La società civile

Filippo Facci, su Il Post, scrive cose giuste:

Quello che pochi hanno il coraggio di dire, oggi, è che la società civile stringi stringi ha preso il potere. Resiste qualche dinosauro (innegabilmente) e resistono i post-comunisti e i post democristiani: la disputa, per il resto, è tra le diverse società civili che sono approdate alla politica nei vent’anni che ci separano dal 1994, cioè dalla morte ufficiale della Prima Repubblica.
(…)
Le primarie dovrebbero rappresentare il festival della società civile, appunto: eppure Marco Travaglio, l’altro giorno, ha efficacemente dimostrato che molti vincitori (del Pd e al Sud, nel caso) sono espressioni di cricche e clientele e mafie che mettono in scena il lato oscuro della società civile medesima, spesso variegata e composita non meno della politica che dovrebbe rappresentarla. È questa, infatti, l’altra cosa che pochi hanno il coraggio di dire: che la società civile non solo ha preso il potere, ma può far schifo: esattamente come vent’anni fa.

La società civile

2 commenti su “La società civile

  1. Mi sembra la solita filippica un po ipocrita a cui Facci ci ha abituati da tempo. Ci vuole spiazzare dimostrando che malgrado tutto sia cambiato in realtà non è cambiato niente.

    Io invece penso direttamente che nulla è cambiato e basta, perché anche le primarie hanno dimostrato, con il cattivo esempio del PD, che le quote nelle liste bloccate favoriscono inevitabilmente coloro a cui “non si può” negare una poltrona, per meriti che nulla hanno a che fare con la democrazia e il merito. Così, le primarie stesse diventano strumento di marketing, senza che abbiano portato alcuna novità significativa oltre a un po di visibilità.

    Non è la società civile a fare schifo, ma il cinismo di chi pensa possa essere peggiore di chi con le reali istanze della società civile non ha mai avuto nulla a che spartire.

    1. Sai che non sono un estimatore di Facci. Però questa non è affatto una filippica.

      Il suo ragionamento, che non si può non condividere, è che il fatto che un candidato provenga dalla società civile non è in sè un sinonimo di qualità.

      Il panorama dei partiti attuali fa schifo (e qui io comprendo anche quello di Grillo), quindi si fa ricorso alla pennellata di finto nuovo della società civile.

      Ma ci dimentichiamo che Berlusconi stesso, nel 1994, si presentò come l’uomo della società civile che si “sacrifica” per il bene dell’Italia. L’uomo che non era mai stato un politico e che facendo tutt’altro certamente non poteva essere invischiato dalle bruttezze della prima Repubblica.

      Col senno di poi abbiamo capito che la prima Repubblica era meglio della seconda, che condivideva il marcio della prima ed era priva delle idee e del suo patrimonio politico.

      La società civile è un falso nome, è come il “popolo di internet”. Se vogliamo, l’unica cosa che indica questo termine è l’inesperienza politica, che non può essere considerata un valore, ma un potenziale ostacolo.

      Allora dovremmo separare il grano dal loglio, dire che questa persona è una brava persona, che quella invece fa schifo anche se è non è mai stato iscritto ad un partito, che non sono tutti uguali.

      Guarda al Lazio: Marrazzo e la Polverini provenivano dalla società civile, e sarebbe stato meglio che ci fossero rimasti, no?

      La società civile può far schifo, non è un obbligo.

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