere di partito. Registrarsi al movimento 5 stelle non equivale alla registrazione su un sito, dove non ti chiedono l’adesione ad uno statuto e non ti chiedono la carta d’identità.

      Non è un pregiudizio, è un giudizio.

      Per votare alle primarie del PD non devi essere tesserato, ma devi presentare la tessera elettorale e documento d’identità, devi firmare la carta degli intenti e quindi aderire idealmente al progetto del PD, devi pagare 1 euro di contributo.
      E nonostante questo, un sacco di elettori del centro-destra hanno partecipato a varie consultazioni primarie del PD. Che non mi pare una gran cosa.

      Per fare la tessera di partito devi presentare il documento, fare una firma e pagare la quota.

      Per iscriversi ai 5 stelle devi presentare il documento, ed aderire al non statuto.

      Secondo me parti dal presupposto, sbagliato, che siccome i partiti hanno funzionato male, allora tutto quello che è loro associato è sbagliato. In realtà, invece, le tessere sono uno strumento democratico per evitare invasioni di campo. Funzionano poco perché oramai in pochi capiscono l’importanza di una partecipazione attiva, e quelli che la capiscono sono allontanati dalla possibilità effettiva di partecipare.

      Così i tesserati diventano una minoranza, ed è più facile spostare le decisioni da parte di pochi.

      Un’altra cosa che capirai è che un sacco di persone si affacciano solo per proprio interesse specifico su un argomento spicciolo. Ti diranno come pensano che debba essere fatto qualcosa che li riguarda, e ti lasceranno il lavoro da fare. Per me questa non è partecipazione, è peggio della delega, perché presuppone che si debba ascoltare di più chi ha un interesse particolare su una materia, invece di guardare all’interesse generale.

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