Portavoce, non Leader

In merito alla sciocchezza scritta da Grillo sul suo blog sullo ius soli è già stato scritto molto. Mi limito a dire che la questione è importante (al contrario di quello che dice lui) e non andrebbe liquidata in quel modo. Su ogni argomento si potrebbe rispondere che c’è qualcosa di più importante di cui parlare.

Alla lunga ragionando in questo modo non si fa mai nulla: pensandola così alla fine non si prende in mano nessun problema, perché “c’erano argomenti più importanti all’ordine del giorno”.

Comunque, mi ha stupito una parte della risposta di Raffaella Pirini, consigliera comunale 5 stelle di Forlì. Oltre a dirsi d’accordo con lui sul tema, e questo è legittimo anche se non sono dello stesso parere, dice: “Grillo è il portavoce del movimento, non il leader.”.

La parola leader deriva da “lead”, guidare. Portavoce di un partito/movimento invece è chi parla in nome e per conto dello stesso. Il portavoce è un ruolo molto più forte, politicamente parlando: esprime in pubblico le idee del gruppo. Il leader invece è una persona che guida.

Sempre molto importante, ma la differenza è che si può non concordare una idea del proprio leader, e farsi comunque guidare perché tutto il resto si è d’accordo, mentre l’idea che esprime il portavoce è a nome del gruppo, e quindi andrebbe (in una democrazia) concordata con lo stesso prima di essere proferita.

Tanto più che il sito beppegrillo.it, dove queste parole del portavoce sono state scritte, è secondo il “non statuto” la sede del movimento, e le proposte che qui vengono presentate, sempre da statuto, sono l’oggetto e la finalità delle liste che vengono presentate alle elezioni.

E comunque ognuno è libero di pensare quel che vuole, ed io continuo a pensare che portavoce e leader debbano essere votati e controllati, in un movimento/partito.

Portavoce, non Leader

Un commento su “Portavoce, non Leader

  1. Mi dispiace che Raffaella Pirini abbia detto quanto dici, anche se ognuno è libero di pensare la sua sull’argomento.

    E’ evidente che Grillo assai spesso è solo portavoce di se stesso, per quanto é imprevedibile nelle sue uscite pubbliche, e quindi non può essere assolutamente il “portavoce” del movimento. Al contempo però, non è nemmeno un “leader” in senso stretto, in quanto non è intenzionato a candidarsi direttamente e quindi “non da l’esempio di guida” come la parola leader vorrebbe significare.

    E’ per taluni una “voce carismatica”, per talaltri un “amplificatore mediatico”, una figura cioè che agisce da cassa da risonanza. Stavolta ha risuonato da solo, poichè una reale discussione sullo “ius soli” all’interno del movimento mai ci è stata. Penso sia stato un po travisato, è evidente che ci sono questioni più importanti, ma sono convinto che per questo specifico tema la stragrande maggioranza degli attivisti pensa che il diritto di cittadinanza sia una conquista di civiltà.

    Siamo cittadini depositari di diritti umani perchè nasciamo nel mondo, non vedo perchè non dovremmo essere cittadini italiani se nasciamo in italia. Sic et simpliciter.

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