Year: 2020

Alberi tagliati per il 5G? No, una bufala

Gira da anni questa foto, sempre con didascalie diverse, che accusa il 5G di essere la causa del taglio degli alberi.

In realtà, come ho già spiegato altre volte, i motivi per il taglio degli alberi sono diversi da questo: spesso si tratta di alberi sani? Sì, ma la causa non sono le antenne di telefonia mobile.

Questa foto non è di Bologna, ma del quartiere La Plaine di Marsiglia

Come dimostrano questi due articoli, si tratta di un lavoro di “riqualificazione” del famoso quartiere di Marsiglia. Al centro ovviamente di polemiche, ma avvenuto prima del 5G ed in maniera del tutto indipendente:

https://monde-libertaire.net/index.php?articlen=3716

https://factuel.afp.com/non-cette-photo-ne-montre-pas-des-arbres-coupes-pour-la-mise-en-place-de-la-5g

Lavori fatti nel 2018, progetto partito nel 2015. Non posso valutare se fossero alberi sani o no, ma la certezza che non si tratti di Bologna o di una città italiana è assoluta. Quello che mi chiedo è semplice: perché diffondere queste bufale?

Sullo studio del Ramazzini per i danni delle tecnologie cellulari

Visto che questo tema viene riproposto spesso, vi dico la mia opinione a riguardo.

Si tratta di uno studio condotto su ratti, per capire se l’esposizione alle onde di una antenna di telefonia mobile potesse portare ad un aumento delle incidenze di patologie per l’uomo.

Prima di tutto, io sono contrario alla sperimentazione animale.  Ma saltiamo questo importante passaggio.

Lo studio del Ramazzini è stato condotto sul 3G. Non si tratta quindi di un risultato utile per capire se la tecnologia 5G è dannosa o meno.

I ratti sono stati esposti per 19 ore al giorno, dalla nascita a alla morte, alle onde prodotte da antenne molto vicine a 3 diverse potenze: 5, 25 e 50 volt/metro. Più una serie di controllo lontana dalle esposizioni.

Solo alla potenza di 50 volt / metro è stata rilevato un aumento di una patologia rara (schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore).

Questo significa una cosa molto importante, anche a detta della stessa Belpoggi: se manteniamo i limiti attuali delle emissioni, a 6 V/m, lo studio in realtà ci assicura.

 

Ci sono però dei problemi, a mio parere. Il primo, è che i gruppi di ratti sono poco numerosi, e quindi anche un caso in più in un singolo gruppo, può sballare i risultati.

Infatti tutte le conclusioni e gli articoli di divulgazione si basano sull’aumento percentuale sul gruppo di Maschi, che è dell’1,4% per il gruppo a 50 V/M e 0 per il caso di controllo (0,6% nella serie di dati storici, significa che probabilmente il gruppo di controllo è andato meglio del previsto secondo la letteratura).

Ma non si guarda il dato delle femmine: non solo a 50 V/m non c’è un aumento rispetto al gruppo di controllo, ma a 25 V/m si dimezza l’incidenza, ed a 5 V/m si raddoppia.

Probabilmente questo dato soffre quindi dell’incidenza dell’età dei ratti, ed il punto cruciale quindi sarebbe di capire quelle nove femmine del II gruppo se sono morte giovani oppure a fine vita naturale (quando è più frequente avere questo tipo di patologie)

I dati delle femmine per questi tumori non sono stati presi in considerazione: il rischio sarebbe stato quello di dimostrare che è utile esporre le donne a 25 V/m per 19 ore al giorno per tutta la vita, per dimezzare il rischio di questo tipo di tumori.

Servirebbe quindi fare ulteriori approfondimenti, oppure fidarsi delle conclusioni e tenere i limiti attuali vigenti in Italia, riportando dalla media a 24 ore al valore puntiforme (cosa che ha permesso al Governo Monti di aumentare artificiosamente il limite senza ritoccare il numeretto).

Inoltre si può traccia l’incidenza di questo tipo di tumori nella popolazione, visto che la tecnologia 3G è stata introdotta in Italia intorno al 2005.

E certamente tenere sempre a mente che la maggior parte delle emissioni che assorbiamo dipendono dal nostro cellulare e non dalle antenne, a causa della distanza. Questo significa che è il nostro telefono a doverci preoccupare più dell’antenna, e che l’uso dell’auricolare col filo permette di ridurre notevolmente le onde, aumentando la distanza dell’apparecchio dal nostro corpo.

Come si vota alle elezioni regionali Emilia-Romagna – Circoscrizione di Forlì

Si vota solo Domenica 26 Gennaio 2020, dalle ore 7 alle ore 23 con un documento di riconoscimento e la tessera elettorale. Ci sarà una unica scheda di colore verde, dove si esprime il voto per il candidato presidente della Giunta Regionale, la lista per il consiglio Regionale e la preferenza per un candidato all’interno della lista. Facendo la croce sul simbolo di Europa Verde, in automatico esprimerai il voto anche per Bonaccini come candidato Presidente. Se abiti nella provincia di Forlì-Cesena, puoi esprimere una preferenza per me, scrivendo “RONCHI” a fianco del simbolo barrato, come indicato nella foto (stampala per non sbagliare!)

 

Ricorda, la croce sul simbolo di Europa Verde è importante perché determina l’elezione del presidente e del consiglio regionale, stampa l’immagine se lo ritieni utile.

Importante: in queste elezioni la soglia di sbarramento per le liste come Europa Verde non sarà un problema, dal momento che la coalizione supererà il 5% dei voti, mentre le liste fuori dalle coalizione dovranno superare invece il 3% per essere presenti in Consiglio Regionale.

Il voto è ad un turno unico, vincerà il candidato presidente con il maggior numero di voti, con un premio di maggioranza che dipenderà dal risultato a garanzia di governabilità.

Il voto ad Europa Verde quindi sarà una garanzia della svolta verde della regione e sarà il voto più utile!

Vota Verde nella Scheda Verde!

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