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Diritti cyber, dopo l’EUCD incombe l’IPED

Vi siete fatti delle belle vacanze? Pare che Settembre riserverà per voi tutte le sorprese che volevate non aspettarvi….

Dal sito dell’associazione Software libero:

L’11 settembre 2003 la commissione JURI del Parlamento europeo discute la Direttiva Intellectual Property Enforcement Directive, che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Appoggiamo la campagna di CODE, Coalition for an Open Digital Environment, tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

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COMUNICATO STAMPA

Un nuovo acronimo contro i diritti digitali: dopo l’EUCD arriva l’IPED

L’Associazione Software Libero chiede il rifiuto della Direttiva per il Rafforzamento della Proprietà Intellettuale

Un altro rischio incombe sull’Europa: dopo l’EUCD arriva l’Intellectual Property Enforcement Directive (link), una nuova direttiva nel cui testo sono presenti concetti e precetti pericolosi non solo per il software
libero.

Il prossimo 11 settembre la commissione JURI del Parlamento Europeo discuterà una Direttiva (Intellectual Property Enforcement Directive)
che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Col termine “proprietà intellettuale” si comprendono discipline giuridiche molto diverse fra loro, come il copyright, i brevetti, i marchi, i nomi a dominio Internet, le quali comportano problemi e richiedono tutele nient’affatto uniformi. L’effetto di uniformare queste discipline, addirittura dal punto di vista penale, è di ridurre drasticamente le libertà civili dei cittadini europei, rendendo oltretutto legalmente rischiose le attività legate all’innovazione e alla competizione tecnologica.

In questi giorni una coalizione internazionale di associazioni e gruppi hanno avviato una campagna (CODE, Coalition for an Open Digital Environment) tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

Sul sito della campagna http://www.ipjustice.org/code.shtml è possibile leggere la lettera spedita da questa coalizione ai parlamentari che fanno parte della commissione chiamata l’11 settembre prossimo a discutere ed eventualmente approvare questa direttiva.

L’Associazione Software Libero condivide tutte le preoccupazioni espresse dalla coalizione e rimarca come ancora una volta con questa direttiva, come con la precedente EUCD, si danneggiano i cittadini.

Anziché limitarsi a colpire chi trae illegalmente profitto dalle violazioni del diritto d’autore, si colpiscono gli utenti, declassandoli dal ruolo di cittadini a quello di clienti privi di diritti, condannandoli ad una fruizione arbitrariamente limitata delle opere e minacciando la loro riservatezza. Come se non bastasse, la direttiva minaccia lo sviluppo della concorrenza e dell’innovazione nel mercato dell’informazione digitale.

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Articolo sul Sito del Cordis sul problema dei brevetti software

Ecco la news, che si trova all’indirizzo:
news

Secondo alcuni manifestanti, la brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici soffocherà l’innovazione
[Data: 2003-08-29]

Il 27 agosto, i sostenitori di una “Europa libera senza brevetti sul software” si sono riuniti davanti al Parlamento europeo per protestare contro la proposta della Commissione sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici.

La proposta, che sarà inviata al Parlamento europeo il 1° settembre per la discussione plenaria e la relativa decisione, è stata inizialmente elaborata nell’intento di eliminare le ambiguità nella gestione dei brevetti sui software e le differenze nell’interpretazione dei singoli brevetti da parte degli Stati membri dell’UE.

Da allora, la proposta è passata al vaglio di tre diverse commissioni parlamentari, le quali hanno apportato una serie di emendamenti volti a migliorare la definizione del tipo di invenzioni che saranno regolamentate dalla direttiva. In particolare, è stato modificato il termine “invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici”, affinché non includa i programmi per elaboratore in quanto tali, ma solo i dispositivi come i telefoni cellulari, gli elettrodomestici intelligenti, i dispositivi di comando dei motori, le macchine utensili e le invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici.

Tuttavia, gli oppositori della proposta sostengono che gli emendamenti non sono sufficienti e definiscono la direttiva proposta “un lupo travestito da agnello”. Uno dei manifestanti, Peter Gerwinski della Fondazione tedesca per una libera infrastruttura dell’informazione (FFII), ha dichiarato al Notiziario CORDIS che la proposta della Commissione è illusoria. “Gli estensori del documento stanno cercando di dare l’impressione di vietare i brevetti sul software, ma in realtà li stanno introducendo”.

Il dott. Gerwinski ha fatto riferimento alla prima versione della proposta, che forniva la seguente definizione del termine “invenzione attuata per mezzo di elaboratori elettronici”: “Un’invenzione la cui esecuzione implica l’uso di un elaboratore, di una rete di elaboratori o di un altro apparecchio programmabile e che presenta una o più caratteristiche che sono realizzate in tutto o in parte per mezzo di uno o più programmi per elaboratore”.

“L’attuale testo della proposta – ha affermato il dott. Gerwinski – è stato modificato affinché tale riferimento risultasse molto ben dissimulato, ma il messaggio è lo stesso: i software sono brevettabili”.

Programmatore di professione, il dott. Gerwinski gestisce una società di sviluppo software in Germania. Egli è fermamente convinto che la proposta della Commissione avrà conseguenze disastrose per l’innovazione e il futuro delle piccole società di software. “Quando la brevettabilità del software sarà introdotta in Europa – così come previsto a lungo termine e come già avviene negli USA – sarò costretto a chiudere la mia azienda e ad andare a lavorare per una grande società”, ha affermato il dott. Gerwinski.

Sebbene la direttiva comunitaria vigente (91/250/CEE) escluda il software dalle norme sulla brevettabilità, ben 30.000 brevetti di software sono già stati concessi dall’Ufficio europeo dei brevetti (UEB). “Gli attuali brevetti sono già sufficienti ad impedirmi di creare tutti i miei software”, spiega il dott. Gerwinski, aggiungendo: “Tecniche di base quali la barra di avanzamento sono già state brevettate, schiacciando le piccole imprese e consentendo alle società più grandi di monopolizzare il mercato”.

Tuttavia, secondo l’eurodeputata Arlene McCarthy della commissione per gli affari giuridici del Parlamento europeo, il progetto di risoluzione legislativa tiene conto delle preoccupazioni relative al potenziale impatto esercitato sulle piccole aziende. In uno degli emendamenti al documento, infatti, si chiede alla Commissione di monitorare l’impatto della legislazione sulle piccole e medie imprese (PMI).

Durante la manifestazione, alcuni gestori di siti web contrari al progetto di legislazione hanno dimostrato le potenziali conseguenze della brevettabilità dei software, impedendo temporaneamente l’accesso ai propri siti web. “Abbiamo voluto dimostrare ciò che accadrebbe se un titolare di brevetto impedisse l’utilizzo di un determinato componente di software: tutti i siti web connessi a quel software si bloccherebbero”, ha spiegato il dott. Gerwinski.

Oltre 150.000 persone hanno espresso dubbi in merito alla proposta e hanno firmato una petizione a favore di “un’Europa libera senza brevetti sui software”. Fra i sostenitori di quest’iniziativa figurano circa 2.000 titolari d’impresa e direttori generali, 2.500 sviluppatori e ingegneri di tutti i settori dell’industria europea dell’informazione e delle telecomunicazioni ed oltre 2.000 scienziati e 180 avvocati. A loro avviso, brevetti e software sono incompatibili e il copyright rappresenta la migliore soluzione per tutelare il lavoro degli autori di software.

“Brevettare il software è come brevettare una cipolla e poi impedirne l’utilizzo nelle ricette”, ha spiegato Tinne Van Der Straeten, attivista dei “Giovani Verdi” belgi.

Quest’esempio, conviene il dott. Gerwinski, dimostra efficacemente quanto sia assurdo l’obiettivo dell’attuale proposta. La FFII, pertanto, chiede agli eurodeputati di esaminare più approfonditamente la legislazione proposta e di leggere i commenti formulati dalla Fondazione prima di esprimere il loro voto il 1° settembre.

Energie rinnovabili, la ricetta controblack-out e povertà

(ANSA) – ROMA – Da piu’ di un anno gli uffici del CSIRO, il piu’ importante centro di ricerca australiano, e’ completamente solarizzata. A Sacramento in California, imprese costruttrici e industrie di produzione di energia stanno costruendo interi quartieri serviti da sistemi fotovoltaici. Tra 5 anni negli USA anche singole abitazioni potranno essere riscaldate, refrigerate e illuminate con l’applicazione di un nuovo sistema solare termico che combina il ciclo del vapore, utilizzato nelle grandi centrali elettriche, con il ciclo di assorbimento e refrigerazione, utilizzato nei grandi impianti di refrigerazione. Il sistema ha una potenza di 5 kW ed e’ in grado di ottimizzare il ciclo in base alla domanda di calore, freddo ed elettricita’ raggiungendo standard elevatissimi di efficienza e una riduzione dei costi della meta’ anche rispetto agli impianti solari termoelettrici. In Australia dal 1987, si svolge la World Solar Challange, una gara internazionale di auto solari, che ogni anno registra la partecipazione di nuovi prototipi. Si tratta solo di alcuni esempi delle innumerevoli applicazioni delle energie rinnovabili che non rappresentano soltanto la componente piu’ sostenibile ed inesauribile del sistema energetico, ma anche un motore di crescita sociale e di lotta alla povertà. Entro il 2010 le energie rinnovabili potrebbero rispondere alla domanda di energia di un miliardo di persone, meta di quelle che oggi non hanno accesso all elettricita , 800 milioni delle quali vivono in paesi in via di sviluppo. Il Vertice di Johannesburg ha lanciato un appello ai paesi industrializzati perché si impegnino nel ”diversificare l’offerta di energia ed incrementare la quota delle fonti rinnovabili per aumentarne il contributo sull’offerta energetica globale, rimuovendo le distorsioni del mercato, prendendo in considerazione la ristrutturazione della tassazione ed eliminando progressivamente i sussidi per le fonti dannosi”. Non si tratta di una sollecitazione inutile: le fonti convenzionali (fossili e nucleare) ricevono oggi sussidi annuali, a livello mondiale, per oltre 300 miliardi di dollari, che potrebbero invece alimentare la ricerca applicata e la diffusione di energie pulite. Ma anche i governi dei paesi industrializzati, allarmati dalle previsioni di un aumento della domanda globale di energia, che tra il 2000 e il 2030 subira un incremento di oltre il 60 per cento, la cui risposta sara affidata in larga parte ai combustibili fossili. Nel 2001 l UE ha emanato una direttiva, la 2001/77/CE del Parlamento e del Consiglio relativa alla promozione dell energia prodotta da fonti rinnovabili. Il provvedimento impone agli Stati membri, gli attuali quindici ma anche a quelli in via di adesione, di intraprendere le misure necessarie per raggiungere entro il 2010 una quota del 12% di produzione da fonti rinnovabili. Ambiente: Energie rinnovabili. Italia in campo per fonti piu verdi Il nostro Paese con la legge 1 giugno 2001 di ratifica e esecuzione del Protocollo di Kyoto dispone di individuare le politiche nazionali che consentano di conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni anche attraverso il miglioramento dell efficienza energetica e un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili. Il provvedimento indica come priorita l accelerazione delle iniziative di ricerca e sperimentazione per l introduzione dell idrogeno come combustibile nei sistemi energetici e di trasporto, per la realizzazione di impianti di produzione di energia con biomasse e per l utilizzazione del solare termico, di impianti eolici e fotovoltaici e per la produzione di energia dal combustibile generato dai rifiuti solidi urbani. Anche la delibera CIPE che rivede le linee guida per la nazionali per riduzione delle emissioni, prevede che per il periodo 2008-2012 il contributo all abbattimento dei gas serra derivante dalle rinnovabili salga fino a 75TWh, in linea quindi con gli obiettivi comunitari. Nel 2001 il fabbisogno interno lordo di elettricita (consumi finali e perdite) e stato di 305 TWh, ma si prevede un incremento del 2% circa l anno. Le rinnovabili costituiscono quindi un alternativa indispensabile per rispondere all aumento della domanda e per ridurre la dipendenza dalle fonti e dagli approvvigionamenti tradizionali, petrolio e fossili. Una circolare del Ministro delle Attivita Produttive ha recentemente proposto obiettivi indicativi nazionali di consumo di elettricita prodotta da fonti rinnovabili per il periodo 2003-2012. ma come raggiungerli? Alcune misure sono gia state adottate: si tratta di quelle di attuazione del piano energetico 1988, delle leggi 9/91 e 10/91, del provvedimento CIP 6/92 che ha dato impulso alla diffusione delle rinnovabili e dal quale trae origine il sistema dei certificati verdi, ma soprattutto delle disposizioni in materia di ristrutturazione del sistema e del mercato energetico. Altre misure gia adottate, ma che richiedono perfezionamenti, concernono il quadro complesso delle competenze e delle procedure autorizzative, anche in relazione al potenziamento dei compiti e dei poteri delle Regioni. Un altro problema centrale e rappresentato dalla regolamentazione degli obblighi di collegamento alla rete, che ha subito un accelerazione grazie alla delibera n.50/02 dell Autorita per l energia elettrica e il gas con la quale e stata avviata una ridefinitone delle procedure sia per gli utenti che per gli impianti. Ma altre misure verranno prese al più presto. Entro settembre dovranno essere emanati i decreti di attuazione della Comunitaria 2001, per individuare gli obiettivi futuri di consumo di elettricita da fonti rinnovabili, imponendo l approvvigionamento sul territorio nazionale o da paesi che abbiano adottato politiche analoghe a quelle nazionali.
Un provvedimento attuativo dovra garantire che i regimi di sostegno siano compatibili con le regole di mercato , favorendo la competitività e i vantaggi delle energie pulite, anche mediante la semplificazione delle procedure amministrative. Il provvedimento includera anche i rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle rinnovabili. Ambiente: Energie rinnovabili. Facciamole costare meno L impegno a promuovere energie sostenibili e inesauribili con il target del 12% entro il 2010, e stato riconfermato dai ministri europei dell Ambiente e dell Energia riunitisi la settimana scorsa per un consiglio informale che ha voluto mettere le basi per un modello europeo di integrazione tra politiche energetiche e ambientali. Il confronto e proseguito idealmente sul filone avviato dal lavoro svolto dalla task force istituita dal G8 di Okinawa del 2000 e concluso al G8 di Genova, mirato proprio a identificare azioni e misure per incoraggiare e promuovere l uso delle rinnovabili. La task force nel suo rapporto finale stilato dai due presidenti, un italiano, il Direttore Genrale del Ministero dell Ambiente Corrado Clini e l inglese Mark Mody Stuart, presidente della Shell, aveva offerto alcune indicazioni di massima per aprire il mercato delle rinnovabili, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la diffusione e la competitivita rispetto alle fonti tradizionali. E vero infatti che il costo delle energie rinnovabili tende a diminuire con l aumento dei volumi, ma nella maggior parte dei casi non e’ ancora direttamente competitivo con le alternative convenzionali, soprattutto a causa dei costi elevati di installazione di reti ad hoc e per la conversione delle strutture già esistenti. Secondo il rapporto , che e stato fatto proprio dai rappresentanti dei Grandi nel G8, i paesi industrializzati dovranno destinare maggiori risorse ai trust fund delle agenzie finanziarie internazionali, per realizzare progetti provenienti dal settore privato. Nel lungo periodo le industrie dovranno essere incoraggiate ad assumere impegni volontari per procurare e utilizzare le energie rinnovabili. Le agenzie bilaterali e multilaterali dovrebbero promuovere le rinnovabili nei progetti di sviluppo, quando il loro uso costituisca l’opzione a minor costo, sulla base dell’analisi del ciclo di vita. E dal canto loro i governi dovrebbero adeguare le loro politiche alle disponibilita dei consumatori a sostenere i costi per l’utilizzo delle fonti rinnovabili, utilizzando i meccanismi di mercato nazionali: agevolazioni, incentivi e quote pre-determinate nel portafoglio dell’energia. I paesi industrializzati, e l’Europa in prima fila attraverso i suoi Programmi per l Ambiente e per la Ricerca e lo Sviluppo, devono dare maggiore sostegno alla sperimentazione e all’applicazione di tecnologie di sfruttamento delle rinnovabili favorendone il trasferimento nei paesi in via di sviluppo. Una condizione essenziale per l’ampliamento del mercato del settore delle energie pulite infatti consiste nella cooperazione ambientale, prendendo come modello l attivita della GEF, Global Environment Facility, della Banca Mondiale, dell’United Nations Development Program e di numerosi donatori bilaterali e privati, a dimostrazione che investire nello sviluppo sostenibile rappresenta un opportunita di crescita e di profitto.(ANSA).

Il Pentagono sceglie l’open source

Anche se la causa di questa scelta è stato il pagamento di 500’000 dollari da parte di SuSe Linux per poter testare il proprio prodotto (quindi non proprio un’indagine disinteressata) , la notizia è comunque positiva.

Da vita:

Linux, il sistema operativo interamente gratuito e aggiornabile ha infatti ottenuto l’approvazione delle autorita’ americane per essere installato anche sui computer di agenzie impegnate in attivita
Il Pentagono sceglie l’open source. Linux, il sistema operativo interamente gratuito e aggiornabile ha infatti ottenuto l’approvazione delle autorita’ americane per essere installato anche sui computer di agenzie impegnate in attivita’ sensibili, come quelle del Dipartimento della Difesa e sugli elaboratori di banche e istituzioni finanziarie.
A dare il via libera verso le stanze del potere al primo software per la gestione informatica ampliato e modificato grazie al libero intervento di esperti di tutto il mondo connessi via web, e’ stata la Common Criteria, agenzia governativa statunitense che ha rilasciato al suo indirizzo la certificazione di sicurezza affinche’ il sistema possa essere montato su computer utilizzati in ”missioni critiche” comprese quelle degli agenti segreti e delle istituzioni chiamate a gestire le attivita’ di difesa statunitensi.

Capace di strappare la certificazione per un grado di sicurezza da ”basso a moderato”, il pinguino più famoso al mondo segna un punto a favore nella sua rincorsa a Microsoft e al suo sistema operativo Windows (che detiene una certificazione per un grado di sicurezza da ”moderato ad alto”).

L’approvazione di Linux anche per materie sensibili, non e’ giunta per tutte le versioni del programma: l’unica a raggiungere l’importante risultato e’ quella distribuita dalla societa’ tedecsa SuSe Linux operativa su computer della Ibm, la quale ha pagato 500.000 dollari per testare sulle proprie macchine il sistema operativo. Dopo il via libera della Common Criteria, il software potra’ fare la propria comparsa sugli elaboratori delle banche e su quelli degli istituti di ricerca: in potenza milioni di clienti.

Il link della notizia:
http://www.vita.it/

Siccità: parte la campagna per ridurre il flusso d’acqua

L’iniziativa, promossa dalla Provincia, consiste nel distribuire sulle spiagge dei riduttori che fanno risparmiare fino al 50%.

In questo periodo di emergenza-siccità, la Provincia di Rimini lancia una campagna per risparmiare acqua distribuendo sulle spiagge della riviera riduttori del flusso idrico.
Si tratta di piccoli strumenti che costano poco (dai 2 ai 4 euro per rubinetto) e fanno risparmiare fino al 50% di acqua, ma anche l’energia necessaria per pomparla. Si applicano ai rubinetti o all’interno dei flessibili delle docce. Apparentemente viene mantenuto lo stesso getto, perchè il minore flusso di acqua viene miscelato con aria. Il prossimo 6 agosto gli assessori al Turismo e all’Ambiente Massimo Gottifredi e Cesarino Romani andranno sulle spiagge a consegnare ai bagnini i riduttori di flusso per risparmiare l’acqua delle docce, dei rubinetti e delle toilette.

La Provincia estende così su tutta la riviera riminese l’esperienza del bagno ecologico di Riccione, presentato a inizio estate.
“Nonostante nel riminese la situazione sia sotto controllo, abbiamo voluto contribuire alla campagna di risparmio idrico lanciata dalla Regione Emilia-Romagna – spiegano i due assessori – Il fatto che qui non esistano particolari emergenze non ci esime da azioni di risparmio idrico”.

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