Energia

Sciare ad Ostia

Foto by www.anarchia.com
Sci a Dubai - Foto by www.anarchia.com
C’è qualcosa di profondamente sbagliato se nel bilancio del XIII Municipio di Roma è stato approvata l’ipotesi di fare un impianto di Sci ad Ostia, a due passi dal mare.

La risposta alle critiche del presidente del Municipio è stata: solo soldi privati, vale a dire a costo zero per l’amministrazione.

Quello che mi chiedo è se veramente si pensa che il problema di una idea di questo tipo sia esclusivamente economica.

Se qualche pazzo imprenditore pensasse di realizzare una pista da sci, con neve artificiale, sul lungomare, qualcuno pensa veramente che ad Ostia aumenterà il turismo ed il lavoro grazie alla neve?

E se anche qualche pazzo turista decidesse di andare ad Ostia con gli abiti invernali per sciare dentro un capannone, sarebbe giusto farglielo fare?

E poi lo Stato Italiano dovrebbe pagare le giuste penali imposte per la mancata riduzione della produzione di anidride carbonica?

Ed il parcheggio multipiano al posto della Pineta va bene anche se economicamente sostenibile?

Spegniamo il riscaldamento, Alemanno?

L’ordinanza del Sindaco di Roma prevede che i riscaldamenti rimangano accesi fino al 15 Aprile . Dall’inizio di Marzo, però, le temperature esterne arrivano a 20 gradi, in aumento.

In realtà la temperatura nei locali pubblici e privati non dovrebbe superare i 20-22 gradi per legge, mentre sappiamo che in alcuni casi questi limiti sono ampiamente superati. Sono riuscito a misurarne fino a 28 (a Marzo!).

Dal DPR 412/93:

1. Durante il periodo in cui è in funzione l’impianto di climatizzazione invernale, la media aritmetica delle
temperature dell’aria nei diversi ambienti di ogni singola unità immobiliare, definite e misurate come
indicato al comma 1 lettera w dell’articolo 1, non deve superare i seguenti valori con le tolleranze a fianco
indicate:
a) 18 °C +2 °C di tolleranza per gli edifici rientranti nella categoria E.8;
b) 20 °C +2 °C di tolleranza per gli edifici rientranti nelle categorie diverse da E.8 (4) (5).
2. Il mantenimento della temperatura dell’aria negli ambienti entro i limiti fissati al comma 1 deve essere ottenuto
con accorgimenti che non comportino spreco di energia.

In tempi di crisi e di tagli, che ne dite di lavorare su questi sprechi, anche investendo nell’ammodernamento e nell’efficientamento dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento dei locali pubblici? Sarebbe un investimento che si ripaga in pochi anni, che muoverebbe capitali sul lavoro togliendoli dall’acquisto di energia, e che potrebbe essere a costo zero se si utilizzassero le ESCO.

Ma soprattutto, siamo flessibili e pigiamo il pulsantino OFF del riscaldamento quando fuori si gira in T-shirt.

Franco Battaglia vuole scaldarci col nucleare

Franco Battaglia, passato alla “storia” per aver dichiarato che Cernobyl causò solo 58 morti, in questi giorni non può fare a meno di cogliere la ghiotta occasione di accusare i Verdi di aver fatto partire in Italia il conto energia, e con questo l’avvio dell’installazione dei pannelli fotovoltaici. Secondo lui, ovviamente, quei soldi andavano spesi nel nucleare.

Inizia parlando del fatto che i Verdi non sono più in Parlamento (e questo è vero) e dicendo che i cittadini con il voto avrebbero decretato non solo l’uscita dalle due camere e dal Governo, ma anche tolto loro il loro diritto di parlare.

Battaglia però dimentica, nello strumentalizzare in modo indegno i morti ed i disastri di questi giorni, del fatto che i cittadini hanno votato contro il nucleare meno di un anno fa.

Dimentica anche che tra le cose avviate in quel Governo Prodi con i Verdi c’è stata anche la detrazione del 55% per le spese di riqualificazione energetica degli edifici, opportunità sfruttata da molti proprio per coibentare ed isolare i palazzi dal caldo d’estate e dal freddo d’inverno.

Dimentica che i problemi i cittadini non li stanno avendo dentro casa, dove il riscaldamento non ha smesso di funzionare, ma fuori casa e per le strade.

Dimentica che nemmeno il nucleare porta riscaldamento nelle case, a meno di farlo dentro le città e sfruttare il teleriscaldamento, cosa che nemmeno i nuclearisti più stupidi si sentirebbero di proporre. Infatti il nucleare nel Mondo viene utilizzato per produrre energia elettrica, non calore.

Questo in sintesi il Battaglia pensiero:
“Deciso no al fotovoltaico e deciso no all’eolico: gli impianti esistenti andrebbero smantellati, ché sono inutili, dannosi e costosi. No al petrolio, che non va bruciato per produrre elettricità. E no, deciso no, ai rigassificatori. Sì al nucleare, che va riavviato. Sì al carbone, il cui uso va incrementato. Ni al gas: urgerebbe ridurne l’uso.”

Se volete divertirvi e leggerlo tutto, l’articolo è su quello stupendo quotidiano che è “Il Giornale”.

Gli italiani ed il nuovo che avanza

Sono proprio curioso di sapere quanto durerà il colpo di fulmine che oggi hanno gli italiani nei confronti del neopremier Monti.
E’ vero, tolto B. tutto il resto purché sia.

Però come si fa ad essere contenti a prescindere? E’ abbastanza facile: oggi tutti pensano che i sacrifici toccheranno ad altri. E quando si parla di equità, trovandosi ovviamente sempre dalla parte del giusto, ogni italiano pensa che finalmente il Governo darà loro (o toglierà agli altri) il giusto.

Non è una difficile previsione, quella della futura delusione collettiva.

Del resto è bastato che si uscisse per un momento dal vago, entrando nel merito di nucleare ed ogm, per scatenare le giuste critiche.

Perché i tecnici possono pur essere bravissimi tecnici, ma la direzione che devono prendere deve essere dettata dalla politica, non viceversa. E la politica deve prendere in considerazione la scienza ma anche sapere quali sono i suoi limiti.

Volevo ricordare solo un minimo dettaglio: i migliori economisti tecnici del Mondo non hanno mai messo in dubbio una crescita continua, e prendendolo come dogma non sono mai riusciti a prevedere nessuna crisi con anticipo. Semplicemente ogni modello di analisi si basa su astrazioni necessarie per gestire la complessità dei sistemi, e spesso queste semplificazioni si portano dietro enormi errori sui risultati.

Oggi proprio queste persone dovrebbero scegliere per noi come dobbiamo uscire dalla crisi?

Un tecnico meccanico potrebbe dirmi che non ha senso rincorrere dietro ai problemi dell’auto del nonno, sempre più frequenti e sempre più costosi. Ciò nonostante potrei voler mantenere quel mezzo perché è diventato storico, o più semplicemente perché la mia felicità dipende anche dagli affetti, e non soltanto dai calcoli matematici di convenienza economica.

Per questo spero che questa fase duri lo stretto necessario, e poi si torni a ragionare di politica, di critica al PIL come indicatore di obiettivi ed ai limiti di questo sistema, di come cambiare per distribuire maggiore equità, di cosa fare per rendere questo pezzo di Pianeta abitabile anche per i nostri figli.

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