Economia

Pensioni, è vero che il 70,8% è sotto i mille euro?

Leggendo gli articoli pubblicati dai quotidiani, a partire dai dati sull’osservatorio delle pensioni, sembra che più dei 70% dei pensionati percepisca meno di 1000€.

Ma attenzione, ci sono due trappoline, che fanno passare una idea sbagliata dalla notizia correttamente (ma maliziosamente).

La prima è che le pensioni (prestazioni) non sono i pensionati (persone). Un pensionato può percepire anche più di una prestazione (ad esempio una reversibilità ed una pensione diretta). Quindi il reddito medio dei pensionati è superiore.

La seconda è che si contano tra le pensioni anche alcune prestazioni assistenziali (invalidità civili, assegni sociali), che quindi non fanno testo se si vuole ragionare sulle pensioni da lavoro, mentre sono state escluse le pensioni dei dipendenti pubblici e dei lavoratori dello sport e spettacolo, che farebbero alzare la media.

Inoltre a mio parere le reversibilità andrebbero escluse da queste analisi, perché in questi articoli contribuiscono a creare l’idea di pensioni basse nonostante tanti anni di duro lavoro.

Partendo dai dati dell’osservatorio sulle pensioni pubblicato sul sito dell’INPS  sui quotidiani si è fatta una semplice somma delle pensioni in base agli importi

In realtà la somma di tutte le prestazioni pensionistiche ha una distribuzione più alta, come dimostrano gli atti del Convegno “Pensioni e povertà oggi e domani” – Roma, 1° dicembre 2015: anche considerando le reversibilità e chi lavora ed allo stesso tempo percepisce una pensione, i pensionati che ricevono meno di 1000€ erano il 40,3%

Questo per dire che i dati, pur rappresentando una fotografia della realtà, possono essere spesso rigirati per fornire una informazione fuorviante, in tutti i settori, quindi attenzione: se una cosa sembra troppo strana per essere vera, a volte la risposta più semplice è che non lo è.

Salsamenteria Tomba, ovvero come salvare i piccoli negozi storici

Foto by Alfredo Spagna su Flickr: https://www.flickr.com/photos/alfre_pictures/3582024110

Leggo di una petizione online per salvare la Salsamenteria Tomba di Forlì. Mi dispiace che chiuda, è un pezzo di storia di Forlì che se ne va.

Vorrei però invitare chi sta firmando online ad una riflessione: che senso ha? Quante volte siete andati, nell’ultimo anno, ad acquistare da questo negozio?

Se vogliamo salvare i negozi storici, o le piccole nuove realtà che cercano di fiorire fuori dal contesto della grande distribuzione, dobbiamo sostenerli economicamente.

E’ banale, basta fare la spesa in questi posti, invece che fuori. E fargli pubblicità come possiamo: su Facebook, via email, o meglio ancora con una parola agli amici. Fate un gruppo di acquisto, per facilitare la vita del commerciante e la vostra.

Le petizioni non servono a nulla, in questo caso. Nulla.

Semmai una politica urbanistica e di mobilità diversa può aiutare le attività a non chiudere, prima che vadano in crisi.

Dal bidone dei rifiuti spunta un tesoro: il riciclo vale 6,5 miliardi di euro – Repubblica.it

Il riciclo aiuta in modo significativo la bilancia dei pagamenti italiana: si evitano importazioni di materie prime per 6,5 miliardi di euro. E i 75 maggiori operatori nell’ambito dei rifiuti urbani sono arrivati a un fatturato di 9,7 miliardi di euro, quasi tre volte quello del calcio italiano.

Fonte: Dal bidone dei rifiuti spunta un tesoro: il riciclo vale 6,5 miliardi di euro – Repubblica.it

La Svezia detassa le riparazioni

Speriamo vada in porto, e che qualcosa del genere venga proposto anche in Italia:

Si chiama obsolescenza programmata e partecipa attivamente alla nostra rovina: economica e ambientale. I prodotti che compriamo sono fragili, sempre più facili da rompere, e ripararli – lo sappiamo – costa più che comprarli nuovi. Questa è un po’ la base del progresso, ci ha detto l’industria, e se vogliamo far crescere il Pil e creare occupazione, dobbiamo vendere, vendere, vendere.

Non ci crede però la Svezia, che con una proposta di legge rivoluzionaria promette di invertire la tendenza che – sappiamo anche questo – incide direttamente sulle nostre vite rovinando il pianeta.

Tra un paio di mesi il Paese scandinavo voterà se ridurre l’Iva sulle riparazioni dal 25 al 12%, su tutte le riparazioni: dai cellulari alle bici, dalle lavatrici ai giocattoli. In più, quanto speso dai consumatori (divenuti piuttosto riparatori) potrà essere detratto per la metà dalla dichiarazione dei redditi.

Fonte: La Svezia rivoluziona la sua industria in nome dell’ambiente – Wired

I distributori di benzina diversamente onesti

Su 905 distributori di benzina controllati questa estate, 200 presentavano irregolarità: carburante allungato con altre sostanze, violazioni sulla normativa dei prezzi, controlli tra quanto dichiarato e quanto effettivamente erogato.

Il 22%, più di un distributore ogni 5,

Sicuramente il dato nazionale sarà inferiore, grazie al fatto che i controlli vengono effettuati spesso su segnalazioni, però è un dato che fa riflettere.

Nel frattempo, dovesse  capitarvi, il numero gratuito da fare per le segnalazioni alla Guardia di Finanza è il 117.

Fonte: Retata estiva della Guardia di Finanza. Nel mirino, benzinai, falsi made in Italy e pagamenti in nero

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