Diritti

Irregolari il 60% degli ISEE controllati

Un articolo del Corriere della Sera di oggi dice che su 8847 ISEE controllati dalla guardia di finanza, 5435 presentavano irregolarità che non avrebbero permesso l’accesso alle agevolazioni sociali richieste. Significa che hanno trovato un 61,43% di irregolarità.

Ovviamente si immagina che i controlli della GdF siano mirati sulle situazioni più a rischio, ma parti importanti di questo indicatore dipendono da autocertificazioni (ad esempio lo stato di Famiglia) e non da dati certificati da banche dati.

Prima di incrementare le agevolazioni, bisognerebbe automatizzare questi controlli per evitare che finiscano sempre nelle mani di chi dichiara il falso o lavora in nero…

La nave Lifeline ha la bandiera Olandese. Salvini e Toninelli diffondono una bufala

La nave della ONG tedesca Lifeline può avere bandiera olandese, come previsto dall’articolo 91 della Convenzione ONU sui diritti del mare entrata in vigore nel 1994.

Quindi Salvini e Toninelli diffondono una ennesima bufala, quando il primo scrive su Twitter che la nave è fuorilegge ed il secondo dice che opera fuori dalle regole.

Ma la cosa più triste è che si concentrino su una attività di soccorso di persone, di aiuto di bisognosi, piuttosto che sulle migliaia di altre attività realmente irregolari nel nostro Paese.

Forti con gli ultimi e deboli coi forti, come al solito.

Per i dettagli ringrazio il Post, che sta cercando di fare informazione seria in questo periodo di doublething orwelliano:

https://www.ilpost.it/2018/06/22/lifeline-nave-migranti/

 

Risarcimento danni per il servizio la mia pensione? Falso

Un articolo pubblicato dal sito “La legge per tutti” si intitola “La mia pensione futura: risarcimento dall’Inps per i dati errati” e nel sottotitolo indica: “Se il servizio online Pensione futura indica dei dati errati e il lavoratore si dimette senza diritto alla pensione, L’Inps è obbligata a risarcire i danni.”

Ma non è così.

Guardando la sentenza della Corte di Cassazione al quale l’articolo fa riferimento, la 23050/2017, ci si accorge che la discussione verte su una documentazione rilasciata da un dipendente dell’Istituto per una domanda di pensione del 2001. Il servizio “La mia pensione futura” è stato rilasciato dall’Istituto nel 2015, quindi le due cose non possono essere collegate.

Nella stessa motivazione, poi, si dichiara che la sentenza impugnata non aveva valutato la documentazione fornita dall’INPS, su carta intestata, e non era stata adeguatamente contestata, non ammettendo le prove richieste al riguardo dall’interessato.

L’articolo del sito poi si immerge nella valutazione delle righe presenti nella procedura online e nelle stampe che questo rilascia, che dichiarano che i contenuti non hanno valore certificativo, sottolineando che queste non esonerano l’ente da una responsabilità dei contenuti.

Anche su questo, ad oggi non c’è nessuna sentenza che dia validità a questa tesi.

Il problema è sostanzialmente questo: la normativa previdenziale italiana è estremamente complessa, molto più di quella di altri paesi: tante casse e tipologie di contributi diverse, ognuno dei quali viene valutato a seconda della scelta dell’utente. La liquidazione della pensione è un procedimento complesso, che parte dalla valutazione di quanto presente negli archivi, necessita della sistemazione delle anomalie, e della valutazione di dati inseriti trenta o quarant’anni prima.

Esiste uno strumento gratuito a disposizione dei cittadini, l’Estratto Conto Certificativo (EcoCert), che assicura la validità degli archivi ed obbliga l’Istituto, prima di rispondere alla richiesta, a verificarne la correttezza. Prima di lasciare il lavoro o fare scelte che potrebbero influire sulla pensione, il mio consiglio è di fare domanda di EcoCert.

I servizi online di previsione, e l’estratto conto che si possono consultare direttamente sul sito dell’Inps, sono strumenti a mio parere utilissimi per verificare che il proprio datore di lavoro stia versando i nostri contributi, che tutto sia regolare, ed avere una idea approssimativa di quello che sarà.

Non possono però sostituirsi ad un esperto che approfondisce la nostra situazione e mette la sua firma sulla dichiarazione, e non a caso in tutte le pagine restituiscono il messaggio che la simulazione non ha valore certificativo.

Contributi Inps non versati: cosa fare?

Il tuo datore di lavoro non ti ha pagato tutto il dovuto? Hai scoperto solo adesso di un buco nei tuoi contributi e non sai come rimediare? Ecco che cosa fare per cercare di salvare il tuo diritto alla pensione. La crisi economica ha messo in difficoltà molte imprese: alcune di loro hanno pensato di restare a galla non versando i contributi Inps ai propri dipendenti. Sono migliaia i lavoratori coinvolti, loro malgrado, in questo pasticcio e non tutti ancora ne sono consapevoli.

Secondo gli ultimi dati disponibili i contributi annuali non versati all’Inps, da parte di datori di lavoro e degli iscritti, sono cresciuti del 21,4%: in appena otto anni, il debito complessivo accumulato dalle imprese è raddoppiato. I lavoratori più a rischio sono quelli dell’industria, dove si toccano addirittura i 3 miliardi di euro di contributi non versati con una crescita del 44% rispetto al 2010.

Per essere sicuri che i propri contributi siano stati regolarmente versati dal datore di lavoro, la prima cosa da fare è verificare la propria situazione, sul sito www.inps.it, inserendo il codice pin, e scaricando l’estratto conto previdenziale.

 

Fonte : Contributi Inps non versati: cosa fare? – Altroconsumo

L’errore dei 5 stelle sulle unioni civili

A mio parere i 5 stelle hanno perso un’ottima occasione, con le unioni civili. Stavano infatti comportandosi perfettamente in linea con quanto dichiarato: no ad alleanze di Governo ma sì ad accordi su singoli temi.
Tra l’altro su questo tema stavano anche facendo emergere le divergenze tra PD ed Alfano, facendo scricchiolare l’alleanza ed ottenendo un risultato politico doppio.

Su questo tema c’era una condivisione trasversale, ed avrebbero fatto bene a portarla avanti fino in fondo, senza calcoli politici di convenienza o paure di essere avvicinati al PD nell’asse politico.

Il Canguro altro non era che un emendamento che si opponeva a modifiche strumentali della legge. Non si trattava di uno strumento antidemocratico, perché non era un colpo mano del Governo per impedire la discussione, ma uno strumento necessario per superare l’ostruzionismo e permettere infine che dopo tanta discussione questa norma andasse in porto.

Prima con il Post di Grillo che lasciava libertà di coscienza e poi dicendo no al canguro, hanno rinvigorito Alfano ed i “cattodem”, in assoluta minoranza in Parlamento ed in assoluta opposizione alla volontà popolare su questo tema.

Ma soprattutto queste considerazioni politiche hanno fatto perdere al movimento la bussola iniziale:
Non hanno guardato dentro la proposta , come promesso, ma hanno cercato malamente di fare uno sgambetto al PD, finendo invece per rafforzare l’alleanza di Governo.

Mi spiace, veramente, perché questa volta stavo tifando per loro.

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