Informatica

Facebook Papers

Ho deciso di abbonarmi al Post. L’ho fatto principalmente per il podcast “Morning”, ma anche perché voglio sostenere un quotidiano che privilegia l’approfondimento alle bufale che attirano click.

Oggi Morning apre con il problema dei Facebook Papers, documenti interni dell’azienda del noto social network che dimostrano cose che sappiamo già, ma che in questo modo hanno un peso enorme:  dimostrano nero su bianco che “la dirigenza di Facebook abbia spesso messo il profitto e la ricerca dell’engagement (cioè il coinvolgimento degli utenti) davanti alla sicurezza e al benessere degli utenti”.

Dimostrano che l’algoritmo stesso della piattaforma privilegi la diffusione di disinformazione ed incitamento all’odio, e di come dentro a Facebook molti dipendenti e dirigenti ne siano consapevoli: in un rapporto del 2019, un ricercatore scriveva che «ci sono forti prove che le meccaniche fondamentali del prodotto siano una parte importante della ragione per cui questo tipo di discorsi [di disinformazione e incitamento all’odio] prolifera sulla piattaforma».

Oppure sottolineano i disagi psicologici provocati sugli adolescenti da Instagram e che la proprietà non abbia preso nessuna iniziativa per risolvere il problema.

In sostanza Facebook cambia le vite delle persone in peggio, e lo fa per guadagnare di più.

Vi consiglio di approfondire quindi l’articolo, che è fondamentale e molto interessante.

C’è anche un sottotema importante: tutti i principali quotidiani italiani non ne hanno parlato, fatta in parte eccezione per il Corriere. Forse è legato alla enorme quantità di pagine pubblicitarie acquistate da FB in questi giorni?

Perché in Italia il digitale arranca?

Oggi abbiamo avuto un altro esempio. Riguarda il cash back:

  • hai registrato la tua carta per chiedere il cashback.
  • hai deciso nonostante il periodo di fare i tuoi acquisti fisicamente, non online
  • la tua carta però ha due loghi di due circuiti diversi (ad esempio i bancomat Bancoposta, diffusissima).
  • per sfortuna hai sbagliato circuito (avevi il 50% di possibilità, ti è andata male).

Dovevi registrare due volte la carta, ovvio no?

Voglio sperare che oltre a sistemare il sistema (di nuovo) rettifichino i dati degli acquisti già registrati, perché è colossale.

Gli errori capitano, ma le norme andrebbero studiate per semplificare i sistemi, non complicarne la gestione: il cashback e la lotteria degli scontrini andavano gestiti con i circuiti senza obbligo di registrarsi sulla app.

Leggete l’articolo su Il Post:

https://www.ilpost.it/2020/12/22/problemi-cashback-contactless/

A Forlì Certificati Anagrafici Online tramite SPID

Finalmente iniziano a vedersi i frutti dell’attività fatta sull’identità digitale (SPID).

Tutte le amministrazioni si stanno adeguando per permettere l’accesso ai loro servizi tramite questa unica registrazione / password, e quindi non sarà più necessario fare un account per ogni sito.

Inoltre la sicurezza gestita con questo sistema permette gradualmente di telematizzare servizi che prima d’ora venivano fatti solo di persona, tramite moduli cartacei.

E’ il caso dell’apertura del servizio dei certificati anagrafici e di stato civile tramite SPID del Comune di Forlì: un piccolo esempio utile, ma significativo. Poter scaricare il documento senza fare code e senza impegnare un operatore è una grande novità.

Speriamo che si aggiungano altri servizi, e che si concluda finalmente l’attività sull’anagrafe unica nazionale (ANPR) che permetterà filmente di superare i difetti dei gestinali dei singoli comuni ed avere una banca dati unica per tutte le amministrazioni pubbliche.

Google si salva gli acquisti che fai, attraverso GMAIL

In questa pagina https://myaccount.google.com/purchases potete consultare gli acquisti online che avete fatto e Google si è salvata.

In testa, dice un rassicurante

“Solo tu puoi visualizzare i tuoi acquisti. Google tutela la tua privacy e la tua sicurezza.”

Ma perché controlli i miei acquisti, che sono un dato parecchio delicato, se non ti chiedo di farlo? E Perché non posso disattivarti?

Consultando l’elenco non riuscivo a capire come avesse fatto a conoscerli, dal momento che non si trattava di acquisti fatti tramite servizi di Google. Andando a cliccare sulla piccolissima icona di info, si legge un “Questo acquisto è stato trovato tra le tue email di Gmail.”.

Quindi è tutto chiaro: Gmail fa il parsing delle email che abbiamo, salvandosi dati di interesse sul contenuto, anche quando non gli chiedete di farlo. Che io sappia non c’è modo per disattivare questa funzione.

Mi pare una cosa molto peggiore della  personalizzazione degli annunci pubblicitari dentro Gmail, che dopo le proteste Google ha rimosso.

Importare video dalla fotocamera all’iPad o iPhone

Un paio di mesi fa mi sono scontrato con l’assurda complessità dell’operazione di scaricare su iPad un video scattato con la mia fotocamera. Ho impiegato moltissimo tempo e moltissima bile, soprattutto perché non capisco il motivo per il quale Apple non permetta di vedere tutti i file di una chiavetta USB e gestirli come un qualsiasi computer.

Comunque, il percorso più rapido sembra essere composto di 4 passaggi, pubblicati da una anima pia di  LifeHacker:

  1. Comprare un adattatore di carte SD a lightning.  Se lo cercate, qui ne trovate uno non originale Apple.
    Con le foto funziona a meraviglia, ve le mostra e vi permette subito l’importazione, con i video, inspiegabilmente (*) no.
    Probabilmente la procedura funziona anche un adattatore USB – Lightning, ma non ho ancora provato.
  2. Assicuratevi che il file video abbia l’estensione mp4. Se il video non è in questo formato, dovete convertirlo (qui trovate un software gratuito) e rinominarlo. Vi consiglio di usare il codec H.264 e verificare che il vostro modello supporti la qualità che state utilizzando. Per esempio il nuovo iPad permette l’utilizzo di H.264 video fino a 4K, 30 frame al secondo (audio AAC‑LC fino a 160 Kbps, 48kHz),  ma quelli precedenti non arrivano al 4k.
  3. Rinominate il file in modo che abbia esattamente 8 caratteri. Anche questo è inspiegabile, ma se non usate un nome che abbia 8 caratteri più l’estensione mp4 non funziona. Esempio: video001.mp4
  4. Dovete spostare il file nella cartella DCIM della scheda SD. Le fotocamere spesso salvano i video altrove, purtroppo dovrete spostare il file con un dispositivo diverso dall’ipad (o iPhone)
  5. A questo punto, scheda SD nell’adattatore, attaccatelo alla porta lightning (quella del caricabatterie). Potrete vedere nell’elenco il file video ed importarlo tra le foto e video del vostro dispositivo iOS.

Ovviamente, se conoscete un metodo più rapido, fatemelo sapere!

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