Referendum dei Verdi contro la privatizzazione dell’acqua
Dal 5/12 i Verdi cominceranno la raccolta di pre-adesioni alla campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua.
“L’unica strada percorribile contro la privatizzazione dell’acqua, che il governo Berlusconi vuole imporre con l’ennesimo colpo di fiducia, è il referendum”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che ha aggiunto: “Già dalla manifestazione del 5 dicembre cominceremo la raccolta delle pre-adesioni a sostegno delle raccolta firme per i referendum”.
“Con questo provvedimento si socializzano le perdite e si privatizzano i profitti – spiega il leader del Sole che ride. Mentre nessuno si occuperà della rete idrica nazionale che si perde il 40% dell’acqua potabile e che avrebbe bisogno di investimenti strutturali e forti. Inoltre con questa privatizzazione si decuplicheranno le tariffe a tutto danno dei cittadini”.
“L’atteggiamento della Lega, che con i suoi ministri sostiene il provvedimento e poi lo critica alla Camera dimostra una fortissima incoerenza – ha concluso Bonelli -. Su una materia così delicata come ‘l’acqua bene comune’ non basta un semplice ordine del giorno”.
Massimo Gramellini è un grande.
La maggioranza degli umani, e la quasi unanimità degli italiani, non considera il bene pubblico una proprietà di tutti, ma di nessuno, o al limite degli altri, quindi saccheggiabile e deturpabile a volontà.
Leggete tutto il suo pezzo: Aridatece er Colosseo – LASTAMPA.it
I Verdi : grazie a noi il Comune di Forlì è libero dal Nucleare, ora scriviamolo sui cartelli.
Che i verdi non siano più in Parlamento si vede : in pochi mesi si sono visti clamorosi dietrofront bipartisan sulla scelta democratica dei cittadini che con il referendum hanno votato contro l’energia nucleare e nell’indifferenza generale è stato votato un articolo di legge che sancisce la trasformazione dell’acqua da bene pubblico a merce gestita da privati.
Il Consiglio Comunale di Forlì, grazie ai Verdi, si è però impegnato con una ampia maggioranza sia nei confronti dell’acqua come bene pubblico sia dichiarando il territorio comunale “Libero dal Nucleare”, vietandone l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica.
Purtroppo la maggioranza dei consiglieri ha deciso di non apporre questa decisione ai cartelli della città, quasi vergognandosi di aver fatto una cosa giusta. Per questo motivo i Verdi hanno deciso di creare ed affiggere un cartello simbolico all’entrata di Forlì.
Con colpevoli ritardi di anni cominciano ad essere rese note ricerche che dimostrano che nei territori limitrofi alle centrali nucleari francesi, spacciate come all’avanguardia, sono quadruplicati i casi di malattie molto gravi come tumori e leucemie. Una conferma che non sono altamente pericolosi solo i disastri atomici ma anche l’ordinaria attività di funzionamento delle centrali, con “normali” fuoriuscite di radioattività durante l’esercizio dell’impianto.
Al contrario di quanto viene spesso affermato il nucleare non rappresenta una soluzione alla dipendenza dall’estero, ed i paesi che possiedono più centrali sono gli stessi a consumarne le quantità maggiori pro capite. Anche il combustibile nucleare è un fossile, come il petrolio ed il gas è limitato e, a differenza di questi, non disponibile neanche in piccole quantità in Italia.
In Germania, paese all’avanguardia sulle energie rinnovabili, nel 2002 il Governo grazie ad una forte presenza dei Verdi ha scelto di chiudere progressivamente le 19 centrali nucleari e sviluppare le fonti alternative. I sondaggi hanno dimostrato il consenso dei cittadini ed il Governo successivo della Merkel non ha modificato questa scelta. Cosa ancora più importante, nel paese tedesco grazie all’economia verde sono stati creati quasi due milioni di posti di lavoro ed il settore prevede 500’000 nuove assunzioni a dispetto della crisi.
Al contrario In Italia, il Governo ha ceduto alla lobby nuclearista francese ed ha cancellato tutte le politiche positive messe in atto in favore del solare e delle fonti rinnovabili pulite stabilite grazie ai Verdi nel Governo precedente. Mentre anche gli USA compiono una coraggiosa inversione di rotta per i cambiamenti climatici nel nostro paese si aprono conflitti a livello europeo per consentire a sistemi produttivi obsoleti di continuare ad inquinare il pianeta impunemente.
Il Mondo è cambiato, rispetto al secolo scorso. Siamo sicuri che prima o poi anche i più nostalgici se ne renderanno conto ed entreranno finalmente nel nuovo millennio.
Questi sono i due ordini del giorno approvati:
odg-manifesto-acqua-pubblica
forli_comune_libero_dal_nucleare
La Giusta Misura per uscire dalla Crisi
In questo clima di crisi economica i furbetti tentano di sfruttare il panico per fare, come al solito, i propri interessi, seguiti da chi, al governo del territorio o del nostro Paese, si trova a dover proporre soluzioni per uscirne.
Recentemente il Governo ha limitato le possibilità per i privati e le imprese di ottenere incentivi e detrazioni sugli interventi per il risparmio energetico.
Nello stesso tempo ha parlato della necessità di aumentare i consumi, senza parlare di cosa e come si debba consumare in una società sostenibile economicamente ed ecologicamente tentando, invano, di tornare ad un sistema che strutturalmente non si regge in piedi.
Dalla concorrenza al ribasso su prezzi e diritti di chi lavora, alla rincorsa alla disoccupazione, allo sfruttamento di tutte le risorse come se fossero infinite ed a costo zero.
Se c’è un insegnamento che dovremmo trarre da questa situazione è proprio il segnale chiaro della necessità di regole sensate ed uguali per tutti, di una economia che si basa sulle reali necessità e disponibilità del territorio, di risparmio nell’uso delle risorse che sono finite e non rinnovabili.
E’ per questo che il taglio agli incentivi alle energie alternative ed al risparmio energetico è una iniziativa gravissima e stupida: se c’è una cosa che deve crescere, in tutto il Pianeta, è proprio il lavoro che porta alle famose tre sostenibilità: sociale, economica ed ambientale.
Lo stesso vale per il contesto locale, nel quale la crisi rischia di diventare il pretesto con il quale concedere sfruttamento del territorio senza regole ed in maniera discrezionale, non uguale per tutti.
In questo momento devono essere date possibilità di crescita alle aziende che intendono investire sul territorio, ma allo stesso tempo si deve fare molta attenzione alla speculazione, che è una delle cause del crollo dei mercati finanziari.
Il passato recente dimostra che i nostri dubbi erano fondati, che costruire più del necessario non porta solo problemi ambientali e sociali ma alimentano anche bolle che, allo scoppio, mettono in crisi soprattutto i più deboli.
Oggi chi crede che l’ambiente sia un costo da tagliare in momenti di ristrettezze economiche, purtroppo non ha compreso le grandi occasioni che abbiamo perso e stiamo perdendo.
Se avessimo lavorato di più in passato sul risparmio energetico avremmo creato posti di lavoro non delocalizzabili in Cina, pagati senza continui sostegni pubblici ma con il taglio dei consumi di fonti fossili provenienti quasi esclusivamente dall’estero, ed allo stesso tempo migliorando la qualità del nostro Paese.
Il Sole ed il Vento non salgono di prezzo da un anno all’altro, al contrario del Petrolio.
Lo stesso ragionamento si può fare per l’acqua, che da bene comune si vuole trasformare in risorsa privata, per i rifiuti che gettiamo e bruciamo e che rappresentano uno spreco continuo di materie prime che importiamo dall’estero.
Purtroppo questa concezione di una economia nuova, di cui ha recentemente trattato un bell’articolo sul Sole 24 Ore (non proprio un quotidiano ecologicamente estremista) e che ha giustamente riempito la campagna elettorale di Obama, è totalmente sconosciuto a tutti i partiti oggi presenti nel nostro Parlamento.
Mentre sulle sciocchezze si possono inscenare teatrini, sul ritorno al nucleare, sulle opere inutili e su tante altre questioni che oggi dovrebbero prendere una strada diversa assistiamo a continui inciuci e strette di mano sottobanco.
Oggi più che mai è necessario un cambiamento, un passaggio verso la giusta misura delle cose, non ad una crescita fine a sè stessa dei consumi. Altrimenti non usciremo dalla crisi, ed a questa continueranno a seguirne ciclicamente altre.
Aggiornamento: potete leggere dettagli sull’iniziativa del Governo su Senamion
H2Oro – L’acqua, un diritto dell’umanità
La Compagnia teatrale ITINERARIA presenta “H2Oro – L’acqua, un diritto dell’umanità” (200 repliche in due anni) Lunedì 27 Ottobre 2008 ore 20.45 alla Sala San Luigi, in via L. Nenni 12 – FORLI’-
INGRESSO GRATUITO
organizzato dall’Associazione SORRISI DAL MONDO
Una produzione della Compagnia teatrale ITINERARIA diretta da Roberto Carusi
Interpreti: Fabrizio De Giovanni e Lorella De Luca
Regia: Emiliano Viscardi
Musiche originali: Augusto Ripari
Allestimenti tecnici e scenografici: Maria Chiara Di Marco
Datore Luci e macchinista: Eliel Ferreira
Assistente alla regia: Aldo Bianchi
Light designer: Giorgio Romano
Contributi video: Dario Barezzi
Operatore video: Sergio Cavandoli
Post-produzione video: Franco Valtellina
Testo: Ercole Ongaro e Fabrizio De Giovanni
Con la partecipazione di: Roberto Carusi che ha prestato la voce per i video.
Per informazioni:
Associazione Culturale e Teatrale Itineraria – Cologno Monzese (MI)
Tel. 02/25396361- 335.8393331
e-mail itinerariateatro@gmail.com
sito internet www.itineraria.it
(cliccando sul logo “H2Oro” è possibile scaricare tutto il materiale relativo allo spettacolo)
H2Oro
L’acqua un diritto dell’umanità
Da un progetto di Fabrizio De Giovanni e Maria Chiara Di Marco nasce questo spettacolo di teatro-documento per sostenere il diritto all’acqua per tutti, per riflettere sui paradossi e gli sprechi del “Bel Paese”, per passare dalla presa di coscienza a nuovi comportamenti.
L’acqua non deve diventare “l’oro blu” del XXI secolo, dopo che il petrolio è stato “l’oro nero” del secolo XX. L’acqua deve invece essere considerata come bene comune, patrimonio dell’umanità. L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano e sociale imprescrittibile, che deve essere garantito a tutti gli esseri umani. Perché questo avvenga bisogna sottrarre l’acqua alla logica del mercato e ricollocarla nell’area dei beni comuni, alla cui tavola devono potersi sedere tutti gli abitanti della Terra con pari diritti, comprese le generazioni future. Attraverso una documentazione rigorosa si affrontano i temi della privatizzazione dell’acqua, delle multinazionali, del contratto mondiale dell’acqua, delle guerre dell’acqua e delle dighe, degli sprechi e dei paradossi nella gestione dell’acqua in Italia, del cosa fare noi-qui-ora, della necessità di contrastare e invertire l’indirizzo di mercificazione e privatizzazione. Uno spettacolo per affermare che un altro mondo è possibile, non all’insegna del denaro, ma della dignità umana.
Spettacolo premiato nel 2006 con una targa d’argento dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Realizzato con il Patrocinio del “Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua” e del “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” di Vecchiano, ha ricevuto in seguito il Patrocinio del Ministero delle Politiche agricole e forestali, del Ministero della Pubblica Istruzione Università e Ricerca, della Presidenza della Regione Lombardia e della Provincia di Lodi.
GOLIA E’ NUDO
“H2Oro – l’acqua, un diritto dell’umanità” è una produzione dell’Associazione Culturale e Teatrale ITINERARIA in forma di teatro-documento.
Essa si pone in quel filone di testimonianze civili, portate attraverso il teatro, che questa Associazione propone – da oltre dieci anni – ai suoi soci e a un pubblico, indistintamente, di cittadini, studenti, frequentatori di biblioteche e organizzazioni di volontariato.
Fabrizio De Giovanni è, con Lorella De Luca, interprete dello spettacolo che si è – per così dire – “cucito addosso” affinché le sconvolgenti verità di cui si fa portavoce acquistino (ancorché ampiamente ed autorevolmente documentate) un’ulteriore credibilità anche in versione scenica.
L’attore/autore si è avvalso della collaborazione dello storico Ercole Ongaro, già felicemente autore di altre due produzioni teatrali di Itineraria (l’una sulla Costituzione, l’altra sui diritti dei bambini) che tuttora si replicano, ma anche di Emiliano Viscardi per la regia, di Maria Chiara Di Marco per l’apparato scenico, di Dario Barezzi per i contributi filmati. E non a caso: la varietà dei linguaggi e degli strumenti non è tanto una moda in voga nel teatro attuale quanto, piuttosto, una scelta di necessità. Affrontando infatti temi di urgente attualità quale, tra gli altri, è quello dell’acqua e mettendosi (come amava dire Don Milani) “dalla parte dell’ultimo”, imprescindibile è l’esigenza di volgere a buon fine quegli stessi accattivanti mezzi di comunicazione che quotidianamente aggrediscono la società contemporanea ed in particolare le giovani generazioni.
Itineraria – nella convinzione di poter contribuire alla consapevolizzazione degli spettatori sui problemi determinanti per il futuro dell’umanità – è particolarmente orgogliosa del fatto che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi abbia concesso allo spettacolo “H2Oro” una targa d’argento (come, a suo tempo, allo spettacolo sulla Costituzione e a quello sui diritti dell’infanzia).
“Che fare?”: è l’interrogativo che tormenta spesso gli spettatori degli spettacoli di Itineraria sui temi dell’ odierna mondialità, ma anche sui nodi più aggrovigliati di un recente passato per non dimenticare: la Shoah, la Resistenza, l’esodo del popolo palestinese.
Sentirsi interrogati è prendere coscienza della realtà dei molti “senza voce” cui può dar voce la gente di teatro. È scoprire – con il bimbo della famosa fiaba di Andersen – che l’imperatore è nudo. È capire che la piccola fionda di Davide può, alla lunga, abbattere i molti Golia del potere che opprime.
Roberto Carusi
(presidente di Itineraria)
SCALETTA dello spettacolo:
“H2ORO – L’acqua, un diritto dell’umanità”
– Filmato di apertura
– monologo sulla scarsità dell’acqua
– monologo sull’acqua come diritto e non come bene economico
– monologo su mercificazione dell’acqua e Manifesto Contratto Mondiale
– introduzione alla Rivolta di Cochabamba
– filmato: “Cochabamba: Suor Antonietta Potente”
– monologo su Coca Cola nel mondo e caso inglese
– lettura: La Coca Cola è fuorilegge?
– filmato: “progetto fondamentalista della Coca-Cola”
– monologo su Le guerre per l’acqua e L’acqua in Palestina/Israele
– monologo su Le guerre per i fiumi
– monologo su Le dighe nel mondo
– conclusione prima parte citazione don Milani e Gandhi
– poesia Nando Dalla Chiesa musicata
– monologo su L’Italia e l’acqua minerale
– monologo su Parametri: acqua potabile/acqua minerale
– monologo su Le multinazionali dell’acqua minerale e le concessioni
– monologo su “Mineracqua” e il ricatto pubblicitario
– filmato: “Trasparenza: le analisi invisibili”
– filmato: “Vox populi”
– monologo su L’informazione indipendente e il consumo critico
– monologo su La mafia e l’acqua
– monologo su il miracolo di Agrigento, Sanpellegrino/Nestlè
– monologo su Gli sprechi strutturali
– monologo su Gli scempi con caso Mugello/TAV
– monologo su Il caso Milano
– monologo su Cosa fare noi-qui-ora
– filmato: “Jacopo Fo: risparmiare l’acqua nel quotidiano”
– monologo su L’acquedotto pugliese e Petrella ex presidente
– monologo su La Toscana e la ripubblicizzazione dell’acqua
– monologo su Napoli e Padre Alex Zanotelli
– monologo su S. Giuliano M.se “Fontane con le bollicine”
– monologo su Bagnacavallo “Riduttori di flusso”
– conclusione spettacolo, citazione Gesualdi/Sara Ongaro
– montaggio poetico/finale
[Durata totale 90 minuti circa]
Articolo tratto da “Peacereporter”
Un palcoscenico sull’acqua
Uno spettacolo racconta i problemi legati allo sfruttamento dell’acqua
di Dolores Carnemolla
La scena è nuda: un leggìo da una parte, uno sgabello dall’altra, al centro uno schermo, dapprima spento. Poi si accendono immagini di battaglie prese in prestito dal cinema: conflitti dall’età della pietra ai nostri giorni. Un uomo sale sul palcoscenico rivolgendosi agli spettatori: senza preamboli comincia a parlare dei problemi relativi alla scarsità dell’acqua, di questioni che hanno generato aspre ostilità a causa dell’oro blu. È un attore? Non sembra stia “recitando”: il suo tono, benché impostato, è di una autenticità disarmante. L’argomento che sta esponendo è cosa di tutti i giorni, quello che dovrebbe essere un monologo è in realtà l’inizio di un dialogo tra la sua voce che ci informa sui fatti e le coscienze di chi sta ad ascoltare.
Così comincia “H2oro-l’acqua, un diritto dell’umanità”: produzione dell’Associazione Culturale e Teatrale Itineraria, sui palcoscenici alternativi di tutta Italia da marzo ad ottobre.
La forma è quella del teatro-documento, lo scopo è quello di rendere consapevole la società civile del fatto che l’acqua è un bene comune e averne accesso è un diritto fondamentale. Fabrizio De Giovanni è, con Lorella De Luca, autore-attore di questo spettacolo scritto con la collaborazione di Ercole Onagro. La rappresentazione si avvale di linguaggi e contributi diversi (letture di documenti, video) ben amalgamati dalla regia di Emiliano Viscardi e dall’apparato scenico di Maria Chiara Di Marco.
Come si apprende dal libro di Vandana Shiva, “Le guerre dell’acqua” (Fabrizio De Giovanni ne legge qualche passo significativo) l’acqua è insufficiente in Israele, India, Cina, Bolivia, Canada, Messico, Ghana e Stati Uniti e le guerre dell’acqua non sono un evento del futuro: sono già in atto veri e propri conflitti in ogni società. Che si tratti del Punjab o della Palestina, spesso la violenza politica nasce dalla competizione per appropriarsi delle scarse e vitali risorse idriche. Molti di questi conflitti politici sono celati: chi controlla il potere maschera le guerre dell’acqua, facendole apparire come scontri etnici o religiosi.
Ogni giorno 30.000 persone muoiono per cause connesse alla scarsità di acqua o alla sua cattiva qualità o igiene. La Comunità Internazionale continua a rifiutare il concetto che l’acqua è un diritto di tutti, preferendo trattarla come un bene economico, soggetto alle leggi del mercato e accessibile solo a chi può permetterselo. Il programma per lo sviluppo delle nazioni Unite ha dimostrato che l’obiettivo di rendere accessibile l’acqua all’intera umanità è economicamente realizzabile. Non sono le tecnologie né le risorse che mancano, dipende dalla volontà di chi compie scelte politiche ed economiche: negando ai poveri l’accesso all’acqua, privatizzandone la distribuzione e inquinando pozzi e fiumi. La pretesa di vendere l’acqua è pari a quella di vendere l’aria: rivendicare il diritto alla disponibilità di acqua potabile significa difendere il diritto di vivere per tutti gli esseri viventi.
In 70 minuti di spettacolo si apprendono tante scomode verità, ma anche indicazioni utili a capire il problema e quindi ad assumere gli atteggiamenti giusti, anche nelle abitudini quotidiane: rifiutare, ad esempio, il ricatto delle pubblicità che inducono all’acquisto dell’acqua in bottiglia o evitare gli sprechi giorno dopo giorno.
L’invito di H2oro è quello di collaborare insieme per creare “democrazie dell’acqua”.
Come scrive Vandana Shiva, “se costruiamo la democrazia, costruiamo la pace”.
H2Oro, il teatro-documento che mancava
di Barbara D’Amico 15/10/2007
“Uno spettacolo teatrale per sostenere il diritto all’acqua per tutti, per riflettere sui paradossi e gli sprechi del ‘Bel Paese’, per passare dalla presa di coscienza a nuovi comportamenti”, recita l’introduzione sulla locandina di questo spettacolo quasi del tutto sconosciuto, fino a ieri. E non servirebbero altre descrizioni se non fosse che H2Oro, più che un semplice spettacolo, è una vera e propria impresa. L’acqua come bene comune, come diritto inalienabile dell’uomo, la sua fragilità e la gravissima crisi che rischia di portarci ad un’ulteriore serie di conflitti per il predominio di questa risorsa principe: non è facile tradurre un messaggio così complesso in esperienza da palcoscenico, eppure la Compagnia Itineraria di Roberto Carusi ci riesce inaugurando un nuovo genere teatrale, quello del Teatro- Documento appunto, a metà strada tra la commedia e l’inchiesta – diversa dalla satira – in cui “l’acqua” è solo l’ultima arrivata dopo esperimenti scenici sui diritti dell’infanzia, sulla Shoàh e sulla Costituzione.
Il progetto nasce in modo travagliato. E’ Fabrizio De Giovanni – scuola di Dario Fo e Franca Rame nonché protagonista di H2Oro – ad abbozzare l’idea dello spettacolo. “Ogni qualvolta ci siamo scontrati con i diritti umani questi, in qualche modo, erano e sono connessi all’acqua”, ha dichiarato in una recente intervista. E sono proprio le connessioni tra diritti umani e crisi idrica che lo spingono a documentarsi verso la fine degli anni Novanta facendogli scoprire un mondo parallelo, fatto di quelle che definisce assurdità e negazioni di un bene fondamentale. “E’ pazzesco! Lo sapevate che i parametri di qualità per l’acqua potabile sono più restrittivi di quelli previsti per l’acqua in bottiglia? O che con 1 euro le multinazionali acquistano 100 mila litri d’acqua potabile che poi rivendono in bottiglia a un prezzo enorme?”, denuncia anche fuori dal teatro. Il materiale è mastodontico, il tema scomodo, ma dopo anni di tentativi la Compagnia, con la decisiva collaborazione della scenografa Maria Chiara di Marco, riesce a dargli forma.
De Giovanni porta, così, in scena un monologo di quasi due ore intervallato sapientemente dai filmati di Dario Barezzi e dalle testimonianze scritte di giornalisti, studiosi e premi Nobel sulla carenza dell’acqua e sulla speculazione dell’imbottigliamento delle risorse idriche. E’ questo, infatti, uno dei temi centrali della pièce che punta il dito contro la privatizzazione delle acque potabili da parte delle multinazionali e contro l’Italia, prima consumatrice al mondo – anche prima degli Stati Uniti – di acqua in bottiglia. Esilaranti le interviste alle persone comuni che dichiarano di bere “acqua normale” – cioè in bottiglia – anziché “strana” come quella del rubinetto. Come ilare è il tentativo del protagonista di capire cosa debba fare per ottenere l’analisi dell’acqua che beve: un’odissea infinita fatta di rimpalli tra uffici comunali, asl e telefoni chiusi in faccia .
Il messaggio è chiaro: bevete acqua del rubinetto. A provarne l’assoluta sicurezza sono dati scientifici e studi che, con un colossale lavoro di ricerca, De Giovanni ha saputo raccogliere e sistematizzare. Da Giuseppe Altamore a Riccardo Petrella – studioso della “petrolizzazione” dell’acqua – le fonti si dimostrano eccellenti e trasformano H2Oro in una vera e propria inchiesta dall’alto contenuto informativo ma dai toni scomodi. Talmente scomodi da renderne invisa la replica nei principali teatri italiani. Fatta eccezione per Milano e Firenze, dopo ben 122 repliche ed una targa d’argento rilasciata da Carlo Azeglio Ciampi, H2Oro non riesce ad approdare a Roma. “Teatri pieni”, pare abbia risposto l’assessorato alla cultura della capitale. In realtà “rischiamo denunce e querele ad ogni spettacolo ormai”, dichiara De Giovanni alla platea alla fine della replica dello scorso 6 ottobre proprio a Firenze, mentre distribuisce etichette auto-prodotte da incollare sulle bottiglie di plastica. Il marchio recita “Acqua S.Rubinetto – L’acqua che non pesa sulla spesa” ed è il modo più efficace, secondo Itineraria, per riuscire a bere acqua potabile dando uno smacco alle multinazionali. H2Oro è allora un piccolo grande terremoto che si inserisce in quella battaglia coraggiosamente condotta già da padre Alex Zanotelli. Perché l’acqua è un bene fondamentale, non una merce.
Fabrizio De Giovanni (Milano, 1967)
Nel 1991 prende parte con la Compagnia teatrale di Dario Fo e Franca Rame a Parliamo di donne e nel 1998 a Marino libero! Marino è innocente!, spettacolo per la riapertura del “Caso Sofri”.
E’ tra i fondatori della Compagnia teatrale ITINERARIA diretta da Roberto Carusi con la quale ha preso parte, dal 1994, a tutti gli spettacoli prodotti. Dal 2000 presta la voce alle marionette della storica Compagnia Carlo Colla e figli di Milano.
Nel 2005 ha preso parte alle registrazioni della trasmissione di Raidue “Il teatro in Italia” con Dario Fo e Giorgio Albertazzi. Da allora ha preso parte a tutte le nuove produzioni di Dario Fo.
Dal 1992 opera anche nell’ambito della promozione della lettura con incontri rivolti sia ai bambini che agli adulti, in collaborazione con biblioteche e scuole. Dal 1995 collabora alla produzione di audio libri e audiovisivi scolastici per gli Editori: Fabbri, Giunti, Sedes, Loescher, Lang, Petrini, RCS, Cideb e Salani (Roal Dahl).
Associazione Culturale e Teatrale Itineraria – Cologno Monzese (Mi) via Goldoni, 18
tel. 02.25396361 – 02.2538451- 335.8713663 – h2oro@itineraria.it – www.itineraria.it
INTERVISTA A ERCOLE ONGARO (co-autore del testo)
Perché ha scritto questo testo?
Come cittadino mi sono sentito interpellato dai processi in atto di mercificazione e privatizzazione dell’acqua e ho pensato che anche con la forma teatrale potevo contribuire a far prendere coscienza della pericolosità di quanto sta avvenendo in questo settore. Il primo segnale per il risveglio della mia coscienza civica mi è venuto dalla rivolta dell’acqua dei poveri di Cochabamba: quell’episodio non soltanto mi ha confermato che noi Paesi ricchi del Nord del mondo siamo causa dei disastri del Sud, del loro impoverimento nel caso specifico della privatizzazione della loro acqua, ma anche mi ha fatto intuire dove noi stiamo andando: verso un futuro che consegna beni comuni fondamentali al dominio di ristretti gruppi finanziari, permettendo loro di farli diventare una potente macchina di profitti.
Su cosa si è fondato per costruire il testo?
Mi sono documentato, allo stesso modo nel quale mi documento per il mio lavoro di ricerca storica: ho letto molta bibliografia sull’argomento, ho studiato i documenti che il variegato movimento di resistenza alla mercificazione dell’acqua ha prodotto in diverse situazioni locali e poi ho costruito un percorso narrativo semplice ma efficace. Quanto accade a livello locale, la microstoria, è solitamente l’elemento determinante che aiuta a capire i processi generali, mondiali, e che porta al coinvolgimento personale. Il confronto con Fabrizio De Giovanni ha poi arricchito la mia ricerca e dato un ritmo al testo in vista della sua realizzazione scenica.
Ma un movimento dal basso, locale, può incidere su processi che hanno il loro contesto nella globalizzazione mondiale?
Penso proprio di sì. Può sembrare impossibile, ma proprio nel caso dell’acqua si è visto realizzato l’obiettivo per il quale il movimento di base ha lottato: dove il movimento ha saputo mantenere la mobilitazione, ci sono state inversioni di rotta impensabili fino a qualche tempo prima, si sono interrotti processi di privatizzazione già molto avanzati, si sono stracciati impegni già presi. Io stesso, che faccio parte della Rete di Lilliput di Lodi ho potuto constatarlo per quanto riguarda Lodi e il Lodigiano, dove si è passati da un orientamento privatizzatore a uno che garantisce l’acqua come bene comune. Resistere a ogni tentativo di espropriazione dei beni comuni significa salvare le basi su cui si fonda una società democratica. Mi auguro che anche attraverso questo spettacolo cresca la presa di coscienza tra i cittadini e li spinga a interessarsi alla difesa dei beni comuni in generale e dell’acqua in particolare.
Quale lezione possiamo trarre dai risultati finora raggiunti?
La certezza che la storia non è finita, che non dobbiamo farci convincere che non ci resta che la sconfitta. Sarebbe la più grande, e definitiva, vittoria delle multinazionali e del potere finanziario. Se è stato possibile invertire il vento della privatizzazione dell’acqua, vuol dire che è possibile proporsi cambiamenti di più vasta portata. E comunque è fondamentale tenere insieme i due livelli: il cambiamento delle strutture e il cambiamento del proprio comportamento, delle proprie scelte personali. Non scindere, ma coniugare i due livelli, tenendo fermo lo sguardo e la direzione del cammino verso l’utopia di una società che progetta il proprio futuro non all’insegna del denaro ma della dignità di tutti gli uomini.
LA COMPAGNIA TEATRALE ITINERARIA
Costituita da una quindicina di attori e tecnici, realizza rappresentazioni nei diversi settori dello spettacolo, potendo contare su competenze molteplici. Ne fanno parte infatti attori e attrici, musicisti, doppiatori, tecnici, registi, scenografi, artisti di strada, animatori. La gamma di proposte spettacolari è quindi estremamente varia e, non di rado, supportata da incontri con interpreti, autori, critici. Ciò consente al pubblico che segue i lavori della Compagnia di approfondire il proprio rapporto con il teatro, o di accostarvisi per la prima volta, con la garanzia di una elevata qualità culturale, sempre sostenuta tuttavia dalla piacevolezza dell’interesse e dello svago.
Nella rassegna di spettacoli di Teatro-documento “Per non dimenticare” Itineraria propone anche “Bambini esclusi” sulla condizione dell’infanzia nel mondo, “Voci dalla Shoah” dalle testimonianze di tre sopravvissuti ad Auschwitz, “Dove è nata la nostra Costituzione”, “La vergogna e la memoria” sulla Resistenza e “Mia terra, patria mia” sulla situazione palestinese.
Itineraria si occupa costantemente anche di promozione della lettura, dando vita ad incontri per bambini e ragazzi mirati a comunicare il “piacere della lettura” e recital letterari che accostino o riavvicinino gli adulti al piacere del libro.
L’ASSOCIAZIONE CULTURALE E TEATRALE ITINERARIA
ITINERARIA è un’associazione culturale e teatrale sorta 12 anni fa a Cologno Monzese (dove ha sede in via Goldoni 18) e svolge attività nel campo dello spettacolo.
In collaborazione con molte biblioteche civiche, ITINERARIA svolge un’intensa attività di promozione della lettura, destinata – ovviamente con diverse modalità e distinti momenti – sia agli adulti sia ai bambini. Ha ideato, organizzato e condotto per anni, un concorso nazionale di cabaret, finalizzato alla scoperta e alla valorizzazione di autori e interpreti “intelligenti”, con ampio consenso di pubblico e di critica. L’Associazione svolge incontri e corsi formativi, prevalentemente per la lettura ad alta voce, nell’ambito di Scuole ed Enti locali.
Nel “teatro da camera” della propria sede, ITINERARIA organizza serate, con periodicità settimanale, in cui si rappresentano produzioni della Compagnia Stabile dell’Associazione (che si avvale dell’apporto di professionisti e volontari) si organizzano cineforum e incontri con personalità del mondo dello spettacolo, si presentano spettacoli ospiti.
Da anni l’Associazione propone agli iscritti lo sconto su biglietti per gli spettacoli in scena a Milano, ma anche e soprattutto un orientamento critico degli spettatori.
Le letture sceniche predisposte e realizzate dalla Compagnia teatrale ITINERARIA si avvalgono di montaggi di testi di carattere letterario, teatrale, documentario. In quest’ultimo settore degne di nota sono le letture che trattano della Resistenza, della Shoah, della Costituzione, della situazione palestinese, dei Diritti dei bambini (lavoro realizzato in collaborazione con l’Unicef) e la più recente sul tema dell’acqua patrimonio dell’umanità.
Vanno infine ricordate le letture sceniche commissionate a ITINERARIA dai Servi di Maria per commemorare David Maria Turoldo con le rappresentazioni di due suoi testi, nonché la collaborazione con la Pro Civitate Christiana di Assisi.
Da alcuni anni ITINERARIA coordina una scuola di teatro in cui sono docenti esperti delle varie competenze teatrali. Può vantare inoltre frequenti momenti di animazione per i più piccoli con gruppi specializzati di clown ed educatrici qualificate.