Politica

Di Pietro cambia opinione sugli inceneritori

Di Pietro lancia una accusa, affermando che tra i mali del problema rifiuti di Napoli oltre alla camorra c’è la posizione di chi si è opposto agli inceneritori. Finalmente mostra la sua vera faccia su questo argomento: nell’Aprile 2006 lui stesso aveva detto stop agli inceneritori, sull’onda delle proteste nate in tutt’Italia.
Oggi cambia idea e dice il contrario.
Io continuo a pensare, invece, che gli inceneritori possano essere resi inutili dalla raccolta porta a porta dei rifiuti. Ed in ogni caso, il problema di Napoli deriva dall’idea delle ecoballe, dall’elevata produzione, dall’immenso spreco di denaro pubblico e da tanti anni di gestione da parte di commissari poco competenti, nella migliore delle ipotesi.

Vorrei ricordare che a Napoli si spende più di 200€ a tonnellata per smaltire i rifiuti, contro cifre inferiori ai cento per la raccolta porta a porta, che secondo alcuni in malafede sarebbe la modalità più costosa.

Perché risolvere un problema una volta per tutte, d’altra parte, se fa guadagnare tutti?

Lotta a liste civiche e piccoli partiti

Se da un lato la semplificazione delle schede elettorali è un obiettivo auspicabile, dall’altro ogni passo che sembra essere compiuto in questo senso rischia di limitare l’espressione democratica dei cittadini.
Primo tra tutti, il referendum sulla legge elettorale sul quale si stanno raccogliendo le firme. Quello che si cerca di ottenere con questo referendum è lo spostamento dei voti di tutti verso i grandi partiti, e si capisce bene perché il partito democratico stia raccogliendo le firme e faccia pubblicare interventi di forte consenso. Evidentemente non si riesce a mettere mano alle leggi elettorali guardando al futuro del paese, piuttosto che al proprio: ogni cambiamento finora ha complicato il voto invece di semplificarlo, cercando con qualsiasi mezzo di portare i voti espressi dai cittadini ai partiti che stavano mettendo mano alla legge.

Con la scusa della riduzione dei costi della politica si sta cercando di proporre anche l’eliminazione delle circoscrizioni ed una riduzione del numero dei consiglieri comunali. Queste riduzioni andrebbero a scapito dei partiti più piccoli e delle liste civiche, che evidentemente danno un gran fastidio agli altri partiti, che si appiattiscono sempre di più sulle stesse posizioni (altro che destra o sinistra).

Cerchiamo di pensare ai veri costi della politica, che derivano piuttosto dall’impossibilità degli eletti di far valere veramente il proprio mandato elettorale, perché le decisioni vengono prese altrove. La democrazia ha dei costi economici a causa delle strutture necessarie, ma è un grande vantaggio per la società! Auspicare ad un sistema bipolare come quello statunitense porterebbe sì stabilità di Governo, ma anche impossibilità per i cittadini di dire la propria (infatti sebbene la maggioranza dei cittadini americani sia contro il conflitto in Iraq, il Governo procede in maniera contraria, proprio come in Italia).

Di questo passo è meglio tornare alla monarchia, forse il sistema politico meno costoso in assoluto. Almeno i re lavoravano per dare un Paese in buone condizioni al proprio primogenito.

Sostieni le nostre idee – Iscriviti ai Verdi

Join Us - Iscriviti ai VerdiChi mi segue costantemente conosce il lavoro mio e dei Verdi su temi importanti come i rifiuti, il risparmio energetico, sulla sicurezza, sulla prevenzione primaria, sul software libero e tanto altro.
Il partito dei Verdi è come una associazione con un impegno in più: quello di portare queste idee all’interno delle istituzioni che decidono. Come potete immaginare è un compito difficile, che non può essere fatto senza il sostegno di chi la pensa come noi.
Per questo vi chiediamo di partecipare, iscrivendovi ai Verdi e decidendo con noi le nostre future linee politiche.

Ho già scritto in passato sull’importanza della partecipazione e del tesseramento come forma di democrazia che si estende oltre il voto alle urne. Vi chiedo lo sforzo di pensarci: se credete che le cose che faccio/amo siano importanti, il sostegno con l’iscrizione e l’attivismo in prima persona (la prima non implica necessariamente la seconda, anche se è auspicabile) è il migliore aiuto che potete dare a noi ed alle nostre proposte. Dimostriamo, insieme, che si può fare anche oggi politica in maniera seria ed onesta, facendo valere le nostre idee e contrapponendole a quelle di chi pensa di poter decidere al nostro posto.

Se vuoi iscriverti, contattami
ATTENZIONE: il tesseramento 2007 scade il 15 di Luglio!

Politica, disinformazione e bufale

Spam - Bufale e Catene di S.AntonioRicevo da Sonia Toni, responsabile delle politiche ambientali del “partito giovani” e moderatore del blog di Stefano Montanari, la bufala sugli stipendi dei parlamentari. Questa bufala gira dal 2001, e per almeno una cinquantina di volte ho risposto ai diversi mittenti che me l’hanno inviata cercando di spiegare che stavano inoltrando una catena di S.Antonio senza riscontri reali.

Sonia ha inoltrato ad almeno 400 destinatari, molti dei quali mailing list (quindi il numero di persone raggiunte è molto più elevato), una bugia.

In Italia abbiamo almeno una persona che indaga sulle bufale, cercando informazioni precise che confermino o smentiscano i dati che vengono inviati. Per sapere se una email che pensiamo di inoltrare è vera, basta cercare su internet una sola frase del testo, seguito magari da “bufala”. Nel 99% dei casi verrà fuori il testo completo della bufala, che negli anni non cambia di una virgola proprio a causa dell’inoltro alla cieca.
Fate una prova: Attivissimo “Sull’Espresso di qualche settimana fa”

Se vogliamo combattere la disinformazione italiana dobbiamo essere consapevoli di avere uno strumento a doppio taglio. L’informazione si basa sulla credibilità e l’attendibilità delle fonti.
Se non sapremo distinguere queste strumentalizzazioni leggere dalle serie problematiche che dovremmo affrontare, allora la nostra attività sarà totalmente nulla.
Il tema dei costi della politica è serio e va affrontato seriamente, scavando oltre l’apparenza ed andando a rilevare i punti davvero critici (aziende partecipate, enti inutili, privilegi da abolire), non urlando con il forcone verso una categoria che comprende anche persone oneste: non distinguerle sarebbe come dare un premio ai disonesti.

Abbiamo a disposizione i mezzi per diffondere le notizie e cercare riscontri reali sulle informazioni che riceviamo. Sfruttiamoli.

La sinistra dopo il partito democratico

Con la costituzione del partito democratico tutta la politica del centro-sinistra subirà gli effetti di questo cambiamento storico. Con questa fusione del partito dei DS con la Margherita, l’asse del partito una volta comunista non potrà che spostarsi verso il centro, lontano da politiche laiche e di sinistra, delle quali si perde persino ogni riferimento nel nome. Follini, uno dei partecipanti alla costituente del partito democratico, ha dichiarato pubblicamente la sua visione: una nuova democrazia cristiana che volge uno sguardo – uno solo – a sinistra.
In quest’ottica, quindi, si capisce bene la necessità di tutte le forze dell’Unione di pensare al proprio futuro, tra l’altro fortemente dipendente da quella che sarà la nuova legge elettorale che verrà presentata e dagli sbarramenti che verranno adottati per diminuire la frammentazione dei partiti.
I Verdi, in questo contesto, sono probabilmente un caso a parte: sono, infatti, l’unico partito presente praticamente in tutto il Mondo ed il primo ad essersi dotato di una struttura europea per affrontare uniformemente tematiche comuni a tutti i paesi dell’UE. All’ultimo congresso i Verdi hanno rimarcato la necessità della loro indipendenza per non perdere la loro specificità, con la pur necessaria volontà di dialogare con le altre forze politiche che hanno temi ed obiettivi comuni.
Anche a livello locale, ad esempio, sarebbe opportuno un maggiore dialogo tra i partiti di sinistra, al fine di avere una posizione ferma e comune sui temi più importanti dell’amministrazione. Troppo spesso, infatti, i diversi partiti di sinistra si sono divisi a parole e nei fatti su temi fondamentali come ad esempio l’inceneritore, la grande distribuzione e l’urbanistica, il traffico.
La costruzione del partito democratico di fatto imporrà nel prossimo futuro un maggiore dialogo, per far valere attraverso una sorta di patto di sindacato una posizione forte della sinistra che ha sostenuto e sostiene le maggioranze, a partire dal recupero delle situazioni più critiche che hanno finora portato a delle nette divisioni.
Non ritengo possibile la costituzione di un unico partito di sinistra che azzeri le varie sensibilità, che ci sono e che sono risorse importanti e preziose. Punterei, piuttosto, alla ricerca delle posizioni comuni su temi importanti come l’acqua, i rifiuti, i beni pubblici, per avere una maggiore voce in capitolo e maggiore riscontro su un elettorato di sinistra che guarda all’esempio spagnolo di Zapatero e che in Italia si ritiene, purtroppo ed a ragione, troppo poco rappresentato.

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